GAZZOLO: “MI CANDIDO ALLE EUROPEE FORTE DELLA MIA ESPERIENZA. NON MI DIMETTERO’ DALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, MA RINGRAZIO CHI ME LO HA CHIESTO”

“Accolgo con emozione la richiesta che mi è arrivata da tutto il partito di candidarmi alle elezioni europee. Metterò a frutto la mia esperienza maturata in questi anni soprattutto nel ruolo di assessore regionale alla Protezione Civile. Una candidatura inaspettata ma anche sfidante perché tutta piacentina” ha detto Paola Gazzolo commentando la sua candidatura nel PD alle europee nella circoscrizione del nord est.

“Porto esperienza e competenza ambientale, inoltre vorrei portare un metodo permanente in Europa che ho imparato in Regione, ovvero la messa a terra dei grandi provvedimenti europei”. A fianco di Gazzolo, erano presenti la parlamentare Paola De Micheli, la segretaria cittadina Renza Malchiodi, il segretario provinciale Carlo Berra.

E rispetto alla richiesta di dimissioni dal ruolo di Presidente del consiglio comunale durante la campagna elettorale, per una questione di imparzialità, Gazzolo non ha dubbi “resterò nel mio ruolo, la legge non me lo impedisce e ho l’esperienza per sapere gestire questa situazione. Tuttavia ringrazio chi me lo ha chiesto e mi ha fatto riflettere”, riferendosi al gruppo di Alternativa per Piacenza e della civica Barbieri. Meno diplomatico il segretario Berra: “richieste semplicemente irricevibili”, come a dire che non meritano neppure una risposta.

PD: PAOLA GAZZOLO CANDIDATA ALLE EUROPEE. “IL PARTITO ME LO HA CHIESTO, SONO LUSINGATA”. APP: “CI ATTENDIAMO LE DIMISSIONE DALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO COMUNALE”

Paola Gazzolo, presidente del Consiglio Comunale di Piacenza. è candidata alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno nella circoscrizione Nord Est con il capolista Stefano Bonaccini, governatore della regione Emilia Romagna.

Il termine per la consegna delle candidature sono le ore 20 del primo maggio. Il nome della presidente del Consiglio Comunale, esponente di spicco del PD piacentino, compare sul sito https://www.ilgazzettino.it/italia/primopiano/elezioni_europee_2024_liste_partiti_fdi_pd_m5s_forza_italia_lega_nomi-8091418.html 

Insieme a lei compaiono, oltre Bonaccini, i ben noti Elisabetta Gualmini, Alessandro Zan, Alessandra Moretti, Giuditta Pini.

Contattata direttamente, in attesa della convocazione di una conferenza stampa nei prossimi giorni, Gazzolo, emozionata, ha detto “il mio partito mi ha chiesto di candidarmi, ne sono lusingata e farò del mio meglio con spirito di servizio”.

Resta da capire se, nel frattempo, lascerà il ruolo di presidente del Consiglio Comunale per dedicarsi, in modo più continuativo all’impegnativa campagna elettorale che l’attende da oggi all’8 giugno.

A questo proposito la segreteria di Alternativa per Piacenza si è espressa con questa breve nota che pubblichiamo:

Alternativa per Piacenza, appresa la notizia della candidatura di Paola Gazzolo al Parlamento europeo, si sente di augurarle il meglio di quel che desidera per la sua carriera. Ci attendiamo ora, per potersi dedicare a tempo pieno a una campagna elettorale impegnativa, le immediate dimissioni dal ruolo attualmente ricoperto a Palazzo Mercanti. Non foss’altro, per coerenza e per dare il segno tangibile di una politica che non salta di incarico in incarico a mandato ancora in corso, con quella brama di scalata al prestigio e al conto in banca che confidiamo non appartenga all’ex assessore provinciale, ex assessore regionale, oggi Presidente del Consiglio comunale.

 

GAZZOLO: “NON SONO LA STAMPELLA NE’ DELLA GIUNTA NE’ DELLA MAGGIORANZA”

L’hanno accusata non esercitare l’imparzialità che il ruolo super partes le impone, oltre che svilire il ruolo dei consiglieri stessi. I capigruppo di minoranza non hanno certo usato guanti di velluto per definire l’operato della presidente del consiglio comunale Paola Gazzolo. Una gestione mal sopportata che ha trovato il suo culmine nella mancata convocazione del consiglio comunale del 13 febbraio nonostante i 50 atti ispettivi ancora da discutere datati luglio e agosto. Gazzolo risponde: “non sono la stampella né della maggioranza né della giunta”.

