TERRAZZA DI PIGAZZANO, SCARAVAGGI:”OCCORRE INTERVENIRE IN MODO DEFINITIVO”

L’attenzione torna a concentrarsi sulla terrazza di Pigazzano chiusa in via precauzionale pochi giorni prima di ferragosto, perchè giudicata insicura. Abitanti e villeggianti della frazione hanno acceso i riflettori su questo gioiello della val trebbia dal quale si gode di un panorama unico. Il parroco ha lanciato un appello ai sindaci del territorio e alla popolazione nel corso della celebrazione del 16 agosto dalla vicina chiesetta di Statto a salvare le “porziuncole”, ovvero chiese e santuari che racchiudono la memoria di una terra, tra cui anche lo scrigno di Pigazzano. Una chiamata collettiva a cui, in vari modi, la popolazione sta rispondendo. Una decina di anni fa nei locali sotto alla terrezza, dove in origine sorgeva la scuola elementare del paese, furono collocati dei puntelli a sostegno della struttura. Fu l’ingegner Francesco Scaravaggi a consigliarne la collocazione, che oggi, è tornato in quel luogo.

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FONDAZIONE, UNO SGUARDO ALLA CRISI

In prima fila erano seduti accanto il presidente Massimo Toscani, l’ex Francesco Scaravaggi e l’ex membro del cda Stefano Pareti. Il prima e il dopo Fondazione, un prima e un dopo che Toscani rimarca, tra le righe, in ogni suo intervento pubblico.  E per proprio per tagliare con il passato, il Presidente ha annunciato la volontà di istituire in Fondazione un tavolo permanente di confronto aperto al territorio per decidere dove e come destinare le risorse. A proposito di risorse, Toscani ha deciso di destinare il budget assegnato alla strenna natalizia  alla Caritas diocesana. “La strenna – ha detto ai presenti- era destinata a voi, qui di dobbiamo ringraziarvi perche è come se la donaione l’aveste fatta voi”.

TOSCANI, NEO PRESIDENTE: “LA FONDAZIONE NON SARÀ PATERNALISTICA”

Il nuovo corso della Fondazione di Piacenza e Vigevano ha il volto di Massimo Toscani. Con 14 voti, 6 contrari e5 astenuti, Toscani e’ il nuovo presidente dell’ente di via Sant’Eufemia. La stabilità e, pare,l’entusiasmo dopo mesi di attacchi, scontri e fratture sembrano arrivate. Il neo presidente ha subito dichiarato di voler rompere con il passato: e’ arrivato il momento di lavorare insieme , di fare squadra- ha detto – abbandonando quella visione paternalistica che ha contraddistinto la Fondazione nell’ultimo periodo.

Dopo 18 medi di tribolazioni Francesco Scaravaggi lascia, con la consapevolezza, oggi a mente fredda, di aver accettato un ruolo difficile, forse troppo lontano dalla sua personalità. Al suo successore l’augurio di vivere e lavorare con serenità per il bene della città e della Fondazione.

Il consiglio carico di aspettative non è incominciato nel migliore dei modi; tensione palpabile tra i membri del parlamentino divisi tra sostenitori di Toscani e Molinari, tanto che il presidente uscente non ha presieduto l’assemblea su richiesta del consiglio. Una volta chiarita la posizione dei 5 vigevanesi che non hanno voluto la responsabilità di una nuova elezione come era accaduto 18 mesi fa, si è andati al voto che ha visto, alla seconda chiamata, la nomina di Toscani, senza neppure chiedere il  parere sull’incompatibilità di Molinari.

PRESIDENZA FONDAZIONE, SPUNTA IL NOME DI MINO POLITI

In Fondazione si allungano i tempi per l’elezione del nuovo presidente. Francesco Scaravaggi in regime di prorogatio e il consigliere più anziano Domenico Battaglia stanno sondando la disponibilità dei consiglieri per fissare la data del consiglio decisivo. “Vogliamo essere sicuri che siano presenti tutti i membri del consiglio – spiega Scaravaggi – e per questo abbiamo tutto il tempo, anche se pensavo di svolgere questa pratica più velocemente”. Il tempo che deve intercorrere tra la spedizione delle lettere di convocazione ed il consiglio è 10 giorni. Verosimilmente quindi dovrebbe svolgersi tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Ufficialmente in via Sant’Eufemia è stato depositato solo il nome di un candidato alla presidenza, il notaio Massimo Toscani. Ma parrebbe che altri stiano pensando ad una candidatura; Giuseppino Molinari presidente della galleria Ricci Oddi che non avrebbe ancora sciolto le sue riserve e Mino Politi, economista e manager, già assessore allo sviluppo economico nella giunta di Giacomo Vaciago dal 1994 al 98. Neppure il suo nome è stato presentato ufficialmente in Fondazione.

