CUCINA SOSTENIBILE ANCHE AL RISTORANTE? SI PUO’

Realizzare un menù anti spreco dall’antipasto al dolce si può, parola di chef. La sfida, oltre che di abilità, è soprattutto culturale, cioè saper riutilizzare anziché gettare. La lotto allo spreco alimentare nella ristorazione è stata al centro della giornata organizzata dall’università cattolica di piacenza in collaborazione con Piace cibo sano e Ricibiamo, per educare al ri-uso sostenibile del cibo.

A condire la giornata la presenza di chef stellati e un contest di cucina anti spreco: l’edizione 2022 è dedicata a ricette adatte per l’asporto. Tre le categorie in gara: futuri chef, chef professionisti, chef di casa.

“FOOD MOOD” COME CAMBIA L’ALIMENTAZIONE DEGLI ADOLESCENTI NELL’ERA COVID

Hanno considerato un campione significativo di 500 studenti delle scuole superiori della regione, di cui quasi la metà piacentini del liceo Gioia e dell’istituto Raineri Marcora. Hanno sottoposto loro un questionario per capire se e come la pandemia abbia modificato le abitudini alimentari degli adolescenti. La risposta è certamente sì, per questo l’università Cattolica, ANBI Emilia Romagna, il consorzio di Bonifica di Piacenza e CREA hanno presentato il monitoraggio nell’ambito del progetto food mood, sottoscrivendo un protocollo per proseguire il monitoraggio anche su altri istituti. Il quadro che emerge è tra luci e e ombre anche se le prime sembrano prevalere sulle seconde . Tra i cambiamenti in senso peggiorativo ci sono l’aumento consistente dedicato all’uso di device digitali con impatti negativi anche sull’alimentazione e il consolidamento della brutta abitudine di saltare la prima colazione, comportamento che riguarda il 25 per cento degli studenti. Ma ci sono anche aspetti positivi.

COLDIRETTI: “CROLLO DEL CIBO MADE IN ITALY”

Gli effetti del Coronavirus iniziano pesantemente a farsi sentire anche sul cibo made in Italy: piovono le prime disdette degli ordini in più di una azienda agricola su quattro (27%) per il crollo della domanda alimentare dopo la paralisi del turismo, i ristoranti vuoti, la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà per l’export. Lo rivela l’indagine di Coldiretti/Ixè sull’emergenza Covid 19  in occasione del primo week end di avvio della campagna #Mangiaitaliano, nata per difendere la principale ricchezza del Paese, l’agroalimentare.

Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus – spiega Coldiretti – il fatturato è crollato nel 41% delle aziende del settore ma la situazione è ancora più grave negli agriturismi dove il 79% delle strutture dichiara un calo del fatturato.

La campagna #Mangiaitaliano è nata proprio per combattere gli attacchi strumentali e salvare la reputazione del made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro.

Da un paio di settimane, da quando cioè è cominciata l’emergenza Coronavirus in Italia, sono il 27% le aziende che hanno subito disdette sugli ordini, per i 41% il danno maggiore è stato il crollo del fatturato, per il 79% il drastico crollo di presenze in agriturismo e per il 51% si prevedono difficoltà di lungo periodo.

QUANDO IL CIBO DIVENTA NEVROSI. INTERVISTA A CORRADO GIANNONE

Quello che troviamo nel piatto, ovvero ciò di cui ci nutriamo, per molti, anzi per troppi, è diventata nevrosi. Nel senso che il rapporto con il cibo, soprattutto nell’ultimo periodo, si è alterato, arrivando a considerare alcuni alimenti come un pericolo da cui fuggire. C’è da fidarsi se a dirlo è uno dei tecnologi alimentari con maggiore esperienza sul territorio nazionale e non solo come Corrado Giannone, della UL-Conal l’organizzazione globale indipendente leader in materia di scienza della sicurezza e la qualità dei prodotti, anche da un punto di vista alimentare. Il suo volto è comparso anche in alcune inchieste della Iene, l’ultima, in ordine di tempo, quella sui finti ristoranti giapponesi con la formula all you can it.

Conal ha il compito di vigilare sulla conformità dei contratti per la gestione delle mense scolastiche ed ospedaliere del comune di Piacenza, colei cioè che giudica il livello di conformità in base alla qualità di ciò che mangiano ogni giorno i bambini piacentini e dei pazienti ricoverati

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EXPO, E’ IL CARITAS DAY

Qualcuno potrebbe ribattezzarla l’Expo dei contrasti: da una parte la giostra dei colori di padiglioni che sembrano opere d’arte, assaggi, piatti tipici, abiti, stoffe, balli, oggetti caratteristici dei popoli. Una grande fiera, mondiale, dove ognuno mette in mostra il meglio, per sei mesi in un contenitore splendente. E’ strano vedere da una parte il padiglione della santa sede, discreto nel suo grigio da cerimonia, accanto a bazar che vendono leccornie tipiche degli stati rappresentati, dalla patatine del Belgio, al cioccolato svizzero, ai biscotti francesi alle crepes olandesi. Questo è l’Expo. Senza dimenticare però che il tema è il nutrimento, tema davvero ben espresso nel padiglione zero: dalla genesi, all’evoluzione dell’uomo fino ai grandi sprechi alimentari, uno dei mali principali della contemporaneità. Il Caritas day, ha voluto riflettere proprio su questo. Portarci l’attenzione. La chiesa si è presentata in Expo con il volto dei 174 delegati delle Caritas attive in 85 paese che hanno aderito alla campagna Diritto al Cibo. Il 30% della produzione mondiale di cibo viene perduta o sprecata ogni anno, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate. Una quantità pari a quattro volte quella necessaria per nutrire quasi 800 milioni di persone che ogni giorni soffrono di fame cronica. Allo stesso tempo 42 milioni di bambini sotto i 5 anni sono sovrappeso e oltre 500 milioni di adulti soffrono di obesità.

Il servizio completo con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

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