FONDAZIONE: SUL FONDO NOTRINE RISPOSTE INSUFFICIENTI

Un consiglio di amministrazione domenicale, prima delle festività natalizie. Un cda da veri stakanovisti. Il Presidente della Fondazione Massimo Toscani ha convocato i suoi consiglieri per una seduta prima della feste, lo ha fatto di domenica per sfruttare al massimo tutto il tempo. Di cose, infatti, da fare ce n’è eccome, per far ripartire quel motore  fermo ai box da troppo tempo,  e che da pochi mesi sta facendo gli straordinari. Liquidata la pratica Banca Monte con le vendita delle azioni per 28 milioni 500 mila euro, approvato il finanziamento per Expo 2015 per 250mila euro, sul tavolo rimane un argomento che scotta. Il fondo Notrine e la banca lussemburghese che conducono al milione di euro in una banca del Gibuti. Già nell’audizione in consiglio comunale, Toscani aveva confermato che il Ministero aveva chiesto chiarimenti su questo investimento della passata gestione Marazzi. La storia inizia nel 2006 quando l’ente di via Sant’Eufemia entra nel capitale della Notrine, finanziaria specializzata nell’assunzione di partecipazioni in banche internazionali con sede in Lussemburgo: capitale sociale 885mila euro suddiviso in 35.400 azioni ordinarie. Valore nominale 25 euro: la Fondazione ne acquista 5.310 al costo di 188 euro. Totale investimento: un milione di euro. Nel 2009 la Fondazione gira il capitale in una banca del Gibuti. Due anni dopo, nel 2011, la partecipazione viene azzerata. Si sarebbero occupati di fornire spiegazioni e chiarimenti riguardo questo investimento il collegio sindacale e il direttore generale Marco Mezzadri. Le argomentazioni presentate al Ministero però non sarebbero sufficienti, quindi sarà compito del Presidente e del nuovo cda mettere mano e vederci chiaro. Un compito non da poco anche perchè l’argomento è assai delicato. Compito demandato a dopo le feste, ai primi giorni del nuovo anno.

fondazione sede

PALAZZO FARNESE AI PIACENTINI. IN LISTA C’E’ BASTIONE BORGHETTO

Palazzo Farnese è il numero 39. Il trentanovesimo nella lista degli immobili, con le stesse caratteristiche, di proprietà dello Stato trasferito alla sua città. Una lista già fortemente ridotta rispetto ai 600 beni con caratteristiche identiche di cui solo 300 però sono stati ammessi, 39, appunto, trasferiti tra cui Palazzo Farnese. Si è completato così il percorso, il palazzo simbolo della storia e della culla della cultura piacentina è tornato ai cittadini. E sulla scia dell’accelerata impressa, nell’ultimo periodo, al processo di acquisizione delle aree militari, il Comune di Piacenza è già in lizza per un altro bene di cui da anni punta a tornare proprietario, Bastione Borghetto, con l’obiettivo di creare lavoro, occupazione e iniziative d’interessa pubblico e privato. Presenti alla firma il direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, il sindaco Dosi, il sovrintendente Gian Carlo Borellini, in rappresentanza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti e la dirigente al Servizio Attività Produttive, Daniela Crippa.

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L’AUGURIO DEL VESCOVO AI POLITICI: MANTENETE ALTO L’IMPEGNO SOCIALE

È un monito quello che il vescovo Ambrosio ha rivolto agli amministratori e ai politici piacentini in occasione del Natale. Un invito a tenera alta la guardia verso ciò che dovrebbe essere l’ideale per amministrare la cosa pubblica,  perche se si abbassa il livello ne va della dignità della persona e della vita civica. “L’immagine che offriamo del nostro Paese a noi stessi e agli altri non è affatto bella, e le conseguenze si pagano”. Ad accompagnare mobs. Ambrosio, il direttore dell’ufficio diocesano pastorale Massimo Magnaschi e il vicario episcopale mons. Eliseo Segalini.

