“Non si tratta di un’operazione taglia merenda, ma salva pranzo”. L’assessore all’Infanzia Giulia Piroli riassume in poche parole il concetto che sta alla base della scelta presa dalla giunta comunale di eliminare la merenda dalle scuole materne. Il tema è molto importante – prosegue l’assessore – stiamo parlando di eliminare uno spreco che sfiora il 50%. I bambini vengono svegliati dal sonnellino pomeridiano ed hanno poco appetito, poi vengono ritirati dai genitori e spesso non hanno il tempo per la merenda”. In un’ottica di razionalizzazione delle risorse, l’amministrazione ha scelto il male minore, ovvero tagliare un pasto che, certamente, non è il principale. “Le tariffe rimarranno invariate – spiega Piroli – e l’amministrazione avrà un risparmio 40mila euro. Continueremo a servire prodotti a chilometro zero, due volte alla settimane pasta prodotta con grano di Libera Terra, ovvero terre confiscate alla mafia, banane del commercio Equosolidale. Manterremo la merenda di metà mattina con un frutto. E’ una scelta coraggiosa – continua – che salvaguarda il livello di qualità e l’impegno verso un progetto di educazione alimentare”. Scongiurato il rischio del pasto trasportato per le scuole materne di piccole dimensioni, con meno di 50 bambini, come Pittolo, Vallera; i pasti continueranno ad essere cucinati direttamente nelle cucine delle singole scuole.
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