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ALLA SCOPERTA DI PIACENZA, IN QUOTA

Tre percorsi per arrivare a scoprire, esplorare ed osservare una Piacenza diversa, meno consueta. Questa volta a cambiare è la prospettiva, in tutti i sensi. Questa volta si sale in quota. L’amministrazione, insieme alla Diocesi, all’Opera Pia Alberoni e gli sponsor tra cui Banca di Piacenza e Fondazione, ha organizzato, in vista di Expo tre percorsi per rendere più consapevoli gli stessi piacentini di ciò che possiedono. Il 1° maggio verrà inaugurato l’ascensore panoramico Piace Lift, sul campanile della Cattedrale. L’ascensore salirà con gruppi da 12 persone, accompagnati da una guida, a 55 metri d’altezza da cui si potrà godere di un panorama mozzafiato. “L’idea – ha spiegato l’architetto Manuel Ferrari dei Beni Culturali della Diocesi – è venuta in seguito al crollo di un calcinaccio dal cono del campanile del Duomo sulla piazza antistante. Vista la concomitanza con Expo si è pensato di sfruttare la struttura già presente per il restauro per far conoscere la città da un altro punto di vista ed accedere all’interno del cono dove poter ammirare le iscrizioni del XIV secolo, oltre all’opera Resurrexit di Franco Corradini”. I turisti potranno scegliere anche di salire sulla terrazza dell’Osservatorio del Collegio Alberoni. Dal primo maggio al 31 ottobre attraverso percorsi quotidiani e guidati sarà possibile salire alla terrazza della torretta del più antico ed elevato osservatorio astronomico alberoniano e godere di una vista unica e quasi mai accessibile alla maggior parte dei visitatori. Da qui si potrà accedere anche alla torretta più antica e alta delle specole del Collegio Alberoni. Tra i percorsi proposti c’è anche quello alla scoperta dei particolari della cupola e del tamburo della basilica di Santa Maria di Campagna. Gli affreschi del Pordenone e del Sojaro sono stato digitalizzati e proposti ai visitatori con una visita inconsueta. Attraverso un touch screen sarà possibile seguire le storie che si sviluppano sulle pareti della volta e del tamburo e conoscere la complessa iconografia degli affreschi di Pordenone e di Sojaro. “Particolari – ha sottolineato Antonella Gigli Direttrice dei Musei di Palazzo Farnese – catturati negli scatti di del fotografo Marco Stucchi, che difficilmente sarebbero visibili. Le immagini verranno anche caricate su tablet disponibili e consultabili, per chi lo vorrà, all’ingresso della basilica. Questo permetterà anche di ridefinire lo studio sul Pordenone a Piacenza e di finire il catalogo completo delle opere”.

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