CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL E UIL PER LA ROMAGNA: ATTIVATO IL FONDO DI SOLIDARIETA’

Confindustria e Cgil Cisl e Uil hanno sottoscritto, a Roma, un accordo di solidarietà per l’Emilia-Romagna, a seguito dell’alluvione che ha colpito la Regione.

È stato attivato un “Fondo di intervento per la popolazione dell’Emilia-Romagna”, nel quale confluiranno contributi di carattere volontario da parte dei lavoratori pari ad un’ora di lavoro, che verranno raddoppiati da un contributo equivalente da parte dell’impresa.

Il contributo si sostanzia nella firma di una delega da parte del lavoratore, nel quale autorizza la trattenuta di una somma equivalente ad un’ora della retribuzione netta mensile, che verrà versata sull’apposito conto corrente indicato dai promotori.

I contributi verranno raccolti tramite il c/c con Codice IBAN: IT69B0103003201000007100093 attivato presso Monte dei Paschi di Siena intestato a: CGIL CISL UIL CONFINDUSTRIA FONDO SOLIDAR. ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA, con la firma congiunta di un rappresentante per organizzazione appositamente delegato dal rappresentante legale di ciascuna di queste.

Confindustria e Cgil, Cisl e Uil effettueranno una valutazione puntuale sulle modalità dell’intervento a sostegno della popolazione e del sistema produttivo duramente colpiti dall’alluvione, nei modi e con le forme che ne garantiscano la certezza della destinazione e la più rapida utilizzazione. La raccolta dei fondi avrà termine il 31 dicembre 2023.

 

CGIL, CISL E UIL: SI APRE LA CONTRATTAZIONE. “VIGILEREMO SULLE CASE PER ANZIANI”

Inclusione sociale e politiche di uguaglianza: sono i temi che stanno alla base della piattaforma di 18 punti che i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e pensionati sottoporranno a enti locali, Asl e distretti socio sanitari.

La platea coinvolta è di circa 60mila persone. L’obiettivo è attivare la contrattazione sociale sul territorio nel contesto dei bilanci previsionali 2023, per tasse e tariffe improntate alla progressività. E ancora: un’analisi attenta e congiunta con strumenti per il mantenimento e il rafforzamento della spesa sociale, servizi alla persona, politiche educative e dell’infanzia e politiche della casa. Dei 18 punti in piattaforma, quello sanitario occupa un ruolo principale. Declinato in particolare al ruolo delle casa per anziani.

SEI DOMANDE DEI SINDACATI AI CANDIDATI PIACENTINI: “TEMI CRUCIALI PER LA TENUTA SOCIALE”

Potere d’acquisto, occupazione, energia, demografia, sanità e clima: sono i temi cruciali con cui la politica si deve misurare, a rischio c’è la tenuta dell’intero paese. Ancora di più, oggi, a poche settimane dal voto politico.

Cgil Cisl e Uil hanno elaborato sei domande proprio relative a queste tematiche rivolte ai candidati e alle candidate che aspirano ad un seggio nei collegi che riguardano il territorio piacentino. Domande chiare su temi di vitale importanza nate dagli iscritti ai sindacati confederali, che rappresentano un quarto degli elettori. Esiste la concreta possibilità che in piazza scendano anche gli imprenditori non solo i lavoratori, in quello che si preannuncia uno degli autunni più caldi degli ultimi decenni.

FONDO ANTICRISI: 100 MILA EURO DAL COMUNE PER L’INCLUSIONE SOCIALE

E’ di 100 mila euro la somma messa a disposizione dal comune di Piacenza in accordo con Cgil, Cisl e Uil; un Fondo Anticrisi che va ad integrare la misura nazionale Sia, ovvero Sostegno per l’Inclusione Attiva. La sia è una misura erogata a livello centrale, e prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni disagiate, nella quali siano presenti minorenni, figli disabili o donne in gravidanza. Per accedervi occorre presentare la domanda e ottenere un punteggio uguale o superiore a 45 punti. A Piacenza su 170 domande, l’Inps ne ha ammesse solo 34; 98 nuclei familiari pari a 428 persone sono state escluse. Il Fondo Anticrisi è destinato proprio a loro; la somma verrà erogata in base a tre punteggi per un massimo di sei mesi.

