GIOVANNA CARDILE: “UN ALBO CHE TUTELI GLI ORFANI DI FEMMINICIDIO COME ME”

Giovanna aveva solo cinque anni e mezzo, ma ricorda benissimo quella notte tra il 5 e 6 aprile del 1985. Era la notte di Pasqua, quella in cui la nonna materna e la madre furono uccise dal padre. Cerco di mettersi davanti alla mamma per difenderla, ma non ci riuscì e la madre cadde, senza vita, sotto al letto della camera.
Giovanna Cardile, da allora, è orfana di femminicidio. Ha iniziato a raccontare la sua storia nel 2013, ad un corso dell’università di scienze politiche di Messina, la sua città.

Giovanna racconta quello che è accaduto con fermezza, tuttavia nelle sua parole traspare speranza. Si dice fortunata perché ha trovato una famiglia adottiva che l’ha accolta e l’ha amata. Il padre adottivo, ha detto, “mi ha insegnato ad avere umiltà nel mio dolore e a non odiare tutti gli uomini”.
Oggi Giovanna chiede che sia istituito un albo, un registro nazionale, che tuteli gli orfani di femminicidi, come lei e il fratello. Perché ad oggi manca un aiuto concreto e non tutti hanno la forza economica di rialzarsi anche materialmente.

Nella commissione delle Elette, dove Giovanna Cardile è stata ospite, ha partecipato anche il magistrato De Gioia che ha confermato la necessità di un elenco nazionale che tuteli queste vittime. Giovanna, che oggi è un’insegnante, vorrebbe che il sostegno psicologico non fosse sempre e solo rivolto alle vittime, ma anche agli uomini autore del reato.

EX ACNA: CONSEGNATA L’AREA, AL VIA LE OPERAZIONI DI BONIFICA. BONGIORNI: “MASSIMA ATTENZIONE ALLA SICUREZZA AMBIENTALE”

E’ partita la fase realizzativa della bonifica dell’area ex Acna: un intervento lungamente atteso, dopo anni di complessità, cui oggi si dà attuazione in virtù del lavoro di diverse Amministrazioni ed Enti. Con la consegna effettiva, i lavori sono stati affidati al raggruppamento di imprese BSA Srl e Furia Srl (aggiudicatasi l’appalto), per un intervento di bonifica del sito finanziato, per circa 10 milioni di euro, con i fondi della Missione 2 PNRR del programma UE Next Generation EU destinati alla “Bonifica dei siti orfani”, ovvero aree dismesse e contaminate da rigenerare.

Nelle prime settimane di attività, le ditte incaricate procederanno con le operazioni propedeutiche alla bonifica vera e propria, a cominciare dai monitoraggi ambientali: “Una componente fondamentale – spiega il vice sindaco Matteo Bongiorni – necessaria per garantire il controllo costante sugli effetti del cantiere, evitare un impatto negativo in termini di aumento delle polveri sospese, vibrazioni, rumore generato e mantenere costantemente controllata la qualità delle acque sotterranee. Proprio questa settimana, infatti, si sta effettuando l’installazione delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria e delle emissioni acustiche, mentre in seguito saranno predisposte le procedure per la misurazione delle vibrazioni e le analisi idriche: avere a disposizione tutti i parametri come riferimento iniziale significa poter mappare l’evolversi del cantiere passo dopo passo, tenendo sotto osservazione ogni eventuale variazione dovuta alle operazioni in corso”. Successivamente, comincerà la preparazione delle aree di scavo, con la pulizia dai rifiuti abbandonati e la rimozione della vegetazione arbustiva spontanea, recintando infine la zona oggetto dei lavori.

“Un intervento certo non banale – rimarca l’assessore – che ovviamente genererà qualche impatto sul comparto circostante. Siamo infatti ben consapevoli sia dell’importanza della realizzazione di questo progetto, sia del valore che potrà avere per la città, così come manteniamo attenzione prioritaria agli aspetti più delicati, legati innanzitutto alla sicurezza ambientale e ci contesto su cui si sta lavorando in questi giorni. Ritengo quindi doveroso ringraziare tutti coloro che sono coinvolti sotto il profilo delle competenze e delle professionalità: il risultato che otterremo è frutto della collaborazione tra diversi Enti e settori del nostro Comune, il cui impegno congiunto è mirato a trovare le soluzioni operative più consone sia per le attività proprie di bonifica e di monitoraggio sia, ad esempio, per i risvolti viabilistici”.

