CENTRODESTRA: “TARASCONI SI DISPIACE PER IL CAMBIO DEL PREFETTO? RETORICA AUTOREFENZIALE”

I capigruppo e i consiglieri di centrodestra sono intervenuti sulle dichiarazione della sindaca Tarasconi in merito all’avvicendamento del prefetto Ponta.

Restiamo sinceramente perplessi – e anche sconcertati – dalle dichiarazioni del sindaco di Piacenza in merito alla recente sostituzione del prefetto. In una giornata in cui la nostra città ha avuto l’onore di ospitare il Ministro dell’Interno e il Capo della Polizia, una visita istituzionale di altissimo profilo e sicuramente rara – se non inedita – negli ultimi anni, le parole della prima cittadina ci sono sembrate completamente fuori luogo.

Piacenza ha finalmente potuto constatare la presenza concreta e costante di un governo centrale stabile, che sta dimostrando con i fatti attenzione ai territori. Eppure, anziché soffermarsi sull’importanza delle proposte discusse e sull’alto valore istituzionale della giornata, il sindaco ha scelto ancora una volta la via del vittimismo, lamentando il fatto che quello in corso sia il terzo cambio di prefetto dall’inizio del suo mandato.

È bene chiarire, per onestà istituzionale e per rispetto della verità, che la rotazione dei prefetti è prassi ordinaria, non certo frutto di strategie “contro” qualcuno. Anche con la precedente amministrazione i prefetti sono stati tre, e con riguardo agli ultimi due la sostituzione è avvenuta addirittura durante la pandemia, ma non sono mai stati interpretati come atti politici o personali.

La gestione dei prefetti, infatti, rientra nelle competenze dirette del Ministero dell’Interno. I prefetti sono funzionari dello Stato e, come tali, vengono destinati a sedi diverse in base a valutazioni interne all’amministrazione, che rispondono a esigenze organizzative, di esperienza, equilibrio territoriale o percorsi di carriera.
Non è inusuale che in pochi anni un prefetto cambi sede anche più volte: è parte della normale mobilità dirigenziale prevista per garantire l’imparzialità e l’efficienza del servizio.

Ci spiace che, anche in un momento di grande rilevanza istituzionale per Piacenza, non si riesca a cogliere l’opportunità di collaborazione tra enti e si preferisca, ancora una volta, alimentare polemiche e retorica autoreferenziale.

Confidiamo che i cittadini sappiano distinguere tra chi lavora per il territorio e chi, anche davanti a segnali di attenzione dello Stato, trova sempre un motivo per lamentarsi.

MINISTRO PIANTEDOSI: “ENTRO L’ANNO NUOVI RINFORZI. IPOTESI ZONE ROSSE IN CITTA’

Chi si aspettava che dal tavolo in prefettura presieduto dal Ministro dell’Interno uscisse già il numero di nuovi agenti di polizia pronti a presidiare il territorio, rimarrà deluso. Ciò che è stata assicurato dal Ministro Piantedosi è che da qui ai prossimi mesi ci sarà un segno tangibile e visibile; nuovi rinforzi insomma che, pare di capire, per il momento si concentreranno sulle sostituzioni delle dismissioni più qualche numero. Pur sempre forze giovani che si riverseranno a presidiare il territorio come richiesto dalle istituzioni.

Arrivato poco dopo le 10 del mattino, il Ministro dell’Interno, accompagnato dal capo della polizia, ha partecipato al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Ponta a cui hanno partecipato la sindaca Tarasconi, la procuratrice Predella e la presidente della provincia Patelli. La presente del Ministro Piantedosi era stata richiesta dalla prima cittadina a seguito degli episodi del 25 giugno al Cheope, che hanno visto protagonisti alcuni ultras del piacenza e due fratelli algerini. Non è escluso che anche a piacenza vengano istituite cosiddette zone rosse con un maggiore presidio di forze dell’ordine.