PULCHERIA, UN FINALE IN VIDEO. STORIE DI CINQUE DONNE MEDICO

Cinque donne, cinque esperienze di vita e di lavoro accomunate dalla professione di medico. Anna Buonaditta medico di Carpaneto, Manuela Buono psichiatria,  Cristina Molinaroli ginecologa, Rosella Schianchi radiologa e Elisa Anselmi onocologa si sono raccontate in un video realizzato nell’ambito del progetto Stati Generali della Donna a Piacenza. Un video che ha chiuso l’edizione 2014 di Pulcheria con la rassegna Donne &Salute. Il fil rouge è la storia di Anna Buonaditta  che racconta la sua esperienza di vita e di lavoro, le difficoltà iniziali, la diffidenza ad affidarsi ad un medico donna, professione fino a pochi anni fa quasi esclusivamente maschile. Un video in cui proprio le donne toccano temi quantomai attuali, dall’esperienza della maternità alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura del tumore al seno.

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IL TEATRO LABORATORIO CONTRO IL BULLISMO

Risolvere e  imparare a capire episodi di bullismo si può, anche con il teatro laboratorio. E’ il progetto NO BULLS/BE FRIENDS, Oltre il silenzio, oltre storie di ordinario bullismo, per riconoscere, scoprire, analizzare e drammatizzare i comportamenti a rischio della comunità scolastica, il contesto dove più frequentemente si sviluppano episodi di bullismo. Educare alla lettura dei comportamenti può aiutare a “scoprire” il proprio ruolo in un eventuale dinamica di “ciclo dell’abuso” che spesso si attua negli eventi di bullismo. La maggior parte delle volte, sono evidenti solo i ruoli della vittima e dell’istigatore, ma meno
quella dell’attendente, colui che assiste più o meno consapevolmente ai fatti. Il teatro, come funzione antropologicamente attivante di energie non convenzionali, introduce l’individuo ed il gruppo in stati e fasi liminali, in cui le relazioni personali ed interpersonali assumono ed acquistano valori cognitivi profondi, grazie alla forza coinvolgente dell’azione collettiva ed alla libera espressione del corpo e della voce. L’indagine si estende ai SOCIAL NETWORK, alla pubblicità, ai nuovi eroi digitali, ai modelli di comportamento che propongono la velocità e la forza come caratteristiche del “vincente”: il sondaggio e la destrutturazione di tali forme di comunicazione ci dà la possibilità di individuare devianze di comportamento e percezioni distorte di se stessi e della propria immagine nel mondo. La prima fase, di incontri formativi dal titolo BULLO SARAI TU!, si svilupperà sotto forma di
conferenze-spettacolo, sessioni di lavoro teatrale e di rappresentazione con gli attori di Manicomics dedicate a tre classi per ogni Istituto coinvolto. La seconda fase di SCRITTURA CREATIVA AUTOBIOGRAFICA, condotta da Manicomics,
coinvolgerà due gruppi interclasse per ogni Istituto. Attraverso l’analisi dei media
particolarmente vicini ai giovani (pubblicità, cinema, videoclip e social network) e dei comportamenti a rischio (guida in stati alterati, uso di sostanze e alcool) si elaboreranno i contenuti per la scrittura drammaturgica collettiva che sarà portata in scena nella terza fase. La terza fase di LABORATORIO TEATRALE porterà alla produzione di uno spettacolo finale realizzato da un gruppo interclasse delle scuole coinvolte. Lo spettacolo finale sarà presentato al termine del progetto ed aperto al pubblico.

 

PROCESSO FALSI INVALIDI, ACCOLTO IL RICORSO DEL COMUNE

E’ stato accolto il ricorso proposto dal Comune di Piacenza per il processo falsi invalidi. La Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Piacenza avverso la sentenza di assoluzione, da parte della Corte d’Appello di Bologna, degli imputati nel processo per l’utilizzo abusivo dei pass Ztl riservati agli automobilisti invalidi. “La Cassazione – commenta la dirigente avvocato Elena Vezzulli – ha così cassato con rinvio la sentenza emanata il 28 febbraio 2014 dalla Corte d’Appello di Bologna che aveva annullato la sentenza di primo grado del 23 gennaio 2013 con la quale il Tribunale di Piacenza aveva condannato tutti gli imputati dei reati loro ascritti: falso e truffa ai danni della pubblica amministrazione. I quattro imputati, Giuliano Rigoni, Manuel e Silvia Monteverdi e Lorenzo Barratovi, difesi dagli avvocati Graziella Mingardi e Ettore Maini, sono stati condannati anche a rifondere le spese processuali al Comune e all’Ausl, parti civili nel processo”.

