PIACENZA E LA GESTIONE DELLA CULTURA. INTERVISTA AL SINDACO DOSI

Piacenza e la cultura, o meglio come l’amministrazione gestisce il patrimonio culturale e museale della città. Strategie, obiettivi, impegni, risultati. Ne abbiamo parlato con il sindaco Paolo Dosi partendo da tre pezzi unici: il tondo di Botticelli, l’Ecce Homo di Antonello da Messina e il Fegato Etrusco. Tre unici di pregio che la città possiede, e questo è già un grande passo avanti. Lo step successivo è la loro divulgazione, la loro promozione, che in termini pratici si traduce nella loro capitalizzazione, per fare di queste opere d’arte e della cultura, in generale, un volano per l’economia. Certamente non è facile, ne è consapevole anche il primo cittadino che ammette che “oggettivamente non si è mai riusciti a trovare una chiave di volta pur nella consapevolezza che sono eccellenze, ma manca l’omogeneità fra i tre, c’è poca analogia” E allora che fare? Si sono cercate altre modalità per la promozione e la valorizzazione di questi pezzi unici: per la Madonna col Bambino di Botticelli si è puntato sulla trasferta al museo di Tokyo, proprio in queste settimane stanno arrivando a Piacenza i turisti giapponesi che avevano visto il quadro al Bankamura Museum. Per il Fegato Etrusco si è puntato sul nuovo allestimento recentemente inaugurato, per l’Ecce Homo si è avviato il coordinamento con il Collegio Alberoni in concomitanza con l’Expo che, si spera, dia i suoi frutti. Certamente però si tratta di un percorso lungo. Riuscire a capitalizzare il patrimonio culturale significa trarne vantaggi economici e ricadute positive per la città intera. “E’ vero – risponde Dosi – ma non dobbiamo creare l’aspettativa di un rapporto causa effetto tra i costi di gestione e le entrate che arrivano dai biglietti”, riferendosi al grande divario che esiste tra i costi di gestione di Palazzo Farnese e gli ingressi. “L’unico museo in attivo, in rapporto al numero dei visitatori, sono i musei Vaticani. Altra cosa è utilizzare il patrimonio per attirare turisti il cui contributo in termini economici va nella prospettiva di portare, indirettamente, ricchezza al territorio”. Una lunga chiacchierata che ha toccato anche la galleria Ricci Oddi, sulla quale il sindaco ha le idee chiare: modificare lo statuto che risale al 1931 troppo rigido e poco chiaro e rendere la galleria pubblica. “E’ assurdo che il Comune sia l’unico sovventore di una struttura che non è pubblica. Dal 1931 è cambiato il mondo e la galleria è diventato un bene di natura pubblica.”

L’intervista completa nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

Dosi

PIACENZA E LA “SINDROME DEL BASSOTTO”

Piacenza e i suoi musei, Piacenza e le sue potenzialità, Piacenza e i suoi tesori. Tesori spesso nascosti. Abbiamo voluto riflettere sul ruolo che la cultura occupa nel nostro territorio dal punto di vista sociale ed economico, perchè grazie ad una comunicazione adeguata, che colpisce nel segno, il capitale culturale può fruttare. La nostra riflessione è partita da Palazzo Farnese, un gioiello al cui interno si contano altri gioielli, racchiusi tra le mura dei musei. Un contenitore eccezionale per la cui gestione si spendono oltre 700 mila euro all’anno e le entrate, attraverso la vendita dei biglietti, si fermano a poco meno di 30 mila euro. Una condizione, è vero, comune a tante realtà museali italiane, ad esclusione probabilmente delle grandi città. Ma Piacenza, pur nel suo piccolo, ha le potenzialità per essere grande, possiede, per capacità o per fortuna, elementi unici che la connotano nel mondo, tanto per citarne qualcuno il Tondo di Botticelli, il Fegato Etrusco e l’Ecce Homo.

L’auspicio di tanti è che Piacenza riesca a scrollarsi di dosso quella “sindrome del bassotto”, come il titolo del famoso film della Walt Disney, che la porta, nonostante abbia le potenzialità per essere di razza, a non uscire allo scoperto.

Ne abbiamo parlato con gli architetti Franz Bergonzi e Matteo Faroldi. Il servizio completo nella prossima puntata di A Tutto Tondo.

PALAZZO FARNESE