Prisca racconta il suo viaggio dalla Libia a Lampedusa senza entrare nei particolari, come se volesse lasciarsi alle spalla una sofferenza che c’è stata ma che ora è solo un ricordo, seppur molto doloroso.
Oggi è una donna nuova, perché accanto a lei ci sono persone buone che la stanno aiutando e soprattutto c’è il piccolo Emmanuele. Due anni e mezzo di vivacità, di spensieratezza, il suo bambino che oggi è la sua storia.
Lo sguardo di Prisca è quello di una donna che vuole vivere, lavorare, farsi una vita nuova qui in italia. Perché negarle questa possibilità? Il suo messaggio, rivolto alle donne che come lei hanno vissuto tanta sofferenza, è la risposta a tanti interrogativi. L’8 marzo abbiamo deciso di celebrarlo così.
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