La visita del titolare del Viminale è caduta proprio l’indomani della notizia, a dire il vero inaspettata dai più, dell’avvicendamento del prefetto Paolo Ponta, che, dopo solo un anno e mezzo, lascerà Piacenza per Lecco, al suo posto Patrizia Palmisani. Particolarmente dispiaciuta la sindaca Tarasconi “significa ricominciare tutto daccapo, è il terzo prefetto dalla mia elezione”. Consapevole che il prefetto accorre laddove viene incaricato dal ministero, lo stesso Ponta confessa di essere umanamente dispiaciuto di dover lasciare un gruppo con cui si è instaurato un buon metodo di lavoro.

A margine del tavolo, il ministro ha incontrato la sindaca di Castel San Giovanni Valentina Stragliati che ha chiesto un potenziamento della caserma locale, oggi sotto alla decina di unità. “Con 14300 abitanti, oltre 7 mila lavoratori del polo logistico, Castel San Giovanni ha diritto ad un presidio più consistente di forze dell’ordine”  ha detto Stragliati. Una richiesta che ha accolto la disponibilità del ministro.

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DEBITO FUORI BILANCIO PER SPESE LEGALI: BARBIERI “MA DOVE STA L’INTERESSE PUBBLICO PER LA CITTA’? “

Sono state, in particolare, le spese fuori bilancio ad attirare le critiche dei consiglieri di minoranza in sede di discussione sulla verifica degli equilibri e assestamento generale del bilancio di previsione 2025/27, passata con il voto favorevole della maggioranza, contrario il centrodestra, astenuti ApP e Liberali. La manovra conta in tutto 7,7 milioni di euro per il 2025. Tra i capitoli principali la manutenzione stradale, servizi socio-assistenziali e educativi rivolti ai minori e minori stranieri non accompagnati.

Dicevamo particolare attenzione è stata rivolta al riconoscimento di un debito fuori bilancio di 8.648 euro, dovuto principalmente alle spese legate al ricorso al Tar relativo alla questione della dirigente Elena Vezzulli. La consigliera Patrizia Barbieri ha battuto sull’argomento dicendosi “molto preoccupata in quanto il conflitto tra il Comune a la dirigente è senza precedenti; nasce da una diversa interpretazione sulla bontà della fideiussione di Piazza Cittadella, su cui la dirigente aveva delle perplessità. La dirigente è stata esentata dall’occuparsene e poi colpita da una serie di provvedimenti. In attesa della sentenza dell’autorità giudiziaria, si pongono in essere una serie di escamotage per eludere, ad esempio il Comune che sopprime la dirigenza dell’Avvocatura comunale. Io mi chiedo: dov’è l’interesse pubblico in tutto questo? Se anche il Consiglio di Stato dà ragione alla dirigente, chi paga i danni?. Quanto sta costando ai cittadini questa vicenda ? – si domanda Barbieri – è presto detto: per la difesa del Comune la spesa è di 140.696 euro. Quale interesse pubblico per la città?”.

“Solo lo 0,06% di questa variazione è legato a questa vicenda, è davvero una cosa di piccolissime dimensioni – ha ribattuto la consigliera del PD Paola De Micheli – c’è stata una rotazione dei dirigenti che io reputo legittima, in quanto è prevista in tutte le strutture pubbliche per evitare che il tempo caratterizzi un eccesso di potere. E il Tar non ha detto che il Comune non può far ruotare i dirigenti, la sentenza dice solo che l’Avvocatura deve essere guidata da un dirigente. Non personalizziamo questa che è una vicenda interna all’amministrazione”.

SOPRALLUOGO DEL MINISTRO GIULI ALL’EX ALBERGO SAN MARCO: “SARA’ EPICENTRO DELL’ITINERARIO VERDIANO”

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli è arrivato stamattina a Piacenza per un sopralluogo all’ex hotel San Marco, in quello che fu l’appartamento e l’ufficio di Giuseppe Verdi. Ad accogliere il Ministro la sindaca Katia Tarasconi, l’assessora alla riqualificazione Adriana Fantini, il ministro piacentino Tommaso Foti, il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri, la responsabile dell’Area Patrimonio storico e artistico della Soprintendenza, Anna Coccioli Mastroviti, e la direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi, in quanto l’edificio, per due terzi, è di proprietà dell’azienda sanitaria.

