SALVIAMOSPEDALE: “ALLE NOSTRE DOMANDE NESSUNO HAI MAI DATO RISPOSTE”

Presidio del comitato Salviamospedale sotto a palazzo Mercanti mentre era in corso l’audizione della direttrice generale Ausl Paola Bardasi. “Alle nostre domande nessuno ha mai dato una risposta”. Il comitato ha sempre rivolto critiche alla modalità del project financing che “porterà ad un indebitarsi coi privati”, sostenendo che in via Taverna ci sarebbero le condizioni per il nuovo ospedale ammodernando quello esistente. Ecco le richieste che il comitato rivolge alla direzione dell’Ausl e all’amministrazione.

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SENTENZA TAR VEZZULLI, IL COMUNE RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO. RABUFFI: “COI SOLDI DEGLI ALTRI…”

Ci avrei scommesso…
Ammetto che con queste parole ho commentato tra me e me l’intenzione del nostro Sindaco, manifestata ieri, di annunciare l’impugnazione presso il Consiglio di Stato della sentenza esecutiva del TAR di Parma nella causa “Vezzulli contro Comune di Piacenza”.
Una sentenza, quella del TAR, che sulle questioni più intriganti (macro-organizzazione, assetto organizzativo, reggenza della struttura, autonomia e indipendenza dell’Avvocatura comunale) dà piena ragione all’Avv. Vezzulli, ex – e forse non più ex – Coordinatrice dell’Avvocatura comunale (da oltre 25 anni) nonché dirigente a tempo indeterminato con qualifica di Avvocato cassazionista.

Una sentenza che in 148 pagine, dense di valutazioni giuridiche, richiama precedenti pronunce del Consiglio di Stato, lasciando quindi ipotizzare un finale apparentemente già scritto.
Ammesso e non concesso che finisca così, l’appello annunciato in Consiglio di Stato rappresenta sicuramente un atto legittimo, ancorché accompagnato – per quanto mi riguarda – da dubbi e perplessità. Impulsi collegati al fatto che questa ennesima puntata della telenovela sarà pagata, ancora una volta, dai piacentini. Dalle cui tasche vengono costantemente attinte (con incredibile nonchalance) risorse utili a finanziare incarichi legali esterni. Al pari di un bancomat illimitato.

Tutto ciò, in particolare, da quando l’Avvocatura è stata decapitata/depotenziata/stravolta a seguito della scoperta della famosa fideiussione falsa (maggio 2024); vicenda proseguita con lo “scambio di vedute” tra Avvocatura e DG in Commissione Legalità (27/05/2024);
continuata con la revoca all’Avvocatura della procura a rappresentare l’Ente (giugno 2024) e infine deflagrata legalmente con il trasferimento d’ufficio (luglio 2024) della ex Coordinatrice dell’Avvocatura alla Protezione Civile – Settore Prevenzione e Sicurezza.
Premesso che comprendere il senso (e l’utilità) di incaricare un illustre e storico Avvocato cassazionista alla direzione della Protezione Civile è fuori dalla portata della mia fantasia (ma credo anche del buon senso), risulta molto più evidente il danno economico a cui sono sottoposti i piacentini.

Si pensi, infatti, che la spesa per incarichi professionali legali esterni vedeva nel 2022 un impegno di € 6.665,54 mentre nel 2023 si attestava a € 4.268,46. Nel 2024, anno in cui l’Avvocatura è finita nel “tritacarne”, si sono invece “toccati” i 150.000€, con un aumento esorbitante proprio sul secondo semestre. Non solo. Il 30/12/2024, mentre si metteva in frigorifero lo spumante per brindare all’anno nuovo, l’anno si chiudeva con l’ulteriore affidamento di un incarico professionale (di € 18.479,75) per la “rappresentanza e difesa dell’Ente nel ricorso avanti il TAR”.
Chiuso l’anno, ecco che il 12 febbraio 2025 “a causa di ricorsi giudiziari che non possono essere gestiti internamente dall’Avvocatura, sia a causa di una altissima specializzazione per l’incarico professionale o per incompatibilità/potenziale conflitto di interessi, si è reso necessario l’affidamento di incarichi di patrocinio dell’Ente ad avvocati esterni. Per i quali
risulta necessario incrementare da € 10.000 a € 50.000/anno la previsione dello stanziamento.”
Con queste motivazioni, veniva chiesto al Consiglio Comunale (e ottenuto) di votare per un’ulteriore variazione di bilancio. Altri incarichi esterni, altri soldi volatilizzati…

