MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: TRA OBBLIGO DI ACCOGLIENZA E SENSO DI INCOMPIUTO

Aleggia un senso d’incompiuto quando si parla di minori stranieri non accompagnati. Perché la politica si trova a metà strada tra la necessità di accogliere e la consapevolezza che si potrebbe fare di più.
I numeri, dal canto loro, certo non aiutano ad arginare il fenomeno, ma semmai ad allargarlo perché in costante aumento.
A sollevare il dibattito in consiglio comunale la capogruppo di Fratelli d’Italia Sara Soresi, che ha consegnato all’assessore Nicoletta Corvi una petizione di 60 firme per denunciare la situazione del Petit Hotel, la struttura in via Pennazzi che ospita alcuni ragazzi in carico al comune di Piacenza. Oggetti rubati, sporcizia, incuria, mancato rispetto dei luoghi, sostanze stupefacenti nelle camere, è quanto ha descritto la consigliera di Fratelli d’Italia.
La collega della civica Tarasconi Angela Fugazza ha ribattuto che per far fronte a quella dei minori stranieri, che ormai è una condizione strutturale e non più una emergenza, occorre che i comuni facciano del loro meglio, laddove le leggi dello stato centrale non arrivano. “C’è un lacuna significativa a livello nazionale. Manca una regia trasversale che coordini gli sforzi” ha concluso la consigliera.
“Nessuno ha la bacchetta magica, e il problema non è solo di Piacenza” è intervenuto il consigliere del PD Sergio Ferri.
Anche la sindaca Tarasconi è intervenuta sul tema: “non scegliamo che i minori arrivino a Piacenza, quando la questura ci chiama per i nuovi arrivi, abbiamo l’obbligo di accoglierli e di averli in carico.
Nessuno vuole nascondere le difficoltà, si fa quello che si può, con le risorse e con i mezzi che abbiamo. Se ci fosse la volontà di centralizzare la gestione dei minori su tutte le regioni, avremo di certo numeri più semplici da far funzionare. Se poi il governo ci volesse dare una mano economicamente, ben venga. Non sempre si riesce a fare un percorso educativo, qualcuno ha voglia di riscatto, altri no”. Poi riferendosi a chi ne critica la gestione “se qualcuno ha idee migliori, siamo aperti a valutare qualsiasi proposta. Stiamo parlando di persone, di ragazzi, di esseri umani”.
Sulla stessa onda il capogruppo di ApP Stefano Cugini: “dei minori stranieri cerchiamo di non parlare, perché fa comodo ad una politica pavida e becera che strumentalizza questo tema. Se ci fosse la vera volontà di risolvere il problema allora sì che si potrebbe ragionare. Solo così da problema potrebbero diventare una risorsa”.

MINORI STRANIERI, RIZZI: “GLI SPAZI CI SONO. OSPITARE E’ UN INVESTIMENTO COLLETTIVO PER IL TERRITORIO”

La soluzione al problema di trovare spazi per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sul nostro territorio è una delle sfide più imponenti che l’amministrazione, non solo quella piacentina, si trova a dover affrontare. Eppure i luoghi ci sarebbero; dalle parrocchie, ai privati, dai sindacati agli enti di categoria, fino alle famiglie. Ne è convito il professor Paolo Rizzi, docente di Economia all’Università Cattolica, da sempre occhio attento ai temici socio economici.

DALLA CROCE ROSSA SOSTEGNO COSTANTE NELL’ACCOGLIENZA DI MADRI E BIMBI IN FUGA DALLA GUERRA

Prosegue il sostegno della Croce Rossa di Piacenza nell’accoglienza delle famiglie in fuga dalla guerra. Nei giorni scorsi sono arrivate tre donne con sette figli, cin loro c’era il loro cane.

Arrivati fino in Romania e non sapendo come raggiungere l’Italia, in particolare Pontenure dove vive e lavora una parente, si sono rivolte al Presidente di CRI Piacenza, Alessandro Guidotti che ha attivato nel primo pomeriggio di ieri due pulmini della Croce Rossa per il recupero di queste famiglie che nel frattempo erano riuscite a giungere all’Abbazia di Santa Fede a Cavagnolo, in provincia di Torino. Prima di essere caricate per raggiungere la nostra città, tutte e dieci le persone sono state sottoposte a visita medica e al tampone per COVID dove sono risultate tutte negative.

