REGOLE CHIARE CONTRO L’INVADENZA DELLA TECNOLOGIA

In Italia all’età di 8 anni un bambino può già disporre di un numero telefonico di smart phone, basta l’autorizzazione di un genitore.

Esistono applicazioni per neonati già a 6 mesi, così come tablet da passeggio per permettere ai bambini di avere sempre lo sguardo catturato dalle immagini che questi trasmettono estraneandosi così dall’ambiente circostante.

Di invadenza della tecnologia nella vita dei bambini si è parlato nella conferenza I Giovedì delle Bioetica con il pedagogista Daniele Novara.

[videojs mp4=”https://www.zerocinque23.com/SERVIZI/A2019/novara.mp4″ poster=”https://www.zerocinque23.com/wp-content/uploads/2019/05/daniele-novara-in-un-convegno-2019.jpg” preload=”auto” autoplay=”false” width=”640″ height=”360″ id=”movie-id” class=”vjs-fluid” controls=”true” muted=”false”] [/videojs]

DOPO-PARIGI SPIEGATO AI BAMBINI, NOVARA CPP: “ATTENZIONE ALLE MOSSE SBAGLIATE”

La psicosi del dopo Parigi si fa sentire anche tra genitori e figli; è il pedagogista piacentino Daniele Novara che, al sito www.vita.it, parla di default psicopedagogico. Novara, direttore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei Conflitti di Piacenza, si dice “agghiacciato” per quello che sta accadendo. Nell’intervista di Sara De Carli fa una fotografia di come è cambiato l’atteggiamento tra genitori e figli dopo gli attacchi di Parigi. “In questi giorni stiamo assistendo a un totale default psicopedagogico, una disseminazione del terrore che sta purtroppo passando dalle scuole, insegnanti e genitori hanno fatto molte mosse sbagliate», commenta il pedagogista. Novara è critico verso le dichiarazioni del ministro Giannini che ha invitato gli insegnanti  a dedicare un minuto di silenzio alle vittime della strage di Parigi e almeno un’ora alla riflessione sui fatti accaduti. Cosa c’è di male? “Non distingue per grado di scuola, né per fasce di età. Forse intendeva che alla scuola dell’infanzia si doveva parlare di terrorismo e dei morti di Parigi? – si domanda – Il nostro primo compito è evitare di terrorizzare i bambini col terrorismo. Invece è proprio quello che sta succedendo. Abbiamo dimenticato una cosa importantissima, rispettare i bambini secondo la loro età”. La via da seguire, soprattutto con in bambini più piccoli, secondo Novara è quella di “cambiare canale”, ovvero evitare di esporli alla brutalità e alla crudezza delle immagini che tv e giornali riportano. Certo non ritrarsi nel caso arrivino domande a tal proposito; “le nostre risposte devono essere orientate a rassicurare, ad affermare che nulla cambierà nella vita dei bambini – sostiene – ricordando che per un bambino la tonalità emotiva conta molto più delle parole. Ripeto, non è un ingannare o un eludere la realtà, ma un rispettare i tempi e le tappe evolutive”.

parigi-attentati28-1000x600_1594758