CITTADELLA, BONGIORNI: “ENTRO IL 16 LUGLIO RISPOSTE PUNTUALI DA PIACENZA PARCHEGGI”

Qualche punto fermo la commissione richiesta dalla minoranza relativa alla situazione di piazza Cittadella, l’ha messo. In particolare sulle date che potrebbero segnare il destino del cantiere più discusso e controverso della città. Dopo la diffida da parte del comune nei confronti del concessionario Piacenza Parcheggi datata 4 giugno sul ritardo rispetto al cronoprogramma, l’amministratore delegato della società non si è detto d’accordo. Ecco che l’ente ha fissato per il 16 luglio la data entro la quale Piacenza Parcheggi produca la motivazioni richieste. L’altra data da cerchiare in rosso è il 22 luglio, giorno in cui si scioglierà il tavolo tecnico. Tre le ipotesi che si potrebbero profilare dopo il 16 luglio: applicazioni delle penale dovute al ritardo del cronoprogramma, per il comune quantificato in 181 giorni; applicazioni delle penali con riequilibrio del piano economico finanziario oppure risoluzione del contratto per grave inadempimento.

Sono stati il vice sindaco Bongiorni e la sindaca Tarasconi a rispondere alla domande dei consiglieri di minoranza che, a inizio seduta, hanno fatto notare l’inopportunità della stessa commissione dal momento che non era presente alcun tecnico, Rup compreso, come era stato richiesto espressamente. “Una grande presa in giro” per la consigliera Barbieri; “Una mancanza di rispetto verso noi e i cittadini” per la consigliere Soresi. La mancanza dei tecnici, hanno spiegato sindaca e vice, è stata motivata dalla trattativa in corso in sede di tavolo tecnico con il concessionario; per riassumere la cronistoria del cantiere, dal 30 luglio 2024 ad oggi, è stata consegnata una puntuale relazione.

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“STRATEGIE EDUCATIVE CONDIVISE CONTRO IL DISAGIO E LA VIOLENZA TRA I GIOVANI”

Parola d’ordine prevenzione e soprattutto educazione. Sembra unanime la volontà di analizzare le cause che hanno portato agli episodi di violenza tra giovanissimi spesso di diverse etnie, evidenziando una difficoltà di convivenza. Dal tavolo prefettizio, a cui hanno partecipato amministrazione, capigruppo di maggioranza e opposizione, la presidente del consiglio, il vescovo Cevolotto e il rappresentante della comunità islamica Baradai, è emersa la necessità di capire le cause del disagio che coinvolge sempre più i giovanissimi. Come? Prima di tutti intercettandone le fragilità e i bisogni più impellenti attraverso la collaborazione della comunità cattolica e islamica.

Il tavolo, durato quasi due ore richiesto proprio dai rappresentanti della politica che siedono in consiglio comunale, ha posto le basi per lavorare insieme e mettere in comune progetti concreti coinvolgendo le varie comunità. Qui non si tratta di ordine pubblico man di azione educative concrete.

Azioni educative e contrasto alla violenza. La prossima settimana il ministro Piantedosi sarà a piacenza per partecipate al tavolo per l’ordine e la sicurezza. Potrebbe essere l’occasione per annunciare nuove forze dell’ordine sul territorio, come richiesto dalla sindaca Tarasconi.

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VITE SVELATE: CRISI E RIPARTENZA ALLA TERZA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL PENSARE CONTEMPORANEO

“L’attenzione è la forma più alta di preghiera” è da questa frase della filosofa francese Simone Weil che è nato il tema della terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo. Vite Svelate e rivelate, perché davanti alle sfide della contemporaneità dobbiamo reimparare a pensare. Si parte proprio dalle sfide del nostro tempo, dagli scenari anche tragici che l’oggi ci impone, per riscoprire un senso. Per farlo ci saranno ospiti nazionali e non solo, alcuni graditi ritorni altri, la maggior parte, del tutto nuovi. Quattro giorni, dall’11 al 14 settembre, 200 ospiti, oltre 80 eventi divisi in 15 location. Questi i numeri della terza edizione del festival.

