COMITATO SALVIAMOSPEDALE: “LA VERITA’ E’ CHE NON CI SONO PIU’ I SOLDI PROMESSI”

Da 227 a 296 milioni di euro. È quanto ha deliberato l’assemblea regionale rispetto alla somma per il nuovo ospedale di Piacenza. Un aumento cospicuo che sfiora i 300 milioni.
Oltre la metà di questa somma, 160 milioni, saranno reperiti attraverso un partenariato pubblico, ovvero da società private interessate all’opera.
Poi la regione li restituirà in 15/20 anni più gli interessi. 129 milioni arriveranno dallo stato tramite la regione, e 7 milioni dalla regione Emilia Romagna.
Un quadro che non convince né rassicura il comitato Salviamospedale che denuncia “la verità è che non ci sono i soldi”.

>

ECCO IL TOMOGRAFO PET: LA PRIMA REALIZZAZIONE SU UNITA’ MOBILE IN EUROPA

E’ operativa da fine novembre e ha già eseguito una cinquantina di esami. Oggi anche l’ospedale di piacenza può disporre di un tomografo Pet, in particolare utile per l’ambito oncologico.
Il macchinario è costituito da una tecnologia di ultima generazione completamente digitale: si tratta della prima realizzazione su unità mobile in Europa. Il mezzo si trova di fronte all’ospedale e gli esami sono eseguiti dall’equipe di medicina nucleare diretta da Massimiliano Casali.
Ai pazienti che si sottopongono all’esame viene somministrata una dose di radiofarmaco più bassa, con una conseguente minore esposizione alle radiazione. Dopo un’ora di attesa, affinché il farmaco entri in circolo completamente, il paziente è pronto per l’esame vero e proprio.

“QUI CON IL NUOVO OSPEDALE TRAFFICO IN TILT E ARIA ANCORA PIU’ INQUINATA”

Camera con vista… ospedale. Perché è in questo campo che sorgerà il nuovo nosocomio, esattamente davanti ai quattro palazzi di via Goitre. Questa è l’area 5 quella sostenuta dall’amministrazione Tarasconi che, un mese fa, ha ottenuto la promozione dallo studio di fattibilità che ha messo a confronto area 5 e area 6.
Qui abitano 140 famiglie, circa 350 persone. Hanno raccolto 570 firme protocollate e consegnate all’amministrazione perché quello che preoccupa queste famiglie sono in particolare gli aspetti legati al traffico e alla conseguente qualità dell’aria.

NUOVO OSPEDALE, I SINDACATI: “LA POLITICA SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA’ “

“Purtroppo il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di capire esattamente quale fosse l’area migliore per far sorgere il nuovo ospedale. Sono passati 8 anni da quando l’ allora assessore regionale alla sanità Sergio Venturi annunciò l’idea di finanziare un nuovo ospedale nella nostra città – ricordano Cgil, Cisl, Uil -. Un ospedale che, ricordando anche la storia recente del nostro territorio, devastato in modo importante dalla pandemia Covid, riteniamo necessario. A distanza di 8 anni da quell’ annuncio siamo ancora fermi al dibattito politico sull’area (discussione in cui noi non vogliamo entrare) e purtroppo non abbiamo ancora tempi certi riguardo all’ inizio dei lavori.

Noi abbiamo sempre pensato che al territorio della provincia di Piacenza (anche considerando che oltre il 20% di cittadini sono over 65) serva una struttura principale che non sia obsoleta ma che sia facilmente accessibile, flessibile e ricettiva.

Una struttura che debba avere al proprio interno non solo adeguate strumentazioni, tecnologie e spazi ma prioritariamente professionalità importanti, per evitare l’ emorragia di personale sanitario che in alcuni casi ha scelto di andare a lavorare altrove.

Riteniamo quindi che serva una struttura ospedaliera di alto livello che abbia come caratteristiche il facile accesso non solo per i cittadini di Piacenza ma anche per gli abitanti della nostra provincia, fermo restando la valorizzazione degli altri tre ospedali del territorio (Castelsangiovanni, Fiorenzuola, Bobbio). Perché, proprio pensando a quello che abbiamo vissuto in epoca Covid, è importante che le strutture territoriali prevedano spazi flessibili con un aumento dei posti letto in caso di particolari emergenze o necessità.

Tutto ciò ovviamente non basta, perché riteniamo prioritaria la capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini nei tempi più rapidi possibili e la tutela del personale sanitario che lavora all’interno della struttura ospedaliera. Personale che, lo ribadiamo, dovrebbe essere alleggerito dai carichi di lavoro che negli ultimi anni hanno portato a situazioni estremamente gravose per chi si occupa quotidianamente della salute dei pazienti.