Il vero nodo da sciogliere per questa partita del dopo Scaravaggi sembra essere la composizione del nuovo consiglio di amministrazione legato a doppio filo al nuovo presidente. Verrebbe da dire che entrare nella stanza dei bottoni è ambizione di molti. Per ora l’unica certezza al riguarda resta il nome di Toscani che continuerebbe ad avere i numeri per sedere sulla poltrona della presidenza. Se così fosse si erano fatti i nomi di alcuni probabili membri del cda: Cesare Betti direttore di Confindustria, Lucia Favari attuale consigliere della Fondazione, Carlo Ghisoni consigliere, Roberto Rovero avvocato e Stefano Pareti membro del cda dimissionato.

 

FONDAZIONE, NUOVO CONSIGLIO A META’ SETTEMBRE

In via Sant’eufemia tutto è ancora chiuso per la pausa estiva, i riflettori della stampa nazionale si sono in parte abbassati ma sempre vigili. La grande macchina Fondazione ripartirà il primo di settembre. Già da quel primo giorno, il presidente in regime di prorogatio Francesco Scaravaggi avrà il compito di convocare il consiglio generale in vista della nomina del successore. C’è una prima novità rispetto a quanto si era annunciato nel corso dell’ultimo consiglio del  2 agosto, quello in cui cda e presidente rassegnarono le dimissioni. Il parlamentino composto dai 25 grandi elettori che eleggerà il nuovo presidente verrà, molto probabilmente, fissato per la metà di settembre. Questo leggero salto in avanti allunga anche la possibilità di presentare altre candidature al ruolo di presidente, oltre quella del notaio Massimo Toscani (inizialmente il termine era stato fissato per il 27 agosto). Dopo la pausa estiva riprenderà anche il lavoro del collegio dei Sindaci impegnato nella raccolta dei documenti che il Ministero del Tesoro ha chiesto dal 2000 in avanti, per fare chiarezza sui milioni di euro che hanno preso il volo dall’impegno economico in Gibuti, ai titoli Monte Parma, ai derivati sottoscritti prima della crisi finanziaria fino alle movimentazioni in conti svizzeri. Parallelamente prosegue l’indagine in corso da parte della Procura della Repubblica di Piacenza.

Scaravaggi ancora in ferie ci ha detto di essersi rilassato; “nell’ultimo periodo era un pò teso, la tensione accumulata nelle ultime settimane è stata parecchia. Rispetto alla graticola del mese scorso – ha detto – ora sto bene, poi gli aspetti importanti della vita sono altri anche se a volte le questioni lavorative assorbono tanto da essere le principali”. Rimaniamo in attesa della ripartenza della Fondazione con la nomina del nuovo presidente e del consiglio di amministrazione.

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SCARAVAGGI: “SPERO CHE LA FONDAZIONE NE ESCA SALVA”

Oltre alla documentazione contabile richiesta dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica, anche il Ministero del Tesoro vuole andare a fondo, in particolare, per capire a quanto ammonta attualmente il patrimonio della Fondazione e soprattutto scavare per risalire a quali investimenti hanno pesato maggiormente su di esso. Il ministero chiede all’ente un’ampia documentazione in merito a investimenti, titoli, contratti, derivati, polizze, immobilizzazioni finanziarie dal 2000 ad oggi.  Al Tesoro risulta che l’attivo immobilizzato sia pari a quasi il 90% del totale attivo. Quindi cosa rimane al territorio? Il Collegio dei sindaci dovrà fornire un quadro preciso degli investimenti, ma anche un’analisi accurata sulle modalità di gestione dei processi decisionali della Fondazione. “Se tutto questo può servire per far voltare pagina alla Fondazione, ben venga” ha detto il presidente dimissionato Francesco Scaravaggi che fino al prossimo consiglio generale, previsto per l’inizio di settembre, sarà in regime di prorogatio svolgendo nulla più che l’ordinaria amministrazione. “Tutto è nato quando il Collegio dei sindaci ha inviato al Ministero un esposto su presunte irregolarità nella convocazione del consiglio generale che avevo precedentemente fissato per il 26 luglio – spiega Scaravaggi – da lì il Tesoro ha risposto con due lettere: una indirizzata a me nella quale si diceva che avrei rivestito il ruolo di presidente fino alla nomina del nuovo, l’altra indirizza al collegio sindacale a cui si chiede dettagliatamente ogni investimento dal 2000 ad oggi. Ho l’impressione – prosegue con un pizzico di ironia – che con quell’esposto il collegio dei sindaci abbia gettato un sasso in piccionaia”. Lo staff della Fondazione, che chiuderà per la pausa estiva da venerdì fino alla fine di agosto, ha già cominciato stamattina a raccogliere la documentazione che il ministero ha richiesto per terminare, probabilmente, a settembre.