Si comincia giovedì 11 settembre, nel tardo pomeriggio fino alla serata, con il rapper molto niti tra i giovanissimi Nayt, per seguire con il polistrumentista Naip, poi Francesco Bianconi dei Baustelle, e Antonio Scurati per un salto dalla musica alla letteratura.
Ci sarà spazio per parlare di democrazie provate, di sovranità digitale, di economia con Carlo Cottarelli. Ritornerà padre Antonio Spadaro in dialogo con Michelangelo Pistoletto, Franco Arminio, Melania Mazzucco e Jacopo Veneziani, l’architetto Massimiliano Fuksas e Concita de Gregorio che, sul palco di piazza Cavalli, leggerà alcune poesie.

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A MILANO L’IMAM ENTRA AL CARCERE BECCARIA CONTRO TRAUMI E SOLITUDINE. E SE QUESTA FIGURA COLLABORASSE CON LE REALTA’ EDUCATIVE ANCHE A PIACENZA?

Al carcere Beccaria di Milano entrerà l’imam per lavorare insieme ai cappellani con l’intento di accompagnare il recupero dei giovani musulmani che rappresentano la gran parte dei detenuti. Il progetto arriva grazie ad un protocollo promosso dal Tribunale per i Minorenni e autorizzato dal Ministero della Giustizia e dell’Interno.  Il Corriere della Sera di oggi gli dedica ampio spazio in un approfondimento sul disagio giovanile.

L’idea è quella di offrire un aiuto a quei detenuti stranieri minorenni, che sono la maggior parte, contro traumi e solitudine; l’imam sarà la figura religiosa che non dividerà ma accompagnerà il recupero e il reinserimento dei detenuti più problematici. Un’idea sostenuta anche da don Claudio Burgio, storico cappellano del Beccaria, per “alleggerire il peso portato da tanti ragazzi detenuti”.

Yassine Baradai, segretario nazionale UCOII (unione delle comunità islamiche d’Italia) ha ripreso l’articolo per riproporre, in linea teorica, i concetti espressi in una lettera per unire le forze e insieme alle altre realtà del territorio organizzare “presidi di cura” nei luoghi frequentati dalle famiglie e dai più giovani. Un’attività di presidio nei parchi frequentati dalle famiglie e dai più giovani. Nella proposta viene ribadito l’obiettivo, ovvero  “contribuire attivamente per prevenire eventuali azioni violente a danno della collettività e al contempo di intercettare giovani problematici avvicinandoli stabilendo un primo contatto, mediante la leva religiosa, sportiva o di diverso interesse, per mettere in atto attività educative di inserimento nel tessuto sociale o semplicemente per ascoltare le loro voci e il loro disagio”.

La spiegazione a quel concetto di “leva religiosa”, che tanto ha fatto discutere fino a scrivere di “ronde islamiche”, potrebbe spiegarsi con il progetto che andrà in scena al Beccaria. Eccola la “leva religiosa”, un aiuto concreto per accompagnare i giovani in difficoltà che stanno, senza dubbio, vivendo un momento di forte disagio. Il modello dell’imam al Beccaria potrebbe essere esportato anche in altri contesti che non siano necessariamente di restrizione. Baradai la definisce “la direzione giusta” e in una stoccata finale conclude “poi c’è chi vorrà invece costruirci il proprio pane quotidiano e per loro non ci rimane che pregare, Iddio lì riconduca sulla retta ragione”.

