START CUP EMILIA ROMAGNA, I VINCITORI SULLA PAGINA WEB DI ZERO523

Massimiliano Bariola, Paolo Piraino, Alexandre Ernest e Roberto Tramelli sono i vincitori locali della sezione piacentina di Start Cup Emilia Romagna 2014, la business plann competition regionale affiliata al Premio Nazionale per l’Innovazione che ha visto come partner Piacenza Expo, Comune di Piacenza e Camera di Commercio. Tutti e quattro i partecipanti hanno presentato, qualche settimana fa, la loro idea d’impresa nei pitch da 90 secondi che Zerocinque23 ha registrato e messo in rete creando una pagina web dedicata all’indirizzo startcup2014.zero523.tv.

The Tarot è il progetto vincitore di Massimiliano Bariola che punta alla valorizzazione turistica dei territori in chiave esperienziale, con storie che mescolano cronaca e realtà con la fiction narrativa di leggenda e folclore. Al secondo posto si è classificato il progetto PValue Research di Paolo Piraino che si propone di connettere ricercatori di industrie farmaceutiche in un network per scambiarsi dati ed esperienze. Al terzo posto a parimerito i progetti Tice – NPM di Alexandre Ernst e XNOOVA/Adagio di Roberto Tramelli. Tice riguarda la creazione di una palestra innovativa per le riabilitazioni motorie e disabilità dei bambini sfruttando metodologie innovative, Xnoova invece riguarda la creazione di una piattaforma basata su tecnologie mobili innovative da utilizzare con smartphone, tablet, gooogle glass che aiuti i visitatori alla scoperta di punti d’interesse turistico/culturali, naturalistici e culinari del territorio.

Per rivedere i quattro progetti vincitori ma anche quelli che hanno presentato la loro idea d’impresa in 90 secondi, potete visitare la pagina startcup2014.zero523.tv 

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MARCO PROFUMO, DA INFORMATICO A PRODUTTORE DI VINI IN VAL TIDONE

Ha scelto la Val Tidone e ha cambiato vita. Marco Profumo, figlio del banchiere Alessandro, ha deciso di lasciare la città per la campagna alla riscoperta delle tradizioni e della genuinità. Da informatico a produttore di vino. Da maggio Marco Profumo gestisce con la moglie ed alcuni collaboratori la cantina Mossi ad Albareto di Ziano Piacentino. Un marchio storico, presente sul territorio da 500 anni, che Profumo ha rilevato attratto da questo mondo che sa di antico. “E’ davvero impegnativo – ci ha detto Profumo che ha partecipato per la prima volta alla manifestazione Calici di Stelle a Castel San Giovanni – ma svegliarsi la mattina e portare i bambini a vedere i vigneti e i trattori, mi ripaga da tutte le fatiche. La città iniziava a starci stretta, per questo abbiamo deciso di trasferirci qui”. Certo il passo da informatico a viticoltore è ampio. “E’ vero – ha risposto Profumo – ma questo è un mestiere molto creativo, che mi fa stare a contatto con la natura e mi permette di esprimere la mia passione per la cucina”.  In  questi mesi l’azienda Mossi insieme ad altre cantine si sta lavorando in vista di Expo 2015; “il turismo enograstronomico è fondamentale e la Val Tidone ha tutte le carte in regola per giocarsi questa opportunità, forse siamo un pò in ritardo – confessa Profumo – ma se ben sfruttata e utilizzata correttamente può portare al territorio e al settore la visibilità che si merita”. 

L’intervista completa e il servizio dedicato alla manifestazione Calici di Stelle sarà disponbile a breve all’indirizzo castelsangiovanni.zero523.tv

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“L’IMPRESA DEI MILLE” E “LA GIORNATA DELL’ORO” PER AIUTARE LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’