Provvisoriamente nei prossimi due giorni dormiranno in una frazione di Farini, ospitati da un’amica di famiglia della parente ucraina, per poi essere trasferiti  dalla Croce Rossa a Lugagnano dove saranno accolti dalla parrocchia che ha
messo a disposizione un appartamento gestito dalla Caritas parrocchiale e Caritas diocesana.

DALLA REGIONE UN TAVOLO PERMANENTE PER FAR FRONTE ALL’ARRIVO DEGLI UCRAINI

Arrivano ogni giorni a decine sul nostro territorio. Scappano dalla guerra che sta distruggendo l’Ucraina. A Piacenza hanno i parenti che possono ospitarli, come è accaduto ai nipoti di Natalya o ad una nonna che con il nipote ha bussato alla porta della Croce Rossa. Dalla regione, il presidente Bonaccini ha istituito un tavolo con i sindaci e i prefetti per coordinare gli arrivi.

BANDO ACCOGLIENZA, I GESTORI “COSI’ NON CI STIAMO”

Tagliare i fondi destinati all’accoglienza sull’assegnazione dei profughi ai centri di accoglienza straordinaria avrà conseguenze non solo sui richiedenti asilo ma anche sulle comunità stessa in termini occupazionali e di costi.

I consiglieri di minoranza del Partito Democratico, Piacenza in Comune, Movimento 5 Stelle e Sinistra per Fiorenzuola presenteranno una mozione in consiglio comunale per chiedere alla prefettura la riapertura dei termini del bando con un ulteriore proroga delle condizioni in essere.

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SCHIAVI: “DA NOI LE DONNE SI SENTONO SICURE”

Da anni si impegna per le donne e con le donne. Giuseppina Schiavi, presidente di Acisjf Piacenza e vice presidente nazionale, racconta cosa significa fare accoglienza amorevole. Dal 2014 Acisjf è entrata nel circuito nazionale dell’accoglienza migranti offrendo un alloggio alle donne africane in arrivo sopratutto dalla Libia. Alcune di queste sono storie drammatiche.

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PONTI NON MURI PER FARE ACCOGLIENZA

Costruire ponti non muri, un dialogo su migrazione e pratiche di accoglienza. E’ il tema del forum che si svolgerà a Fiorenzuola sabato 9 settembre all’Auditorium San Giovanni. Al centro del dibattito il tema dell’accoglienza, con esperienze virtuose raccontate dai protagonisti.

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ACCOGLIENZA PROFUGHI, VIAGGIO IN ASP. A TUTTO TONDO

Il nostro viaggio tra gli enti che gestiscono l’accoglienza dei richiedenti asilo questa volta parte da Asp. L’Azienda Servizi alla Persona, oggetto di verifica da parte di un funzionario Onu per i rifugiati, in base ad una convenzione firmata con la Prefettura un anno fa, ha in gestione, ad oggi, 130 profughi suddivisi in 16 strutture, appartamenti o micro comunità. Nelle strutture vengono accolti nuclei familiari, con bambini anche molto piccoli, e donne singole spesso incinta dopo aver subito violenza nella terre d’origine. La sfida è gestire l’accoglienza nonostante le difficoltà del sistema nazionale che fa acqua da tutte le parti: occupare il tempo, la giornata a queste persone che arrivano in Italia con un livello di alfabetizzazione bassissimo. Ma occorre andare anche oltre la mera accoglienza, verso l’autonomia nella gestione quotidiana. E sulla guerra di cifre scatenata qualche settimana fa con la Prefettura, abbiamo raccolto la testimonianza del direttore generale.

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SINDACO GRUPPI:”QUESTIONE PROFUGHI VA AFFRONTATA A LIVELLO EUROPEO”

Si riaccende il dibattito intorno all’accoglienza dei richiedenti asilo. Il comune di Pontenure, attaverso una nota del primo cittadino Manola Gruppi, ribadisce che sul territorio non ci sono strutture adatte ad accogliere gli stranieri, ma lascia la possibilità ai cittadini che intendono ospitarli di accreditarsi presso la Prefettura. Ecco il testo della nota:

