PIACENZA EXPO, SEMPRE PIU’ VICINA A FIERE DI PARMA?

Si fa sempre più concreta la possibilità che Piacenza Expo venga accorpata alle Fiere di Parma o Bolognafiere. L’assessore alle Attività Produttive della Regione Palma Costi, durante la presentazione del Piano di riorganizzazione delle partecipate, ha annunciato che l’intento sarà quello di creare un’unica società per tutte le Fiere dell’Emilia-Romagna. Questo per una ragione, pare di capire, di costi e di mercato.
“L’intero sistema regionale è fatto di 95 manifestazioni con 26mila espositori, 3,1 milioni di visitatori e oltre 1,1 milioni di mq espositivi ha detto l’assessore – tutti insieme siamo quasi alla pari con Milano. L’obiettivo è quello di realizzare un’unica società regionale. E’ un percorso che abbiamo iniziato nel 2015 incontrando tutti i soci e i presidenti. Vogliamo competere con i sistemi internazionali. Ai soggetti coinvolti abbiamo chiesto che la creazione della società unica avvenga nel minor tempo possibile”. Tutto questo non fa una grinza con l’Area Vasta di cui da tempo gli amministratori locali parlano e che sembra sul punto di diventare effettiva. L’interrogativo che in tanti si pongono, non solo in questo ambito ma anche in quello sanitario, è quale autonomia resterà ai soggetti accorpati? Chi avrà il potere di decidere le manifestazioni, di organizzarle, di calarle sul territorio, di promuoverle? Se questo piano di riorganizzazione si concretizzerà, Piacenza sarà accorpata a Parma, nonostante l’impegno da parte di alcuni amministratori locali a conservarne autonomia e indipendenza. 

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POLIZIA PROVINCIALE, QUALE FUTURO?

Il corpo di Polizia Provinciale di Piacenza rischia di essere accorpato alla Polizia Municipale, se venisse approvato quello che per ora è solo un disegno di Legge regionale sulle nuove disposizione in materia di vigilanza ittico e venatoria. Questa operazione cancellerebbe decine di professionalità formate per le attività di vigilanza i materia di caccia, pesca; per i 18 agenti di polizia provinciale di Piacenza sarebbe essere catapultati in un altro mondo, in un altro mestiere. “In più sarebbe un controsenso rispetto all’inasprimento delle leggi sui reati ambientali di cui si vanta il Governo – spiega il commissario Luigi Rabuffi –  se non ci sono i poliziotti per applicarle queste leggi a cosa serve inasprirle?”. Inoltre l’attività di questo corpo di polizia si sviluppa su scala provinciale, con opera di assistenza sui territori della montagna “se dovessimo finire sotto i comuni chi si occuperebbe di questo? – si domanda Rabuffi – in provincia di Piacenza siamo 17 ma svolgiamo un’attività molto più ampia rispetto a quanti siamo grazie al supporto dei volontari, 500, che coordiniamo e formiamo sul territorio”. Nonostante tutto gli agenti in forza alla provincia di Piacenza sono ottimisti che il decreto venga modificato. A giorni ci sarà un incontro con i parlamentari piacentini per prendere atto della situazione a livello locale.

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