SEMPRE PIU’ MASCHI NELLA RETE DEI DISTURBI ALIMENTARI

Sono sempre di più i ragazzi che celano o nascondono forme parziali di disturbi del comportamento alimentare. E’ il dato che emerge dalla ricerca effettuata dall’associazione piacentina Il Vaso di Pandora Onlus che da anni agisce sul territorio nel campo dei disturbi dell’alimentazione nell’età evolutiva. Anoressia, bulimia, senso di inadeguatezza del proprio corpo coinvolgono sempre di più anche gli adolescenti maschi che per lo più cercano di nascondere il problema.

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L’ANORESSIA NON E’ UN CAPRICCIO, DAL TUNNEL SI PUO’ USCIRE

Non è un capriccio e nemmeno una questione puramente estetica, dietro al rifiuto di nutrirsi, si nasconde una vera e propria patologia. Dall’anoressia nervosa, dalla bulimia e dai disturbi dell’alimentazione si può uscire, ma occorre prima di tutto rendersi conto del problema, prenderne coscienza e farsi aiutare. All’ambulatorio dei disturbi del comportamento alimentare all’interno dell”ospedale di Piacenza lavora un’equipe formata da più professionisti, dal medico, al nutrizionista fino alla psicologa.

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LE DUE FACCE DEL CIBO: NUTRE E DISTRUGGE

Le due facce della stessa medaglia: il cibo che nutre ma che può anche distruggere. In un momento storico in cui tutti parlano di cibo, dai programmi televisivi che spopolano, alle diete più improbabili, soprattutto i più giovani sono bombardati da messaggi non sempre positivi. Il ciclo di incontri promosso dell’Università Cattolica di Piacenza A tutto campus Expo Edition, Dire fare e mangiare, vuole comunicare il cibo buono che fa bene. “Non c’è solo il cibo che nutre – spiega Ettore Capri coordinatore degli incontri – ma anche quello che uccide che si manifesta attraverso i disturbi alimentari classici e più moderni, come la ricerca di un cibo che talvolta non esiste”.

Silvia, una delle protagoniste del documentario Ciò che mi nutre mi distrugge, prodotto in collaborazione con RAI 3, è arrivata a compiere gesti di autolesionismo perchè il corpo da portarsi appresso è diventato insostenibile. Molte ragazze, in età sempre più preadolescente, vedono nella bulimia e nell’anoressia le uniche vie che rispondono al loro canone di perfezione. Storie di disagio, sofferenza, inadeguatezza, ma anche di speranza, che si esprimono attraverso il tragico tentativo di dominare il proprio corpo. “I fattori di rischio esterni sono molto potenti – spiega Flavio Bonfà psichiatra – non tutti per fortuna sviluppano comportamenti a rischio, ma le persone più vulnerabili sono quelle più esposte. L’età dei giovani che soffrono dei disturbi alimentari è sempre più bassa speculare ad un processo di adultizzazione delle ragazze; si vedono sempre più modelle bambine e comportamenti adulti, come il trucco, in età pre pubere”. 

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