DOSI: “PIENA FIDUCIA A RABUFFI”. L’APPELLO A SINISTRA PER PIACENZA

L’aveva detto anche ai nostri microfoni: caso Rifondazione rimandato a dopo le elezioni regionali. E così è stato. Il sindaco Dosi l’indomani del voto, è tornato sull’argomento, in particolare ribadendo la piena fiducia all’assessore Rabuffi, il quale, a sua volta, si era detto pronto ad abbandonare il posto in giunta se l’intera coalizione Sinistra per Piacenza fosse uscita dalla maggioranza. Ma se Rifondazione è stata chiara sul non sentirsi più parte della maggioranza di governo, Sel non ha ancora espresso pubblicamente la sua posizione. Il primo cittadino aveva ribadito la volontà di mediare con Rifondazione e con le forze di Sinistra Per Piacenza perchè tornassero sui propri passi. Questo il link all’intervista http://www.zerocinque23.com/?p=1662. Nella nota che riportiamo di seguito, Dosi torna sui temi sollevati da Rifondazione definendoli di difficile risoluzione a partire dal dibattito sull’acqua pubblica, sul riconoscimento dei diritti civili e sulla Pertite. La sostanza del messaggio che il sindaco rivolge a Sinistra per Piacenza è improntato a proseguire il dialogo e il confronto con la giunta, affinchè si arrivi ad una soluzione condivisa.

Anche a seguito delle numerose attestazioni di stima che associazioni ambientaliste, comitati di quartiere e privati cittadini hanno espresso pubblicamente in questi giorni a sostegno dell’assessore Rabuffi, colgo l’occasione per ribadire, nei suoi confronti, quella piena fiducia che già avevo dichiarato di nutrire nelle scorse settimane, a fronte dell’annunciata uscita dalla maggioranza di Rifondazione Comunista”. Così il sindaco Paolo Dosi torna sull’argomento, sottolineando “l’opportunità della presa di posizione di Sel, che ha chiesto ulteriori approfondimenti prima di assumere decisioni drastiche o non ponderate su questioni per le quali non esiste, voglio essere molto chiaro, alcuna pregiudiziale a un confronto aperto e onesto”.I temi sollevati da Rifondazione – rimarca a questo proposito il primo cittadino – sono di difficile risoluzione proprio per la natura complessa che hanno anche dal punto di vista normativo. A cominciare dal dibattito sull’acqua pubblica, sul quale gravano ancora incertezze pesanti in attesa di una sentenza che potrebbe finalmente orientare le Amministrazioni locali nel compiere con maggiore consapevolezza scelte che, sinora, non hanno avuto riferimenti legislativi definiti. Lo stesso vale per l’estensione del riconoscimento dei diritti civili, su cui vorrei richiamare le competenze della Conferenza dei Capigruppo, all’interno della quale Sinistra per Piacenza ha una sua rappresentanza cui nulla vieta di mettere in agenda, portandole all’attenzione del Consiglio comunale, queste istanze”.Per quanto riguarda la Pertite – conclude il sindaco Dosi – credo non si possa non riconoscere che sono stati fatti concreti passi avanti, come ha peraltro fatto notare lo stesso assessore Rabuffi che, insieme all’assessore Bisotti, si è speso in prima persona per questo obiettivo e ha tenuto i contatti con il Comitato per il Parco. Occorre tenere conto, su questi come su tanti altri fronti amministrativi e politici, della criticità del momento che stiamo vivendo, confrontandoci ogni giorno con difficoltà che inevitabilmente incidono, dilatandone i tempi, sulla discussione, senza però precluderne l’esito finale. In sintesi, l’invito che mi sento di rivolgere a tutte le forze che compongono Sinistra per Piacenza è di proseguire il confronto con il sottoscritto e con la Giunta, auspicando che si possa pervenire a una soluzione condivisa”

DOSI: LA GIUNTA NON SI CAMBIA

Il sindaco Dosi cercherà di mediare fino all’ultimo per mantenere inalterata, o quasi, la formazione della sua giunta. L’uscita dalla maggioranza di rifondazione comunista, sebbene più volte annunciata anche nei mesi scorsi, pare non spaventare il primo cittadino; se il consigliere Pallavicini ha più volte manifestato di non sentirsi parte della maggioranza, l’assessore Rabuffi, espressione del PRC, sta invece portando avanti con dedizione e impegno il suo operato in giunta. Tuttavia se si considerano i numeri nudi e crudi, questa è la situazione: l’uscita di Carlo Pallavicini, porta da 21 a 20 il numero dei consiglieri di maggioranza, il quorum è fissato a 17 e considerate le posizioni spesso critiche dei Moderati Lucia Rocchi e Roberto Colla, per la giunta potrebbe essere difficile raggiungere il numero di voti necessario per far passare i provvedimenti. 

