Eccola casa Alba, nella piazza di Ziano, a pochi passi dal municipio. Questo è l’ottimo risultato dopo i lavori di ristrutturazione durati un paio d’anni. Un condominio sociale, su due piani con dieci appartamenti, il campanello ad ogni ingresso, dove ciascun gruppo familiare può godere di riservatezza e privacy.
Perché qui presto, troveranno case donne e madri vittime di violenza domestica che hanno bisogno di vivere per qualche tempo in tranquillità, lontane dalle sofferenza e dalle angustie. Gli appartamenti hanno diverse metratura, mono, bi e trilocali a seconda dei gruppi familiari, perchè qui abiteranno le mamme coi loro figli, per un periodo che può andare da 6 mesi e un anno, in autonomia come fossero a casa loro.
Tutto questo è stato reso possibile grazie alle Fondazione Giulia e Umberto Chiappini, intitolata ai genitori di Elisabetta, nata proprio per la rinascita di questa casa, che da decenni era in condizioni di forte degrado.
Una ristrutturazione importante, affidata all’architetto Scognamiglio. Circa 2 milioni di euro l’intero intervento; la metà coperta con superbonus 110, 50mila euro dalla fondazione di Piacenza e Vigevano, altri 100 mila euro da contributi di ditte e privati, 130 mila euro da un prestito infruttifero. Per la restante parte la fondazione ha acceso un mutuo.
Il panorama dai balconi e dalle finestre è da togliere il fiato, gli appartamenti sono arredati con gusto, ogni dettaglio è stato curato e pensato, senza tralasciare il piacere di vivere in un luogo bello anche esteticamente. La casa sarà gestita dalla fondazione con l’appoggio dei volontari della vicina Auser.
Le relazioni con i servizi sociali del territorio e con l’Ausl sono molto stretti, perché saranno loro ad indirizzare le donne a Casa Alba. L’idea è anche quella di creare eventi formativi con i tre distretti per mappare le effettive necessità del territorio e di invitare realtà simili che già operano in Italia, per uno scambio proficuo di informazioni ed esperienze. Tra gli scopi della Fondazione, oltre alla gestione di Casa Alba, c’è anche quello di sviluppare una cultura opposta alla violenza; per questo son già in corso i contatti con la Fondazione Cecchettin e con gruppi che si occupano della riabilitazione degli uomini protagonisti di violenze; l’obiettivo è cominciare a discutere liberamente di queste tematiche e creare una rete sana. Casa Alba sarà anche questo.
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