“UN BUON NO DETTO AI FIGLI, E’ UN ATTO D’AMORE”

Risse ed episodi di violenza tra giovanissimi, che vedono coinvolte sempre più ragazzine, sono quasi all’ordine del giorno; 12, 13 anni appena. Poco più che bambine, prese a schiaffi e spintoni. Intorno altri coetanei che si limitato a guardare, o alla meglio, ad andarsene, il tutto ripreso e postato. Un copione pericolosamente frequente. Gli esperti insegnano a non drammatizzare, ma di certo neppure a far passare tutto come una ragazzata. Qualche linea guida, per offrire spunti di riflessione veri, è indispensabile soprattutto per i genitori. L’abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta Maurizio Iengo “un buon no è un atto d’amore verso i nostri figli”.

CASA ALBA: A ZIANO UN’ESPERIENZA DI CONVIVENZA SOCIALE E SOLIDALE PER DONNE IN DIFFICOLTA’

Ecco come come diventerà Casa Alba al termine dei lavori di ristrutturazione, in corso proprio in questi mesi. Il palazzo si trova nella piazza di Ziano, accanto al municipio, nel cuore del paese. Dal retro il panorama è di quelli che fanno stare bene solo a guardarlo.

Tra un anno circa, qui saranno pronti nove appartamenti di diversa metratura, per ospitare donne in difficoltà e i loro piccoli. Si tratta di un progetto davvero ambizioso portato avanti con cuore e tenacia dalla fondazione Giulia e Umberto Chiappini, genitori di Elisabetta che oggi è la presidente della fondazione. Dare un tetto, un riparo accogliente a chi è vittima di violenze, come accadde ad Alba che ha dato il nome alla fondazione.

A FEBBRAIO, 20 DONNE HANNO CHIESTO AIUTO AL CENTRO ANTIVIOLENZA

Nel solo mese di febbraio, al del centro antiviolenza di piacenza, sono arrivate 20 richieste di di aiuto, quasi una donna al giorno insimma ha chiesto aiuto perché vittima di violenza, nella grande maggioranza dei casi consumata nelle mura domestiche dal marito o dal compagno. Il dato allarmante riferito dalla presidente del centro antiviolenza Donatella Scardi dimostra ancora una volta che l’attenzione su questo tema non è mai alta abbastanza. Il protocollo firmato in prefettura tra comune provincia, procura, forze dell’ordine, ausl e ufficio scolastico provinciale ha proprio l’intento di uniformare linguaggi e metodi contro la violenza di genere.

“PER LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI SANITARI BISOGNA AGIRE SUI CITTADINI”

Sono una decina i casi di violenza verso gli operatori sanitari accaduti all’ospedale di piacenza; una realtà che, in particolare nell’ultimo periodo, ha fatto registrare parecchi casi su tutto il territorio nazionale.

L’azienda sanitaria locale e FIASO hanno deciso di affrontare il problema ponendo l’accento sulle misure e sulle iniziative da attuare per la difesa dei professionisti. In particolare ad essere prese di mira, soprattutto professioniste donne perché numericamente superiori, nei reparti di emergenza urgenza e di salute mentale, ma anche personale amministrativo.  Il fenomeno è aumentato nel post pandemia ma anche a seguito dell’obbligo vaccinale, a causa della mancata percezione dell’importanza dei vaccini.

STUPRO IN CENTRO: SI ACCENDE IL DIBATTITO SULLA STRUMENTALIZZAZIONE DELLA VIOLENZA. E LA VITTIMA?

A Piacenza, all’alba di ieri, è accaduto un fatto gravissimo. Una donna è stata vittima di una violenza brutale perpetrata da un uomo che l’ha bloccata per strada, l’ha immobilizzata a terra e ha abusato di lei. Alla donna inerme non è restato che invocare la difesa della preghiera; chi ha visto i pochi secondi di video (che abbiamo scelto di non pubblicare) girati da un residente li ha definiti agghiaccianti, e c’è da credergli. E’ stato proprio quel residente, che dalla finestra ha assistito alla violenza, a chiamare la forze dell’ordine che prontamente sono arrivate in via Scalabrini e hanno immobilizzato l’aggressore. Lei è una donna di 55 anni di nazionalità ucraina, lui un 27enne della Guinea richiedente asilo.

Questi sono i fatti, gravissimi che fanno piombare nella paura una città intera, ed aprono tanti discorsi riguardo la sicurezza percepita e quella reale, forse dopo fatti come questi, sempre più allineate. Il tema vero è perché non sentirsi libera di camminare da sola per una strada della città? di raggiungere l’auto in un parcheggio? di rincasare alla sera tardi? L’altro tema nodale è che questo delinquente sia giudicato per quello che ha compiuto, un gesto vile, becero, vigliacco che segnerà per sempre la povera vittima.