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ASP AZALEA, I SINDACATI CHIEDONO INCONTRO URGENTE “PROBLEMI DI LIQUIDITÀ E STALLO DECISIONALE”

Stallo decisionale, incertezza e sconcerto tra i lavoratori. Così Cgil, Cisl e Uil definiscono la situazione lavorativa che stanno vivendo i lavoratori di Asp Azalea presso le strutture nei comuni di Agazzano, Bobbio, Borgonovo, Calendasco, Caminata, Castel San Giovanni, Cerignale, Coli, Cortebrugnatella, Gazzola, Gossolengo, Gragnano, Nibbiano, Ottone, Pecorara, Pianello, Piozzano, Rivergaro, Rottofreno, Sarmato, Travo, Zerba, Ziano. I sindacati nella lettera indirizzata ai sindaci e al presidente della Conferenza Socio Sanitaria parlano di “liquidità ridotta dovuta a svariati motivi, ben nota a tutti i sindaci”. Ritengono “non più rinviabile l’apertura di un confronto vero basato su dati oggettivi per individuare un Piano di Intervento condiviso che riesca a determinare le condizioni per un avviare un risanamento che faccia uscire questa struttura dall’attuale situazione di grave disavanzo”.

SCUOLA IN SCIOPERO, SINDACATI: “NOI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE”

In origine era la Buona Scuola, oggi il motto è Difendiamo la Scuola della Costituzione. L’unione fa la scuola”. Tutto il mondo dell’istruzione oggi si ferma; per la prima volta dopo 7 anni tutti i sindacati firmatari del contratto sono in protesta. “E’ una mobilitazione che dura di diversi mesi, da quando è stato presentato il documento su “buona scuola”. Il DDL contro cui protesteranno Flc Cgil, Cisl scuola, Uilscuola, Snals e Gilda “chiude il cerchio rispetto agli attacchi sferrati contro la scuola degli anni precedenti” ha detto Manuela Calza, segretaria generale Flc Cgil di Piacenza. “Sotto attacco c’è la scuola uscita dalla Costituzione, facciamo nostre le parole di Calamandrei che diceva che la scuola è un pilastro della nostra Carta fondamentale. Con la “Buona Scuola renziana”, questo pilastro viene abbattuto”. Tre pullman sono partiti stamattina da Piacenza verso Milano dove è prevista la manifestazione sotto lo slogan L’Unione fa la Scuola.

SCIOPERO SCUOLA

JOBS ACT, LA PIAZZA IN PROTESTA

In  piazza contro il Governo delle larghe intese che non tutela i diritti dei lavoratori. Questo il motivo principale dello sciopero generale proclamato a livello nazionale da Cgil e Uil. La Cisl non ha aderito e questo è un dato da segnalare. Un corteo nutrito, composto e colorato formato da più di mille persone, lavoratori della scuola, precari, dipendenti pubblici, metelmeccanici, impiegati del commercio. Partenza dalla sede di Confindustria, scelta non casuale, serpentone lungo le vie del centro e arrivo in piazza Sant’Antonino. Tante persone comuni arrivate dalla provincia con i pulman messi a disposizione gratuitamente, giovani dell’Unione degli Studenti, rappresentanti sindacali, addirittura bambini accompagnati dai genitori; guardandosi intorno, tra bandiere e striscioni, non vendiamo nessun rappresentante delle istituzioni. Jobs Act nel mirino della manifestazione; le leggi sul lavoro che non tutelerebbero i diritti dei lavoratori e che, invece, favorirebbero quelli degli imprenditori. E intanto il 2014 che si sta concludendo è stato un anno nero dal punto di vista lavorativo; ad aprile il fulmine a ciel sereno della Sandwik, entro la fine dell’anno la chiusura, annunciata un paio di anni fa, di Atlantis a Sariano di Gropparello. Periodo nero anche per i lavoratori del pubblico impiego in stato di agitazione dopo l’entrata in vigore della riforma Delrio. Per l’ente di corso Garibaldi si parla di tagli e anche pensanti. A rischio il posto di lavoro di 30 persone.

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CASSA IN DEROGA, 664MILA ORE IN QUATTRO MESI

Da gennaio a maggio del 2014 sono state 664mila le ore di cassa integrazione in deroga nella provinciale di Piacenza. Numeri allarmanti che rischiano di peggiorare ulteriormente se gli ammortizzatori sociali non verranno rifinanziati. I 400 milioni di euro stanzizti poche ore fa dal ministro del Lavoro Poletti non è sufficiente per coprire l’intero anno. Dal 2009 a Piacenza sono state 4300 le persone coinvolte nella cassa in deroga con oltre 3 milioni di ore, al momento sono 1500. Questi dati sono stati forniti dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia. Per scongiurare il rischio che gli ammortizzatori si esauriscano, anche una delegazione di Cgil, Cisl Uil di Piacenza partecipera’ alla mobilitazione a Roma il 22 e 26 luglio. La Uil ha condotto uno studio “no Pil no job” dal quale risulta come, in sei anni di crisi, una persona su tre abbia conosciuto difficoltà a livello lavorativoed abbia usufruito degli ammortizzatori sociali.  Da qui il tema di una riforma universale degli ammortizzatori,  richiesta a gran voce dai sindacati, nel senso che tutti i lavoratori devono porterne godere. È curioso, e anche un po’ preoccupante, che negli ultimi anni siano diminuite le forme di flessibilità tradizionali (contratti a progetto,  interinali ecc) a fronte di un aumento del 1812% dei voucher che comportano per le aziende costi bassissimi.