A questo proposito, si rende necessaria una modifica della viabilità su via Cantarana, consentendo inoltre l’utilizzo temporaneo di una corsia del tratto ciclopedonale di via Maculani per il transito esclusivo dei mezzi di cantiere: “Una soluzione adottata – spiega Bongiorni – al fine di non gravare ulteriormente sul traffico allo snodo tra via Campagna e via XXI Aprile”.

I lavori di bonifica, con i relativi collaudi, termineranno entro marzo 2026, “ma il vero obiettivo – conclude il vice sindaco – è la successiva riqualificazione e restituzione dell’area alla città. Le opere di bonifica sono determinanti, ma l’attenzione è già rivolta anche al progetto di recupero funzionale che vedrà, tra i suoi elementi caratterizzanti, la parte prevalente del sito a verde e la realizzazione di un parcheggio per circa 300 posti auto. Un progetto anch’esso complesso e sul quale si tornerà a breve, anche alla luce dell’incontro pubblico che si è tenuto sul tema. L’elaborato deve infatti considerare sia le indicazioni della Soprintendenza, dovute al rispetto del vincolo sulle mura storiche, sia aspetti oggettivi legati, ad esempio, alle esigenze degli scavi per la bonifica stessa o ai livelli del suolo, relativamente al drenaggio delle acque piovane”.

“MI VERGOGNAVO DI ESSERE UN ESULE GIULIANO DALMATA”

La questione orientale, l’esodo giuliano dalmata, il dramma delle foibe, sono temi fortemente controversi, probabilmente per la politicizzazione che troppe volte si è fatta. Riportare il tutto al tema storico e alla testimonianze aiuta a capire con obiettività. È quello che si voluto fare con lo storico Gianni Oliva e con le testimonianza di due esuli giuliano dalmati, nell’ultimo incontro della Generazione Z organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Piacenza.
L’Italia del 1945 non ha fatto i conti col sua passato; la stessa Italia che per cinque anni ha combattuto la seconda guerra mondiale a fianco dei tedeschi e l’ha persa. Poi ci sono stati il 25 aprile, l’insurrezione partigiana certo, ma prima? È la domanda da cui parte lo storico Oliva per la sua riflessione con gli studenti delle scuole medie e superiori della città.

Pier Paolo Vlacci ha dovuto abbandonare la sua città, Trieste, a 7 anni. “Se eri italiano, dovevi sparire, subito” ci racconta “ senza portare nulla con te”. A distanza di 80 anni gli esuli fanno ancora fatica a raccontare quelle storie che li hanno segnati per sempre. Nel 2004 quando il parlamento ha approvato quasi all’unanimità la Giornata del Ricordo il 10 febbraio, ha in parte aperto un varco.

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RAPPORTO SOSTENIBILITA’ 2024: BENE LA DIGITALIZZAZIONE E VERDE URBANO, CRITICITA’ SUL CONSUMO DI SUOLO

L’agenda 2030 non è uno strumento obbligatorio per i comuni, ma certamente adottandola ci si impegna a raggiungere determinati obiettivi anche in termini di sostenibilità. Ecco che il Comune di Piacenza è stato il primo, in regione, ad aderire alla Rete Nazionale dei Comuni sostenibili e, partendo dai dati, si è dato dei target da raggiungere entro il 2030 per i 17 obiettivi di sviluppo sostenibilità.

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IDROGENO, CYBER SICUREZZA E NUCLEARE IN PRIMO PIANO A PIACENZA EXPO

Hydrogen Expo, Nuclear Expo e CybSec-Expo; tre eventi, a Piacenza Expo dal 21 al 23 maggio, che serviranno a fare il punto su temi di grandissima attualità per le imprese. Oggi il taglio del nastro.