“Un altro passo avanti sostanziale verso il recupero e la valorizzazione del luogo verdiano per eccellenza nel cuore del nostro centro storico. Un luogo straordinario per la memoria culturale e artistica di Piacenza che ci vede tutti uniti per la sua rinascita” ha commentato la prima cittadina sui social con le foto della visita del Ministro.

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LA GIUNTA TARASCONI COMPIE TRE ANNI E PUBBLICA IL BILANCIO DI META’ MANDATO. SINDACA “SEGNO DELLE TAPPE RAGGIUNTE E TRAGUARDI FUTURI”

In poco meno di 50 pagine l’amministrazione Tarasconi ha redatto il Bilancio di metà mandato, un documento di facile consultazione, sul sito www.comune.piacenza.it  che riassume progetti e in corso, attuazione delle linee programmatiche della Giunta e, con una prospettiva di più lungo termine, iniziative e percorsi di cui si sono poste le basi affinché trovino compimento nel prossimo biennio.

“Il 14 luglio ricorrono tre anni esatti dalla presentazione della squadra di governo della città – spiega la sindaca – Ecco perché, proprio a ridosso del terzo “compleanno” della Giunta, ci tenevamo a dare un segno concreto delle tappe raggiunte insieme sin qui e dei traguardi che ci stiamo impegnando a conseguire. E’ un atto dovuto nel nome della trasparenza e del rispetto nei confronti della nostra comunità, che in questo resoconto sintetico, ma il più possibile esaustivo, può trovare non solo gli elementi per valutare il
nostro operato, ma anche uno strumento informativo utile per conoscere meglio il territorio e l’attività del Comune”.

Si mettono in luce anche aspetti importanti relativi alla riorganizzazione dell’ente e all’innovazione in atto sia per quanto riguarda i servizi rivolti alla collettività, sia dal punto di vista gestionale, con riferimento ad esempio ai grandi progetti finanziati dal Pnrr, allo sviluppo delle partnership tra pubblico e privato e all’impulso dato ai processi partecipativi: “Elementi chiave – rimarca Katia Tarasconi – di una rigenerazione urbana che va di pari passo con la promozione dell’inclusione sociale, lo sviluppo economico, la sostenibilità ambientale e la tutela della sicurezza. Non a caso, i sei capitoli che compongono il testo non riflettono una suddivisione tra le deleghe degli assessori, ma restituiscono l’intento di lavorare in modo coordinato e condiviso, guardando insieme agli obiettivi per il domani di Piacenza”.

Si parte da “La città e il suo Comune” – panoramica sulla situazione economico-finanziaria, le iniziative di sostegno al tessuto produttivo, ma anche gli interventi in settori di rilievo fondamentale quale i servizi cimiteriali e la rete delle farmacie – per proseguire con “La città che cresce e pianifica il suo futuro”, guardando al territorio che cambia, seguendo i dettami dei Piani urbanistico generale e del Piano urbano del traffico, attraverso il
recupero di spazi dismessi (dalla Manifattura Tabacchi alle ex Scuderie di Maria Luigia) e a riqualificazioni di impatto come quella del Polisportivo.