Una coppia con due figli minori e spese sotto i 1500 euro è considerata indigente, almeno per l’Istat. Tanto ci vuole se si è in quattro e si vive in una grande città, tra affitto, cibo, cure mediche, scuola, scarpe e vestiti. Il calcolo ruota attorno alle spesa mensile, differenziata per zona geografica, comuni grandi e piccoli, dimensioni della famiglia e dei singoli. “Altro che 1500 euro al mese, ci sono alcune famiglie ben al di sotto di questa soglia”- ci dice un po’ meravigliato don Maurizio Noberini parroco di Santa franca – una buona fetta della popolazione non arriva ai 1000 euro al mese con il pagamento di bollette, spese, casa e figli la situazione diventa molto pesante. Si tratta soprattutto di pensionati con la minima – spiega – o padri di famiglia che hanno perso il lavoro”. Don Maurizio, insieme ad alcuni parrocchiani, aveva organizzato alcune iniziative come la donazione della decina parte dello stipendio alle famiglie più bisognose, ma anche Famiglia ama famiglia grazie alla quale sono stati aiutati 12 nuclei familiari. Ma proseguire su questo fronte non è stato facile; “ci siamo scontrati con la fatica di amare . Se l’aiuto è solo economico – spiega- è destinato a finire presto, la sfida è sapere accettare la famiglia con i limiti che possiede”. Proprio per sensibilizzare la città a queste tematiche, Don Noberini ha in mente altre iniziative come la Giornata dell’oro, nella quale i cittadini saranno chiamati a donare oggetti preziosi, e L’impresa dei 1000, ovvero un migliaio di famiglie che doneranno 100 euro, in modo da raggiungere, in un anno, la somma di 100 mila euro da utilizzare per sostenere i nuclei in difficoltà.

FESTA PD IN PIAZZA CAVALLI, È POLEMICA

Bastione Borghetto sarebbe costato troppo, la cooperativa di Sant’Antonio forse troppo defilata, ecco allora che spunta l’idea di Piazza Cavalli. La festa del Partito Democratico quest’annonsi farà nel cuore di Piacenza, ed è subito polemica.  Per essere precisi,  stand e tavoli verranno disposti sotto i portici di palazzo Gotico, lasciando cosi’ libera la piazza. Ma il coro di no si è levato per l’uso politico di un luogo che dovrebbe appartenere a tutti i piacentini, indipendentemente dagli orientamenti politici. Forza Italia, Lega, Sveglia , Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia sono andati all’attacco sferzando pesanti accuse soprattutto al sindaco Dosi. Concedendo la piazza per una festa di stampo politico si crea un precedente, nel senso che d’ora in poi anche altre analoghe richieste, a certe condizioni, dovrnno essere accettate.  Questo dovrebbe portare a ragionare su un regolamento speciale per piazza Cavalli. Chissà che possa diventare davvero il fulcro di iniziative per tenere viva la città,  auspicio di molti per ora realizzato solo in rare occasioni.

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TRE BUSTE PER SALVARE RDB SPA. TAVOLO A SETTEMBRE

Non due, ma tre buste sono arrivate sul tavolo dello studio notarile Capaccioni e Zinni in via Morrozzo della Rocca a Milano. E chissà che in una delle tre ci sia l’offerta per salvare Rdb spa che comprende gli stabilimenti di Pontenure, Monticelli (per la provincia di Piacenza), Belfiore e Tortoreto. La scadenza delle offerta era fissata per le 12 di ieri. I commissari Renato Camodeca, Giorgio Zanetti e Paolo Cevolani si sono presi tutto il mese di agosto per valutare le proposte e per l’inizio di settembre è previsto un nuovo tavolo insieme alle istituzioni e alle parti sociali. Massima riservatezza sul contenuto delle offerte, sia in termini di cifre che di acquirenti. “La speranza – si augura Ivan Bersani segretario della Cisl di Piacenza – è che le offerte tengano conto del fatto che si tratta di un marchio storico e che Rdb è un’azienda quotata in Borsa con un importante portafoglio ordini. Ciò che conta – conclude – è l’investimento di un potenziale acquirente deve essere a medio lungo termine”.