Hydrogen Expo, giunta alla sua quarta edizione, si è ormai imposta come la più grande mostra-convegno italiana – e tra le prime a livello europeo – interamente dedicata al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno. CybSec-Expo, alla sua seconda edizione, è la fiera italiana di riferimento in Italia per la sicurezza informatica, la protezione dei dati e delle infrastrutture critiche. Nuclear Power Expo, già con questa prima edizione, mira a diventare l’evento di riferimento a livello nazionale nel comparto dell’energia nucleare. L’obiettivo della tre giorni piacentina è quello di riunire i principali attori delle filiere dell’idrogeno, dell’energia nucleare e della sicurezza informatica, per fare il punto sul processo di riconversione energetica in Italia e favorire la nascita di nuove sinergie, con un’attenzione particolare alla sicurezza nazionale.

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PANCHINA ARCOBALENO “CANCELLATA” A CALENDASCO. ARCIGAY: “IL PIACENZA PRIDE SIA ANCORA PIU’ GRANDE”

La panchina arcobaleno inaugurata solo pochi giorni fa a Calendasco è stata “cancellata” dei suoi colori e oggi appare grigia. Un simbolo di inclusione e rispetto per i diritti civili è stato deturpato.

Davide Bastoni, presidente Arcigay Piacenza Lambda, ricorda che “la panchina è stata messa solo pochi giorni fa con iscritta una frase, anch’essa cancellata, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro l’omobitransfobia”. Anche Vladimir Luxuria, madrina del Pride in programma il 24 maggio, commenta: “Non resteremo in panchina spettatori dell’omofobia, è necessaria una mobilitazione”. Da Arcigay arriva l’appello a tutti i partiti piacentini di prendere le distanze da questi gravi attacchi.

La Cgil di Piacenza condanna con fermezza la “cancellazione” della panchina arcobaleno da parte di ignoti. Un simbolo di inclusione, rispetto e diritti civili collocato nei giardini di via Anguissola a Calendasco solo pochi giorni fa da Arcigay in collaborazione con l’amministrazione comunale. “Un gesto grave, che non può essere derubricato a una bravata: così si cancella un messaggio di pace, convivenza e uguaglianza. In un tempo in cui le discriminazioni verso le persone LGBTQIA+ sono tutt’altro che superate – dice Bussacchini – e anzi, in molti contesti alimentate da un clima di odio e regressione culturale – è inaccettabile che a qualcuno venga in mente di togliere l’arcobaleno simbolo di accoglienza e rispetto nella diversità”.

Anche Alternativa per Piacenza “condanna con forza il gesto vandalico e omotransfobico che ha avuto come obiettivo la “panchina arcobaleno”.
Disgusta che un semplice simbolo della libertà di amare e di essere pienamente sé stessi e di riconoscimento della piena dignità di tutte le persone, possa essere stata oggetto di un atto vigliacco e di violenza quale la cancellazione dei colori dell’arcobaleno e la scritta vergognosa apparsa al suo posto. Un atto di violenza proprio perché rivolto, a pochi giorni dall’inaugurazione della stessa e al Pride di sabato, contro tutti coloro che si battono e credono che una società civile si misuri anche dalla capacità di garantire piena dignità e diritti a tutti, indipendentemente dal proprio orientamento di genere. Si è voluto scientemente colpire un messaggio di inclusione, rispetto, ascolto e lotta contro ogni discriminazione”
Alternativa per Piacenza a questa deriva omotranfobica della società non intende sottomettersi ed anche per questo aderisce ancor più convintamente al Pride di sabato 24 maggio ed invita tutta la cittadinanza a fare altrettanto per rimarcare sempre più il proprio rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione.

Anche da ApP così come dalla Cgil arriva l’invito ad aderire ancora più convintamente al Pride di sabato 24 maggio per “rimarcare sempre più il proprio rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione”.

 

FONDAZIONE INVERNIZZI: PREMIATI 31 STUDENTI DELLA FACOLTA’ DI SCIENZE AGRARIE. “VALORIZZIAMO IL MERITO E LA RICERCA”

Sono 31 gli studenti della facoltà Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza che hanno ricevuto le Borse di Studio Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi; un riconoscimento al merito accademico e un investimento concreto nel futuro del comparto agroalimentare

L’iniziativa, ormai consolidata, rappresenta un importante gesto di fiducia della Fondazione nei confronti dell’Università Cattolica e, più in generale, delle nuove generazioni di professionisti chiamati a guidare con competenza e responsabilità le sfide dell’agroalimentare del futuro.