“La città sostenibile” getta lo sguardo sulla tutela degli spazi verdi e le nuove
piantumazioni, sul progetto di restituzione alla fruizione pubblica dell’ex Acna, sui parchi gioco e sulla street art, sulle aree pedonali in centro storico e sulla tecnologia smart che ottimizza le risorse energetiche, mentre “La città da vivere insieme” ripercorre i grandi eventi culturali, artistici e sportivi che fanno crescere l’attrattiva di Piacenza e ne restituiscono la vitalità come laboratorio di partecipazione.
Il capitolo “La città che ha cura di persone e spazi” unisce la dimensione sociale del sostegno alle fragilità e dell’inclusione, declinata lungo le direttrici del Peba, delle politiche di genere ma anche attraverso progetti regionali come “On the Road” e “Vega” che integrano l’impegno per la sicurezza affiancandosi al presidio del territorio garantito dalla Polizia Locale e dall’implementazione dei sistemi di videosorveglianza.
Infine, “La città giovane” dal rapporto sempre più stretto e costruttivo con le Università aventi sede in città, alla rete degli sportelli Piacenza Orienta e Piacenza Talenti, sino alla promozione delle start-up e delle idee under 35.
“Il tutto – conclude la sindaca – nell’ottica della sostenibilità e dei principi cardine dell’Agenda 2030 in cui crediamo fortemente, avendo voluto farne la cifra distintiva del nostro cammino”.

MINISTRO FOTI, SULLE VIOLENZE: “NON E’ TEMPO DI INCENDIARI, SI TORNI ALLA RAGIONE E ALLA CIVILE CONVIVENZA”

“Lasciamo perdere di sostituirci a coloro che meritoriamente indagano per fare chiarezza sugli episodi di violenza – non di razzismo – più gravi che si sono susseguiti in questi giorni a Piacenza. E’ un esercizio tanto inutile quanto destinato ad esacerbare ulteriormente gli animi. Dobbiamo invece e per contro chiederci la ragione per la quale episodi di violenza si susseguano con un ritmo che la nostra città non ha mai conosciuto. La guerra per bande, soprattutto all’interno degli extra comunitari, è un dato oramai acquisito, ancorché sottovalutato nella sua evoluzione. Ma proprio perché tale è lo stato delle cose serve un supplemento di prevenzione e di vigilanza per evitare che la violenza imploda con una virulenza che potrebbe farci scappare anche il morto. E analogamente non è pensabile che i cittadini, tutti i cittadini – piacentini e non – abbiano timore di utilizzare gli spazi pubblici a loro destinati, proprio per paura di essere vittime di violenza o coinvolti, loro malgrado, in risse, accoltellamenti e quanto altro di peggio si porta a dietro la delinquenza. Ma proprio perché la situazione è in ebollizione e si rischia che deflagri, un appello al ritorno alla ragione, alla civile convivenza, al rispetto delle leggi e delle regole, appare dovuto. Non è il tempo di incendiari: occorre dare un segnale forte che la Piacenza che ci appartiene – anche con quella tranquillità che alcuni deploravano, ma che piaceva alla stragrande maggioranza dei cittadini – non sia relegata ad un ricordo del passato. E allora ognuno, per la sua parte, si attivi. Perché non è più tempo di sottovalutare, minimizzare, fare finta di non vedere. E per un ritorno alla ragione, in primo luogo, devono impegnarsi le forze politiche e sociali – tutte e senza divisioni dettate dal retaggio ideologico – perché Piacenza non è la riserva indiana di una fazione, ma è dei suoi cittadini, che giustamente reclamano di essere abbandonati a se stessi e che, invece e per contro, devono avvertire che così non è. Ma serve dimostralo con i fatti, non con la retorica delle prediche inutili” lo scrive in una nota il Ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr Tommaso Foti.

“LA SICUREZZA E’ UNA ESIGENZA DI TUTTI” CHIESTO UN TAVOLO PREFETTO, AMMINISTRAZIONE, VESCOVO E COMUNITA’ ISLAMICA

La richiesta emersa è quella di un tavolo da convocarsi in Prefettura a cui siederanno prefetto, amministrazione con la sindaca Tarasconi, i capigruppo dei gruppi consiliari, il vescovo Cevolotto e la comunità islamica. Perché, ha ribadito la prima cittadina, “la sicurezza è una esigenza di tutti”.
La richiesta che verrà presentata nella prossime ore al prefetto Ponta, è uscita dal tavolo che si svolto a palazzo Mercanti tra la sindaca Tarasconi, i capigruppo di maggioranza e opposizione e Yassine Baradai, segretario nazionale UCOII, l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, che ha chiesto di incontrare l’amministrazione dopo i fatti dell’altra sera in via IV Novembre. Circa un’ora, la durata dell’incontro, che ha ratificato la richiesta di un tavolo con chi ha diretta competenza in materia di sicurezza e ordine pubblico, ovvero il prefetto.

