Quindici profughi su diciotto hanno firmato il patto per il volontariato promosso dal Comune di Gragnano. E’ questo l’esito dell’incontro avvenuto a pochi giorni dall’accoltellamento che ha coinvolto due ospiti della struttura privata dove vivono i ragazzi. Un episodio condannato senza riserve da tutti i presenti, intollerabile che ha finito per gettare discredito sull’intero gruppo. All’ordine del giorno anche il discorso legato alla disponibilità e al coinvolgimento in lavori socialmente utili. “Questo – ha spiegato il sindaco Patrizia Calza -per inserirsi con più facilità nel tessuto sociale, per imparare un mestiere e per venire più facilmente accolti dalla popolazione locale”. Alcuni si sono detti da subito disponibili, altri meno, nel senso che il programma di protezione in cui sono coinvolti non prevede un inserimento lavorativo, seppur volontario. Alla fine però anche i più reticenti hanno accettato di firmare; solo tre sono, per il momento, esclusi perché occorre prima espletare altre procedure come quelle di tipo sanitario. Per i 15 che hanno accettato il patto per il volontariato dal primo gennaio 2017 si comincia con piccole attività come la pulizia della strade e la manutenzione del verde pubblico.
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