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SPEZIA:”STRATEGIE DI RILANCIO PER LA FONDAZIONE”

“La Fondazione è come un’azienda in crisi per la quale va ridisegnato un preciso piano di azioni e rilancio”. E’ il commento di Mario Spezia, membro del consiglio della Camera di Commercio, da sempre occhio attento e critico osservatore  delle dinamiche interne della Fondazione di Piacenza e Vigevano. “Dopo anni di isolamento – continua Spezia – ora il tema è che la Fondazione è parte integrante del territorio che deve favorire con le sue azioni”. In che modo? E’ qui che sta il nodo. “Occorre fare il punto della situazione – spiega Spezia – capire a quanto ammonta effettivamente il patrimonio e quanto di questo si può utilizzare per il territorio. La Fondazione è nelle condizioni di proseguire con azioni di sostegno oppure no?”. Il nuovo presidente, insieme al cda e al parlamentino avranno il gravoso compito di elaborare precise strategie per il futuro. “In sostanza -prosegue – operare quella che si chiama due diligence ovvero un’attività finalizzata alla raccolta e alla verifica di informazioni di natura patrimoniale, finanziaria ed economica in modo da avere una fotografia chiara della realtà”.

In questo contesto saranno fondamentali la figura del nuovo presidente, che con ogni probabilità sarà il notaio Massimo Toscani, il cda (i nomi che circolavano in attesa di conferma erano quelli di Cesare Betti, Lucia Favari, Stefano Pareti, Roberto Rovero e Carlo Ghisoni) e il parlamentino con i 25 consiglieri. E gli altri organi istituzionali come il collegio dei sindaci, ma anche il direttore generale verranno confermati o il presidente avrà la facoltà di cambiare? Saranno i temi del rientro, di quello che si prospetta un autunno caldo per la Fondazione.

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FONDAZIONE, DIMESSI PRESIDENTE E CDA. SCARAVAGGI COMMOSSO

E’ stato il consiglio generale più atteso degli ultimi mesi, quello più carico di aspettative e di tensioni, per alcuni quello della svolta. In poco più di due ore hanno presentato le dimissioni ufficiali il presidente e tutto il cda, l’unico assente il vice Beniamino Anselmi. E’ un Francesco Scaravaggi commosso quello che si è presentato alla stampa al termine della seduta, un po’ per la tensione accumulata nell’ultimo periodo, un po’ perchè forse, nonostante le pugnalate alle spalle delle ultime settimane, non si aspettava che il clima, tutto sommato, si distendesse e si arrivasse alla soluzione più opportuna per tutti. Rimandata al prossimo consiglio, che verrà convocato per l’inizio di settembre, la nomina del nuovo presidente per dare spazio ad altre candidature oltre che il già noto notaio Massimo Toscani, che ad oggi gode di largo favore dei consiglieri. 

Clima sereno, costruttivo, come se una collettiva ventata di responsabilità avesse investito il consiglio per arrivare finalmente ad una svolta costruttiva. Certo rimangono le lettere del Ministero, gli accertamenti e le valutazioni dell’effettivo patrimonio di cui dispone la Fondazione e che puo’, dunque, utilizzare per il territorio.

