IL QUARTIERE ROMA SI METTE “IN MOVIMENTO”

Il quartiere Roma è ancora al centro di iniziative promosse dall’amministrazione comunale; si chiama “Quartiere Roma in movimento” e si inscrive nell’orizzonte articolato di interventi sociali, di controllo e urbanistici che la giunta ha da tempo attivato nell’area di riferimento, con l’obiettivo di favorire la convivenza e l’integrazione tra vecchi e nuovi residenti e cittadini utilizzatori, aumentare la sicurezza (oggettiva e percepita) e migliorare la qualità della vita.  L’iniziativa si compone di più interventi, articolati sul territorio, volti a promuovere e ad alimentare alcuni servizi la cui attività ben si adatta al raggiungimento degli obiettivi del progetto: l’apertura e la gestione di un presidio nel quartiere (via Torricella) a supporto delle famiglie residenti, in grado di garantire occasioni di socialità, mutualità e solidarietà e in cui costruire relazioni significative tra persone, nuclei familiari, generazioni e servizi; l’avvio dello Spazio Belleville, luogo a forte valenza interculturale e intergenerazionale, finalizzato alla promozione del protagonismo sociale e della cittadinanza attiva dei giovani e della comunità e alla prevenzione dei fenomeni di marginalità e di devianza diffusa;  il potenziamento delle attività dei centri di aggregazione Spazio4 e Spazio2, rivolti primariamente all’utenza giovanile di età compresa tra i 15 e i 35 anni, due servizi che, pur condividendo una analoga attenzione al benessere dei giovani e al loro processo di crescita, mantengono una propria vocazione specifica che nel caso di Spazio 4 si connota maggiormente come servizio a bassa soglia rivolto alla prima adolescenza, mentre nel caso di Spazio2 come punto di incontro e di socializzazione nel quale sviluppare opportunità di orientamento al lavoro, all’autoimpiego e alle professioni dell’informazione e della creatività. Il costo dell’intera iniziativa è stimato in 65mila euro. La Regione Emilia-Romagna sostiene il progetto con un contributo di 45.500 euro. Il completamento e la rendicontazione sono previsti entro il 31 dicembre 2015.

VIA ROMA

L’ULTIMO SALUTO A PROSPERO CRAVEDI “UN UOMO CHE SAPEVA VOLERE BENE”

“Ora Prospero sarà il fotografo del cielo”. Così Don Pietro Cesena ha concluso l’omelia nel corso dei funerali di Prospero Cravedi, scomparso domenica a 80 anni. Nella chiesetta di Borgotrebbia c’era tutta Piacenza, dai colleghi, agli amici di una vita e tanta gente comune. Semplice ma toccante la cerimonia, iniziata con il ricordo della collega e amica Maria Vittoria Gazzola “Prospero era una persona che sapeva volere bene – ha letto – un bene che lo faceva giocare con i bambini dell’Uganda, Prospero ha voluto molto bene a quel paese, alla sua gente, ai suoi bambini”. Al termine della funzione il ricordo commosso dei nipoti Luca, Davide e Bruno. All’uscita il feretro è stato accompagnato da un lungo applauso.

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SOUMAILA: “SPERO IN UNA VITA MIGLIORE, SONO UN UOMO COME VOI”