“CITTADINANZA E SENSO DI APPARTENENZA PER FAR SENTIRE I GIOVANI PARTE DI UNA COMUNITA’ “. IL RICHIAMO DEL VESCOVO CEVOLOTTO

Cittadinanza e senso di appartenenza: sono i concetti attorno a cui il Vescovo, mons. Adriano Cevolotto, ha sviluppato la sua omelia nella celebrazione del santo patrono. Ad ascoltarlo nelle prime panche le autorità cittadine, sindaca, prefetto, questore, comandante dei carabinieri e polizia locale.
Parole pesate e pensate per portare una riflessione serie a ciò che sta accadendo in città nelle ultime settimane. Chi ha ascoltato non ha potuto non pensare ai fatti di violenza che si sono verificati nei giorni scorsi. Anche la Diocesi, in questo contesto, è chiamata a portare il suo contributo; lo farà nei prossimi giorni con il tavolo in prefettura allargato allargato alla politica, diocesi e comunità islamica. Non è un caso che oggi, nella basilica di Sant’Antonino, in prima fila, accanto alle autorità, sedessero anche i rappresentanti delle altre professioni religiose.
Quella che è la posizione della diocesi, il vescovo l’ha in parte anticipata nel giorno del patrono: partendo proprio dal recente referendum sulla cittadinanza che, la di là del risultato politico, ha un forte valore dal punto di vista del riconoscimento dei diritti civili unito ai doveri.

E’ una sfida primaria quella di far sentire i più giovani parte di una storia, di una tradizione, non ospiti. Cevolotto ha parlato di azioni educative al centro delle quali deve esserci il senso di appartenenza al tempo e al luogo i cui si vive.
E poi il linguaggio, “deve essere superato il Noi e il Voi, perché i giovani sono di chi li accoglie”; “a quelli che manifestano disagio – ha detto – dobbiamo fare intravedere un futuro sociale e professionale che si distacchi dalla marginalità”.

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ANTONINO D’ORO 2025: “RACCOGLIAMO I FRUTTI DEI MISSIONARI CHE CI HANNO PRECEDUTO”

Un riconoscimento alla carità e all’impegno che dal 1751 i missionari vincenziani dedicano alle giovani generazione di sacerdoti, ma anche alle missioni popolari e al sostegno delle parrocchie. I padri vincenziani si definiscono una “famiglia allargata” a cui il vescovo Cevolotto ha consegnato l’Antonino d’Oro 2025, nel corso della tradizionale cerimonia alla presenza delle principali autorità cittadine.

A Piacenza la Congregazione della Missione arriva per volontà del Cardinale Giulio Alberoni. I primi seminaristi entrano al Collegio Alberoni nel 1751. Quello piacentino è l’unico Seminario guidato dai Vincenziani in Italia. Oggi il Collegio Alberoni ospita seminaristi provenienti da tutto il mondo. A ritirare il riconoscimento, istituito dai Canonici del Capitolo, il padre superiore Nicola Albanesi.

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“FASCISTI E RAZZISTI IL DEGRADO SIETE VOI” IN 350 ALLA MANIFESTAZIONE ANTIFA

“Fascisti e razzisti, il degrado siete voi”. È lo striscione a capo del corteo organizzato da si Cobas, Controtendenza, collettivo femminista e collettivo schiaffo. Una risposta all’aggressione avvenuta la scorsa settimana in via IV Novembre. Proprio al Cheope si è svolta la manifestazione che gli organizzatori hanno fin da subito definito pacifica. Circa 350 i partecipanti, molti giovanissimi, con il leader dei si cobas, Carlo Pallavicini, in testa ad aprire il presidio con il suo intervento. A prendere la parola anche il papà dei due ragazzi feriti  durante gli scontri e che hanno sporto denuncia ai carabinieri.

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SINDACA TARASCONI: “CHI USA VIOLENZA E’ DELINQUENTE”. LETTERA AL PREFETTO E AL MINISTRO PER CHIEDERE PIU’ AGENTI

Piacenza è una città che merita rispetto. E questo rispetto, negli ultimi tempi, è stato calpestato da episodi gravi e inaccettabili: risse, coltellate, aggressioni in pieno giorno, rapine ai danni di ragazzini, spesso presi di mira da gruppi di giovani identificati come “maranza”. Sono episodi sempre più frequenti, che minano la sicurezza, il vivere civile e la serenità delle persone. Io stessa, da piacentina prima ancora che da sindaca, sono preoccupata. Lo dico con chiarezza: chi usa violenza è un delinquente. Punto. Non importa da dove viene, che lingua parla o quali siano le sue idee: se aggredisce, spaccia, picchia o semina paura, è dalla parte sbagliata. Il mondo non si divide tra italiani e stranieri, ma tra chi rispetta le regole e chi le calpesta.

