LA SINDACA A ROMA PER LE AREE MILITARI: PERTITE E PIAZZA CASALI I PRIMI NODI DA SCIOGLIERE

A Roma per snodare l’intricata questione delle aree militari. La sindaca Tarasconi lo scrive in un post su Facebook, in treno di ritorno della capitale dove ha incontrato la task force per la valorizzazione degli immobili del ministero della Difesa. “Un tema cruciale – lo definisce la prima cittadina- per questo ho voluto andare di persona all’inizio del mio mandato”.

“Sono soddisfatta – scrive -il lavoro da fare è davvero tanto, perché certe situazioni sono in stallo da anni, ma sono soddisfatta. Abbiamo parlato della Pertite e del parco che tutti vorremmo veder sorgere in quell’area, mettendo sul tavolo le questioni che ancora sono da affrontare”.

Non solo Pertite, anche Piazza Casali e il nodo mercato coperto: “è un tema a cui tengo molto e ho proposto di valutare la possibilità che le attività commerciali vengano trasferite nell’ex scuderia militare della caserma Nicolai, che si trova proprio in piazza Casali e consentirebbe ai commercianti di rimanere dove hanno sempre lavorato. Inoltre questa soluzione consentirebbe di abbattere il mercato coperto, ricavando posti auto e dando una visibilità finalmente adeguata all’ex Chiesa del Carmine. È solo un’ipotesi ma ho trovato persone ben disposte e faremo il possibile per proseguire su questa strada”.

BARACCHI: “LOGISTICA DI QUALITA’? QUELLA CHE SI INTEGRA CON IL TERRITORIO”

Logistica, aree militari, mobilità, visione globale e progettualità: sono i temi della chiacchierata con Giuseppe Baracchi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Piacenza, ospite della nuova puntata di Di Profilo. Perché una logistica sia di qualità occorre che la politica entri a gamba tesa mettendo paletti precisi, è il pensiero del presidente dell’Ordine, così come, per non creare altri vuoti urbani nelle aree demaniali, occorre capire le esigenze e i bisogni della città. Al termine dell’intervista Baracchi traccia un bilancio dell’esperienza da presidente che si concluderà tra pochi mesi.

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AREE MILITARI, MAPS IL PROGETTO CHE PARLA EUROPEO

in ballo ci sono 450 metri quadrate di aree militari, di cui buna parte all’interno delle mura cittadine. Il progetto MAPS – Military Assets  as Public Spaces – è entrato nella sua prima fase operativa con l’intento di promuovere lo sviluppo urbano sostenibile e integrato delle città europee attraverso la condivisione di conoscenze, sviluppo, ricerca, innovazione. Da tutta Europa sono arrivati 99 progetti, tra questi solo 21 hanno passato la selezione, di cui 3 sono stati scelti come capofila: Piacenza, Genova e Napoli. Nella due giorni piacentina, tre diverse realtà, Croazia, Ungheria e Spagna presenteranno i loro progetti di riconversione di aree militari ad utilizzo pubblico. “L’intento del progetto – ha spiegato l’architetto Luca Lanzoni – è quello di confrontarsi con le realtà europee e non e lavorare assieme per trovare le linee guida che portino alla costituzione di un net work da qui ai prossimi due anni. Il progetto prevede la costruzione di un piano di azione locale che aiuti la municipalità ad identificare i progetti migliori”.

