Ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio, il Teatro del Lemming chiude il Festival di Veleia offrendo allo spettatore un‘immersione intima e personale nello spazio del rito, del mito, del ricordo. Giovedì 5 e venerdì 6 agosto con tre repliche 20.45, 21.30, 22.15.
Il lavoro propone anche una possibile via d’accesso ad un altro livello di realtà, dove siamo posti all’incrocio fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. È come se si precipitasse nel labirinto di una memoria ad un tempo personale e archetipica. Siamo di fronte, forse, a dei fantasmi, all’evocazione di un passato che si fa presente ma che non può tornare. La distanza attore-spettatore mima qui quella distanza irricomponibile che ci separa da ciò che è stato e che non tornerà più. La materia si disfa, si decompone, si mescola. Tutto cambia e si trasforma. Le Metamorfosi cantate da Ovidio si specchiano, così, nelle tante metamorfosi attraversate da ciascuno di noi, in un continuo movimento fra morti e rinascite.
Il Festival di teatro antico, tornato dopo un anno di stop forzato causa Covid, si chiude dopo avere proposto agli spettatori (spettacoli sempre sold out) un cartellone d’ eccezione composto da appuntamenti appositamente creati e in esclusiva per Veleia che hanno scelto il festival per il debutto (come Paolo Rossi e Laura Morante). Sul palco sono saliti anche graditissimi ritorni come Gioele Dix e Nicola Piovani, per far incontrare teatro, musica e poesia.
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