La sicurezza e l’ordine pubblico non sono competenza di un sindaco, ma dello Stato. Eppure, come amministrazione comunale, non ci siamo mai tirati indietro. È un tema che ho voluto seguire in prima persona, mantenendo la delega alla sicurezza proprio perché lo considero prioritario. Abbiamo lavorato per implementare e rendere operativo un sistema di videosorveglianza che oggi conta 164 telecamere collegate a una control-room operativa 24 ore su 24. Abbiamo assunto nuovi agenti di Polizia Locale che oggi sono dotati di body-cam e taser. Abbiamo ottenuto, su mia richiesta al prefetto, il presidio dei militari nella zona della stazione e del Facsal con l’operazione “Strade Sicure”, rafforzato i controlli serali e notturni, aperto una nuova sede della Polizia Locale, abbiamo lavorato per incrementare la collaborazione con i 35 gruppi di vicinato in tutta la città, siamo intervenuti sull’illuminazione in molte zone della città. Abbiamo investito in progetti di educativa di strada, di contrasto al disagio giovanile e di promozione della cultura della legalità, oltre che in interventi di rigenerazione urbana, palestre all’aperto e street art, per rendere più vivibili e più sicuri i nostri quartieri. È tutto quello che un Comune può e deve fare.

Ma oggi non basta più.

Per questo ho scritto al Prefetto di Piacenza e al Ministro dell’Interno, chiedendo ufficialmente più agenti, più forze dell’ordine e un presidio più forte del territorio. E ho chiesto di essere ricevuta dal Ministro. Perché questa non è una questione che riguarda solo Piacenza, ma riguarda tutte le città d’Italia, soprattutto del nord. È un problema che stanno affrontando tutti i sindaci, senza distinzione di schieramento politico, siano di destra, di sinistra o di centro. Per questo serve una riflessione comune, serve una strategia nazionale, condivisa, che superi le bandiere e le ideologie e che vada oltre il Decreto Sicurezza già varato, che evidentemente non è sufficiente. Chi delinque va fermato. E questa è una sfida che si vince solo insieme, con coraggio, con responsabilità e mettendo al primo posto la sicurezza e la coesione delle nostre comunità.

MINISTRO FOTI, SULLE VIOLENZE: “NON E’ TEMPO DI INCENDIARI, SI TORNI ALLA RAGIONE E ALLA CIVILE CONVIVENZA”

“Lasciamo perdere di sostituirci a coloro che meritoriamente indagano per fare chiarezza sugli episodi di violenza – non di razzismo – più gravi che si sono susseguiti in questi giorni a Piacenza. E’ un esercizio tanto inutile quanto destinato ad esacerbare ulteriormente gli animi. Dobbiamo invece e per contro chiederci la ragione per la quale episodi di violenza si susseguano con un ritmo che la nostra città non ha mai conosciuto. La guerra per bande, soprattutto all’interno degli extra comunitari, è un dato oramai acquisito, ancorché sottovalutato nella sua evoluzione. Ma proprio perché tale è lo stato delle cose serve un supplemento di prevenzione e di vigilanza per evitare che la violenza imploda con una virulenza che potrebbe farci scappare anche il morto. E analogamente non è pensabile che i cittadini, tutti i cittadini – piacentini e non – abbiano timore di utilizzare gli spazi pubblici a loro destinati, proprio per paura di essere vittime di violenza o coinvolti, loro malgrado, in risse, accoltellamenti e quanto altro di peggio si porta a dietro la delinquenza. Ma proprio perché la situazione è in ebollizione e si rischia che deflagri, un appello al ritorno alla ragione, alla civile convivenza, al rispetto delle leggi e delle regole, appare dovuto. Non è il tempo di incendiari: occorre dare un segnale forte che la Piacenza che ci appartiene – anche con quella tranquillità che alcuni deploravano, ma che piaceva alla stragrande maggioranza dei cittadini – non sia relegata ad un ricordo del passato. E allora ognuno, per la sua parte, si attivi. Perché non è più tempo di sottovalutare, minimizzare, fare finta di non vedere. E per un ritorno alla ragione, in primo luogo, devono impegnarsi le forze politiche e sociali – tutte e senza divisioni dettate dal retaggio ideologico – perché Piacenza non è la riserva indiana di una fazione, ma è dei suoi cittadini, che giustamente reclamano di essere abbandonati a se stessi e che, invece e per contro, devono avvertire che così non è. Ma serve dimostralo con i fatti, non con la retorica delle prediche inutili” lo scrive in una nota il Ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr Tommaso Foti.