prog. maps

AREE MILITARI DISMESSE, PIACENZA PARTECIPA AL BANDO EUROPEO

Per dare nuova vita alle aree militari dismesse il Comune di Piacenza va alla ricerca di fondi dell’Unione Europea attraverso il progetto “Disarmed Cities”, presentato nell’ambito del primo bando del programma di cooperazione territoriale europea Urbact III – Action Planning Networks – Fase 1, mira a valorizzare la sostenibilità degli interventi di riconversione di tali siti, promuovendo lo scambio internazionale di esperienze innovative e le iniziative di formazione in materia. Tra gli obiettivi del progetto, rafforzare la collaborazione tra amministrazioni territoriali e soggetti privati, per una cultura condivisa degli investimenti sugli spazi pubblici come elemento strategico di sviluppo. Le aree abbandonate possono costituire risorse importanti sotto il profilo economico, sociale, ambientale e culturale. La riqualificazione delle aree militari dismesse rappresenta un’opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il Comune di Piacenza si è candidato il 16 giugno scorso come capofila del progetto. La domanda è stata presentata dal Comune insieme all’Ordine degli Architetti di Piacenza e alla Fondazione degli Architetti di Parma e Piacenza. I partner della prima fase sono comuni di Varaždin – Croazia, Szombathely – Ungheria e Cartagena – Spagna. I tempi: per la Fase 1 si ipotizzano 6 mesi durante i quali verranno organizzate delle visite-studio presso la città coinvolte, per la valutazione dello stato dell’arte delle aree militari dismesse da parte dell’esperto del Programma Urbact assegnato al progetto “Disarmed Cities”, accompagnato dai project manager individuati da ciascun partner. Il budget complessivo per questa fase non può superare i 100 mila euro di costi eleggibili. In caso di approvazione del progetto, ci si può candidare alla successiva Fase 2, per la quale verrà elaborata una proposta che prevede l’estensione della partnership a 10 città. Durante la Fase 2, che ha durata di 24 mesi, spetterà al Comune di Piacenza, in qualità di ente capofila, definire un piano di lavoro per implementare l’attività di scambio e apprendimento transnazionale, nonché per l’elaborazione del Piano d’azione integrato, strumento di pianificazione delle aree militari dismesse interessate dal progetto, condiviso da tutti i partner. Il contributo complessivo per la sovvenzione di queste azioni varia tra i 600.000 e 750.000 euro, in base al numero complessivo di partner.

pertite parco

EX PERTITE, BONIFICA CONCLUSA ENTRO IL 2016

La bonifica sull’area dell’ex Pertite partirà per concludersi entro la primavera-estate del 2016. E’ la sostanziale novità emersa nel corso del vertice tra amministrazione comunale, Agenzia del Demanio e Difesa nazionale e regionale. Tema: percorso di dismissione delle aree militari, acquisizioni e futuri utilizzi. L’incontro ha fatto seguito al precedente del 10 febbraio scorso in cui si erano stabiliti paletti precisi per quanto riguarda le acquisizioni: in pole position resta l’ospedale militare di viale Palmerio da parte di Inmivit, la società di gestione degli Investimenti immobiliari del Ministero dell’Economia, su cui sono in corso approfondimenti economici finanziari. Si sta affinando il processo di dismissione del Laboratorio Pontieri, che ospiterà il Museo dell’Agricoltura, e della vicina caserma Nino Bixio. Per il vallo delle mura del Polo di Mantenimento di via XXI Aprile  si stanno studiando le modalità per la delocalizzazione. Il grande apparato intorno alle aree militari si sta muovendo, seppur a piccoli passi, verso l’obiettivo di dismettere e di acquisire, laddove ci sono acquirenti, vaste porzioni di spazi. La prossima settimana l’assessore Bisotti terrà due audizioni, una in commissione territorio l’altra in consulta, per informare consiglio e cittadini dell’andamento della pratica.

pertite

BISOTTI: “L’EX OSPEDALE MILITARE, ENTRO TRE MESI”

Nel giro di un paio di mesi l’ex ospedale militare dovrebbe passare dalla Difesa all’Inmivit, la società di gestione degli Investimenti immobiliari del Ministero dell’Economia. Un’accelerazione nella importante e complicata partita delle aree militari che vede Comune di Piacenza, Difesa e Agenzia del Demanio riunite insieme intorno ad un tavolo. Una nuova accelerata dopo il vertice che si è svolto proprio a Piacenza, il prossimo aggiornamento il 4 marzo. La situazione dovrebbe essere questa: in pole position per l’acquisizione ci sta l’ex ospedale militare di viale Palmerio; enormi spazi che si libererebbero permettendo così di pensare anche ad probabile e realistico trasferimento di una parte degli uffici comunali. Le altre aree sono il Laboratorio Pontieri, l’ex Pertite, il vallo Farnesiano e la caserma Lusignani, tempi più lunghi per la caserma Nicolai. “Nell’incontro del 4 marzo – ha detto l’assessore Silvio Bisotti – ci verranno comunicati i tempi più o meno certi necessari per la bonifica dell’ex Pertite; per il Laboratorio Pontieri c’è la volontà di destinarlo, in parte, ad ospitare il Museo dell’Agricoltura e palestre per le scuole del centro”. C’è da scommettere che dalle prossime settimane si faranno sentire associazioni, cittadini, enti per richieste, proposte e idee sul futuro utilizzo. “Certamente – conferma l’assessore – apriremo una fase di concertazione e partecipazione, per fare poi una sintesi realizzabile delle sollecitazioni che usciranno”.