LA MINORANZA TUONA : “SI CAMBI REGISTRO, COSI’ NON SI VA AVANTI”. NEL MIRINO DELLE CRITICHE LA PRESIDENTE GAZZOLO

Stesso luogo, stessa ora, ma diverso ordine del giorno. I capigruppo di minoranza hanno convocato la stampa nel giorno, lunedì, e nell’ora le 15, solitamente occupati dalla seduta di consiglio comunale che, questa settimana, non è stata convocata, nonostante i 50 atti ispettivi ancora da discutere depositati tra luglio e agosto scorsi.

Al centro della forte presa di posizione dei consiglieri Cugini, Rabuffi, Barbieri, Mazza, Sgorbati, Zandonella, Domeneghetti, Soresi e Zanardi ci sono proprio la mancata convocazione del consiglio e l’operato della presidente del consiglio comunale Paola Gazzolo, che, a loro dire, non svolgerebbe il suo ruolo super partes.

Morficazione del ruolo di consiglieri considerati più come orpello che come veramente utili alla città, addirittura lesivo della aspettative per le quali sono state eletti. Insomma, è l’accusa della minoranza, dalla presidente del consiglio non ci sarebbe quella garanzia e quell’imparzialità che il suo ruolo le imporrebbe.

PRIMO CONSIGLIO DELL’ERA TARASCONI. PER LA PRIMA VOLTA UNA DONNA ALLA PRESIDENZA

E’ iniziato con l’inno europeo e l’inno d’Italia il primo consiglio comunale dell’era Tarasconi. È stato il consigliere anziano Massimo Trespidi ad aprire la seduta. Poi i pochi secondi di giuramento solenne del sindaco.

Tanta emozione per i neo assessori, tutti presenti in prima linea ma anche per i nuovi consiglieri comunali che hanno varcato per la prima volta le porte della sala consiglio. Il punto più atteso della seduta, il terzo, l’elezione del presidente del consiglio comunale. Con 18 voti, 3 astenuti e 9 contrari è stata eletta Paola Gazzolo; per la prima volta una donna, nella storia della politica piacentina, si siede sullo scranno più alto della sala del consiglio. Compatta la maggioranza di centro sinistra nel sostenere il suo nome. Anche Piacenza Oltre che, poche ore prima, forse più per provazione chi altro aveva proposto che la presidenza andasse ad un esponente della minoranza, è tornata sui suoi passi: la consigliera Caterina Pagani ha confermato il sostegno convinto alla maggioranza e sul nome di Paola Gazzolo.

A stretto giro, come auspicato dal consigliere Sforza Fogliani, l’elezione del vice presidente che per regolamento va ad un esponente della minoranza. E’ Gloria Zanardi a ricoprire questo ruolo con 17 voti, 11 astenuti e 2 che non hanno partecipato al voto.

Il capogruppo di ApP Stefano Cugini aveva proposto che la presidenza andasse alla ex sindaca Patrizia Barbieri e a Gianluca Ceccarelli di Piacenza Oltre, la lista della maggioranza che non ha alcuna rappresentante in giunta. Tante grazie, ma anco no. E’ sostanzialmente la risposta della sindaca uscente che ci tiene a guidare saldamente l’opposizione nelle vesti di consigliere comunale.

Proprio dalla minoranza è arrivata l’esortazione a iniziare a lavorare su dossier fondamentali per il futuro della città, primi fra tutti: area del nuovo ospedale che la sindaca ha sempre sostenuto di poter e dover cambiare e Pertite, per cui da tre mesi si attende un protocollo dal Demanio.

Al termine della seduta la sindaca ha risposto alle sollecitazioni dell’aula: “non abbiamo ancora tutte le risposte, dovremo lavorare, ma ce la metterò tutta per rispondere ai bisogni dei piacentini”. “Ho ascoltato tutti gli interventi dei colleghi, – ha esordito – ci sarà il tempo per rispondere alle questioni poste durante il dibattito, anche perché non è questa la sede per spiegare dove sarà la collocazione del nuovo ospedale, mi pare che la nostra proposta sia stata chiara e scelta dai cittadini, diversa da quella della precedente amministrazione. Non ho mai detto di voler smantellare quanto fatto dalla precedente amministrazione, anzi ho sempre detto l’opposto: se c’è qualcosa che è stato fatto bene avremo cura di conservare e proseguire. In tema di astensionismo, devo far notare che, ahimè, anche alla precedente tornata elettorale, il sindaco era stato eletto con una partecipazione simile a quest’ultimo voto. Non è una giustificazione”.

