AVANZI, SERT: ” LA NUOVA LEGGE REGIONALE E’ SOLO L’INIZIO, CHE VENGA APPLICATA”

Maurizio Avanzi, responsabile del Sert di Cortemaggiore che ha in cura i giocatori patologici, lancia un appello alla politica: “La legge regionale che impone norme stringenti sulle installazioni degli apparecchi è un inizio, ma occorre fare di più e verificare che le nuove norme vengano rispettate”.
Si stima che i giocatori d’azzardo, tra Piacenza e provincia, siano 3 mila, di cui 500 riconosciuti dal Sert. In Italia il gioco d’azzardo ha un fatturato di circa 100 miliardi di euro. “A Piacenza – ha detto Avanzi – ci sono più sale gioco che a Parigi”.

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UMANIZZARE LA PENA PER RIEDUCARE I DETENUTI

Rendere umana la pena significa attribuire un senso al tempo. Un tempo lungo che, secondo il nuovo ordinamento carcerario, è di otto ore giornaliere fuori dalle celle. Ci siamo chiesti come e cosa fa di questo tempo un tempo buono, che crei consapevolezza ma anche riscatto. Il lavoro sembra la risposta a questa domanda, per fare ciò occorre personale qualificato e all’altezza. Brunello Buonocore, referente per l’Asp città di Piacenza delle attività realizzate in carcere, definisce tutto quello che finora si è fatto buono, ma gocce nell’oceano.

La trappola del gioco d’azzardo è lì a portata di mano. Sempre più vicina per cui è più facile cadere in tentazione. Il dramma è che non ci rende conto di scivolare lentamente nella patologia. L’Asl di Piacenza, in collaborazione con le associazioni per lo studio delle malattie del gioco d’azzardo, ha organizzato una due giorni con massimi esperti del settore.

Come erano da bambini i personaggi che, nel bene o nel male, sono diventati un’icona del 900? se lo è chiesto Franz Bergonzi nella sua ultima collezione Kindergarten’900. Ecco che Sigmund, Ghandi, Adolf, Albert e tanti altri vengono rappresentanti con i tratti universalmente riconosciuti in un contesto che invece è ai più sconosciuto, ovvero un grande e ridente asilo.

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GIOCO D’AZZARDO, UNA TRAPPOLA A PORTATA DI MANO

Caderci è più facile di quanto si pensi. La trappola del gioco d’azzardo è lì a portata di mano, nei bar, negli autogrill, luoghi che tutti frequentano. Per questo, nel momento in cui si gratta compulsivamente o meno un gratta e vinci, o mentre si inserisce la moneta nella macchinetta, non si pensa di fare nulla di male perchè non esiste alcuna disapprovazione sociale in questi gesti. “Il gioco è sempre più vicino a noi e non c’è alcuna disapprovazione sociale in questo, perchè tutto è legalizzato” ci ha detto Daniela Capitanucci presidente onorario di AND. La dottoressa Capitanucci, insieme ad altri esperti, ha partecipato alla due giorni organizzata da Asl di Piacenza, con il patrocinio della regione Emilia Romagna e la collaborazione delle associazioni per lo studio delle malettie del gioco d’azzardo patologico. La soglia tra il gioco d’azzardo e la ludopatia è un lento, subdolo e progressivo scivolamento, per certi aspetti impercettibile.

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GIOCO D’AZZARDO, QUANDO NELLA RETE CADONO ANCHE I FAMILIARI. A TUTTO TONDO

Il gioco d’azzardo rovina non solo chi cade nella rete della dipendenza ma anche chi vi sta attorno: per ogni giocatore che si è rovinato economicamente, fino a perdere anche cifre da capogiro di parecchia centinaia di migliaia di euro, ci sono fino a dieci familiari più o meno stretti che si sono rovinati con lui. La ludopatia ha ricadute devastanti proprio sugli affetti più cari, mogli, figli e mariti. L’associazione La Ricerca e la cooperativa L’Arco da anni sono sul territorio per cercare di dare sostegno ai familiari. 

Decidere di interrompere la gravidanza è una scelta dolorosa e terribilmente difficile. In Italia, così come in Emilia Romagna, dopo l’introduzione delle legge 194 del 78 la richiesta di aborti è calata drasticamente, più che dimezzata. Oggi il tasso di abortività è più alto tra le donne straniere. Un altro dato che fa riflettere è la percentuale dei medici obiettori: in italia il 70%. All’asl di Piacenza su 20 medici ginecologi, 14 sono obiettori.

La vicenda che ha visto una sedicenne piacentina simulare un rapimento e un’aggressione, nasconde certamente un disagio. Partendo da questo fatto abbiamo fatto una riflessione, con il supporto di una psicologa, per cercare di capire cosa significa bisogno di attenzione scardinando alcuni luoghi comuni che caratterizzano l’età dell’adolescenza.

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