FONDAZIONE: CRISTINA DODICI E LEONARDO BRAGALINI ELETTI NEL CONSIGLIO GENERALE

Cristina Dodici e Leonardo Bragalini entrano a far parte del Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’elezione, all’unanimità, è avvenuta ieri sera a Palazzo Rota Pisaroni e completa l’iter di rinnovo degli organi che, dall’aprile scorso, ha portato alla composizione del nuovo “parlamentino” dell’ente, alla conferma del presidente uscente Roberto Reggi e all’annuncio del nuovo Consiglio di Amministrazione fino alla nomina del Collegio sindacale. L’elezione di due consiglieri generali si è resa necessaria proprio in virtù del passaggio al CdA di Enrica De Micheli e Luigi Salice, entrati nella squadra del presidente insieme a Mario Magnelli, Luigi Grechi. Robert Gionelli, Luca Groppi, Giovanna Palladini ed Elena Uber.

«Ho già espresso il mio benvenuto ai nuovi consiglieri e sono certo che grazie alla loro esperienza, professionalità e conoscenza del territorio sapranno fornire un contributo importante in termini di idee e azioni da realizzare a servizio delle comunità di Piacenza e Vigevano – commenta il presidente Roberto Reggi -. Il nostro Consiglio Generale ha una composizione variegata ed esprime competenze trasversali alle diverse aree di intervento della Fondazione. Le sfide attuali e future sui temi strategici ci richiamano a un impegno importante e rendono indispensabile un grande lavoro di squadra, per svolgere al meglio l’attività istituzionale».

Indicata dai sindaci del territorio insieme all’altro candidato Roberto Antenucci, Cristina Dodici è imprenditrice nel settore del co-packing e della logistica agro-industriale. Parallelamente all’attività in azienda, nel corso degli anni ha ricoperto molteplici incarichi istituzionali, in Confindustria Piacenza e in Confindustria regionale e nazionale soprattutto nell’ambito della logistica, e in Camera di Commercio in qualità di consigliera generale. Per dieci anni è stata inoltre presidente della Fondazione Its di Piacenza e consigliera di amministrazione della Fondazione ITL.

L’altro nuovo ingresso, Leonardo Bragalini, è storico dell’arte e imprenditore in ambito editoriale. Dal 2005 al 2020 è stato membro del CdA della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, assumendo la carica di vicepresidente dal 2005 al 2015. Appassionato di pittura del XIX e XX secolo ha condotto numerose ricerche su autori dell’Ottocento e portato avanti collaborazioni con diversi periodici di cultura locale. Bragalini è uno dei due membri cooptati; l’altra candidata era Letizia Anelli.

Ad oggi dunque il nuovo Consiglio Generale risulta composto da sette donne e otto uomini: Daniela Boffino, Leonardo Bragalini, Valter Bulla, Rossella Buratti, Luigi Cavanna, Vincenzo Cerciello, Francesca Colla, Cristina Dodici, Ivano Fortunati, Fabio Leggi, Carlo Marini, Mauro Monti, Anna Muselli, Maria Grazia Sabato e Elena Sisaro.