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BARACCHI:”OCCORRE PROGETTUALITA’ PER RIQUALIFICARE PIACENZA”

Pensando alla Piacenza dei prossimi anni, ci sono alcune zone destinate a cambiare volto. Tra queste la Lupa grazie alla concessione del Demanio per 19 anni del Piano Caricatore, una svolta urbanistica storica per la zona del quartiere Roma che pone le basi per il maxi intervento su Borgo Faxhall dove troveranno posto l’autostazione delle corriere e un parcheggio per le auto. Questo sulla carta. Come sulla carta è un altro progetto quello di Piazza Cittadella che si allarga alla chiesa del Carmine da anni al centro di dibattiti sulla futura destinazione. Per il suo recupero sono stati stanzianti 4 milioni di euro (3 dei quali dalla Regione) e un bando da 130 mila euro per la costituzione di un’associazione temporanea d’impresa, formata da architetti e professionisti del settore, che ne progetti il recupero. E’ qui che sta la sfida, su cosa puntare l’intervento, quale utilizzo destinare alla struttura? Museo, auditorium, centro congressi? L’architetto Giuseppe Baracchi parte dall’inizio e focalizza l’attenzione sulla fase più importante, ovvero quella progettuale. La sfida è capire cosa manca a Piacenza, considerato che dispone già di enormi spazi che, ad oggi, non sono utilizzati. Un museo dell’agricoltura all’interno del Carmine? “Sono ipotesi e dunque ben vengano – spiega Baracchi – ma perchè non pensare ad una cascina libera di proprietà comunale appena fuori dalla città, anzichè una struttura in pieno centro per ospitare un museo dell’agricoltura, considerato che poco distante esistono già i musei civici di Palazzo Farnese? Nel psc si parla di collegare le aree esterne con le ciclabili, il recupero di una vecchia cascina alle porte di Piacenza potrebbe essere strategico”.

Il tema della riqualificazione urbana riempiendo spazi vuoti che già esistono viene trattato a livello nazionale. L’ordine degli architetti di Piacenza è a livello regionale il coordinatore, a livello nazionale è tra i 20 ordini che discutono di riqualificazione puntando su come recuperare quello che la città già offre. “e’ la vera sfida – conclude Baracchi che è anche presidente dell’Ordine degli architetti di Piacenza – ridisegnare la città su quello che esiste, Piacenza, nei prossimi anni, non è destinata ad aumentare a livello di popolazione, di questo si deve tenere conto per progettare il futuro”.

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FERRARI FAI:”PIACENZA NON HA UN MUSEO DEI REPERTI ROMANI”

Domenico Ferrari delegato del Fai di Piacenza è pessimista sull’esito del caso dei reperti di palazzo ex Enel. “Purtroppo ho l’impressione che i giochi siano fatti – ci dice – anche se spero che la richiesta delle associazioni di effettuare un sopralluogo da parte della Soprintendenza venga accolta.” Con il professor Ferrari abbiamo allargato il discorso sul tema della valorizzazione dei beni archeologici. “Piacenza è ancora più povera di reperti romani di quello che pensassi – spiega – nel senso che sono numericamente moltissimi ma non vengono resi visibili e portati alla luce. Questo è un vero peccato. Siamo stati la prima colonia di Roma insieme a Cremona, capitale dell’Emilia per quanto riguarda i resti romani, ma nulla o poco più è visibile. C’è molto di sepolto – continua – e quel poco che si vede è stato mal trattato. Con il Fai siamo riusciti a visitare i reperti romani sotto al palazzo di via Trebbiola rivenuti durante gli scavi, quelli al Monte di Pietà e al salone Santa Margherita della Fondazione. Ma a Piacenza – conclude Ferrari – non esiste un museo che li racchiude, sono nei magazzini e di certo non visibili”.  Nel frattempo Fai, Italia Nostra, Archistorica e il gruppo Piacenza Romana sono in attesa di una riscontro delle Belle Arti per un sopralluogo sul cantiere.

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PALAZZO EX ENEL, E’ SCONTRO SUI REPERTI

Il gruppo di ricerca Piacenza Romana, l’associazione Archistorica, Italia Nostra e Fai vogliono andare in fondo a quello che sta prendendo tutti i contorni di una scontro di posizioni. Da una parte le associazioni, dall’altra amministrazione, ditta esecutrice e progettista. Due posizione opposte che si sono venute a creare a seguito della risposta della Soprintendenza che sostiene di non essere stata informata sull’attuale progetto che prevede l’abbattimento di palazzo ex Enel entro il 15 settembre e la costruzione di una nuova struttura che non contempla la valorizzazione dei reperti sottostanti. Per questo con una lettera anche Archistorica e Piacenza Romana si sono unite alla richiesta di Italia Nostra chiedendo un sopralluogo delle Belle Arti scrivendo direttamente al Soprintendente Marco Edoardo Minoja e al funzionario competente per il comune di Piacenza Daniela Patrizia Locatelli. La missiva è stata indirizzata per conoscenza anche al sindaco Dosi e al Consiglio comunale. Una richiesta di sopralluogo motivata dalla difformità di argomentazioni sostenute fino ad oggi dall’amministrazione, dalla proprietà dell’immobile, dal progettista e le informazioni della Soprintendenza stessa.