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PD: GOBBI SEGRETARIO CON L’83% SULL’AGGRESSIONE DEL CHEOPE: “NON SOFFIAMO SUL FUOCO DELL’INTOLLERANZA”

Nessuna sorpresa per quell’83% di voti che, certamente lo hanno eletto segretario del partito democratico, ma che a dispetto dell’unitarietà inziale potrebbero sembrare non del tutto convincenti. Massimiliano Gobbi è il nuovo segretario dei Democratici della provincia di Piacenza, l’assemblea convocata a Piacenza Expo, lo ha ratificato stamattina. Accanto a lui, la vicepresidente sarà Virginia Zilli; segretaria del circolo cittadino Michela Cucchetti.
La sua elezione è avvenuta al termine di un percorso votato all’unitarietà ma anche alla democrazia e questo comprende anche le astensioni e i voti contrari.

Ruolo quantomai delicato quello del nuovo segretario che succede a Carlo Berra, commosso nel suo ultimo intervento in assemblea, che dovrà portare il partito alle elezioni del 2027, per confermare il centro sinistra alla guida della città. Sfida non scontata. La ricetta del neo segretario? Pragmatismo all’interno di un perimetro valoriale ben definito.

Poi ci sono le prese di posizione che la quotidianità impone; rispetto all’aggressione di qualche sera in via IV Novembre dal Pd arriva una ferma condanna per quanto accaduto nella consapevolezza che il tema sicurezza è cruciale e che non è il momento di esasperare la situazione accendendo altri fuochi. Il PD non parteciperà alla manifestazione antifascista del 2 luglio organizzata da Si Cobas e Contro Tendenza.

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REFERENDUM: IL QUORUM RESTA LONTANO. A PIACENZA AFFLUENZA FERMA AL 27,8 PER CENTO

In provincia di Piacenza l’affluenza al voto per i referendum non è arrivata al 30%, si è fermata al 27,84%. Poco meglio nel comune capoluogo dove l’affluenza è arrivata al 31%; il comune che si è avvicinato di più al quorum, seppur ancora lontano, è stato Zerba dove ha votato il 43,10%, a Fiorenzuola d’Arda l’affluenza è stata del 30,91, a Gossolengo del 32,61%, Cerignale 29,81%. Il quorum dunque non è stato raggiunto perché, per la validità del referendum, sarebbe servito raggiungere il 50% più uno degli aventi diritto. Qui il dettaglio dei singoli comuni della provincia di Piacenza. https://elezioni.interno.gov.it/risultati/20250608/referendum/votanti/italia/0108061

REFERENDUM: AFFLUENZA AL 20%. SI VOTA FINO ALLE 15

E’ molto lontano il quorum del 50% nella prima giornata di voto referendario; in provincia di Piacenza, alle 23 di domenica 8 giugno, aveva votato il 20,68% degli aventi diritto, nel capoluogo si registra un’affluenza un poco più alta del 23,26%.

Tra i comuni che hanno votato con maggiore affluenza spicca Fiorenzuola d’Arda 24,34%, Cerignale 24,04%, Gossolengo 24,76%, Zerba 27,59%. Le urne hanno riaperto lunedì 9 giugno fino alle ore 15, dopodiché si procederà allo scrutinio. I quesiti riguardano lavoro e cittadinanza: il primo riguarda lo stop ai licenziamenti illegittimi; il secondo prevede più tutela per lavoratrici e lavoratori delle piccole imprese; il terzo la riduzione del lavoro precario; il quarto più sicurezza nei luoghi di lavoro e il quinto la riduzione da 10 a 5 anni per poter fare domanda di cittadinanza italiana.