Pensando alla Piacenza dei prossimi anni, ci sono alcune zone destinate a cambiare volto. Tra queste la Lupa grazie alla concessione del Demanio per 19 anni del Piano Caricatore, una svolta urbanistica storica per la zona del quartiere Roma che pone le basi per il maxi intervento su Borgo Faxhall dove troveranno posto l’autostazione delle corriere e un parcheggio per le auto. Questo sulla carta. Come sulla carta è un altro progetto quello di Piazza Cittadella che si allarga alla chiesa del Carmine da anni al centro di dibattiti sulla futura destinazione. Per il suo recupero sono stati stanzianti 4 milioni di euro (3 dei quali dalla Regione) e un bando da 130 mila euro per la costituzione di un’associazione temporanea d’impresa, formata da architetti e professionisti del settore, che ne progetti il recupero. E’ qui che sta la sfida, su cosa puntare l’intervento, quale utilizzo destinare alla struttura? Museo, auditorium, centro congressi? L’architetto Giuseppe Baracchi parte dall’inizio e focalizza l’attenzione sulla fase più importante, ovvero quella progettuale. La sfida è capire cosa manca a Piacenza, considerato che dispone già di enormi spazi che, ad oggi, non sono utilizzati. Un museo dell’agricoltura all’interno del Carmine? “Sono ipotesi e dunque ben vengano – spiega Baracchi – ma perchè non pensare ad una cascina libera di proprietà comunale appena fuori dalla città, anzichè una struttura in pieno centro per ospitare un museo dell’agricoltura, considerato che poco distante esistono già i musei civici di Palazzo Farnese? Nel psc si parla di collegare le aree esterne con le ciclabili, il recupero di una vecchia cascina alle porte di Piacenza potrebbe essere strategico”.
Il tema della riqualificazione urbana riempiendo spazi vuoti che già esistono viene trattato a livello nazionale. L’ordine degli architetti di Piacenza è a livello regionale il coordinatore, a livello nazionale è tra i 20 ordini che discutono di riqualificazione puntando su come recuperare quello che la città già offre. “e’ la vera sfida – conclude Baracchi che è anche presidente dell’Ordine degli architetti di Piacenza – ridisegnare la città su quello che esiste, Piacenza, nei prossimi anni, non è destinata ad aumentare a livello di popolazione, di questo si deve tenere conto per progettare il futuro”.
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