Soumaila ha 22 anni, è arrivato a Piacenza nel marzo del 2014. Fa parte dei giovanissimi originari della Costa d’Avorio arrivati in città insieme ai primi gruppi di richiedenti asilo. Proprio quelli partiti dall’Africa a bordo dei barconi, gli stessi che si vedono sulle pagine dei giornali o nelle immagini dei tg. Raccontare la sua storia gli costa fatica, si vede, ripercorrere i momenti che lo hanno staccato dalla famiglia, la guerra civile che oggi sta vivendo il suo paese, lo rattristano. “Sono arrivato con in barconi dalla Sicilia – racconta – poi a Bologna in aereo e in pullman a Piacenza dai Frati di Santa Maria di Campagna”. Soumaila, insieme a 13 connazionali, è ospite dei frati minori di santa maria di campagna. Una convivenza segnata da regole, orari, pranzi e cene insieme, turni per la preparazione dei pasti. Poi la scuola. Soumaila, nel suo anno e mezzo di permanenza a Piacenza ha ottenuto la licenza media e studiato l’italiano che oggi parla correttamente ed è stato invitato, insieme al mediatore culturale della Caritas in alcune scuole della città per raccontare la sua esperienza. “Quando sono arrivato a Piacenza ho incominciato ad andare a scuola ed ho preso la licenza media, è stata dura ma, con l’impegno, ce l’ho fatta. Quando vado nelle scuole a raccontare la mia esperienza i ragazzi mi chiedono perchè sono scappato dal mio paese; loro pensano che noi siamo venuti in Italia per rubare il lavoro, ma non è così. Abbiamo bisogno di amici – spiega – di gente con cui parlare per imparare la lingua. I primi tempi mi sono sentito spesso solo, senza amici, ora però va meglio. E per il suo futuro spera di ottenere, al più presto, il permesso di soggiorno, la carta d’identità e il titolo di viaggio. E poi un lavoro, per una vita migliore. “Spero in una vita migliore, in un buon futuro, sono un uomo come voi che ha diritto a vivere una vita migliore”. Soumaila fa parte del gruppo di giovani africani accolti dalla Caritas diocesana. Una realtà che ha messo in campo professionisti e volontari per rendere l’accoglienza migliore, al di là del vitto e dell’alloggio, con un progetto di formazione volto all’integrazione e all’autonomia. “Abbiamo seguito un percorso specifico – spiega Youness Kabouchi collaboratore Caritas, mediatore linguistico e culturale progetto accoglienza profughi – che non si limita solo al vitto e alloggio, ma anche ai corsi di italiano, attività sportiva. Abbiamo provato ad integrare questi ragazzi togliendolo dall’isolamento e dalla solitudine”.

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ADDIO A PROSPERO CRAVEDI, PIACENZA PERDE UN TESTIMONE DELLA SUA STORIA

Prospero Cravedi è e rimarrà per sempre il fotografo. Quello con la F maiuscola, quello che vede attraverso i dettagli di un’immagine e da questa scopre e racconta particolari che nessun’altro occhio attento riuscirebbe a vedere con altrettanta chiarezza. In questi anni mi è capitato di vedere fotografie di Prospero inedite, dai viaggi in Africa ai cortei politici degli scioperi della Piacenza anni 70, dai personaggi famosi passati in città fino agli anni d’oro del Piacenza Calcio. Immagini da toccare, immagini da vivere. Oggi Prospero Cravedi se n’è andato, senza preavviso, ha abbandonato il campo cioè il suo lavoro, quello che ancora praticava attivamente, nonostante i suoi 80 anni compiuti da pochi mesi. Il lavoro a cui ha dedicato una vita, sempre al passo coi tempi, mai nostalgico del passato, al contrario attratto dalle nuove tecnologie e dai nuovi mezzi d’informazione. Un occhio attento, critico e propositivo che non dimenticheremo, senza retorica. Una telefonata meno di quindici giorni fa; qualche acciacco, un accenno all’attualità e tanto affetto nelle sue parole, come era solito fare. E’ stata l’ultima telefonata.  Alla moglie, ai figli e a tutta la famiglia, vanno le nostre condoglianze.

I funerali si svolgeranno martedì 25 agosto alle 11 alla chiesa dei Ss. Angeli Custodi di Borgotrebbia. La salma sarà fatta giungere dalla Casa Funeraria Domus Maccini.

Il cordoglio del sindaco Dosi:

“E’ difficile, oggi, trovare le parole giuste, perché Prospero non amava la retorica. A lui bastava uno scatto, per raccontare storie e sentimenti, fatti e persone: c’era la vita, nelle sue fotografie”. Così il sindaco Paolo Dosi ricorda Prospero Cravedi, esprimendo anche a nome dell’Amministrazione comunale il cordoglio per la sua scomparsa.

“Dopo tanti anni trascorsi dietro l’obiettivo, immortalando la cronaca quotidiana e i grandi eventi – prosegue il sindaco – non aveva perso la capacità di stupirsi, di indignarsi, di essere sempre partecipe di ciò che osservava. Questo faceva, di lui, non solo un bravo reporter, ma un uomo sensibile, sempre attento a chi soffriva, a chi aveva bisogno di aiuto. Folgorante fu il suo incontro con don Vittorione, che accompagnò in tanti viaggi umanitari, documentando l’opera di Africa Mission e restituendoci, in quelle istantanee, la bellezza e il significato della solidarietà. Quando ne parlava, i suoi occhi si accendevano di una luce diversa, segno di una presenza autentica che, nelle terre più povere del mondo, era andata ben oltre il ruolo del fotografo”.