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AREE MILITARI, IL TEMPO STRINGE

Caserma Alfieri, De Sonnaz e Cantore. Sono le tre strutture che il Demanio ha venduto alla Cassa Depositi e Prestiti. Da qui incomincia il percorso che darà la possibilità al Comune di Piacenza di portare a casa il 15% del valore di vendita. Il ruolo della Cassa Depositi Prestiti è fondamentale; sarà lei a rimettere sul mercato le tre caserme alla ricerca di potenziali acquirenti. Un’accelerata notevole per una pratica di cui si parla da decenni e che solo negli ultimi mesi ha subito una decisa svolta. Nonostante ciò, il tempo stringe più che mai. Certo il Comune può incassare fino a 1 milione 800 mila euro, ma solo se troverà entro un anno dalla vendita alla CDP un acquirente. In sostanza più passa il tempo, più si abbassa la percentuale del denaro incassato (fino al 5%). Quindi la palla passa all’amministrazione, alla città, ai cittadini. Idee, utilizzi futuri, progettualità, indispensabili per non perdere questo treno tanto atteso che non passerà una seconda volta. Piacenza datti una mossa. Amministratori pensate a destinazioni d’uso fattibili e consone al contesto in cui andranno ad inserirsi, facendovi aiutare, perchè no, anche dagli stessi cittadini.

DE SONNAZ

DOSI: “SICUREZZA E SVILUPPO URBANO, UN ANNO DI SVOLTA”

I soldi sono pochi, gli enti locali sono vittime dei tagli statali, nelle casse resta giusto l’indispensabile che obbliga a fare delle scelte precise. Per il Comune di Piacenza, il 2014 non può essere abbinato ad un progetto bandiera, ma a piccoli grandi risultati che, solo se ben utilizzati, possono portare vantaggi concreti alla città. Nel consueto incontro con la stampa per lo scambio degli auguri di Natale, il sindaco Dosi ha ripercorso le tappe più significative dell’anno. Un anno nel quale sono state sbloccate pratiche ferma da decenni, come la riqualificazione dell’area di Borgo Faxhall, l’area Granella e il Polo del Ferro. Due in particolare le azioni che la giunta si fregi di portare avanti: il percorso di dismissione delle aree militari, che nell’ultimo periodo ha subito una decisa accelerata anche per la fortunata coincidenza dell’arrivo al Demanio di Roberto Reggi, e l’attenzione più costante al tema della sicurezza sia attraverso un’azione repressiva che propositiva come il Progetto Porta Galera 3.0. Non solo, tra gli obiettivi del 2015, per recuperare un poco quelle fiducia negli elettori colata a picco nella ultime elezioni regionali, Dosi e la sua squadra continueranno a privilegiare i servizi alla persona, affidandone in parte la gestione a privati, cosa questa che gli è costata l’uscita dalla maggioranza di Rifondazione. Carenti invece, ma bisogna fare delle scelte – ha detto Dosi – sulla manutenzione stradale e verde pubblico.

Recupero della scuola Vaiarini, un nuovo asilo internazionale, ma anche le azioni collegate ai servizi primari come la gestione del servizio idrico, rifiuti, trasporto pubblico, accoglienza profughi, sono i temi che occuperanno anche gran parte del prossimo anno.

Expo 2015? Un’occasione certamente da sfruttare, il Comune investirà sulla cartellonistica, sull’orario prolungato dei musei, sulla promozione di alcuni edifici simbolo di Piacenza come la basilica di Santa Maria di Campagna. “Contiamo – ha detto – sulle ricadute che Piazzetta Piacenza all’interno del Padiglione Italia avrà sul territorio”.

Sul tema sicurezza, il sindaco ha ribadito che in tre anni verranno assunti 15 nuovi agenti di polizia municipale che fanno parte delle 29 nuove assunzioni complessive concesse all’amministrazione. Proprio sul tema sicurezza, Dosi ha annunciato che sarà affiancato dall’ex questore Michele Rosato. I tempi e i modi della collaborazione sono ancora tutti da stabilire, ma costituirà un aiuto per la gestione di tematiche che incidono sulla percezione e sulla qualità della vita dei cittadini. “manterrò la delega alla sicurezza – ha confermato – dopodichè mi avvarrò del confronto e delle competenze di ognuno”.

