LA PANCHINA ROSSA DEDICATA ALLA MEMORIA DI ZAHIRA

Era il 2009, il giorno del venerdì santo. Zahira Haitali venne uccisa davanti a casa dal suo ex marito, sul marciapiede tra via Boscarelli e via Vaiarini. Oggi proprio lì è stata inaugurata una panchina rossa, donata dalla Rete la Città delle Donne, alla memoria della giovane mamma.

Per l’occasione sono intervenute il sindaco Patrizia Barbieri, l’assessore Federoca Sgorbati, l’ambasciatrice della rete Città delle Donne Nadia Bragalini, Giulia Monteleone, consigliere provinciale con delega alle Pari Opportunità, oltre che una nutrita rappresentanza degli studenti della scuola media Calvino accompagnata dalla preside Elisabetta Ghiretti.

“Questa panchina è per tutta la comunità – ha detto la dirigente Ghiretti – i luoghi parlano e questo è sempre stato un luogo di memoria. Lo resterà per tutti gli abitanti del quartiere”.

DEBORA: “COME SI PUO’ INTUIRE UN PERICOLO COSI’ GRANDE? ELISA, MI SENTO IN COLPA PER NON AVERTI PROTETTA”

“Elisa, la verità è che lui non è mai stato violento con le parole, ma lo è stato con i comportamenti e i piccoli gesti. Non volevi che tu uscissi con altre persone perché voleva tenerti tutta per sè. Era geloso, ma chi non ha mai avuto a che fare con una persona gelosa? Come si può intuire un pericolo così grande? Mi sento in colpa per non averti protetto”. Con queste parole ha concluso la lettera Debora Pomarelli, la sorella di Elisa uccisa lo scorso agosto da Massimo Sebastiani. Una lettera commovente scritta con il cuore, come se lì davanti ci fossero ancora il sorriso e gli occhi di Elisa. Debora ha partecipato, insieme ai genitori, al convegno “Insieme per prevenire e contrastare le condotte violente” organizzato dal tavolo provinciale di confronto contro la violenza alle donne. E’ stato un momento di confronto per raccogliere richieste e proposte da sottoporre al Governo per individuare azioni mirate di contrasto al fenomeno della violenza di genere.

“Massimo è entrato nella nostra vita circa tre anni fa, mentre vivevi un momento di crisi, uno di quei momenti in cui scopri che tutto ciò che ti ha sempre reso felice ora non ti soddisfa più. In quel periodo così difficile, Massimo ti è stato vicino e ti ha permesso di scoprire una nuova passione: l’agricoltura. Mi ricordo i tuoi occhi colmi d’orgoglio quando ci raccontavi ciò che avevi imparato insieme a Massimo. Lui si diceva innamorato ma tu, con sincerità, gli hai sempre detto che non avrebbe potuto sperare in nulla di una profonda amicizia. Sarò coraggiosa, vivrò il tempo che a te non è stato concesso”.

LA STORIA DI GIULIA, UCCISA DUE VOLTE. A TUTTO TONDO

Un libro nel quale è racchiuso il bisogno di raccontare al mondo chi era Giulia, uccisa per mano del marito, e uccisa un’alta volta, dal processo, dalle istituzioni, dall’opinione pubblica. Giovanna Ferrari, la mamma di Giulia assassinata a 30 dal marito l’11 febbraio del 2009 in un paesino in provincia di Modena, ha bisogno di raccontare alle persone come sono andare le cose e di tornare un’altra volta a parlare di femminicidio, una piaga che non trova soluzione. Per questo ha scritto il libro Per non dargliela vinta. Non c’è nulla di passionale, dietro ad una storia di violenza psicologica o fisica che sia, non c’è amore dietro le minacce velate di un uomo che tiene in pugno la sua compagna.

L’inquinamento è un cancerogeno certo. A confermarlo è la IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nella monografia numero 103. Il dottor Miserotti, referente dell’Isde, medici per l’ambiente, conferma che uno stile di vita sano certo aiuta a prevenire patologie gravi, ma spesso si insiste troppo sulla condotta personale del singolo cittadino, addossandogli un carico di responsabilità eccessivo. A proposito di inquinamento, continua la battaglia di comitati, cittadini e Legambiente contro il progetto del Carbonext. L’ultimo atto in ordine di tempo, è stato il sit-in sotto la Provincia e la consegna al presidente Rolleri di 5600 firme raccolte contro il progetto. Il pressing dei cittadini e dei comitati sulle istituzioni va avanti, nonostante le risposte tardino ad arrivare.

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“PER NON DARGLIELA VINTA” LA STORIA DI GIULIA UCCISA DAL MARITO

Per non dargliela vinta l’ha ammazzata, fraccassandole la testa a sassate. Per non darla vinta, un’altra volta, all’assassino della figlia, Giovanna Ferrari ha scritto un libro dedicandolo a Giulia, ma anche a tutte quelle donne vittime di una violenza cieca, criminale e tremendamente lucida. Giulia e Marco, la coppia perfetta. Belli, giovani, economicamente indipendenti, che dopo cinque anni di fidanzamento, decidono di sposarsi e mettere su famiglia. Tutto normale, ma solo all’apparenza, perchè qualcosa non va come deve andare. Il figlio tanto desiderato e cercato non arriva e manda la coppia in crisi. Fino a portare Marco, il classico bravo ragazzo cresciuto in parrocchia, ad uccidere Giulia, sua moglie, a soli 30 anni, inscenando un suicidio. Era l’11 febbraio del 2009, oggi dopo la condanna a 19 anni di carcere all’assassino, mamma Giovanna ha il bisogno di raccontare alle persone come sono andate le cose, lo ha fatto anche in tv su Rai Tre nel format Amore Criminale. Giovanna vuole urlare compostamente al mondo che la sua Giulia è stata uccisa due volte. Questa mamma forte e coraggiosa ha raccontato la sua storia anche in una serata organizzata dalla sezione del Pd locale di Ponte dell’Olio. Una piaga sociale quella del femminicidio che non accenna a placarsi: in un anno in Emilia Romangna 3298 donne si sono rivolte al coordinamento dei centri antiviolenza; a Piacenza il Telefono Rosa nel 2014 ha raccolto 430 chiamate, di cui 37 arrivate da vicini di casa, e preso in carico 236 donne.

Il servizio con l’intervista nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

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