Tutto ciò, naturalmente, ben prima della recente sentenza del TAR di Parma. Quindi senza considerare le spese di lite da liquidare a favore della ricorrente (Avv. Vezzulli) che il TAR ha addebitato, quale condanna, al Comune di Piacenza (Euro 3.000,00 oltre accessori di legge e rifusione del contributo unificato). A cui andranno aggiunti i costi per gli incarichi legali esterni che andremo a sostenere per l’annunciato appello in Consiglio di Stato.
Non solo. Altre spese dovranno essere sostenute: per la difesa dell’Ente nelle cause collaterali (per esempio, prossimamente, dal giudice ordinario) e altre ancora per l’eventuale risarcimento dei danni (professionali, morali, materiali, di immagine, etc…) che probabilmente verranno richiesti.
Complessivamente, un vero e proprio salasso.

Mi fermo qui.
In attesa di sapere, con non celata curiosità, come andrà a finire questa “triste” vicenda e come l’Amministrazione Comunale riuscirà ad adeguare l’assetto organizzativo alle previsioni vincolanti della sentenza del TAR, mi viene in aiuto un principio universale impartitomi dai migliori maestri della mia vita: mamma e papà.
“Ricordati, Luigi, amministrare i soldi degli altri è un immenso onore e una grande responsabilità. In gioco c’è qualcosa di molto più importante del valore dei soldi: si chiama fiducia. Cerca sempre di meritartela.”
Cosa dire ai nostri amministratori? A buon intenditor, poche parole…

MICHELE SERRA: “SAREBBE BELLO IMPARARE A NON ESSERE D’ACCORDO SENZA AZZANNARSI”

La definisce una piazza inedita, strana, anzi stranissima; perché nata dall’idea di un cittadino, che di mestiere fa il giornalista, che guardandosi attorno dice che è ora di farsi sentire. Non urlando però, ma con la forza delle idee, partendo proprio da quell’Europa tanto contestata ma che, in fondo, ci garantisce la democrazia. E così 12 sindaci hanno raccolto il testimone e insieme a lui hanno riempito piazza del Popolo con 50 mila persone.
C’erano solo bandiere europee e della pace, è vero, me gli attacchi sono arrivati ugualmente, da destra e soprattutto da sinistra. La stessa platea divisa che, in piccolo ovviamente, si è trovato davanti alla coop Infrangibile dove Michele Serra è stato invitato per parlare del futuro dell’Europa.

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RICORSO TAR VEZZULLI: IL COMUNE RICORRERÀ AL CONSIGLIO DI STATO. “IL TRASFERIMENTO FU UNA SCELTA PONDERATA”

 Ad una settimana dalla sentenza del Tar di Parma che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Elena Vezzulli in merito al suo trasferimento alla Protezione Civile avvenuto nel giugno scorso, il Comune annuncia, attraverso una nota, che presenterà ricorso al Consiglio di Stato e che la decisione di affidare all’avvocato Vezzulli la gestione del settore Prevenzione e sicurezza è stata “una scelta ponderata, fondata su motivi squisitamente tecnici”. Per il futuro? “L’ente  si atterrà alle decisioni dei giudici amministrativi, da un lato nel pieno rispetto delle disposizioni e, dall’altro, con uno sguardo rivolto al prossimo futuro pre garantire stabilità e continuità al funzionamento del Comune”. 

Di seguito la nota del Comune

Riorganizzare un ente come il Comune di Piacenza ha rappresentato un’importante operazione fortemente voluta dall’attuale amministrazione al solo scopo di modernizzare e migliorare il funzionamento dell’ente stesso. Operazione decisamente complessa, per certi versi una vera rivoluzione organizzativa, che tuttavia aveva e ha un unico obiettivo finale: maggiore efficienza nella risposta alle esigenze della comunità di cui tutti noi facciamo parte come cittadini.