Consideriamo fondamentale la tutela della salute così come sancito dall’ art 32 della Costituzione e pertanto chiediamo alla politica locale, l’assunzione di responsabilità nella scelta strategica che si andrà a definire, per evitare ulteriori ritardi che rischierebbero di vedere vanificate le aspettative della comunità piacentina”.

AUDIZIONE SUL NUOVO OSPEDALE, AUSL: “PRONTO TRA SETTE ANNI”. TARASCONI SU AREA 5: “RIVENDICHIAMO LA SCELTA POLITICA”

Sette anni e cinque mesi: ecco i tempi in cui sorgerà il nuovo ospedale, da quando cioè il gruppo tecnico regionale ha dato parere favorevole al progetto. Costo: 309 milioni di euro, cifra di poco variata rispetto all’inizio se non per effetti dei costi delle materie prime.

La conferma è arrivata dalla direttrice generale dell’Ausl Paola Bardasi nel corso dell’audizione in consiglio comunale. Accanto a lei, ad illustrare il progetto del nuovo nosocomio nell’area 5 Podere Cascina, l’architetto Sergio Beccarelli, progettista di Policreo, la società a cui è stato affidato lo studio di fattibilità. la stessa che eseguì lo studio anche sull’area 6.

“Sarà l’ospedale della provincia di Piacenza – ha detto Bardasi – si estenderà su 117mila metri quadrati, su sei piani di cui uno interrato con 498 posti letto più 87 espandibili, 1400 parcheggi a disposizione. Una struttura flessibile che non richiede modifiche per cambiare setting assistenziale”.

Poi la relazione tecnica, con l’intervento dell’architetto Beccarelli che avrebbe dovuto mettere a confronto le area 5 con l’area 6, voluta e e votata nel 2021 dall’amministrazione Barbieri. Ma, a guardare com’é andata, la seduta si è trasformata in un teso scontro politico tra chi, due anni fa, optò per l’area 6 fuori dalla tangenziale, e chi da un anno, giunta Tarasconi, sostiene che la migliore sia l’area 5 all’interno del perimetro per evitare di consumare suolo agricolo.

>

PER LE PERSONE AFFETTE DA SLA UNA NUOVA BILANCIA DONATA AL REPARTO DI NEFROLOGIA

Una nuova donazione è arrivata  nel reparto di Neurologia dell’ospedale di Piacenza. Si tratta del dono della sezione di Aisla Piacenza, di una bilancia pesapersone. Uno strumento di grande utilità a disposizione nel Percorso diagnostico terapeutico assistenziale adatto per pesare le persone affette da Sla in sedia a rotelle, grazie alla taratura specifica per l’ausilio. La donazione testimonia, nell’anno dei 40 anni di vita associativa, di come insieme si possa fare la differenza nella qualità di vita delle persone affette da SLA.

“Un gesto simile mi fa comprendere, ancora una volta, quanto la vicinanza e la sensibilità delle associazioni presenti sul nostro territorio siano elementi importanti per garantire ai pazienti un’attenzione ancor più mirata e capillare. A tal proposito, in questo delicato momento storico, il ruolo di associazioni e volontari si sta rivelando cruciale”, ha detto il direttore dell’Ausl Paola Bardasi.

“Questo tipo di bilancia, nella fattispecie, permette di pesare i pazienti che sono su una sedia a rotelle, in quanto alla fine è possibile sottrarre dal peso totale il peso della tara (della carrozzina). Inoltre è possibile stampare subito il risultato e consegnarlo al paziente. Il monitoraggio del peso, per questi pazienti, è molto importante. Segnalo che attualmente i malati in carico a Piacenza sono 38 di cui 25 maschi e 13 femmine; di questi malati 2 sono fuori regione (risiedono nel Lodigiano)”, afferma Emilio Terlizzi, responsabile per l’Azienda Usl di Piacenza del percorso diagnostico terapeutico assistenziale dedicato al paziente affetto da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) affiancato da Elena Braghieri, case manager Pdta Sla, Anna Lisa Albertini per l’assistenza domiciliare e dalla logopedista Rossella Raggi e dell’infermiera Maria Piscopo.

La Sla è una malattia rara che colpisce le cellule nervose che permettono i movimenti volontari dei muscoli. Ha un decorso clinico assai variabile con sintomi diversi e soggettivi.

