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PIAZZA CITTADELLA: L’AMMINISTRAZIONE RISOLVE IL CONTRATTO CON PIACENZA PARCHEGGI. L’AERA TORNA AL COMUNE DOPO 13 ANNI. E ADESSO?

Il Comune ha risolto il contratto di concessione con Piacenza Parcheggi.
L’atto notificato in mattinata dà seguito alla diffida inviata lo scorso 24 luglio alla società concessionaria e implica che quest’ultima proceda ora a predisporre la restituzione dell’area di cantiere in piazza Cittadella. Area che tornerà, dunque, nella piena disponibilità dell’ente dopo 13 anni.

E’ così che l’amministrazione annuncia, attraverso un lungo comunicato, la rottura definitiva con la società di Filippo Lodetti Alliata e la sospensione definitiva del cantiere dopo settimane di incertezza.

Si chiude così una lunga fase di stallo nella quale la città si trovava impantanata a partire dal 14 dicembre 2012 -prosegue la nota di Palazzo Mercanti – data di sottoscrizione del contratto in questione che assegnava a Piacenza Parcheggi la titolarità di una concessione per la realizzazione e la gestione di un parcheggio interrato in piazza Cittadella oltre che per la gestione delle cosiddette strisce blu e delle rimozioni in tutto il territorio comunale. Un contratto al quale, di fatto, non era mai stata data piena attuazione con grave danno per l’ente, per la comunità piacentina e per l’immagine stessa della città la cui zona nord, proprio di fronte a Palazzo Farnese, è andata via via degradando con l’abbandono dell’edificio una volta adibito a biglietteria della stazione degli autobus nel frattempo trasferita in via Colombo.

Quanto alle motivazione, il Comune spiega che si ritrovano nella stessa diffida inviata a Piacenza Parcheggi nel luglio scorso; “una diffida che concedeva al concessionario un congruo periodo di tempo per sanare gli inadempimenti contestati dall’ente. Il periodo è trascorso senza che le problematiche riscontrate dal Comune siano state risolte e di conseguenza il contratto, come specificato nell’avvio del procedimento, è stato risolto unilateralmente.
In sintesi, le motivazioni riguardano l’incapacità fattuale del concessionario di dar seguito agli impegni stabiliti dal contratto originario e dall’addendum sottoscritto il 22 dicembre 2023”.

Nel comunicato l’amministrazione ci tiene a sottolineare l’impegno affinché la situazione della pratica si sbloccasse dopo 13 anni di stallo; “un limbo inaccettabile dal quale l’attuale amministrazione ha deciso di uscire facendo tutto il necessario, da un lato nel pieno rispetto delle regole e degli impegni contrattuali, e dall’altro dando attuazione alla scelta politica di veder realizzato un parcheggio in una zona della città in cui è indispensabile come emerge da studi accreditati oltre che dall’esperienza quotidiana di chiunque si muova in città con mezzi propri.

L’amministrazione, una volta insediata, si è relazionata con la società già titolare di concessione e di un proprio progetto approvato dalla Soprintendenza per la realizzazione del parcheggio. Un confronto formale, basato sugli atti, che ha portato l’ente ad incassare i canoni arretrati, a ridiscutere il piano economico finanziario e a siglare un addendum nel quale il concessionario stesso si impegnava a fornire, tra l’altro, adeguate garanzie bancarie a copertura dell’opera. Cosa che ha fatto, consentendo così al Comune di consegnare l’area come da obbligo contrattuale”.

Arriviamo così al 30 luglio 2024 data della consegna dell’area per dare il via al cantiere. “Circa 14 mesi fa e circa 13 anni dopo la sottoscrizione del contratto originario rimasto sempre valido, anche nei cinque anni della precedente amministrazione durante la quale non è stato fatto nulla per sbloccare una situazione paradossale che, di anno in anno, si è “incancrenita” sempre di più. Tutto ciò con grave danno per la collettività e per le casse comunali.

