FONDAZIONE: EROGAZIONI SOLO DOVE C’È DAVVERO BISOGNO

È una fotografia chiara, nitida e precisa fatta di dati, numeri e percentuali.  Il Presidente della Fondazione Massimo Toscani ha descritto l’ente, il suo bilancio, il suo futuro al consiglio comunale.  Una foto scattata, dicevamo, da tre istituti di credito differenti affinché ci fosse una rappresentazione il più possibile reale; una fotografia costata 4 mila euro. La stragrande maggioranza delle domande poste dai consiglieri,  per la verità tutti dell’opposizione a parte Giovanni Castagnetti della civica, verteva soprattutto sul patrimonio attuale della Fondazione, sulle erogazioni e sulle manovre rischiose degli ultimi anni in fatto di investimenti.  “La Fondazione è stata per troppo tempo considerata un bancomat – ha detto il Presidente – le erogazioni vanno fatte quando c’è bisogno e quando c’è un progetto effettivamente realizzabile” come dire che per molto tempo si è fatto il contrario. “Vorrei proporre per il futuro gli Stati Generali della Fondazione,  in modo che l’ente si apra al territorio per capire davvero dove e di cosa c’è bisogno”. Le cinque Commissioni recentemente costituite ( ricerca e istruzione, welfare, arte e cultura, investimenti, attivita’ istituzionale per Vigevano) hanno proprio questo scopo, ovvero valutare i progetti e, in seconda battuta,  sottoporli al cda e al consiglio.  Le erogazioni per il 2015 ammontano a 5milioni 250mila euro, 500mila euro in meno rispetto all’anno scorso considerando anche che le Fondazioni sono sottoposte da quest’anno ad una tassazione pesante, per Piacenza 800mila euro. Tasto dolente investimenti: azioni Monte Parma. Il consiglio ha deliberato di procedere alla vendita per 28milioni 500 mila euro, con una perdita per la Fondazione di 48milioni 500 mila euro. Enel: l’acquisto è stato fatto a 35 milioni,  oggi ne valgono 22. Iren: l’acquisto a 4 milioni,  oggi valgono 1milione e mezzo. Altro buco il milione di euro investito in una banca del Gibuti, “a titolo umanitario” fu la giustificazione dell’allora gestione Marazzi. Tutto fa capo a Notrine una societa’ lussemburghese. Di questa operazione non esiste una delibera, come ha specificato Toscani. Derivato Unicredit la cui opzione forward era in scadenza oggi:  acquistato per 20milioni oggi il valore è pari a 4 mlioni. La scelta è stata quella di acquistare 5 milioni in azioni, con una perdita di 14milioni 400 mila euro. “Ad oggi il patrimonio della Fondazione  – ha concluso il presidente – è di 340 milioni di euro, questa è la foto che emerge dai dati, noi dobbiamo ripartire da qui scegliendo di puntare su prodotti finanziari a basso rischio con capitale a restituzione garantita”. In programma c’è la revisione dello statuto e in futuro non esclude l’azione di responsabilità che la Fondazione potrebbe intentare contro le gestioni precedenti.  Un altro segnale di rottura con il passato.

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