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IL RITRATTO SINCERO DI FIORI VERSO L’AMICO CACCIATORE. “TALENTO, COMPETENZA E SPIRITO DI COESIONE. UNA GRAVE PERDITA PER PIACENZA”

Senza retorica e profondamente votato a tracciare un ritratto fedele di ciò che è stato, sia come uomo che come amministratore. Così Paolo Fiori ha preso la parola nel corso dell’orazione funebre ai funerali di Francesco Cacciatore. Suo amico fraterno fino all’ultimo, l’avvocato Fiori ha ripercorso le tappe politiche dell’ex vice sindaco senza esimersi dal pronunciare parole taglienti dirette proprio agli allora colleghi di partito del PD, davanti a centinaia di persone riunite alla “Porta del Cielo” per dare l’ultimo saluto a Cacciatore. Accanto alla moglie e ai figli, i colleghi della Provincia e del Comune, gran parte dei rappresentanti del mondo politico piacentino, le società sportive con cui aveva lavorato negli anni di assessorato allo sport. I parlamentari piacentini Pier Luigi Bersani e Paola De Micheli, Maurizio Migliavacca, gli ex primi cittadini Paolo Dosi e Roberto Reggi, ma anche avversari politici come il sindaco Patrizia Barbieri e l’assessore Jonathan Papamarenghi.

“Talento, spirito di coesione, competenza, talento per controllo e dominio della macchina amministrativa”, così Fiori nel descrivere le doti di Cacciatore ma anche “marito e padre esemplare”. L’amicizia con Fiori inizia nel 1994 con l’elezione in consiglio comunale nelle file del PdS, poi le strade si sono separate, nel senso che Fiori non si è più ricandidato, per Cacciatore invece è stato l’inizio dell’esperienza politico-ammnistrativa. Ma l’amicizia è proseguita costante fino all’ultimo, ed è proprio a questo punto che le parole dell’avvocato picentino si fanno pesanti nei confronti di chi ha lavorato fianco a fianco con l’ex vice sindaco. “Non sempre venne ricambiato – ha rimarcato Fiori – ma è sempre stato persona leale e corretta. Non era solo amministratore tecnico, ma politico abile e consumato. I suoi capisaldi sono sempre stati la razionalità e il profondo convincimento che la politica c’è solo se c’è coesione, un valore che ha sempre perseguito. Non è mai stato un settario, radicale, ha sempre cercato un punto di incontro con gli avversari, senza venire meno alle sue idee”.

Nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento della politica cittadina “e non senza problemi” sottolinea Fiori “invidia e ostilità nei suoi confronti, perché non a tutti era gradita questa sua posizione, ci sono stati vari tentativi anche di basso livello per contrastare il suo ruolo. Ma nonostante i torti subiti, non è mai venuto meno al suo spirito di servizio. Avrebbe meritato ben altro che la sfera dell’amministratore locale”.

In particolare Fiori ha fatto riferimento a due fatti: nel 2010 la mozione di sfiducia dell’ex sindaco Vaciago in merito alla pratica di riqualificazione dell’ex palazzo Enel di viale Risorgimento “quella denuncia alla procura della repubblica – ha detto Fiori – si rivelò un coacervo di malignità e farneticazioni, ui magistrati dichiararono la totale inconsistenza di quelle accuse, subito dopo cadute nel ridicolo e nell’oblio”. L’altro fatto a cui ha fatto riferimento è stato quello che risale al 2014, l’estromissione dalla giunta Dosi i cui Cacciatore aveva l’incarico di vice sindaco e assessore ai lavori pubblici. “Una parte del centro sinistra non aveva digerito il suo ruolo eminente”. Una estromissione che, secondo Fiori, il centro sinistra pagò caro, perdendo sonoramente le elezioni del 2017.

 

 

redazione

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