“Alla moglie Angela, ai figli Ettore e Gianni con Giulia, ai nipoti che amava tanto e tutti i suoi familiari – conclude Paolo Dosi – vorrei trasmettere tutta la vicinanza della comunità piacentina, che oggi piange un testimone straordinario della propria storia. Racchiusa in uno sterminato archivio di immagini, certo, ma anche nel cuore generoso di Prospero, che a dispetto della sua professionalità non ha mai vissuto con distacco ciò che scorreva davanti ai suoi occhi, interpretando in prima persona quel senso di giustizia e di equità sociale che aveva respirato sin da bambino, durante la Resistenza, in una famiglia che abbracciò la lotta partigiana per la libertà e la democrazia”.

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ADOLESCENTI, ALCOOL E SOSTANZE: ADULTI POCO INFORMATI SUI RISCHI

“Chi sa che la droga fa male alzi la mano” così, in modo provocatorio, Alberto Genziani, educatore professionale e formatore, è solito iniziare i suoi incontri rivolti a genitori, insegnanti e studenti. “A questa domanda, ovvia e scontata – ci spiega – tutti alzano la mano” Ma perchè allora i casi di utilizzo di alcool e cannabinoidi, tra i giovanissimi, sono in costante aumento? “Prima di tutto – risponde Genziani – perchè quello che si è fa per informare adulti e adolescenti su queste tematiche non è abbastanza, non ci sono progetti, ma solo eventi spot che spesso si rivelavano avere un effetto boomerang sui giovani. La crisi diffusa ha portato ad un disinteressamento notevole, tanto che numerose ricerche sulla percezione comune dimostrano che la “pasticca” non è considerata una droga, perchè non da dipendenza fisica. Tra i giovani, la droga sintetica è considerata per un uso ricreativo, uno sballo del week end“, sottovalutando enormemente i danni che provoca in modo permanente”. Anche i dati che riguardano il consumo di alcool fanno riflettere; “la prima volta si è abbassata tra i 10/11 anni durante eventi speciali in famiglia, questo significa alla presenza dei genitori. Anche un bicchiere di birra a quell’età è pericoloso – spiega – perchè il corpo non ha ancora sviluppato quegli enzimi necessari per assimilare l’alcool senza che provochi danni. Questo a conferma del fatto che la maggior parte degli adulti non è informata sui rischi che conseguono l’uso o l’abuso di alcool; lo rivela anche una indagine effettuata su 500 adulti tra docenti e insegnanti, di questi il 70 per cento non ne conosce i rischi principali”. Quale strada percorrere allora per agire in modo efficace su adulti e adolescenti? “Bisogna puntare sui fattori protettivi e di rischio – risponde Genziani – ovvero sull’autostima, sulla relazione tra genitori-figli, tra pari, a scuola. Per fare questo eventi a spot o saltuari non servono a nulla, ci vogliono percorsi interattivi che coinvolgano famiglia, scuola e ragazzi”.

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INSEGNANTI AL BIVIO: PRECARIATO O PARTENZA DIFFICILE?

E’ come se fossimo di fronte ad un paradosso: per tanti insegnanti la precarietà è meno dolorosa che una partenza difficile. Stiamo parlando del piano straordinario di assunzioni della scuola, contenuto nella Buona Scuola da poco divenuta legge. Le domande di trasferimento per entrare di ruolo in altre regioni si sono chiuse pochi giorni fa ed hanno riservato delle sorprese, amare per certi aspetti. Era prevedibile che il grosso delle domande di trasferimento arrivasse dal Sud verso il Nord, ma per molti precari è stata una scelta difficile. Tra loro ci sono docenti non più giovanissimi, con decenni di precariato alle spalle che si sono trovati ad una scelta, la famiglia o il lavoro. E in molti hanno rinunciato alla seconda possibilità. In tutto al Ministero sono arrivate 71 mila domande per lo più dalla Sicilia (11864) seguita dalla Campania (11142) un vero e proprie esercito definito di “insegnanti trolley” in partenza verso il Nord nella giungla delle graduatorie e delle nomine della prossime settimane. In Emilia Romagna invece le domande sono state solo 3696, seguite da Veneto, Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia dove solo un terzo dei docenti precari ha scelto di partecipare al piano straordinario di assunzioni. Certo era prevedibile che nelle regioni del Nord il numero di domande fosse più basso rispetto al sud; ma non così tanto, secondo i sindacati che si sono opposti, fin da subito, alla riforma della scuola del Governo. In controtendenza la Lombardia da cui sono partite 6630 domande da parte di insegnanti precari. Da lunedì 24 agosto parte per tutti l’assegnazione dei posti: prende avvio la prima fase per i 71.643 docenti precari che hanno presentato domanda e che riceveranno al buio i primi 18.476 posti attraverso una mail cui dovranno rispondere per accettazione entro dieci giorni. Seguirà a novembre la fase successiva con altri 55.258 posti.