PROVINCIA OCCUPATA, SCATTA LA SOLIDARIETA’ TRA DIPENDENTI

“Meno controlli, più abusi, più interessi privati, uguale distruzione del servizio pubblico” e ancora ” più tagli, meno servizi, più palle uguale Renzi”. Dovunque si volgesse lo sguardo si vedevano cartelli così, pensieri diventati manifesti. I dipendenti della Provincia, la provincia l’hanno occupata. Proprio come succede nel privato, quando c’è aria di tagli, perchè è questo che sta accadendo. I dipendenti pubblici rischiano il posto di lavoro, quelli salvati dalla sicurezza di un’assunzione non sanno quali servizi resteranno in capo all’ente o se verranno delocalizzati. L’incertezza regna sovrana, ma i numeri, quelli, sono certi. Su poco più di 300 dipendenti impiegati nell’ente di via Garibaldi, la Legge di Stabilità impone il tagli di 161 unità, che a livello nazionale diventano 20mila.

Una situazione ancora più nera per i 6 lavoratori del settore agricoltura e per i 24 del centro per l’impiego contrattualizzati da agenzie interinali o cooperative. Alcuni di loro sono dipendenti precari della provincia da 16 anni e non sono mai stati stabilizzati. A loro non è stata concessa l’autorizzazione per partecipare all’occupazione. Il loro ultimo giorno di lavora sarà il 29 gennaio 2015.

comunicato Rifondazione Comunista: TAGLIO DELLE PROVINCE E LICENZIAMENTI, IL DIFETTO STA NEL MANICO.

Nella passerella degli esponenti del PD locale (il segretario Molinari e l’on. Bergonzi) alla manifestazione sindacale di questa mattina in risposta alla drammatica situazione occupazionale e di taglio dei servizi delle province derivante dalla Legge di Stabilità del governo Renzi, gli stessi hanno sparse lacrime di coccodrillo e ipocrisie come se il consiglio dei ministri e il suo presidente venissero da Marte e non rappresentassero invece la maggioranza al potere in questo paese. Molinari e Bergonzi, coadiuvati dalla vice presidente dell’amm.ne prov.le Calza, hanno invocato un’applicazione più dilazionata nel tempo delle misure previste dalla legge Del Rio ed attuate con la legge di stabilità in discussione in queste ore. La realtà è che il disegno di riordino istituzionale che ha trasformato le province in enti di secondo livello ha come filosofia portante quella della loro completa abolizione, del licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori in esse attualmente occupati, del taglio – e quindi di una loro privatizzazione – dei servizi erogati in particolare per ciò che concerne agricoltura, formazione e avviamento al lavoro. Questa prospettiva, peraltro, è denunciata dall’ottobre 2014 in un documento dell’Unione Province Italiane che indica nel 2017 la data in cui a causa del taglio dei finanziamenti da parte del governo ci saranno risorse economiche pari a 0 (zero) per dare ai cittadini quanto sino ad oggi avuto: sgombero neve, manutenzione delle scuole, manutenzione delle strade, controlli ambientali, protezione civile. Rifondazione Comunista, nel sostenere l’immediato reintegro dei “precari” licenziati, condivide quanto la CGIL ha messo al centro del recente sciopero generale e quanto sta facendo il sindacalismo di base perchè questa manovra economica venga respinta e si sviluppi nel paese la più ampia mobilitazione a difesa dei lavoratori pubblici, della democrazia e dei diritti. Sfida i parlamentari piacentini ad uscire dalla loro tortuosa ambiguità e ad assumersi la responsabilità di un voto contrario in parlamento se le loro scelte dovessero produrre licenziamenti e taglio dell’operatività dell’ente.

