I lavori della commissione speciale d’inchiesta per far luce su quanto accaduto nella notte dell’alluvione tra il 13 e il 14 settembre entrano nel vivo. A parlare ai consiglieri è Gaetano Fedele il funzionario comunale con delega alla Protezione Civile che ha ricostruito quanto accaduto quella notte. La prima chiamata all’1.30 , la seconda alle 3 dalla Prefettura. Alle 4 è l’Aipo a chiamare il funzionario che fa partire la procedura prevista dai protocolli di Protezione Civile. Il nocciolo della questione sta nel fatto che nelle comunicazioni non sarebbero comparsi elementi che facessero intuire la gravità di ciò che stava accadendo in Val Nure, e in termini più limitati, in val Trebbia. In sostanza, che la forza del Nure a Bettola si stava “mangiando” una strada, quella di Recesio, è un’informazione che non è arrivata agli organi competenti, che se l’avessero saputo, avrebbero messo in moto la macchina dei soccorsi prima che l’ondata arrivasse a Roncaglia, alle 7.15/7.30 del mattino. Quindi quale è la conclusione? Come si è ribadito più volte una modifica dei protocolli di intervento per migliorarne l’efficacia soprattutto nella comunicazione, ammesso che la piena dello scorso settembre che si è abbattuta sul nostro territorio, è da classificarsi come evento eccezionale per l’abbondanza della precipitazione che, in poche ora, si sono riversate sulla provincia.
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