Italo Calvino le chiamava Città Invisibili e a loro ha dedicato uno dei suoi libri più famosi. Quelle città non riconoscibili, ma immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici. E Piacenza quanto è invisibile, quanto le sue periferie, che possono essere declinate a livello urbano ma anche esistenziale, condizionano la vita dei cittadini? Lo abbiamo chiesto a Paolo Rizzi responsabile del laboratorio di economia locale dell’università cattolica. La città invisibile è il tema del corso di formazione Cives.
Non è necessariamente un’accezione negativa l’invisibilità, anzi; dalla periferia si vede meglio il centro, l’importante è che le progettualità siano coordinate.
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