Il servizio completo con le interviste del presidente Scaravaggi e dei consiglieri su www.zerocinque23.tv 

 

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L’ESPRESSO SU FONDAZIONE:”HANNO SBANCATO PIACENZA”

Nel titolo c’è già tutto: Hanno sbancato Piacenza.Sul numero in edicola oggi, L’Espresso guida il lettore in una delle vicende che stanno sconquassando il quieto vivere dei piacentini. Perchè volenti o nolenti, l’affaire Fondazione sta catturando l’attenzione proprio di tutti. L’autore dell’articolo Roberto Di Caro ha intervistato tutti i personaggi che gravitano attorno all’ente, ricostruendo i fatti delle ultime settimane che hanno visto un presidente sfiduciato dal cda che lui stesso aveva scelto, l’annuncio delle dimissioni e la scelta tribolata del nuovo presidente. Ciò che viene messo più volte in evidenza è che dal 2006 ad oggi il patrimonio dell’ente si è paurosamente assottigliato tra investimenti in Gibuti, quote in Banca Monte Parma e contratti finanziari con Jp Morgan rivelatisi disastrosi. Meno soldi in cassaforte – si legge – uguale meno elargizioni sul territorio: che infatti sono crollate da 9 milioni del 2011 ai 5 e mezzo del 2013. Se si aggiunge – scrive Di Caro –  che altri 60 milioni prima investiti in obbligazioni bancarie sono stati blindati in titoli di stato con scadenza al 2044 e risultano indisponibili per un paio di generazioni, i rivoli di denaro sembrano destinati a prosciugarsi sempre di più. E mentre i finanziamenti per la vita cittadina crollano i vertici si rimpallano le responsabilità. Nel pezzo si parla di atmosfera curiale, nel senso che la geografia del potere ne è lo specchio. Dal sindaco Dosi di formazione cattolica da sempre vicino alla curia, il Presidente della Provincia Trespidi ciellino, parte di Confindustria, il grosso del volontariato, vari sindaci dei Comuni rappresentati in consiglio generale. Insomma – tira le somme l’autore – quasi tutti i fili finiscono a palazzo vescovile. Il vescovo Ambrosio replica che in Fondazione la Diocesi ha solo un seggio su 25 e che lo sforzo della Curia è quello di trovare una sintesi per il bene della collettività. Ma Francesco Scaravaggi è chiaro, così come è stato nelle ultime settimane togliendosi non pochi sassolini dalle scarpe: la proposta della presidenza gli arrivò da un laico mandato dalla Curia. I nomi del cda? Arrivarono da Diocesi, Confindustria e vigevanesi. E sul vice Beniamino Anselmi? Scaravaggi ammette: mi sono fidato, io di finanza non capisco niente. Ma venivo a sapere solo il mercoledì ciò che lui aveva fatto il martedì.  Pronta la replica di Anselmi che dice di non aver avuto alcun ruolo negli investimenti rischiosi come l’acquisto del 15 per cento di Monte Parma e di non aver mai travalicato il presidente Scaravaggi. E domani è confermato il consiglio generale quello della svolta, quello che dovrebbe portare alla nomina del nuovo presidente il notaio Massimo Toscani, sempre che gli venga confermata la maggioranza dei voti, sempre che il cda si dimetta senza ulteriori scossoni.

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FONDAZIONE, SVOLTA O RESA DEI CONTI?

Quattro punti all’ordine del giorno che, immaginiamo, verranno dibattuti e anche parecchio. Dopo il consiglio di amministrazione di venerdì, l’ultimo presieduto da Francesco Scaravaggi, la Fondazione è proiettata verso l’appuntamento di sabato mattina, il consiglio generale che dovrebbe sbloccare la situazione di pesante paralisi che si è consolidata in queste ultime settimane. Dovrebbe, perchè le sorprese e i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo. Tuttavia la convocazione è confermata, i tempi tecnici sono stati stati rispettati. Il primo punto in discussione è l’approvazione dei verbali della seduta precedente, il secondo la revoca dell’attuale cda, seguono le dimissioni del presidente, la verifica dei requisiti per il nuovo presidente e, in ultimo, la sua nomina. Filerà tutto liscio o i contrasti tra Scaravaggi e una parte del cda si manifesteranno anche questa volta, come è accaduto nell’ultimo mese? E sul nome del notaio Toscani nelle vesti di nuovo presidente continua ad esserci la maggioranza dei voti? L’auspicio è che il consiglio di sabato non si trasformi nell’ennesima resa dei conti ma che sia un’occasione di svolta che la Fondazione deve ai piacentini.

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