E’ questa la ragione per la quale sono stati decisi numerosi cambiamenti interni, sia logistici sia nell’attribuzione di ruoli e funzioni. Alcuni di questi cambiamenti, anche se decisamente impattanti per il personale e la gestione degli spazi, non hanno suscitato l’interesse degli organi di informazione; altri invece l’hanno fatto.

E’ il caso dell’istituzione di un nuovo settore dedicato alla Prevenzione e sicurezza all’interno del Comune. Settore la cui guida è stata affidata alla dirigente Elena Vezzulli che per ben più di due decenni è stata a capo dell’Avvocatura comunale. Una scelta ponderata che si è fondata su due motivi squisitamente tecnici.

Il primo motivo riguarda la necessità di dar seguito a un parere di Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, nel quale si fa chiaro e preciso riferimento all’opportunità che all’interno degli enti pubblici i dirigenti ruotino tra i settori per garantire rinnovamento e imparzialità, evitando permanenze eccessivamente prolungate nella stessa funzione.

Il secondo motivo riguarda, appunto, la lunga esperienza maturata dalla dirigente ritenuta particolarmente indicata per il nuovo incarico di notevole rilievo all’interno dell’ente; un rilievo che trova riscontro anche nella “pesatura” economica della nuova posizione dirigenziale, tant’è che alla dirigente in questione è stata riconosciuta un’indennità superiore a quella che avrebbe percepito presso l’Avvocatura.

Queste, e solo queste, sono le ragioni di una scelta organizzativa che l’amministrazione ha operato in totale trasparenza, nell’esercizio delle funzioni che le sono attribuite. Ogni altra narrazione rischia di essere fuorviante e imprecisa.

In tale contesto, che era doveroso inquadrare, si inserisce il ricorso presentato al Tar di Parma dalla dirigente contro il Comune di Piacenza. Venerdì 14 marzo i giudici amministrativi si sono espressi stabilendo che chi è alla guida dell’Ufficio Avvocatura debba essere in possesso sia dell’abilitazione all’esercizio della professione forense, sia della qualifica di dirigente presso l’ente comunale. La scelta dell’ente, invece, è stata quella di affidare il ruolo di coordinatore dell’Ufficio in questione a una “Elevata qualificazione”, che è naturalmente avvocato. Scelta, quest’ultima, praticata in modo analogo anche da altri enti comunali sul territorio nazionale e che, anche per questa ragione, il Comune sosterrà nel proporre ricorso al Consiglio di Stato.

Nel frattempo, come è doveroso, l’ente si sta attivando per attenersi alla decisione dei giudici amministrativi. E lo farà, da un lato, nel pieno rispetto delle disposizioni e, dall’altro, con uno sguardo rivolto al prossimo futuro per garantire stabilità e continuità al funzionamento del Comune.

AL GIARDINO DI VITA IL RICORDO COMMOSSO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA, CINQUE ANNI DOPO

Si è svolto al Giardino della Vita la cerimonia in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia. Hanno partecipato la sindaca Katia Tarasconi, il prefetto Paolo Ponta, la presidente della Provincia Monica Patelli, il Direttore dell’Unità operativa di Presidio Unico Franco Federici in rappresentanza dell’Ausl. Al termine, si è svolto un momento di preghiera interreligiosa con il vescovo Adriano Cevolotto, l’imam Yaseen Thabit e padre Kliment Mishanj della Chiesa ortodossa macedone.

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CINQUE ANNI FA L’INCUBO CORONAVIRUS: ECCO COME I SANITARI VISSERO LA TRINCEA

Sono passati cinque anni da quando il Covid ha creato nelle nostre vite un prima e un dopo. Oggi, anche involontariamente, tendiamo a rimuovere quello che è accaduto, anche se il nostro territorio è stato duramente colpito dal virus. Quei primi giorni di marzo del 2020 sono stati quasi surreali, a ripensarci oggi; drammaticamente veri per chi ha contratto il virus, per chi aveva un familiare ammalato e per i sanitari che sono trovati come in trincea a combattere un nemico totalmente sconosciuto senza le armi necessarie. Ma, straordinariamente, ne sono usciti.

