Sogin non è una scatola vuota, all’interno si lavora per mantenere in sicurezza il sito e i depositi e per il completamento della delicatissima fase del decommissioning. E’ ciò che i delagati rsu dell’azienda insieme ai sindacati di categoria hanno voluto riferire alla stampa dopo gli aticoli comparsi sulla stampa nazionale relativi ai lunghi tempi del decommissioning e dei relativi costi. Polemiche strumentali secondo i lavoratori che ogni giorni operano nel sito di Caorso garantendo le massime condizioni di sicurezza per sè e per la popolazione. Da quando è iniziata l’attività di decommissioning sono state portate in fonderia oltre 10 mila tonnellate di materiale da smantellare. Oggi a Caorso rimangono ancora alcune parti contaminate e depositi in cui sono stoccati rifiuti. Ogni pezzo viene misurato e controllato in modo che abbia tutte le caratteristiche per essere allontanato. Non è più presente invece il combustibile spedito in Francia per ritornare in italia nel 2025 in un deposito nazionale. “A Caorso ogni giorno – spiega Gian Emilio Balzarini delegato Rsu – controlliamo l’impianto, ciò che viene prodotto per garantire che nulla di dannoso esca dal sito”. Il sito di Caorso conta un centinaio di dipendenti, in tutto un migliaio comprese le sede centrale di Roma e le altre otto sparse sul territorio nazionale. Il 24 novembre a Roma si terrà un incontro con i vertici nazionali.
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