La speranza di salvare il posto di lavoro sembra ormai persa. C’è una triste rassegnazione nei volti dei 57 dipendenti della Sandvik di San Polo. L’azienda ha praticamente azzerato gli ordini e le commesse una decina di giorni dopo l’annuncio della chiusura. Oggi la speranza è di poter ottenere un’offerta economica vantaggiosa per farsi da parte.
Tra loro ci sono veterani come Valerio 41 anni che lavora a San Polo da 33 anni. A novembre ha ricevuto il premio anzianità dall’amministratore delegato per l’Italia Fabrizio Resmini colui che, il 16 aprile scorso, ha annunciato la chiusura dello stabilimento. “E’ come perdere la famiglia – ci dice – a me mancano 4 anni alla pensione, devo ricollocarmi, ma come?”
Giovanni è stato assunto alla Sandvik 6 anni fa con un contratto a tempo indeterminato e la prospettiva di poter crescere professionalmente. Oggi si ritrova con due figlie di 3 e 7 anni e la moglie senza lavoro. “Sei anni fa ho lasciato una ditta che oggi va bene e io mi ritrovo praticamente senza lavoro con due figlie piccole e un’auto da pagare”.
La prospettiva potrebbe essere il ricollocamento di alcune professionalità negli stabilimenti di Como e Trento, ma pare che i profili professionali richiesti non siano quelli di operaio.
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