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BOBBIO FILM FESTIVAL RESISTE ALLA CRISI. TRA GLI OSPITI CLAUDIA CARDINALE

Bobbio film Festival si ricomincia dalla diciottesima edizione. Quattordici serate nella magica cornice dei chiostri di San Colombano con ospiti d’eccezione. Tra questi spicca Claudia Cardinale che presentera’ la versione restaurata de Il Gattopardo ad opera della cineteca di Bologna. L’evento è fissato per il 24 agosto.  Si  parte sabato 16 agosto con Che strano chiamarsi Federico di Ettore Scola. Ospiti lo stesso regista e l’attore Sergio Rubini. Scorrendo i titoli domenica 17 è la volta di L’intrepido di Gianni Amelio, lunedì 18 Zoran, il mio nipote scemo con Matteo Oleodotto ospite della serata. Il Sud è niente di Fabio Mollo martedì 19, mercoledì 20 sarà la volta di Più buio di mezzanotte di Sabastiano Riso che insieme a Pippo Del Bono saranno ospiti del dopo film. Pippo Del Bono sarà presente anche giovedì 21 con il suo film Sangue. Pulce non c’è di Giuseppe Bonito venerdì 22 agosto, Un castello in Italia sabato 23, Le meraviglie di Alice Rohrwacher presente con la sorella Alba alla serata,  Come il vento martedì 26 agosto con Valeria Golino, Song’e Napule di Antonio e Marco Manetti, sabato 30 Il terzo tempo con Pier Giorgio Bellocchio che chiuderà la rassegna.

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SCARAVAGGI: “SPERO CHE LA FONDAZIONE NE ESCA SALVA”

Oltre alla documentazione contabile richiesta dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica, anche il Ministero del Tesoro vuole andare a fondo, in particolare, per capire a quanto ammonta attualmente il patrimonio della Fondazione e soprattutto scavare per risalire a quali investimenti hanno pesato maggiormente su di esso. Il ministero chiede all’ente un’ampia documentazione in merito a investimenti, titoli, contratti, derivati, polizze, immobilizzazioni finanziarie dal 2000 ad oggi.  Al Tesoro risulta che l’attivo immobilizzato sia pari a quasi il 90% del totale attivo. Quindi cosa rimane al territorio? Il Collegio dei sindaci dovrà fornire un quadro preciso degli investimenti, ma anche un’analisi accurata sulle modalità di gestione dei processi decisionali della Fondazione. “Se tutto questo può servire per far voltare pagina alla Fondazione, ben venga” ha detto il presidente dimissionato Francesco Scaravaggi che fino al prossimo consiglio generale, previsto per l’inizio di settembre, sarà in regime di prorogatio svolgendo nulla più che l’ordinaria amministrazione. “Tutto è nato quando il Collegio dei sindaci ha inviato al Ministero un esposto su presunte irregolarità nella convocazione del consiglio generale che avevo precedentemente fissato per il 26 luglio – spiega Scaravaggi – da lì il Tesoro ha risposto con due lettere: una indirizzata a me nella quale si diceva che avrei rivestito il ruolo di presidente fino alla nomina del nuovo, l’altra indirizza al collegio sindacale a cui si chiede dettagliatamente ogni investimento dal 2000 ad oggi. Ho l’impressione – prosegue con un pizzico di ironia – che con quell’esposto il collegio dei sindaci abbia gettato un sasso in piccionaia”. Lo staff della Fondazione, che chiuderà per la pausa estiva da venerdì fino alla fine di agosto, ha già cominciato stamattina a raccogliere la documentazione che il ministero ha richiesto per terminare, probabilmente, a settembre.

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