La sindaca Tarasconi, oltre a manifestare la vicinanza alla vittima personale e di tutta la città, ha ribadito un post che «l’aggressore ora si troverà a rispondere del suo crimine osceno di fronte alla Giustizia del Paese a cui stava chiedendo asilo. Perché è così che funziona in uno Stato di diritto: i criminali devono pagare per ciò che hanno fatto» ancora le parole della sindaca che si augura «che non si scada nella strumentalizzazione riguardo la nazionalità del delinquente, come se fosse colpa di chi si impegna per l’accoglienza e l’integrazione se un richiedente asilo commette un crimine. La colpa è del richiedente asilo in questione. Punto».

Auspicio quest’ultimo puntualmente disatteso: il segretario della Lega Salvini ha commentato «”Richiedente asilo” e stupratore. Basta! Difendere i confini e gli italiani per me sarà un dovere, non un diritto. Sarò presto a Piacenza, per confermare l’impegno della Lega per restituire sicurezza al nostro Paese: 10.000 poliziotti e carabinieri in più nel 2023, più telecamere accese e blocco degli sbarchi clandestini. Volere è potere». Tommaso Foti, deputato e candidato alla prossime politiche di FdI, che ammette di non aver voluto pubblicare il video «sia per rispetto della vittima, sia per evitare di alimentare folli gesti emulativi» parla di «episodio gravissimo che offende non solo la vittima ma una città che si è dimostrata ospitale nei confronti di chi, all’evidenza, non lo meritava». E ancora: «È una vicenda che non può essere sottaciuta, né tanto meno minimizzata. Pur non volendo in alcun modo strumentalizzare ai fini elettorali l’episodio, ritengo che lo stesso attesti come la politica dell’immigrazione ad oggi perseguita faccia acqua da tutte le parti». La leader di FdI Giorgia Meloni, sulla pagina Facebook, ha pubblicato il video commentando quanto accaduto «Non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza sessuale compiuto di giorno nella città di Piacenza da un richiedente asilo. Un abbraccio a questa donna, alla quale la nostra società non ha saputo garantire la sicurezza di cui aveva diritto. A nome delle istituzioni italiane le chiedo scusa. La lotta al degrado, all’illegalità diffusa, all’immigrazione illegale di massa non sono concetti astratti, riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi e soprattutto dei più fragili. Farò tutto ciò che mi sarà possibile per ridare sicurezza alle nostre città». Poco dopo la replica del segretario del Partito Democratico Enrico Letta: “Indecente usare immagini di uno stupro. Indecente ancora di più farlo a fini elettori. Il rispetto delle persone e delle vittime viene prima di ogni cosa”.

Perché non fermarsi alla stato dei fatti e chiedere una pena certa per coloro che compiono un simile gesto ignobile? Questo non toglie che la politica, dalla nazionale alla locale, si debba impegnare ad avere città in cui una donna si senta libera e sicura di camminare da sola in pieno giorno senza il terrore di essere aggredita. Questa si chiama civiltà che c’entra poco con la nazionalità dei vili aggressori.

 

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE: LE INIZIATIVE A PIACENZA

“La data del 25 novembre – sottolinea l’assessore alle Pari Opportunità Federica Sgorbati – rappresenta sempre un’occasione importante per condividere non solo un messaggio di solidarietà e vicinanza a tutte le donne vittime di abusi e violenza, ma anche per costruire, insieme, momenti di riflessione e confronto su temi come il rispetto, la dignità e la libertà della persona, la parità e le discriminazioni di genere. Coinvolgendo innanzitutto i più giovani, a cominciare da bambini e ragazzi, in un percorso educativo che ci riguarda comunque tutti”.

Il Comune ha organizzato una serie di iniziative a partire dal pomeriggio di oggi, promosso dal Centro per le Famiglie presso la sede del centro civico Farnesiana. Letture animate per bambine e bambini dai tre anni in su, dalle 16.30 alle 18: storie per sentirsi liberi da stereotipi e pregiudizi, con ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili (dai 12 anni in poi è obbligatorio il green pass).

Saranno visitabili gratuitamente per l’intera giornata per tutte le donne, negli orari di apertura dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, i Musei Civici di Palazzo Farnese: non è necessaria la prenotazione – fatta eccezione per i soli gruppi con un massimo di 25 persone – e si richiede il possesso di green pass per l’ingresso. Proprio la facciata della mole vignolesca si illuminerà di arancione, dalla serata di giovedì 25 novembre sino al 10 dicembre prossimo, così come la Caserma dei Carabinieri di viale Beverora (dove ha sede la “stanza tutta per sé” riservata alle donne vittime di violenza), per la campagna “Orange the World” a cura del Soroptimist Club di Piacenza.