Negli ultimi anni in tutto il mondo sono stati incrementati gli studi per giungere a una cura efficace, ma al momento non esiste una terapia capace di farla regredire: esistono però farmaci in grado di rallentarne la progressione e alleviarne i sintomi.

La Sla coinvolge e determina la perdita di funzioni in tutti i distretti muscolari scheletrici con progressiva perdita di autonomia e profonda modifica dello stile di vita. Proprio per il fatto che la malattia determina una progressiva perdita di più funzioni (motoria, respiratoria, deglutitoria e di comunicazione) è necessario che il follow-up clinico preveda la presenza di diverse figure professionali. Il paziente viene quindi preso in carico da un team multiprofessionale e interdisciplinare composto dai professionisti provenienti dai più disparati reparti (oltre al già menzionato medico di base: neurologo, pneumologo, otorinolaringoiatra, logopedista, dietista, case manager ospedaliero, case manager territoriale, infermiere, fisioterapista, psicologo, logopedista territoriale, otorinolaringoiatra territoriale, pneumologo, fisiatra e neuropsicologo).

CLAUDIO: “40 ANNI DI DIALISI MI HANNO INSEGNATO A PENSARE SEMPRE POSITIVO”

La dialisi per 40 anni, ininterrottamente. Era il 1983, oggi Claudio racconta la sua storia di grande speranza e forza per tutte le persone che soffrono di insufficienza renale, o in generale di problemi legati ai reni. Si reca in nefrologia tre volte alla settimana e per tre-quattro ore si sottopone alla dialisi.

A Piacenza sono 90 i pazienti come Claudio, circa un centinaio quelli che risiedono in provincia, 35 quelli assistiti a domicilio. Circa 800 invece i pazienti che si sottopongono periodicamente a cure e controlli più o meno invasivi.

Claudio in nefrologia ci ha passato gran parte della vita, cercando di prendere quanto di meglio gli venisse offerto. Ha superato la prima ondata di Covid, ci ha messo 40 giorni a guarire. Oggi, col sorriso, dice che la dialisi gli ha insegnato a pensare sempre positivo.

RESTYLING NEL REPARTO DI GERIATRIA: NOVE STANZE PER 18 POSTI LETTO

Nove stanze completamente riqualificate; un restyling che in totale ha interessato 415 metri quadrati del reparto di geriatria dell’ospedale di Piacenza.

Una ristrutturazione per cui sono investiti oltre 334 mila euro e che ha interessato la parte più vecchia del reparto, mentre per l’altra ala è già stata programmato un intervento di recupero funzionale che terminerà entro l’anno. Lavori che, come quelli appena conclusi, non comporteranno disagi per i pazienti, l’equipe ha assicurato la normale disponibilità di posti letto (25 di geriatria e 5 di lungodegenza), grazie all’utilizzo temporaneo degli spazi di Medicina dell’ospedale di Fiorenzuola.

OSPEDALE NUOVO SI’ – NO: LE POSIZIONI RESTANO INCONCILIABILI

Il dibattito e l’incontro pubblico, per altro molto partecipati, alla fine ci sono stati. Il risultato però è che le parti sono rimaste fermamente ancorate alle loro posizioni. In Cappella ducale a Palazzo Farnese c’erano i rappresentanti del comitato Salviamospedale, medici attualmente in servizio e altri in pensione, oltre che tanti cittadini. Segno evidente che questo tema, del quale si dibatte da anni, mette in luce visioni e sensibilità diverse, che paiono convergere solo sulla necessità di una struttura rinnovata e all’altezza dei bisogni e delle necessità, poi come arrivarci è un altro discorso, ed è qui che le strade si dividono.

“PER LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI SANITARI BISOGNA AGIRE SUI CITTADINI”

Sono una decina i casi di violenza verso gli operatori sanitari accaduti all’ospedale di piacenza; una realtà che, in particolare nell’ultimo periodo, ha fatto registrare parecchi casi su tutto il territorio nazionale.

L’azienda sanitaria locale e FIASO hanno deciso di affrontare il problema ponendo l’accento sulle misure e sulle iniziative da attuare per la difesa dei professionisti. In particolare ad essere prese di mira, soprattutto professioniste donne perché numericamente superiori, nei reparti di emergenza urgenza e di salute mentale, ma anche personale amministrativo.  Il fenomeno è aumentato nel post pandemia ma anche a seguito dell’obbligo vaccinale, a causa della mancata percezione dell’importanza dei vaccini.