Dall’estate del 2024, tuttavia, i lavori non hanno avuto lo svolgimento previsto dal cronoprogramma. Motivo per il quale gli uffici comunali – dopo due diffide per grave inadempimento – hanno avviato la procedura di risoluzione contestando, oltre ai ritardi, il mancato invio di garanzie bancarie aggiornate rispetto a quelle già fornite”. Già, perché oltre al cronoprogramma non rispettato (per cui GPS ha ricorso in Tribunale, la prossima udienza è fissata per il 6 novembre), l’altro punto dirimente contestato dal Comune sono le garanzie bancarie, ovvero i soldi per realizzare il parcheggi, mai pienamente presentate.  

“Ora dunque piazza Cittadella torna al Comune di Piacenza e si apre una fase nuova, inedita fino a questo momento: l’ente, contrariamente ai 13 anni passati, è libero da impegni contrattuali e l’amministrazione può quindi avviare un nuovo percorso per questo comparto così importante per la città; e può farlo su una base diversa: la piazza non è più occupata e deturpata dal rudere dell’ex stazione degli autobus (già abbattuto) e, una volta liberata l’area di cantiere, potrà essere riprogettata in modo adeguato. I fondi necessari per il ripristino sono già disponibili. Il comparto nord verrà finalmente restituito ai cittadini in modo totalmente rinnovato. Da un lato piazza Casali che – con la demolizione del mercato coperto e il suo trasferimento nelle ex Scuderie di Maria Luigia, con le nuove piantumazioni e con l’attuazione del progetto di riqualificazione già approvato – rinascerà completamente; dall’altro, anche piazza Cittadella potrà finalmente rinascere con una progettazione nuova (non essendoci più un contratto che obbliga il Comune in un sola direzione) che si armonizzi alla trasformazione già avviata in piazza Casali e che tenga conto delle varie esigenze della comunità: verde pubblico e posti auto”.

Cosa accadrà ora? E’ la domanda che tutti si pongono. “Ebbene, per garantire la continuità dei servizi – spiega la nota – la gestione delle strisce blu sarà assunta direttamente dal Comune in una fase transitoria, fino all’indizione di un nuovo bando, mentre il servizio di rimozione forzata sarà affidato a una società specializzata. Quanto alla riprogettazione complessiva della piazza, si procederà con il ripristino funzionale dell’area nel minor tempo possibile e successivamente con un bando pubblico che assicuri trasparenza, qualità e un progetto all’altezza di un comparto tanto importante, in continuità e in armonia – come già accennato – con i lavori che partiranno in piazza Casali”. 

E nei confronti dell’opposizione che per mesi ha sostenuto che ci fossero le condizioni per risolvere da subito il contratto, fin dalla falsa fideiussione, l’amministrazione ribadisce: “primo: l’intenzione dell’amministrazione, come da programma, era fare tutto il possibile per consegnare alla città un parcheggio di cui ha bisogno. Ma non certo a tutti i costi, ovvero a patto che il concessionario si dimostrasse capace di realizzare l’opera. Secondo: il concessionario stesso aveva pieno titolo a relazionarsi con il Comune in tutte le fasi che hanno preceduto la giornata odierna. La società è stata considerata solida dai soggetti preposti a valutarla, e le circostanze determinate dai noti avvenimenti oggetto di accese critiche da parte delle opposizioni in Consiglio comunale (fideiussione falsa e procedimento di interdittiva antimafia) non erano sufficienti a risolvere il contratto. Per quanto riguarda la fideiussione falsa, infatti, la Procura ha subito comunicato ufficialmente che il concessionario risultava essere parte lesa; mentre per quanto riguarda il procedimento antimafia, si è poi concluso senza alcuna interdittiva e la Prefettura, con una nota, ha informato che Piacenza Parcheggi non perdeva i requisiti necessari per poter adempiere ai suoi obblighi contrattuali con il Comune. In altre parole, il Comune non poteva risolvere il contratto per questi motivi”.

“In buona sostanza – conclude Palazzo Mercanti – l’amministrazione e gli uffici comunali si sono mossi attivamente nell’interesse della comunità riportando ordine in una pratica complessa e di fatto abbandonata, sbloccando una situazione di stallo divenuta ormai ingestibile e dando un futuro a un comparto della città che un futuro, così com’era, non lo poteva avere. Perché i contratti, in uno Stato di diritto, o si onorano o si risolvono. Non fare niente, né in un senso né nell’altro, non può essere un’opzione concepibile, soprattutto per un ente pubblico”.

redazione

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