il segretario prov.le del P.R.C.
David Santi

Nel servizio, la voce dei dipendenti 

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FONDAZIONE, UNO SGUARDO ALLA CRISI

In prima fila erano seduti accanto il presidente Massimo Toscani, l’ex Francesco Scaravaggi e l’ex membro del cda Stefano Pareti. Il prima e il dopo Fondazione, un prima e un dopo che Toscani rimarca, tra le righe, in ogni suo intervento pubblico.  E per proprio per tagliare con il passato, il Presidente ha annunciato la volontà di istituire in Fondazione un tavolo permanente di confronto aperto al territorio per decidere dove e come destinare le risorse. A proposito di risorse, Toscani ha deciso di destinare il budget assegnato alla strenna natalizia  alla Caritas diocesana. “La strenna – ha detto ai presenti- era destinata a voi, qui di dobbiamo ringraziarvi perche è come se la donaione l’aveste fatta voi”.

PIACENZA SI GUARDA “A TUTTO TONDO”

I fatti principali della settimana piacentina raccontati con una visione approfondita che possa condurre chi guarda a riflettere e farsi delle domandeA Tutto Tondo, il nostro nuovo format, cercherà di raccontare cosa succede a Piacenza; lo farà attraverso il web perchè crediamo che sia il nuovo linguaggio, raggiungibile e comprensibile a tutti. Una visione globale, tonda come richiama l’immagine stessa del titolo. Nella puntata zero ci occuperemo del tema profughi, di come i sindaci stanno reagendo alla possibilità che gli stranieri arrivino sul territorio, e vedremo anche alcuni esempi virtuosi. In primo piano anche il tema delle aree militari, il percorso di dismissIone che trasferirà sette caserme di proprieta demaniale al comune di Piacenza. Temi importanti che avranno ricadute importanti sulla città, positive solo se ben sfruttate. A tutto tondo sarà un appuntamento settimanale che potrete rivedere in ogni momento sulla nostra web tv.

TRASPORTO PUBBLICO, UN PESO SULLE SPALLE DEI SINDACI

I comuni dovranno far fronte, economicamente parlando, laddove non arriva più la Provincia. Accade così che il trasporto pubblico locale diventi un problema, e anche gravoso. Gravoso, ancora una volta dal punto di vista economico, nel senso che i singoli comuni dovranno sborsare cifre ingenti per mantenere il servizio adeguato. La nuova provincia, declassata al secondo livello, non è più in grado di stanziare risorse per il trasporto pubblico. Dall’altra parte c’è la contingenza, cioè la scadenza del contratto con Seta, il gestore a cui Tempi ha affidato il trasporto pubblico locale, al 31 dicembre 2014. La domanda è: come coprire quel milione 600 mila euro che fino ad oggi erano versati dagli enti proprietari di Tempi, ovvero Comune di Piacenza al 40 per cento e provincia al 60? La nuova amministrazione provinciale ha pianificato in una tabella i contributi che ogni singolo comune dovrà versare sulla base di tre criteri: fascia livello di servizio, densità abitativa, popolazione residente. Così risulta che il comune capoluogo dovrà versare una somma pari a quasi 650 mila euro; Fiorenzuola 91mila 900, Castel San Giovanni 82 mila 500; Rottofreno 71 mila 200; Podenzano 54 mila 400, solo per citare le cifre più esose. La gran parte dei primi cittadini, anche questa volta, non ci sta, e invita a delocalizzare la partita alle regioni, come il sindaco di Cortemaggiore Gabriele Girometta. D’accordo invece, con la proposta della provincia, il sindaco di Cerignale Massimo Castelli da poco responsabile Anci dei piccoli comuni al di sotto dei 5mila abitanti, che rilancia con alcune proposte, come razionalizzare laddove ci sono sprechi e la richiesta di contributo da parte della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

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