E se la mediazione non porterà i frutti sperati, ovvero se Rifondazione non tornerà sui suoi passi, per la giunta Dosi c’è in vista un nuovo rimpasto? Il sindaco infatti, potrebbe trovarsi presto a fare i conti anche con il posto vacante dell’assessore Tarasconi qualora venisse eletta in Regione.

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RIFONDAZIONE COMUNISTA ESCE DALLA MAGGIORANZA

Dai ferri corti al divorzio. L’unione di maggioranza tra Sinistra per Piacenza e Pd è al capolinea. Qualche mese fa l’ipotesi era stata paventata; Rifondazione sembrava sempre più lontana dalla maggioranza, in alcune circostanze addirittura contro. L’ufficialità è arrivata attraverso un comunicato a firma di David Santi e Cesare Maggi, segretario provinciale e cittadino di PRC: Sinistra per Piacenza, formata da SEL, PRC e Comunisti Italiani ha deciso di abbandonare la maggioranza. Le ricadute di questa scelta potrebbero manifestarsi proprio sulla giunta di Palazzo Mercanti, in particolare sull’assessore Luigi Rabuffi in quota PRC. Qualche mese lo avevamo intervistato proprio su questo argomento. L’assessore all’Ambiente era stato chiaro: “se Rifondazione uscirà dalla maggioranza, mi dimetterò”. Ecco il link del servizio: http://www.zerocinque23.com/?p=795.  Si può parlare di rimpasto all’orizzonte?

Di seguito la nota di Rifondazione Comunista:

Rifondazione Comunista ritiene che non sussistano più le condizioni di una permanenza di “Sinistra per Piacenza”, la lista costituita oltre che dal P.R.C. anche dai Comunisti Italiani e da S.E.L., nella maggioranza di governo guidata dal sindaco Dosi, nonostante il grande e non rituale apprezzamento per la qualità del lavoro svolto dal proprio assessore Luigi Rabuffi.
E’ questo il giudizio espresso all’unanimità dagli organismi dirigenti del partito in sintonia con il giudizio emerso dalla consultazione degli iscritti al circolo cittadino.
Nei mesi scorsi una delegazione congiunta delle tre forze della sinistra ha palesato al sindaco e agli alleati del centro-sinistra il proprio disagio per il comportamento viziato da autosufficienza del PD che ha portato spesso quest’ultimo ad assumere decisioni non condivise. E’ stato quindi avviato un articolato percorso di verifica programmatica nella quale sono stati posti al centro i temi salienti per la sinistra di alternativa che chiedeva rispetto degli impegni assunti con l’elettorato e considerazione delle differenti sensibilità politiche rappresentate dalla sinistra. Sinistra per Piacenza ha chiesto al sindaco e al PD che l’azione di governo fosse tesa a: ripubblicizzazione del servizio idrico integrato in coerenza con l’esito referendario, riportare in capo al sistema pubblico la gestione degli asili e dei servizi alla persona oggi fortemente privatizzati,
vincolare a verde pubblico per quanto non ancora edificato nelle aree militari (parco della Pertite), chiusura definitiva dell’inceneritore alla fine del 2020, realizzazione del registro delle unioni di fatto, rappresentanza amministrativa delle comunità migranti. La risposta pervenuta è stata di totale chiusura, su nessuno dei punti succitati è stata manifestata la benché minima disponibilità. Questa situazione è frutto della svolta moderata e liberista che il “renzismo” produce anche nei territori. Per Rifondazione Comunista si conclude al comune di Piacenza un ciclo politico caratterizzato da un riformismo moderato temperato, però, anche da scelte di progressiste. Il P.R.C. nell’avanzare la propria valutazione chiede dunque che anche le altre due forze della lista di Sinistra per Piacenza, le quali hanno condiviso sino ad ora critiche e richieste di rettifica alla linea assunta dal centro-sinistra, si esprimano con coerenza per la chiusura dell’esperienza di governo della città. Per tali ragioni, nei prossimi giorni, chiederemo un confronto con P.d.C.I. e S.E.L. per condividere nel modo più unitario possibile tale orientamento e assumerne le dirette conseguenze.
David Santi segretario prov.le P.R.C.