Alla cerimonia erano presenti il professor Giuseppe Bertoni, presidente della Fondazione Invernizzi, e il professor Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà.

«Questo è un momento significativo per almeno due motivi» ha dichiarato il professor Cocconcelli. «Da un lato, la Fondazione Invernizzi conferma il suo impegno a sostegno della formazione universitaria, riconoscendo il valore della nostra facoltà nella preparazione di figure altamente qualificate. Dall’altro, queste borse rappresentano un aiuto concreto per gli studenti, offrendo loro un’opportunità in più per investire nel proprio futuro».

Il settore agroalimentare, in costante evoluzione, richiede infatti competenze sempre più interdisciplinari per affrontare le complesse sfide ambientali, economiche e sociali. In questo contesto, la collaborazione tra l’Università Cattolica e la Fondazione Invernizzi si traduce in progetti di ricerca, attività di divulgazione scientifica e sostegno diretto alla formazione delle nuove generazioni.

«La nostra missione – ha aggiunto il professor Bertoni – è valorizzare il merito, inteso come unione di talento e impegno, e indirizzarlo verso il bene della collettività. Per questo la Fondazione continua a sostenere progetti di ricerca e formazione in ambito agroalimentare, contribuendo allo sviluppo di un sapere utile, concreto e di alto profilo».

Grazie al finanziamento della Fondazione Invernizzi, per l’anno accademico 2025-2026 saranno previsti esoneri fino a 5.000 euro dalle rate universitarie per le matricole dei corsi di laurea triennali e magistrali della facoltà, selezionati esclusivamente in base al merito.

«L’eccellenza è al centro del nostro progetto formativo – ha concluso Cocconcelli –. Il supporto che riceviamo dalla Fondazione Invernizzi, insieme alla fiducia delle aziende del settore agroalimentare, ci stimola a valorizzare sempre di più gli studenti più meritevoli, promuovendo una formazione solida, innovativa e orientata al futuro, per approdare ad un’agricoltura che assicuri cibo sano, sicuro e sostenibile per il Pianeta».

CONFINDUSTRIA: 80 ANNI DI VITA E UNA NUOVA SEDE PER IL 2028

Gli industriali piacentini avranno una nuova sede, accanto al centro di formazione Forpin in strada della Bosella, a Sant’Antonio per creare così una vera e propria cittadella degli imprenditori, della ricerca e dell’innovazione, pronta secondo il programma a fine 2028. L’annuncio direttamente dal Presidente di Confindustria Nicola Parenti, nel corso del suo interventi per gli 80 anni di vita dell’associazione.

Un’assemblea molto partecipata, nel cuore della città; il teatro municipale. Ad aprire il pomeriggio l’attore Stefano Accorsi che, dal palco ha letto alcuni stralci dell’imprenditore Olivetti e di Enrico Mattei. Un traguardo importante, 80 anni, per questo sono state premiate dodici aziende  che hanno aderito a Confindustria fin dal 1945. E guardando al futuro, il pensiero del presidente va già al primo secolo di vita. Tra le maggiori sfide la possibilità di continuare ad essere motore e sviluppo per il territorio e trasformare un’idea in realtà. Per questo occorre avere una burocrazia che non blocchi ma che al contrario faciliti le imprese a creare lavoro e innovazione
25 mila gli addetti impiegati nella nostra provincia; un numero importante che impone responsabilità, tra cui continuare a migliorarsi. E poi c’è il legame con le aziende e con il territorio, tema di questa 80esima assemblea provinciale. Il bilancio sociale d’impresa diventa indispensabile da oggi in avanti proprio per produrre ricchezza che si riversa sul territorio.

