Il nuovo allestimento creato intorno al Fegato Etrusco fa discutere. Noi questo lo vediamo positivamente; che si prendano posizioni su uno, per alcuni l’unico, dei simboli di Piacenza è un bene, tiene vivo il dibattito, solletica la curiosità e magari spinge anche ad una visita al museo Archeologico di Palazzo Farnese. Uno degli aspetti discussi sta proprio nella collocazione del reperto: l’architetto Matteo Faroldi in un post sul suo profilo Facebook scrive che “mantenere il Fegato nell’interrato dei Musei Civici di Palazzo Farnese – Piacenza può essere condivisibile o meno, sicuramente è una scelta museografica che implica la decisione di negare ai visitatori la possibilità di godere della bellezza plastica e della ricchezza materica e cromatica del reperto anche alla luce naturale”. Perchè non si è deciso di portare alla luce il prezioso reperto attraverso una rielaborazione, magari proprio nel cortile interno di Palazzo Farnese? L’architetto scrive: “Si è scelto di custodire il Fegato in uno scrigno del Palazzo? In una sorta di caveau che assicura e protegge il gioiello più prezioso? molto bene, allora con due ingredienti di tale importanza che si prepari una pietanza che esalti i due sapori unici al mondo. Il visitatore dovrebbe entrare già edotto e trovare solo il Fegato, in un espositore immateriale, la sala dovrebbe essere spoglia di qualsiasi cartello, cartellino, spiegazione (lo spazio per le didascalie c’è nella sala precedente): purezza dell’architettura e coinvolgimento sensoriale”. Nella seconda sala, quella cioè dove è conservato il Fegato, si trova un altro cartellone (come nella prima dove si trovano pannelli didascalici e una videoproiezione a pavimento) un espositore con all’interno una luce a led che secondo Faroldi “inquina visivamente ed interrompe lo scrutare il reperto nel girargli attorno. Sono state eliminate le vecchie zampette che sostenevano il fegato a favore di un cubetto in plexiglass che invece di sparire entra in competizione formale col il “supportato”, producendo inoltre fastidiosi riflessi e impedendo la vista del parte inferiore del Fagato. Inoltre se ci si abbassa per traguardare nel cubetto, pensando che sia stato pensato un gioco di rifrazioni, si rimane abbagliati dai led”.
Ma come è stato sottolineato più volte nel corso della conferenza stampa di presentazione, il nuovo allestimento è in fase sperimentale in attesa di una ottimizzazione. Ogni suggerimento quindi, che vada nell’ottica di una maggiore valorizzazione dell’unicum è ben accetto.
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