Foto Federico Ferramola / LaPresse 18-06-2014 Milano, Italia Cronaca Esami di Maturità a Milano, oggi si parte con gli scritti nella foto: gli studenti del Liceo Classico Statale  Tito Livio di Milano Photo Federico Ferramola / LaPresse June 18, 2014 Milan, Italy News School leaving examination in Milan in the photo: the students of   Tito Livio Secondary school specializing in classical studies

I MUSEI CIVICI SUL CARDO DI EXPO

Il Fegato Etrusco e i Museo Civici sono arrivati ad Expo in piazzetta Piacenza insieme al nuovo allestimento proposto nei sotterranei di Palazzo Farnese. La giornata è stata animata dagli operatori dell’Associazione Arti e Pensieri che da diversi anni collabora con i musei nelle attività didattiche che ogni anno coinvolgono con successo centinaia di studenti. Sono stati presentati alcuni dei materiali (una grande riproduzione a colori del famoso reperto e sagome delle divinità etrusche ridisegnate da un fumettista) protagonisti dell’attività didattica Il Cielo sopra gli Etruschi. Un attore professionista ha incarnato i panni di un aruspice che con una copia del fegato in mano e parlando esclusivamente in etrusco, ha invitato i visitatori ad entrare in un ‘bosco sacro’ che allude a quello recentemente ricostruito nei sotterranei del museo piacentino. Anche in Piazzetta Piacenza, quindi, è stato possibile provare l’emozione di indossare gli abiti sacri dell’aruspice e interpretare i messaggi degli dei attraverso la lettura del fegato di pecore sacrificate, arrivando così a comprendere come l’ordinamento del cielo secondo gli Etruschi si riflettesse sul fegato dell’animale e quindi come, mediante la sua lettura, si potesse interpretare il volere divino. Nel caleidoscopio e sugli schermi della Piazzetta si è potuto ammirare il video con l’animazione della grande immagine grafica del Fegato e uno slideshow relativo alle attività didattiche dei Musei Civici.

fegato estrusco piazzetta piacenza

PROFUGHI, DON NOBERINI: “BASTA CON GLI SLOGAN”

Basta con gli slogan, accoglienza sì accoglienza no, è ora di rimboccarsi le maniche e di andare oltre la tentazione di dire ci pensi qualcun’altro. Don Maurizio Noberini, parroco di Santa Franca e presidente del movimento Africa Mission, definisce la questione legata ai profughi un banco di prova non solo per la chiesa, che per definizione dovrebbe essere dedita all’accoglienza, ma per l’intero occidente. “Evitiamo gli slogan accoglienza sì, accoglienza no – ha detto Don Maurizio – chiediamoci invece, come ha fatto Mons. Galantino dive stanno le grandi organizzazioni come l’Onu. E’ facile dire ci pensi qualcun’altro, stringi stringi l’accoglienza tocca anche a ciascuno di noi”. Diffidenza verso lo straniero, crisi economica, senza contare logiche che attingono prettamente alla sfera politica, sono le motivazioni che portano i più a chiudersi all’accoglienza. “Come presidente di Africa di Mission che da anni opera nei luoghi più poveri dell’Africa, ci siamo accorti, con i missionari, come questo bisogno dell’accoglienza venga da lontano. Dobbiamo farci carico del sud del mondo, non possiamo ricacciare queste persone in mare e sperare che ci pensino gli altri”. Intanto a Piacenza, con la partenza dei 16 profughi a Marsaglia, gli stranieri sono passati da 157 a 141. Non la soluzione al problema, secondo l’assessore al Nuovo Welfare Stefano Cugini, che continua vedere la questione troppo sbilanciata sul fronte logistico e poco sulla progettualità. “Finchè si considera il problema dal punto di vista logistico e progettuale – ha confermato – la soluzione è ben lontana. Certo ora a Piacenza ci sono 16 stranieri in meno, ma il problema di riversa su altre piccole realtà”. Qualità dell’accoglienza è il tema di fondo. Osservare e analizzare la questione da questo punto di vista, sarebbe come capovolgere la prospettiva rispetto a come si è agito finora. Partire dai progetti, dalle regole di convivenza, dall’insegnamento della lingua, per far capire il valore dell’accoglienza. “Accoglienza è prima di tutto riconoscere in chi ho davanti una persona – ha spiegato Cugini – con la sua dignità, i suoi diritti e i suoi doveri. Accoglienza significa far comprendere a queste persone che esistono progetti che iniziano, si sviluppano e finiscono in grado di creare i presupposti per dare autonomia. Tutte cose che, per ora si sono svolte a macchia di leopardo”. A parte gli esempi della Caritas, di Ponte dell’Olio, Rivergaro, Piacenza  sembra carente da questo di vista? “Direi di sì – ha confermato l’assessore – non sempre le risposte sono quelle che mi piacerebbe vedere. L’accoglienza non è solo economica, qualche gestore, secondo me, fatica a comprendere questa cosa”.

