In casa Pd sembrava tutto pronto in vista delle primarie quando uno dei due canditati si è ritirato. Matteo Richetti è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta “spese pazze”del consiglio regionale. Sul suo conto era stato aperto un procedimento a parte su esposto del consigliere del M5S Andrea Defranceschi sull’uso delle auto blu da “casa e per casa” nel periodo in cui Richetti fu Presidente del Consiglio regionale. Dapprima la sua decisione di ritirarsi era stata spiegata con forti pressioni da Roma e motivi personali. Poi la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati sui siti nazionali, tra cui Repubblica.it. Il termine entro il quale presentare le firme era fissato per le 12 di oggi, termine rispettato dagli altri due candidati Stefano Bonaccini e Roberto Balzani. Richetti ha anche scritto anche una nota su Facebook dove professa “unità” dentro al partito: “L’unità è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell’interesse dell’Emilia Romagna e del Pd. Ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo”
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