L’azienda sanitaria di Piacenza ha deciso di raccontare la storia di Angelo Paolo salvato da un attacco di cuore che, insieme alla compagna, ha chiesto di poter incontrare i suoi soccorritori.
“In caso di dolore toracico, chiamare il numero unico per le emergenze 112 è fondamentale. Ancora oggi una persona su sei, di fronte a questo sintomo, aspetta o si reca in Pronto soccorso in modo autonomo. Ma l’attesa può essere fatale”. È emblematica, in senso positivo, la storia di Angelo Paolo Adabbo che lui stesso, insieme alla compagna Mara De Maio, tiene a raccontare.
È fine agosto, alla sera. È Mara che chiama i soccorsi, dopo aver osservato il compagno, 47enne, sofferente da qualche ora. Arrivano due mezzi: l’auto infermieristica di Castel San Giovanni e l’ambulanza della Pubblica assistenza Val Tidone. Angelo Paolo ha dolore toracico, ma respira ed è cosciente. L’infermiera esegue subito un elettrocardiogramma e, grazie alla tele refertazione, il Pronto soccorso di Piacenza invia immediatamente un messaggio chiaro ai sanitari: c’è un dubbio di infarto, il paziente va portato subito in ospedale. Angelo Paolo viene caricato in ambulanza, con la sirena accesa, per il viaggio verso Piacenza. È durante il viaggio che subentra una fibrillazione ventricolare, è come se il cuore fosse fermo. Il mezzo accosta lato strada: sono attimi concitati. L’infermiera del 118 prontamente esegue la defibrillazione riportando il cuore in ritmo. Nel frattempo viene eseguito un rendez vous con l’automedica. Una volta stabilizzato il paziente, si può proseguire il viaggio verso il Pronto soccorso, con Angelo Paolo di nuovo cosciente.
“Li guardavo durante le manovre di rianimazione – racconta Mara – le loro espressioni, la consapevolezza la responsabilità di avere una vita umana tra le mani. Poi il sollievo e i pollici in su, mi hanno detto: L’abbiamo ripreso; e ho capito che era andato tutto bene”.
È sempre Mara che ha scritto all’Azienda per chiedere di poter incontrare, insieme al compagno, tutti i professionisti e i volontari che hanno partecipato al soccorso. Così, nella sede 118 di via Anguissola, i due hanno potuto abbracciare gli infermieri, medici e autisti soccorritori che hanno salvato la vita ad Angelo Paolo. Mara ha consegnato un simbolico braccialetto rosso, fatto a mano da lei, con un cuore.
Durante l’incontro, a cui hanno partecipato anche il direttore generale Paola Bardasi, il direttore dell’Emergenza urgenza Enrica Rossi e il dirigente delle professioni sanitarie Stefano Nani, sono stati raccontati proprio i dettagli del soccorso, nel ricordo della coppia e nella ricostruzione di professionisti e volontari. Erano presenti gli infermieri Elena Bassi e Simone Angelini, gli autisti soccorritori Nicola Bonomi, Antonio Solari, Maurizio Zanardo e Claudio Brizzolari della Pubblica assistenza Val Tidone. Il medico Giacomo Cussigh era invece in servizio e non ha potuto partecipare.
“Ci teniamo molto a raccontare la nostra esperienza – ha evidenziato la coppia – perché troppo spesso si parla di mala sanità. Invece l’esperienza della nostra famiglia, anche per altri casi di tumore al seno, sono state molto molto positive e quindi desideriamo farlo sapere ed esprimere il nostro grazie alla rete dell’Emergenza urgenza 118”.
“Questo caso è significativo. Se Angelo Paolo non fosse stato con un sanitario, al momento dell’arresto, magari – evidenzia Nani – l’esito non sarebbe stato lo stesso. In questi casi il fattore tempo è fondamentale. Cogliamo questa occasione per ricordare a tutti i cittadini che, in caso di dolore toracico, va chiamato il 112. Non sottovalutate questo tipo di sintomi. L’arrivo di un mezzo di soccorso e del defibrillatore sono una chance in più”.
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