Nel 2015 non aumenterà la tassazione per i cittadini, cosa che di questi tempi fa già notizia. Rispetto alle nuove povertà il primo cittadino  ha ribadito che, insieme alla giunta, ogni azione, a partire dai temi urbanistici, è pensata nella prospettiva di far rivivere alcuni luoghi e combattere il disagio.

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AREE MILITARI E FUTURO UTILIZZO: COMUNE OTTIMISTA, ARCHITETTI SCETTICI

Progettualità e visione del futuro altrimenti l’opportunità diventa zavorra. Se il tema delle aree militari non viene trattato con idee e progetti precisi sul dopo-acquisizione è solo fatica sprecata. Di questi edifici di proprietà statali si parla da decenni, ma solo ora sembra esserci una svolta. In tutto sette edifici di cui tre caserme in particolare dovrebbero entrare, nel giro di pochi mesi, nella mani del comune Piacenza. E da qui? Per Giuseppe Baracchi presidente dell’Ordine degli Architetti la strada è ancora lunga. Piacenza in questa partita è la cabina di regia nella task force sulla dismissione delle arre militari insieme al Demanio e alla Difesa. “Occorre una strategia politica ben chiara, una progettualità su cosa si vuole fare della città” ha detto Baracchi. “Se mi chiedessero cosa farei nelle caserme, non saprei rispondere – confessa – ma se il residenziale oggi non è più il motore (come invece è stato per anni) del cambiamento, quale può essere il nuovo imput. Bisogna ripensare alla città, a cosa vogliamo ottenere insieme a tutti gli attori del cambiamento”. “Occorre che ci intendiamo su cosa significa progettualità – specifica l’assessore Silvio Bisotti – gli architetti sono preoccupati di acquisire aree che poi restino inutilizzate e di cui la città non può godere. Non sarà così per Piacenza – prosegue – per le riflessioni che si sono fatte in questi anni e per i presupposti che sussistono, non ci sarà nulla di sovrastrutturale, di eccessivo. Certo ci vuole una seria pianificazione perchè ci sono 800 mila metri quadrati di aree da ridisegnare, ma con senso di responsabilità si può fare qualcosa di produttivo.

Fondamentale risultano i privati, potenziali investitori che decidano di puntare sulla rinascita di questi luoghi. Assurdo sarebbe pensare a nuovi insediamenti abitativi, visto già il numero di invenduto nella provincia; anche in questo caso è fondamentale una progettualità che attragga. L’occasione per parlare del futuro delle aree militari è stato il convegno organizzato dall’ordine degli architetti di Piacenza e dal Comune al Polo di Mantenimento Pesante Nord di viale Malta. Esperienze a confronto, spunti di riflessione da fare propri per non rendere le caserme vere e proprie cattedrali nel deserto inutilizzate.

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AREE MILITARI QUALE FUTURO? ESPERIENZE A CONFRONTO

Problematiche e potenzialità. Benefit e palla al piede. Protagoniste le aree militari al centro del convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti di Piacenza e dal Comune. Un confronto, si spera costruttivo, sui percorsi di dismissione del patrimonio immobiliare in uso alla Difesa e sulle possibili future per i territorio. Piacenza, grazie al protocollo firmato con l’Agenzia del Demanio, entrerà in possesso di sette immobili di proprietà statale, tra cui la caserma Nino Bixio, caserma Lusignani, caserma Nicolai, ex Arsenale, ex 3° centro automobilistico, ex ospedale militare, ex Pertite. La sfida è come sfruttare al meglio queste potenzialità affinchè non diventino palle al piede. E’ prevista una tavola rotonda a cui parteciperanno l’Ordine degli Architetti di Udine, la Fondazione Architetti del Friuli la regione italiana con 102 km quadrati di aree militari, la Fondazione Architetti di Parma e Piacenza, Assoimmobiliare per intercettare potenziali imprenditori. Appuntamento lunedì 15 dicembre dalle 14.30 al Polo di Mantenimento Pesante Nord di viale Malta. Per la partecipazione è necessaria una conferma telefonando ai numeri 0523.388464 o 0523.492240

bisotti baracchi