La macchina della Fondazione si è riaccesa dopo mesi di stallo. Ne sono una conferma la riunioni settimanali del cda che, per il primo mese, ha deciso di seguire un cronoprogramma preciso sul quale lavorare in base alle priorità. E in cima all’elenco c’è senz’altro la necessità di stabilire a quanto ammonta il patrimonio dell’ente all’insegna della trasparenza e del coinvolgimento che il presidente Toscani ha più volte citato come capisaldi del suo mandato. Nell’ultima seduta del consiglio di amministrazione, terminato in tarda serata, si sono esaminati i numerosi contenziosi che la Fondazione ha in essere a partire dalla causa con l’advisor di Prometeia per l’acquisto dello Swap Fresch Monte Paschi, ma anche le azioni di Banca Monte Parma oggi in possesso della Fondazione. Non a caso nel prossimo consiglio, fissato per giovedì prossimo, all’ordine del giorno verrà discussa la nomina di un advisor che guidi e consigli le scelte finanziarie dell’ente. Per questo, l’intenzione sembra quella di istituire un bando di gara per l’incarico.
L’impressione, e non solo, è che la Fondazione nell’ultimo anno abbia davvero subito un brusco stallo: sono un numero davvero consistente, si parla di oltre un centinaio, le domande di finanziamento arretrate presentate da enti e associazioni. Per questo si è stabilito di costituire tre commissioni che vaglieranno i progetti finora presentati su arte, cultura e ambito scientifico. Ognuna di questa è formata da cinque componenti: un presidente e quattro consiglieri, che Toscani nominerà a breve. La commissione scientifica verrà presieduta da Cesare Betti che terrà i rapporti con le università, quella del welfare dal professor Giovanni Calza da sempre impegnato nel sociale e quella della cultura da Giorgio Milani. Le richieste pervenute verranno esaminate, sottoposte al cda e una volta approvate potranno essere finanziate.
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