Vi riproponiamo questo speciale, realizzato alla fine di maggio del 2020, in cui in sanitati raccontano come affrontato la pandemia. Ricordare quello che è stato è un dovere di ognuno di noi, ancora di più nella giornata nazionale in cui si ricordano le vittime del Covid.

Alcuni dei sanitari che vedrete oggi lavorano presso altre strutture, alcuni sono in pensione, altri hanno altre mansioni all’interno dell’azienda, ma allora hanno un ruolo fondamentale nella cura dei pazienti.

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IL PUG ARRIVA IN CONSIGLIO: PAROLA D’ORDINE RIGENERAZIONE URBANA, NO CONSUMO DI SUOLO

Su richiesta di nove consiglieri della minoranza il Piano Urbanistico Generale è approdato anche in consiglio comunale. “Una richiesta – ha motivato la consigliera Patrizia Barbieri – per approfondire insieme ai progettisti del piano alcune questioni che ci stanno particolarmente a cuore come quella ambientale”. E’ toccato all’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini tracciare ancora una volta le linee generali del PUG accogliendo le quattro sfide “ambiente, attrattività, lavoro e sicurezza. Qui è entrata in gioco la visione della città; abbiamo chiesto di tradurre tecnicamente nel Piano la prospettiva nuova che la comunità di Piacenza chiede a gran voce”.

Poi è stato l’architetto Fabio Ceci ha illustrare ai consiglieri li linee principali del piano “che parte dalla legge regionale del 2017 e che vuole  costruire strategie per recuperare l’esistenza attraverso l’edilizia sociale, soddisfare bisogni di nuovi luoghi di lavoro, per accogliere nuove imprese. Un piano che guarda al medio lungo periodo dove non vengono indicate le eventuali aree di espansione urbana consentite dalla legge regionale (la quota del 3% del territorio già urbanizzato), ma si definiscono quali caratteristiche dovranno avere eventuali nuovi sviluppi insediativi, come ad esempio la necessità che nuovi edifici siano contigui al tessuto già urbanizzato e non isolati. Occorre inoltre accompagnare – ha chiarito Ceci – un miglioramento qualitativo del tessuto logistico esistente, in termini ambientali e di servizi”.

Lungo l’elenco dei consiglieri di maggioranza che hanno preso la parola “nonostante la richiesta della convocazione del consiglio venisse da noi – ha fatto notare il consigliere Massimo Trespidi – siete dei parassiti – ha detto rivolgendosi ai colleghi – se non fosse stato per noi, dopo l’adozione in giunta de 4 marzo, in consiglio sarebbe arrivato ad ottobre 2025. Dovreste ringraziarci non prenotarvi per parlare. Per immaginare la Piacenza dei prossimi 25 anni dobbiamo porci il tema del recupero delle aree militari come strategia, perché costituiscono luogo di disponibilità urbanistica. Un altro tema è la valorizzazione e il sostegno del commercio in centro, affrontato al di fuori dei soliti paradigmi; ma la riflessione va fatta su una questione che mi pare non più eludibile, ovvero qualità della vita a Piacenza. Abbiamo il tasso di mortalità tra i più alti per tumori; risulta fondamentale avere un’aria più sana. Per questo occorre aumentare spazi verdi e parchi pubblici. L’altra questione è quella della politica della piste ciclabili e l’urbanizzazione del centro storico, non portandovi le auto ma rendendolo abitabile”.

La consigliera Claudia Gnocchi del Gruppo Misto ha parlato del PUG “come un documento di partenza e non di arrivo a cui si è giunti attraverso un lavoro di sintesi non sempre facile in maggioranza, con la consapevolezza che la città ha troppo sofferto in tema di inquinamento”. Anche Gnocchi ha puntata sui punti chiave che guideranno il Piano, ovvero la rigenerazione del suolo e il consumo zero di suolo. “Siamo soddisfatti nel vedere che gli ex orti di via Campesio, il terreno ex Camuzzi di via Morigi, aree per cui anche la popolazione si è mobilitata, non saranno toccate”.