Ad arricchire l’evento la presenza in videocollegamento del premio Nobel per l’economia  Daron Acemoglu, docente del Mit di Boston, Diversi i temi toccati legati alla congiuntura burrascosa che sta vivendo l’economia mondiale segnata da un ritorno al protezionismo. Alla tavola rotonda anche il presidente della regione Emilia Romagna Michele De Pascale.

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PERTITE: UNDICI ASSOCIAZIONI FANNO UN APPELLO ALL’AMMINISTRAZIONE

Riceviamo e pubblichiamo l’appello firmato da undici associazioni a favore del parco della Pertite rivolte, in particolare, all’amministrazione.

Associazione Ambiente e Lavoro
Associazione Parco delle Mura
APS La Cura del bosco ETS
CAI Club Alpino Italiano – Piacenza
FIAB amolabici
Friday For Future – Piacenza
Italia Nostra sezione di Piacenza
Legambiente Piacenza Circolo “Emilio Politi”
Lipu Piacenza
Touring Club Italiano – Piacenza
Velolento Piacenza

Che il Parco della Pertite non rientri fra gli obiettivi prioritari di questa amministrazione risulta purtroppo evidente. Nel giro di un paio di anni, a seguito delle pressioni del Comitato della Pertite e delle associazioni ambientaliste per riuscire ad ottenere il Bosco in città, il Comune ha via via evidenziato una serie di intoppi tali da rappresentare l’obiettivo del parco come una vera e propria “missione impossibile”.
Dapprima ipotizzando una cifra incredibilmente alta (50 – 60 milioni di euro) per demolire e smaltire gli immobili presenti nell’area militare, senza avere un progetto e quindi una idea di quanti edifici e per quali funzioni sarebbe stato necessario recuperarli.
Successivamente la Pertite è stata inserita, nel Quadro Conoscitivo del PUG, fra le aree che andranno rigenerate “favorendo la concomitanza di iniziative pubbliche e dell’imprenditoria immobiliare privata”; formula decisamente poco felice e che male rappresenta la volontà di realizzare un parco pubblico. La destinazione urbanistica nelle norme del PUG rimane quella fondamentale di “verde pubblico”, ma con la precisazione che “l’area sarà trasformata a parco in tutto o in parte”.

Nel corso del Consiglio Comunale del 5 maggio scorso l’Assessora Fantini ha affermato che l’area, per essere fruibile come parco, va bonificata; precisando che tale “bonifica” comporterebbe lo scorticamento del terreno, quindi l’eliminazione degli alberi oggi esistenti e la successiva ripiantumazione. Affermazione che lascia davvero di stucco per almeno due motivi: primo perché è tutto da dimostrare che un’ulteriore bonifica, così radicale, sia necessaria; secondo perché la cancellazione integrale dei servizi ecosistemici che l’attuale bosco produce in una città inquinata come Piacenza suggerirebbe, senza alcun dubbio, soluzioni alternative. Piuttosto che tagliare le piante, per esempio, sarebbe preferibile interdire l’accesso al bosco, consentendo la bonifica solo nella radura. Infatti l’ipotesi del disboscamento è semplicemente impensabile e contraddittoria, per una comunità di migliaia di cittadini che da anni chiedono il parco, proprio per conservare il patrimonio arboreo esistente.
Nella stessa seduta di Consiglio Comunale è stato anche detto che l’Amministrazione è disponibile ad acquisire una parte dell’area di soli 7 ettari a condizione che la Difesa e il Demanio si facciano carico – oltre che della bonifica – anche delle spese per la recinzione e per l’impianto di illuminazione; condizioni che – di fatto – renderebbero impossibile la trattativa.
Ultimo intoppo l’accordo “Piano Città di Piacenza”, sottoscritto dall’Agenzia del Demanio e dal Comune di Piacenza il 24 aprile 2024 per “valorizzare”, mediante il ricorso ad investimenti privati, 11 aree demaniali inclusa l’area Pertite. Il Piano di valorizzazione della Pertite pubblicato sul sito dell’Agenzia del Demanio prevedeva un impianto fotovoltaico a terra “Energy Park”. Ipotesi che è stata prontamente smentita dall’Assessora Fantini sui giornali, tanto che dalla scheda presente – ne diamo atto – è stato tolto il riferimento. Ma dall’aprile 2024 non se n’era accorto nessuno?