“Sono convinta che ci siano differenze tra destra e sinistra, ma quando si amministra una città lo si fa per il bene di tutti i cittadini, le nostre scelte saranno dettate sempre dalle esigenze della maggioranza dei cittadini. Siamo stati eletti perché vogliamo lasciare la città migliore da come l’abbiamo trovata, farò del mio meglio e ce la metterò tutta per dare risposte ai bisogni dei cittadini, chiedo a tutti di darci una chance. Oggi non siamo in grado di dare tutte le risposte, ci vorrà il lavoro da parte di tutti gli assessori, pancia a terra, disponibili h24 per i nostri cittadini”.

FARE CINEMA, FRANCESCHINI:” INVESTIAMO SUI GIOVANI TALENTI”

Bobbio come una piccola Venezia? Chissà, forse il paragone è un po’ troppo ardito, ma le premesse perchè il gioiellino della val Trebbia diventi un luogo dove fare alta formazione cinematografica ci sono tutte. A suggellare la posa della prima pietra della scuola permanente di alta formazione, è stato il ministro alla cultura Dario Franceschini nel corso della giornata piacentina, accompagnato dal sottosegretario Paola De Micheli, dall’assessore Paola Gazzolo, dal maestro Marco Bellocchio e da Paola Pedrazzini. Questa scuola è un esempio di quanto sua importante investire sul presente, con un occhio alla tutela del passato. “Il cinema italiano non è fatto solo di un glorioso passato, ma è fatto anche di un glorioso presente – ha detto il ministro – Abbiamo grandi maestri, giovani talenti, riconoscimenti internazionali”. 

Dopo l’esperienza ventennale di Fare Cinema in cui Bellocchio ha creduto fin dall’inizio, formando giovani talenti che oggi lavorano in modo stabile nel mondo cinematografico, l’idea di creare proprio a Bobbio una sorta di dottorato del cinema, è parsa la prosecuzione naturale. Ora la sfida è proiettare il tutto nei prossimi mesi, perchè questa scuola diventi operativa il prima possibile. Sugli argomenti da trattare, il regista ha già le idee chiare; valorizzare il territorio, la val trebbia in primis con il suo fiume, ma anche i simboli di Bobbio come San Colombano o la resistenza. 

Regista e collante tra le idee e la parte operativa il sottosegretario Paola De Micheli che ha ribadito come alimentare le proprie radici ci abbia aiutato a diventare ciò che siamo. Una scuola di formazione che va nella direzione anche di sostenere il territorio dell’Appennino, per realizzare l’operazione più difficile in ambito culturale, ovvero fare cultura come volano per l’economia del territorio. L’assessore Gazzolo ha ribadito come la regione Emilia Romagna abbia raddoppiato i fondi per la cultura, l’obiettivo di mandato è triplicarli, e che dal primo marzo verrà pubblicato il primo bando per le produzione cinematografiche e audiovisive.

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ALLUVIONE, CHIESTO LO STATO DI CALAMITA’ NATURALE

Lo stato di calamità e due milioni di euro alla Regione per far fronte all’emergenza. Si riparte da queste due richieste per rispondere al disastro che si è abbattuto sulla nostra provincia, fino a metterla letteralmente in ginocchio. Il primo parziale bilancio è già drammatico: una vittima, una guardia giurata di 55 anni il cui corpo è stato trovato sul greto del Nure a Ponte dell’Olio, case sventrate a Farini, uno dei centri dell’alta val Nure più colpiti, ponte di Bettola allagato, ponte Baberino in parte crollato, cascina allagate, Nure e Trebbia arrivati praticamente in paese, come mai prima d’ora era accaduto. Una bomba d’acqua esplosa in pochi minuti, un evento eccezionale con 330 mm di pioggia caduti in meno di 4 ore. Un evento a cui nessuno sarebbe stato preparato. Nel corso del summit in Prefettura, l’assessore Gazzolo ha confermato la richiesta alla Regione dei due milioni di euro per mettere in sicurezza i territori, le strade interrotte. La stima dei danni, pare di capire, è un’altra questione. Ma i danni non riguardano solo strade e infrastrutture pubbliche, ma anche le abitazioni; centinaia di case allagate, cascine agricole, garage impraticabili, auto distrutte. Chi dovrà rispondere per questo? E’ una domanda che, passata l’emergenza dei primi giorni, in tanti si faranno. Dall’incontro in Prefettura è emersa l’intenzione di fare una stima dei danni una volta messe in sicurezza le zone più a rischio, per poi confrontarsi nuovamente sugli interventi più urgenti.