Durerà sino all’8 marzo il percorso “#donne che leggono le donne”, anch’esso
con inizio dal 25 novembre, per coinvolgere tutte le cittadine interessate nel prestare la propria voce a sostegno della soggettività femminile; l’iniziativa, promossa dall’associazione Epikurea in collaborazione con Piccolo Museo della Poesia, Scuola Teatro Città di Piacenza e altre realtà culturali, permette di partecipare con racconti, poesie, teatro o semplici messaggi in formato audio o video, inviabili a info@radioraccontiamoci.net o al 3713343761. Per ulteriori informazioni, la pagina facebook #donnecheleggonoledonne o il sito www.radioraccontiamoci.net .

Inizierà alle 15, nella cornice della sala Colonne della Curia, in via Vescovado 9,
l’incontro conclusivo del progetto “Attente al lupo. Imparare a riconoscere la violenza per dire NO”, che ha coinvolto lo scorso anno gli studenti dell’istituto Romagnosi. L’evento, a cura del Centro Italiano Femminile di Piacenza, sarà occasione per presentare un nuovo percorso incentrato sul tema della parità. Sempre nel pomeriggio di oggi al Salone Nelson Mandela della Camera del Lavoro, dalle 16.30 il Coordinamento Donne Cgil Piacenza propone “… oltre il silenzio. Riflessioni sulla condizione femminile”. Al dibattito partecipano la giornalista Antonella Lenti, l’avvocato Mara Tutone, gli psicologi e psicoterapeuti dell’Ausl di Piacenza Silvia Morelli e Marco Martinelli, nonché Claudia Praolini, direttore artistico di Concorto Film Festival, dal cui archivio saranno proiettati alcuni cortometraggi.

Verrà invece presentato in una diretta facebook sulla pagina de “La Vie en Rose”, nella mattinata, il calendario da tavolo “Donne che contano”, realizzato da La Vie en Rose di Jennifer Saltarelli e Stella Management di Stella Piazza, il cui ricavato andrà in parte all’associazione Telefono Rosa – La città delle donne”, celebrando in ogni mese figure di riferimento dell’universo femminile in ogni epoca, di cui si ricordano le battaglie e i traguardi: dalle sorelle Bronte a Malala, da Anna Politkovskaja a Tina Lagostena Bassi.

UN CORTEO PER LE DONNE ORGANIZZATO DAGLI UOMINI

Una manifestazione spontanea contro le violenze sulle donne, quelle fisiche ma anche quelle più subdole, le piccole molestie o i soprusi psicologici.

Ad organizzarla, questa volta, sono stati gli uomini, quelli che nelle cronache sono gli autori delle violenze.

Libere di scegliere, uomini per le donne, recitava lo striscione a capo del corteo che si è snodato dal pubblico passeggio, passando per via Giordani, fino a piazza Sant’Antonino dove si è formato un cerchio con tutti i partecipanti.

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TELEFONO ROSA: IN RETE CONTRO L’ISOLAMENTO DELLE DONNE

A Piacenza quasi una donna al giorno si rivolge al Telefono Rosa; in montagna o in collina uscire dall’isolamento è ancora più difficile. Per questo è nato il progetto “Altri Passi” formazione in movimento.

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BIANCA, VITTIMA DI VIOLENZA: “AL PRIMO SCHIAFFO DENUNCIATE”

Interi periodi della vita caratterizzati da un’unica cosa: violenza cieca fisica e psicologica, che hanno portato Bianca, a pensare di farla finita. La storia di questa donna che oggi ha il coraggio di raccontare, purtroppo non è l’unica, perchè oggi tante come lei vivono il dramma degli abusi e delle violenze tra le mura di casa dove l’aguzzino è il marito o compagno da cui si fa fatica, nonostante tutto, ad allontanarsi. Perchè si pensa sempre che sia l’ultimo schiaffo, l’ultimo pugno, l’ultima umiliazione, ma si sa benissimo che non sarà così. “Non tanto  episodi quanto periodi più o meno lunghi – ci racconta Bianca – all’inizio caratterizzati da aggressioni verbali, prese in giro, umiliazioni, insulti, alternati a periodi in cui il mio compagno era affettuoso, tenero, innamorato. Un continuo stilicidio e voltafaccia, per decenni, che mi ha molto destabilizzata e plasmata: ero convinta che in fondo era una persona buona e che con il tempo e con il mio amore tutto sarebbe cambiato. Poi invece, dopo la nascita del nostro primo figlio (quando lui sentiva di non essere più al centro dell’attenzione), è stato un un crescendo di umiliazioni, di abusi e di violenze, anche fisiche, prima su nostro figlio poi su di me”.

Bianca ha trovato il coraggio di scappare dalle violenze, ha trovato il Centro Antiviolenza del Telefono Rosa dove è stata accolta, capita ed ascoltata, senza essere giudicata, ricevendo solidarietà e rispetto, oltre che sostegno psicologico per lei e per i figli che subiscono ancora oggi le conseguenze di quello che hanno vissuto.

Ecco la sua storia

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