Il minimo che si possa dire è che gli Enti coinvolti nel dossier Pertite non comunicano a sufficienza tra loro e che le idee per raggiungere l’obiettivo del parco sono ancora molto, troppo confuse.
A fronte di questa situazione, le sottoscritte associazioni di cittadini ritengono assolutamente necessario e urgente sostenere le proposte avanzate dal Comitato Pertite all’Amministrazione Comunale :
1) chiedere, per motivi d’interesse pubblico, lo stralcio dell’area Pertite dall’elenco delle aree demaniali di Piacenza che l’Agenzia del Demanio prevede di “valorizzare”, anche mediante l’alienazione a privati e con interventi immobiliari; in quanto l’area è interamente destinata dal PSC/RUE vigente a verde pubblico;
2) confermare nel PUG in corso di adozione, la destinazione urbanistica dell’intera area Pertite esclusivamente a parco pubblico urbano, rimuovendo le ipotesi che consentirebbero la parziale edificazione dell’area mediante interventi dell’imprenditoria privata;
3) costituire un tavolo tecnico-politico fra gli Enti competenti per
definire lo stato effettivo d’inquinamento dell’area, gli interventi di bonifica necessari, i relativi costi e i soggetti a cui compete l’obbligo di accollarsi le le eventuali operazioni e spese di bonifica;
stipulare un protocollo d’intesa ai sensi delle norme in materia di federalismo demaniale che preveda la cessione gratuita integrale e non parziale dell’area Pertite al Comune;
4) predisporre uno studio di fattibilità tecnico-economica che sviluppi la proposta del Comitato Pertite di parco naturale d’interesse storico-culturale-sociale, basata sulla conservazione della vegetazione e dei fabbricati esistenti recuperabili; e che preveda la possibilità di esecuzione dei lavori mediante stralci attuativi;
5) condurre l’intero processo tecnico-amministrativo sopra descritto in modo partecipato, informando e consultando in tempo reale la cittadinanza sulle problematiche e sulle ipotesi di scelte.

Come dimostrano decine di altri esempi in Italia, un parco pubblico non è un oggetto preconfezionato, che si acquista sugli scaffali del supermercato ma è un percorso vivo, le cui mete si conquistano a tappe, in base alle esigenze della città, delle persone che lo vivono e lo amano. Il parco è, e deve essere, l’espressione di una comunità che, se attivata, può produrre miracoli insperati, ben oltre l’ordinaria amministrazione.
Chiediamo alla Sindaca e al Consiglio Comunale un cambio di rotta e un impegno in questa direzione.

LAVORATORI LOGISTICA: LA NECESSITA’ PIU’ IMPELLENTE E’ LA CASA

Sono la mancanza di un alloggio e l’assenza quasi totale, per qualcuno, di alfabetizzazione digitale ed informatica le principali necessità emerse dall’indagine condotta da ITL su indicazione del Comune di Piacenza sui lavoratori del comparto logistico di Le Mose. Alla ricerca hanno contribuito anche le aziende, Confindustria, Confapi e Confcooperative, perché l’obiettivo è trovare soluzione condivise a tutti i soggetti che gravitano nel comparto.

Oltre 400 i lavoratori oggetto dell’indagine avviata ad aprile 2024, il 10% del totale degli addetti impiegati: 4 le macro aree oggetto di studio: abitazione , mobilità, accesso ai servizi in senso lato, e formazione integrativa.
Ed è proprio il problema casa quello che emerge con maggiore forza: il 60% dei lavoratori intervistati vive in affitto, il 3% vive in alloggi pubblici/dormitori, e il tempo medio per trovare una casa è stato di 3 mesi per il 60% degli intervistati.

In questo contesto, le aziende hanno un ruolo fondamentale: sono ancora troppo pochi i casi virtuosi per cui fanno da garanzia al lavoratore nella ricerca di un alloggio e nel pagamento dell’affitto, così come pochi lavoratori hanno facilità nell’accesso al credito o nell’accendere un mutuo. Ma dalla ricerca sono emerse anche dati inaspettati che riguardano la nazionalità e il titolo di studio.

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