“Penso, scrive il Sindaco, che sia doveroso aiutare chi scappa dalla fame e dalla guerra, e come sta accadendo in numerosi Comuni della Provincia, conciliando gli aspetti legati al rispetto delle norme vigenti, di sicurezza e di una corretta assistenza e accoglienza. Come già comunicato in precedenza, anche in Consiglio Comunale, il Comune di Pontenure non ha strutture pubbliche idonee all’accoglienza, e non ha personale sufficiente per assistere le persone bisognose di aiuto. Tuttavia i cittadini che intendono accogliere profughi possono farlo dando la propria disponibilità alla Prefettura, che provvederà al collocamento dei profughi sulla base di apposite convenzioni. Il Comune vigilerà sul rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dalla legge e, soprattutto, sugli aspetti legati alle condizioni di corretta assistenza e di integrazione, che devono essere osservate, al  fine di ottenere il contributo giornaliero messo a disposizione dall’Unione Europea per l’accoglienza dei profughi. I controlli previsti dalla legge che il Comune intende fare, permetteranno di evitare forme di lucro su queste persone in estrema difficoltà. Ci troviamo di fronte al più grande fenomeno migratorio del dopoguerra, una questione di dimensioni planetarie che può essere affrontato solo a livello internazionale e per quanto ci riguarda a livello europeo: nessuno può lavarsene le mani. Questo principio vale nel grande e nel piccolo. Esternazioni di rifiuto non cambiano la realtà per gente che fugge dalla guerra, dalla violenza e da situazioni di vita inaccettabili”.

LaPresse04-05-2011 Taranto (Italia)CronacaTaranto, arrivo dei profughi libici da LampedusaNella foto: l'arrivo dei profughiLaPresse04-05-2011 Taranto (Italy)NewsTaranto, libyan refugees from Lampedusa to the Taranto harbourIn the pict: libyan refugees

PROFUGHI, DON NOBERINI: “BASTA CON GLI SLOGAN”

Basta con gli slogan, accoglienza sì accoglienza no, è ora di rimboccarsi le maniche e di andare oltre la tentazione di dire ci pensi qualcun’altro. Don Maurizio Noberini, parroco di Santa Franca e presidente del movimento Africa Mission, definisce la questione legata ai profughi un banco di prova non solo per la chiesa, che per definizione dovrebbe essere dedita all’accoglienza, ma per l’intero occidente. “Evitiamo gli slogan accoglienza sì, accoglienza no – ha detto Don Maurizio – chiediamoci invece, come ha fatto Mons. Galantino dive stanno le grandi organizzazioni come l’Onu. E’ facile dire ci pensi qualcun’altro, stringi stringi l’accoglienza tocca anche a ciascuno di noi”. Diffidenza verso lo straniero, crisi economica, senza contare logiche che attingono prettamente alla sfera politica, sono le motivazioni che portano i più a chiudersi all’accoglienza. “Come presidente di Africa di Mission che da anni opera nei luoghi più poveri dell’Africa, ci siamo accorti, con i missionari, come questo bisogno dell’accoglienza venga da lontano. Dobbiamo farci carico del sud del mondo, non possiamo ricacciare queste persone in mare e sperare che ci pensino gli altri”. Intanto a Piacenza, con la partenza dei 16 profughi a Marsaglia, gli stranieri sono passati da 157 a 141. Non la soluzione al problema, secondo l’assessore al Nuovo Welfare Stefano Cugini, che continua vedere la questione troppo sbilanciata sul fronte logistico e poco sulla progettualità. “Finchè si considera il problema dal punto di vista logistico e progettuale – ha confermato – la soluzione è ben lontana. Certo ora a Piacenza ci sono 16 stranieri in meno, ma il problema di riversa su altre piccole realtà”. Qualità dell’accoglienza è il tema di fondo. Osservare e analizzare la questione da questo punto di vista, sarebbe come capovolgere la prospettiva rispetto a come si è agito finora. Partire dai progetti, dalle regole di convivenza, dall’insegnamento della lingua, per far capire il valore dell’accoglienza. “Accoglienza è prima di tutto riconoscere in chi ho davanti una persona – ha spiegato Cugini – con la sua dignità, i suoi diritti e i suoi doveri. Accoglienza significa far comprendere a queste persone che esistono progetti che iniziano, si sviluppano e finiscono in grado di creare i presupposti per dare autonomia. Tutte cose che, per ora si sono svolte a macchia di leopardo”. A parte gli esempi della Caritas, di Ponte dell’Olio, Rivergaro, Piacenza  sembra carente da questo di vista? “Direi di sì – ha confermato l’assessore – non sempre le risposte sono quelle che mi piacerebbe vedere. L’accoglienza non è solo economica, qualche gestore, secondo me, fatica a comprendere questa cosa”.

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