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SINDACATI: “IL COMUNE INTERVENGA SULLA FONDAZIONE”

I sindacati piacentini si espongono in modo unitario sulla situazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Lo fanno attraverso una nota nella quale chiedono al Comune di intervenire urgentemente per un rapido rilancio di tutti gli organismi di governance dell’ente e di promuovere un confronto pubblico aperto alla città. Proprio a conferma di questo, secondo i rappresentati di Cgil Cisl e Uil, non si deve fare “tabula rasa” o dare un colpo di spugna rispetto a quanto accaduto, ma al contrario parlarne perchè tutto venga  a galla. Solo così, forse a fatica, si riuscirà a girare pagina.

Di seguito la nota integrale dei sindacati:

La Carta delle Fondazioni, approvata nel 2012 della Assemblea dell’Acri, apre con le seguente affermazione: “Le Fondazioni rappresentano un bene originario nelle comunità locali e realizzano in responsabile autonomia i propri scopi istituzionali, secondo le proprie determinazioni, operando prevalentemente nell’ambito dei territori da cui hanno avuto origine”. Anche in nome di questa autonomia le organizzazioni sindacali in questi anni hanno seguito con attenzione le vicende della Fondazione di Piacenza e Vigevano, chiedendo che essa esercitasse un ruolo più attivo per la valorizzazione del territorio, evitando però intromissioni nell’attività. Pensando però agli ultimi sviluppi divenuti di dominio pubblico, vengono i brividi a vedere la distanza con lo spirito che ne dovrebbe informare l’operato, ed è impossibile non intervenire a tutela dell’integrità di questo particolare “bene originario”, uno dei pochi che sono rimasti in un territorio sempre più fragile e debole da un punto di vista socio economico. Poiché la Fondazione non è patrimonio privato di chi siede in Palazzo Rota Pisaroni, in primo luogo appare necessaria una radicale “operazione verità” che informi con precisione le comunità stesse (Piacenza e Vigevano) sulla effettiva, residuale, consistenza del patrimonio della Fondazione. Per renderla possibile, sarebbe utile che tutte le personalità coinvolte nella sua gestione facessero un passo indietro, a partire dallo stesso Consiglio di Amministrazione che non sembra avere la lucidità nè di controllare l’operato della Fondazione nè di assicurarne una solida leadership. Tutte le istituzioni che sottendono la Fondazione si attivino per trovare una soluzione di netta discontinuità con qualunque passato (l’insuccesso conclamato e le gravi perdite per l’Istituto e per Piacenza nessuno le può negare) che alla cittadinanza assicuri competenza e visione strategica. Sarebbe poi opportuno che la comunità venisse messa in grado di capire che cosa è successo, al di là di uno sterile ping-pong di accuse e controaccuse, in particolare da coloro che non più tardi di un anno fa hanno votato la fiducia al Presidente e che ora la ritirano proprio nel momento in cui il Presidente chiede un cambio di passo. Quindi non si tratta di fare “tabula rasa”, di dare un colpo di spugna, anzi questo ci appare proprio il momento di approfondire, di uscire dal generico e, parlando di quanto è avvenuto negli ultimi anni, proporremmo di iniziare a valutare il valore dell’impatto economico e sociale dei singoli interventi. Forse così sarà possibile una nuova fase, davvero più trasparente dell’attuale. La Fondazione è troppo importante per essere lasciata a sé stessa e alle lotte intestine che vi si sono sviluppate. Nel marasma conclamato, Comune, Diocesi, università… colgano finalmente l’occasione per riflettere meglio su quale debba essere il ruolo della Fondazione: munifica elargitrice di contributi a una ampia platea di beneficiari non sempre interessati alla qualità e al senso degli investimenti che essa compie o non piuttosto attrice consapevole del benessere collettivo, anch’essa quindi impegnata in prima linea nel contrasto di quella crisi economica per cui sono sempre più indispensabili interventi sul fronte del lavoro, del sistema di welfare, delle relazioni familiari e comunitarie, dei sistemi turistici e culturali. Per dare un segnale concreto chiediamo al Comune di Piacenza di intervenire urgentemente per un rapido rilancio di tutti gli organismi di governance della Fondazione e di promuovere un confronto pubblico con la cittadinanza sull’operato della stessa e sul suo futuro; questo affinché la Fondazione torni ad essere “bene originario della nostra comunità“.

Per CGIL CISL UIL Zilocchi Molinari Borotti

fondazione sede