Il consigliere Stefano Cugini ha sottolineato invece come sul sito Investinpiacenza compaia il “bollone”, l’area di 1.800.000 metri quadrati a Roncaglia, per insediamenti produttivi, esortando gli uffici a toglierlo dalla home page. “Siamo andati a Cannes solo ed esclusivamente per alcune aree, Bastione Borghetto, hotel San Marco, ex ospedale militare, cascina San Savino,, ed è stato molto utile perché ho notato, per la prima volta dopo tre anni, che alcuni investitori ci sono venuti a cercare e non il contrario come era avvenuto fino ad ora. Abbiamo avuto qualche interlocuzione solo per le rigenerazioni, non per il consumo di suolo. Spiace per ciò che compare su Investinpiacenza, chiederemo di rimuoverlo, ma il bollone non compare nelle aree su cui investire, mettiamoci una pietra sopra”.

IL TAR DI PARMA ACCOGLIE IL RICORSO DI ELENA VEZZULLI: “L’AVVOCATURA DEVE ESSERE GUIDATA DA UN DIRIGENTE”

Il Tar di Parma ha accolto il ricorso dell’avvocato Elena Vezzulli che la stessa aveva presentato nel giugno scorso a seguito del trasferimento alla Protezione Civile deciso dall’amministrazione. Un demansionamento che Vezzulli ha, da subito, giudicato ingiusto promettendo di andare fino in fondo alla vicenda. Così è stato, perché questa sentenza, di quasi  150 pagine, mette un punto fermo dando ragione alla dirigente: l’avvocatura comunale non può essere retta da una Elevata Qualificazione ma da un dirigente, in questo caso un avvocato cassazionista. Cosa che invece è accaduto a seguito del trasferimento di Vezzulli alla Protezione Civile. In sostanza l’avvocatura del Comune sarebbe stata retta da una personalità che non avrebbe le caratteristiche per farlo. Nella sentenza si legge “si ritiene che la guida dell’Avvocatura del Comune di Piacenza, dotata dall’Ente stesso di funzioni tecnicamente appartenenti alla tipologia dirigenziale, venga in tale assetto organizzativo affidata illegittimamente ad un funzionario di “Elevata Qualificazione”, in violazione del Regolamento di organizzazione dell’Ente nonché della Legge professionale ed in assenza dei presupposti dichiarati”.

A questo punto, viene da chiedersi, le cause portate avanti fino ad ora dall’avvocatura sono da considerarsi legittime o no? Il Comune cosa farà adesso? E’ probabile che si appellerà al Consiglio di Stato. Pare invece una certezza che, ad oggi, si trovi scoperto nell’avvocatura, poiché non è retta da alcun dirigente, come recita la sentenza.

Oltre al ricorso al Tar, Vezzulli aveva intrapreso una causa, contro il Comune, anche con il giudice del Lavoro. E’ probabile che, a breve, arrivi anche questa sentenza.

Vezzulli era stata trasferita dopo che la polizza fideiussoria stipulata tra Piacenza Parcheggi e la compagnia Abarca Seguros si era rivelata falsa. La dirigente sostenne di aver inviato un alert all’amministrazione rispetto ai dubbi sulla validità della polizza con una relazione del 5 gennaio 2023. L’amministrazione, dal canto suo, si è sempre detta sicura di aver svolto tutti i controlli che sono in suo possesso.

 

BASTIONE BORGHETTO, EX OSPEDALE MILITARE, ALBERGO SAN MARCO AL MIPIM DI CANNES

Si è conclusa la missione piacentina al MIPIM di Cannes. La fiera di riferimento a livello internazionale per gli investimenti sui territori ha visto la partecipazione di oltre 20mila operatori provenienti da novanta diverse nazioni.

Per il terzo anno consecutivo Piacenza si è messa in mostra all’interno dello stand di Art-ER e Regione Emilia-Romagna grazie a Confindustria Piacenza: nella delegazione, con il presidente di Confindustria Nicola Parenti, anche la sindaca Katia Tarasconi e l’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini in rappresentanza dell’amministrazione comunale. Insieme a Confindustria Piacenza anche i presidenti provinciali e regionali di Ance Alessandro Losi e Maurizio Croci, accompagnati da Matteo Raffi.

