Tutto il mondo ha assistito alla straordinaria prova di solidarietà che il nostro paese è stato capace di mettere in campo sabato scorso a Roma, con oltre un milione di persone in piazza a fianco del popolo palestinese. Cifre che non si vedevano da decenni e che restituiscono l’immagine del Paese migliore, che nella sua varietà ha saputo unirsi di fronte all’orrore del genocidio in atto e alla complicità del governo Meloni.
Anche da Piacenza, centinaia di persone hanno partecipato al corteo di Roma portando la voce della nostra città in quella piazza davvero unica e storica per il nostro paese.
Quel che è più importante è però che la piazza di Roma non è stata un episodio isolato, ma punto di incontro fra tantissimi percorsi che, in modo diffuso sul territorio, hanno saputo nelle settimane precedenti declinare in modo nuovo e dinamico il significato della parola sciopero: assemblee, cortei, blocchi e soprattutto centinaia di migliaia di giovani impegnati, vero segnale di speranza per un’Italia che ci eravamo abituati a conoscere come sonnolenta e in cui la partecipazione politica pareva appannaggio di una ristretta minoranza di “garantiti”.
Anche a Piacenza la generosità dei manifestanti è stata tanta, con numerosi cortei e azioni di sciopero, tra cui almeno due piazze ampiamente al di sopra delle due-tremila persone.
Eppure i tentativi di discredito di queste immense mobilitazioni non sono mancati da parte della maggioranza di governo e sono stati amplificati da molte testate giornalistiche. Così anche a Piacenza i media locali hanno dato ampio spazio alla gratuita e ridicola provocazione di un’esponente dell’estrema destra, avvenuta nell’ambito del grandissimo corteo pacifico di venerdì 3 ottobre.
I partiti di governo (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) hanno chiare responsabilità politiche riguardo il genocidio in corso. Il governo ha continuato ad esportare armi ed esplosivi tramite la controllata Leonardo (avvalendosi di concessioni approvate prima del 7 ottobre 2023 e mai ritirate, come smaschera l’ultima inchiesta pubblicata da Altreconomia), ha dato copertura politica e bloccato ogni tentativo di sanzionare lo Stato di Israele.
Ha inoltre permesso ad uno stato straniero di rapire cittadini italiani in acque internazionali. Giornalisti, politici, semplici cittadini sequestrati e vittime di pestaggi e trattamenti disumani nel totale silenzio complice del governo.
Date queste premesse, è inevitabile che le piazze di questi giorni si siano configurate non solo come a favore della fine del genocidio in corso in Palestina, ma anche contro le scelte dei partiti di governo, e in questo solco si colloca anche la contestazione avvenuta a Piacenza. Non uno scontro tra singoli, ma l’evidente volontà della generalità della manifestazione di smascherare la complicità del governo con lsraele.
Fa sorridere poi che il ministro Foti, commentando l’episodio avvenuto nella nostra città, abbia lamentato una mancanza di democrazia nell’aver impedito ad una consigliera di minoranza di prendere la parola: una strana idea di democrazia quella del ministro di un governo che ha impedito a centinaia di manifestanti di raggiungere il concentramento della piazza di Roma con blocchi di bus e auto private. Nelle parole di Foti non è mancato l’uso strumentale del femminismo: ricordiamo al ministro che esso non consiste nel condividere acriticamente qualunque gesto o pensiero espresso da una donna, quanto piuttosto nel rovesciare il sistema patriarcale, che opprime i corpi quanto i popoli.
La lotta per la Palestina libera è una lotta per l’autodeterminazione dei popoli e delle persone e per la salvaguardia delle norme di diritto internazionale che si basano su principi di umanità. L’opposto di quello che a più riprese sta perseguendo questo governo e i suoi rappresentanti locali.
Il coordinamento Piacenza per Gaza continuerà a mantenere l’attenzione su quanto sta avvenendo in Palestina e Cisgiordania organizzando eventi e mobilitazioni.
Per questo si invita tutte e tutti alla proiezione del film LA VOCE DI HIND RAJAB previsto stasera al cinema corso ore 21.00 e ai sit in in piazzetta San Francesco finché tutti gli attivisti della Flotilla detenuti illegalmente nelle carceri di Israele non saranno rilasciati.
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