Cesare Maggi segretario cittadino P.R.C.
rabuffi

RABUFFI:”SE RIFONDAZIONE USCIRA’ DALLA MAGGIORANZA, MI DIMETTERO'”

“Se Sinistra per Piacenza non farà più parte della maggioranza di governo, non avrò alcun problema a dimettermi dal ruolo di assessore”. Luigi Rabuffi non ha dubbi e quasi si sorprende di dover spiegare una posizione che lui ritiene l’abc della coerenza e della politica. Il caso Pd – Rifondazione, se così lo si può definire, potrebbe smorzarsi a breve così come potrebbe avere conseguenze pesanti sugli equilibri di giunta. “Rifondazione fa parte della coalizione che governa questa città – spiega l’assessore – se ci sono dei problemi, come in ogni famiglia, occorre parlarne per trovare una soluzione. Se così non fosse, io lascerei. In caso contrario tradirei la fiducia degli elettori che hanno scritto il mio nome sulla scheda elettorale attribuendomi la preferenza, a loro deve coerenza”. Rabuffi è sereno e l’aut aut che del capogruppo Negri e del segretario del PD Molinari (Rifondazione inviti Pallavicini a dimettersi dal Consiglio oppure saremo costretti a rivedere l’alleanza che governa il Comune), non lo spaventa. Tutto sarebbe nato proprio dalla condotta del consigliere Pallavicini in merito al sostegno ai Si Cobas sul caso Ikea e all’assenza all’approvazione del bilancio comunale.

COLLA, MODERATI:”NON RINUNCEREMO AD ESSERE VOCE CRITICA”

Se Partito Democratico e Rifondazione sono alla resa dei conti, qualcuno dovrà farne le spese. Tira e tira la corda, come si dice da più parti, si è spezzata. E in questo caso il PD politicamente forte per i numeri che possiede in consiglio tiene il bandolo della matassa che può decidere di sbrogliare o tagliare. Dalla nota che poche settimane fa hanno scritto il capogruppo in consiglio Daniel Negri e il segretario provinciale Gianluigi Molinari, le intenzioni sembrano quelle di tagliare la corda che ha tenuto assieme, finora, i due partiti. “Rifondazione – si legge nel testo – inviti Pallavicini a dimettersi dal Consiglio oppure saremo costretti a rivedere l’alleanza che governa il Comune”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’assenza del consigliere Pallavicini alla maratona notturna di approvazione del bilancio, oltre che il sostegno ai Si Cobas per il caso Ikea.  Quindi o Sinistra per Piacenza fa la prima mossa chiedendo le dimissioni del proprio rappresentante oppure il Pd ne prenderà atto traendone le proprie conclusioni. A rimetterci sarebbe il portacolori in giunta di Rifondazione, l’assessore Luigi Rabuffi con deleghe all’Ambiente e al Lavoro. Se così fosse chi prenderà il suo posto in giunta? Forse uno dei Moderati, Lucia Rocchi o Roberto Colla, da sempre onesti alleati ma nello stesso tempo critici verso alcuni provvedimenti presi dall’amministrazione? E’ proprio Colla a smentire ogni supposizione fantapolitica: “prima di tutto crediamo che l’assessore Rabuffi abbia lavorato con estrema serietà e quindi crediamo che non debba essere sostituito. Non è corretto che questi giochi di equilibrio minino la stabilità di una giunta. Poi – continua il consigliere – il nostro gruppo ha detto fin da subito che non avrebbe mai fatto parte della giunta. Convinzione questa che si è consolidata dopo il primo rimpasto”. Dalle parole di Colla emerge la vena critica che sempre ha caratterizzato i Moderati. Questa volta però mista a delusione: “quando in aula chiedevamo un cambio di passo – spiega – siamo stati tacciati di poca lealtà, pochi mesi dopo il cambio di passo è arrivato proprio dal PD”. Delusi? “Sì – conferma Colla – e per tante situazioni, a partire dalle ultime decisioni come la festa del Pd in piazza Cavalli, la vicenda di palazzo ex Enel, la proposta della pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza e la piscina olimpionica, mio grande cruccio. Decisioni prese ma poco condivise”. Davanti ad un offerta di ingresso in giunta, a due anni dalla fine del mandato quando gran parte del lavoro è stato impostato, i Moderati risponderebbero picche, anche perchè “potrebbe essere un modo per tenerci meglio a bada – confessa Colla – e noi non vogliamo rinunciare ad essere voce critica”.

roberto colla