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SCUOLA: UNDICI ISTITUTI SENZA PRESIDE

La coperta è stretta e tira tira non basta mai. Ad un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, la situazione è quella di sempre, nonostante la riforma della Buona Scuola varata dal Governo a luglio. A Piacenza le 100 immissioni di ruolo a partire da settembre, che costituiscono la fase zero della riforma, non bastano neppure a coprire i 108 pensionamenti. A questi si devono aggiungere i 27 posti della fase A che vanno a coprire i posti lasciati vacanti dalla fase zero più un numero di immissioni di sostegno pari a 26, per un totale di 153 nuove assunzioni. “Successivamente – spiega Lucia Galeazzi Cisl scuola – procederemo alla fase B rivolta alla platea nazionale e alla fase C che andrà a coprire le cattedre vacanti. A Piacenza, ad esempio, ci sono 17 cattedre di matematica alla medie, educazione tecnica e spagnolo. Da novembre si procederà con la nomina dell’organico potenziato”. Altro capitolo quello della carenza di dirigenti scolastici. Tra Piacenza e provincia Il nuovo anno si aprirà con 11 istituti senza presidi. Una situazione resa ancora più delicata dal fatto che la Buona Scuola ha abolito la figura del dirigente vicario, o del vecchio vice preside.

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RIFIUTI, DIMINUISCONO MA LA TARIFFA E’ PIU’ ALTA

Rifiuti, ma quanto ci costate? Secondo uno studio della Cgia di Mestre, le tasse sono salite del 25% tra il 2010 e il 2015, nonostante le famiglie producano una minore quantità di rifiuti. Ad esempio, una famiglia composta da 4 persone che vive in una casa di 120 metro quadrati ha subito un aumento di 75 euro. E’andata ancora peggio per le attività economiche. Una famiglia di 3 componenti che vive in un appartamento di 100 metri quadrati invece ha invece subito un aumento del 23,5% (+57 euro). Nel 2015 dovrà versare quasi 300 euro. Un nucleo di 3 persone che risiede in un’abitazione da 80 mq, invece, ha dovuto pagare il 18,2% in più (+35 euro). In questo caso, l’importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco più di 227 euro. Questi dati sono stati ottenuti dopo ever preso in esame le tariffe sui rifiuti applicate alle famiglie e alle imprese nei principali capoluoghi di regione. A Piacenza, secondo le tabelle delle tariffe delle utenze domestiche pubblicate sul sito del Comune, un nucleo familiare composto da 3 persone ha una quota fissa di 1,123417 Euro/m2 e una quota variabile di  129,625310 euro/utenza. Prima era la Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), poi è diventata Tia (Tariffa di igiene ambientale), nel 2013 Tares  (Tassa sui rifiuti e servizi), fino al 2014 quando ha lasciato il posto alla Tari (Tassa sui rifiuti) secondo cui si è voluta sancire la corrispondenza tra la quantità di rifiuti prodotti e l’ammontare della tassa. Con la Tari il costo del servizio in capo all’azienda che raccoglie rifiuti deve essere coperto interamente dagli utenti, attraverso, appunto, il pagamento della tassa. Qui sta il nodo: nonostante la quantità di rifiuti prodotta sia diminuita, i costi per le aziende che gestiscono la raccolta ci sono comunque, e a coprirli ci pensano i cittadini pagando le tasse. Per porre un freno a questa situazione, nella Legge di Stabilità ha ancorato dal 2016 la determinazione delle tariffe ai fabbisogni standard. Così, dall’anno prossimo, la tassa sui rifiuti dovrebbe diminuire.

rifiuti raccolta