MINORI STRANIERI, IL COMUNE PUNTA ALL’AFFIDO

Quando l’ospite è inatteso, l’accoglienza si fa dura. L’ufficio minori del Comune di Piacenza ci è abituato; gli arrivi di minori stranieri non accompagnati non si programmano, ma si devono gestire come impone la legge. I ragazzi delle più svariate etnie, soprattutto adolescenti tra 15 e 17 anni, arrivano in italia con il sogno di un riscatto sociale, ancora più possibile, secondo loro, in una città del nord. Arrivano all’ufficio minori come fosse un porto di mare da dove parte il loro percorso che comincia dalla conoscenza e dal rapporto di fiducia, spesso difficile, che si viene ad instaurare con l’operatore. Le storie che hanno vissuto, la giovanissima età, sono elementi che non facilitano la comunicazione e la gestione. Ciò che il servizio minori privilegia è l’affido omo culturale ma anche in famiglie italiane. Certo non è facile, gli esempi non sono tanti numericamente, ma il vantaggio è presto detto; riferimenti culturali, ma anche possibilità di avere un rapporto diretto e continuativo nel tempo, cosa che in comunità non è possibile, oltre che un risparmio in termine economici. Comunque la si pensi e al netto delle polemiche, la presenza di minori stranieri da gestire sul territorio comunale è una realtà dalla quale non si scappa e a cui occorre dare una risposta. Certo sarebbe auspicabile una legge diversa, sul modello dello Sprar, che deleghi la Regione di riferimento a farsi carico e a gestire in parte la gestione dei minori, ma ad oggi la realtà è ben diversa.

Il servizio completo con le interviste all’assessore Cugini e all’operatrice del servizio, nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

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