SPEZIA:”STRATEGIE DI RILANCIO PER LA FONDAZIONE”

“La Fondazione è come un’azienda in crisi per la quale va ridisegnato un preciso piano di azioni e rilancio”. E’ il commento di Mario Spezia, membro del consiglio della Camera di Commercio, da sempre occhio attento e critico osservatore  delle dinamiche interne della Fondazione di Piacenza e Vigevano. “Dopo anni di isolamento – continua Spezia – ora il tema è che la Fondazione è parte integrante del territorio che deve favorire con le sue azioni”. In che modo? E’ qui che sta il nodo. “Occorre fare il punto della situazione – spiega Spezia – capire a quanto ammonta effettivamente il patrimonio e quanto di questo si può utilizzare per il territorio. La Fondazione è nelle condizioni di proseguire con azioni di sostegno oppure no?”. Il nuovo presidente, insieme al cda e al parlamentino avranno il gravoso compito di elaborare precise strategie per il futuro. “In sostanza -prosegue – operare quella che si chiama due diligence ovvero un’attività finalizzata alla raccolta e alla verifica di informazioni di natura patrimoniale, finanziaria ed economica in modo da avere una fotografia chiara della realtà”.

In questo contesto saranno fondamentali la figura del nuovo presidente, che con ogni probabilità sarà il notaio Massimo Toscani, il cda (i nomi che circolavano in attesa di conferma erano quelli di Cesare Betti, Lucia Favari, Stefano Pareti, Roberto Rovero e Carlo Ghisoni) e il parlamentino con i 25 consiglieri. E gli altri organi istituzionali come il collegio dei sindaci, ma anche il direttore generale verranno confermati o il presidente avrà la facoltà di cambiare? Saranno i temi del rientro, di quello che si prospetta un autunno caldo per la Fondazione.

SPEZIA

CASO IKEA, PARLA MARIO SPEZIA

A pochi giorni dall’incontro con i soci lavoratori della coop San Martino al Palabanca e dal nuovo sit in davanti al comune per chiedere di poter lavorare senza minacce, abbiamo raccolto l’intervista del presidente della coop Mario Spezia con cui abbiamo ripercorso le tappe più di questa vicenda alla luce degli ultimi provvedimenti presi nei confronti di alcuni dei 33 facchini aderenti al comitato Si Cobas. 

La San Martino conta 350 soci lavoratori all’interno dello stabilimento, per lo più magazzinieri e facchini. 280 di questi sono stati assorbiti dal precedente appalto. “Con loro – spiega Mario Spezia presidente della coop San Martino – non abbiamo avuto modo, in passato, di costruire un rapporto. I nostri capi reparto, quelli con più esperienza, hanno lavorato in profondità per introdurre una nuova cultura e nuove regole trovando molta difficoltà nei rapporti con le persone. Regole – prosegue Spezia – che stanno alla base del documento redatto al termine dell’incontro con la base associativa che ha sfiorato le 800 presenze. Un documento improntato alla legalità e al rispetto delle persone che vogliono lavorare. Abbiamo deciso di procedere secondo gli ordinamenti della cooperativa, nel rispetto delle regole che determinano giustizia sociale, altrimenti il più forte vince”. 

Ripercorrendo le tappe di questa vicenda che ancora non si è conclusa, viene da domandarsi quanto questo “caso” sia stato oggetto di strumentalizzazione politica. “Per alcuni sindacati che vogliono imporre il loro simbolo sugli altri – risponde Spezia – la copertura politica è fondamentale, come in questo caso. Per recuperare tre voti ne distruggono molti di più. Deve essere il territorio ad emarginare quelle forze incapaci di fare politiche che favoriscano la crescita sociale”.