Nonostante gli uffici siano chiusi, si continua ad offrire assistenza ai pensionati che chiedono delucidazioni rispetto al mancato o presunto rimborso degli arretrati. Sono giorni di intenso lavoro per i sindacati dei pensionati impegnati a fornire assistenza tra chi ha o non ha ancora ricevuto il tanto agognato rimborso promesso dal Governo. La data sarebbe dovuta essere lunedì 3 agosto, ma pare che non a tutti sia arrivato. Certo è che non tutti i pensionati ne hanno diritto, ma solo coloro che nel 2012 hanno percepito una pensione lorda tra 1405,05 e 2810,10 euro e chi tra 1443 e 2886 euro (sempre lorda) nel 2013. I pensionati che hanno avuto importi inferiori non hanno diritto a nulla perché le loro pensioni non hanno subito il blocco. Lo stesso vale per gli importi superiori. Il governo Renzi ha stabilito la platea degli aventi diritto. Così è sceso a 2 miliardi di euro l’onere finanziario a carico dello Stato che sarebbe stato dieci volte superiore in caso di applicazione integrale della sentenza. “Tra questi ci sono pensionati che hanno ricevuto il rimborso altri no – conferma Luigi Ferrari segretario generale FNP Cisl – proprio a loro dobbiamo ricalcolare le singole pensioni. A questo proposito i nostri legali hanno preparato delle lettere che i pensionati possono spedire con raccomandata A/R all’Inps nazionale in cui si contesta la norma. In più abbiamo intenzione di effettuare un ricorso pilota alla Corte Costituzionale mettendo in discussione la legge in toto”. Ad unificare le battaglie legali in preparazione è la convinzione che sia stata elusa la decisione della Consulta che impone la restituzione a tutti gli aventi diritto delle somme corrispondenti alla rivalutazione delle pensioni. Secondo i sindacati non si tratterebbe di bonus ma di “escamotage” cioè di una parziale restituzione del dovuto che riduce il potere di acquisto di larga fetta di popolazione.
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