pontenure sottopasso chiuso

A PIACENZA I RIFIUTI DI GENOVA. 10 MILA TONNELLATE A TECNOBORGO

L’ok è arrivato: la regione Emilia Romagna brucerà una parte dei rifiuti della vicina Liguria. E anche la provincia Piacenza dovrà fare la sua parte, con 200 tonnellate al giorno per 50 giorni. “Piacenza è stata scelta per il principio di prossimità, e lo smaltimento rientrerà comunque nei limiti provinciali autorizzati – assicura l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo – La Liguria pagherà la stessa tariffa dei cittadini piacentini, più un ristoro ambientale di 14 euro a tonnellata al Comune di Piacenza”. La Regione ha accolto la richiesta perché quella della Liguria è un’emergenza vera – continua Gazzolo – La decisione è stata presa con il coinvolgimento dei territori e dei capigruppo dell’Assemblea legislativa, tutti hanno condiviso il nostro approccio, ad eccezione del Movimento 5 stelle che ha perso l’occasione di dimostrare di condividere il valore della solidarietà”. “Come abbiamo sempre ribadito – aggiunge – non prenderemo rifiuti da fuori regione a meno che non si tratti di emergenze conclamate e limitate nel tempo. Le scelte dell’Emilia-Romagna in materia di rifiuti sono chiare e coerenti con il progetto di legge da poco approvato dalla Giunta e che sarà in aula a settembre. Con quel testo puntiamo a superare il 70% di raccolta differenziata nel 2020 e a chiudere in prospettiva discariche e inceneritori”.
Complessivamente dalla Liguria arriveranno massimo 10 mila tonnellate di rifiuti. “Una quantità facilmente gestibile – conclude Gazzolo – se pensiamo che la sola provincia di Rimini produce nel mesi di agosto quasi il doppio di rifiuti”.

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GAZZOLO SU CARBONEXT: “NESSUN ALLARME PREVENTIVO MA FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI”

L’assessore regionale Paola Gazzolo domenica non parteciperà alla marcia 1000 bandiere per la Val d’Arda contro il Carbonext. Non ci sarà ma ci tiene a ribadire che “siamo tutti dalla stessa parte”. Intanto però i comitati dei cittadini e le associazioni ambientaliste non mancano di manifestare il proprio dissenso verso la richiesta della Buzzi Unicem. “La Regione è dalla parte dei comuni e della Provincia – spiega l’assessore all’Ambiente – che sta svolgendo la valutazione di impatto ambientale (VIA) nel migliore dei modi con tecnologie, messe a disposizione della Regione, molto avanzate. Il lavoro della VIA è serio, rigoroso, puntuale ma certamente lungo. La Regione – prosegue – farà la sua parte per dare risposte a tutti i cittadini qualunque siano le domande che ci arriveranno. In questa fase non ci deve essere alcun allarme preventivo ma la fiducia in istituzioni che stanno lavorando con professionalità”.

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GIUNTA, A GIORNI LA DISTRIBUZIONE DELLE DELEGHE ALL’AMBIENTE

A giorni si saprà come il sindaco Dosi intende risolvere le conseguenze dell’affaire Rabuffi. L’ex assessore alla Città Sostenibile ha rassegnato le dimissioni il 31 dicembre per le note ragioni di coerenza politica che hanno portato all’uscita di Rifondazione Comunista dalla maggioranza. Il tentativo, più personale che politico, di Dosi di far cambiare a Rabuffi non ha avuto l’esito sperato. Quasi certamente le deleghe verranno divise tra il sindaco e gli altri assessori. Nessun rimpasto almeno per ora, ma la patata che rischia di diventare ancor più bollente se all’Ambiente si aggiungesse anche il Commercio. Questo avverrebbe se Katia Tarasconi entrasse in consiglio regionale come prima dei non eletti in caso di dimissioni di Paola Gazzolo, assessore regionale alla Protezione Civile e Ambiente. Molti dell’ambiente sono pronti a scommettere che  sarà così, ma l’ultima parola spetta alla diretta interessata Gazzolo che, a breve, dovrà pronunciarsi. Certo rimangono forti le pressioni da parte della minoranza bersaniana, che ha sostenuto Paola Gazzolo alle elezioni regionali, a non rinunciare al seggio di consigliere. Tornando a Palazzo Mercanti, il sindaco dovrebbe sostituire un secondo assessore con una delega pesante come il Commercio; a questo punto il rimpasto sarebbe vicino e c’è da scommettere che sarebbero in tanti a rivendicare il posto di assessore.

COMUNE