In evidenza diverse aree rigenerabili ad alto potenziale nel Comune di Piacenza, in attesa di investitori con risorse e visione che possano dare loro una seconda vita. Tra le altre: Bastione Borghetto, l’ex Ospedale Militare, Cascina San Savino e l’Albergo San Marco.

La partecipazione Piacentina conferma l’approccio vincente delle precedenti edizioni con un fronte comune tra il mondo delle imprese (Confindustria e Ance) e l’amministrazione locale, approcciandosi agli investitori come territorio coeso e dalle visioni condivise.

Il presidente di Confindustria Piacenza Nicola Parenti esprime soddisfazione: «Piacenza conferma la partecipazione a MIPIM, interfacciandosi con importanti investitori internazionali. La soddisfazione è esserci non solo come Confindustria ma come “sistema Piacenza”, insieme ad amministrazione comunale, Ance e Regione. Ringrazio le istituzioni e gli imprenditori che ci hanno accompagnato in questa fondamentale tre giorni. La nostra presenza a Cannes con Invest in Piacenza, la vetrina delle aree rigenerabili e disponibili per gli investimenti nella nostra provincia, già nelle scorse edizioni ha permesso di aprire interlocuzioni preziose con soggetti strategici internazionali. Per noi è fondamentale incontrare investitori di qualità e attirarli a Piacenza dove c’è il saper fare combinato con una posizione strategica. La competizione tra i territori è notevole, bisogna esserci e collocare la nostra città sulla mappa: lo sviluppo di Piacenza non va dato per scontato ma coltivato in ogni occasione disponibile»

«La partecipazione della nostra città al MIPIM di Cannes rappresenta un’opportunità strategica per promuovere Piacenza sulla scena internazionale, valorizzando il suo potenziale di investimento e sviluppo», commenta la sindaca Katia Tarasconi. «Grazie all’impegno di Confindustria Piacenza, abbiamo dialogato con importanti interlocutori del settore immobiliare e promosso i nostri punti di forza a potenziali investitori da ogni parte del mondo, un passo fondamentale per lo sviluppo e la riqualificazione della nostra città. In un contesto in continua evoluzione, città come la nostra stanno emergendo come destinazioni sempre più attrattive per investimenti qualificati e sostenibili. Siamo consapevoli che i risultati di questo lavoro si manifesteranno nel tempo, ma siamo altrettanto certi che il cammino intrapreso darà i suoi frutti, contribuendo alla riqualificazione e allo sviluppo del nostro territorio. Piacenza ha tutte le carte in regola per essere protagonista».

CITTADELLA: MINORANZA ALL’ATTACCO SUL NUOVO RUP. INFANTINO “COME FACEVA SORESI A SAPERE DELL’INTERDITTIVA?”

La minoranza l’aveva richiesta per fare chiarezza su alcuni aspetti, in particolare, legati allo stato dei lavori e alle motivazioni sottese la loro sospensione dallo scorso mese di novembre. Stiamo parlando di piazza Cittadella che ormai da mesi ha la capacità di elevare sorprendentemente il livello di tensione della discussione tra i consiglieri. La seduta delle commissioni congiunte 1 e 2 non ha fatto eccezione.

Al centro del dibattito le domande dei consiglieri di minoranza sul cronoprogramma, sui cartelli che non riportano correttamente le informazioni del cantiere, sull’avvio del procedimento di interdittiva, sulla bancabilità e sulla nomina del nuovo RUP (responsabile unico di provvedimento) l’architetto Emanuela Schiaffonati presente in aula insieme al predecessore ing. Carini.

La consigliera Patrizia Barbieri ha espresso la necessità di una commissione su piazza Cittadella permanente per poterne valutare costantemente il controllo; “è necessario fare sempre il punto della situazione” chiedendo se l’amministrazione è in possesso della bancabilità “al di là delle rassicurazioni che non ci bastano e cosa ci riserverà ancora questo cantiere oltre che una ferita molto grave per la città. Le domande sono sempre tante e le risposte arrivano a fatica, il più delle volte – conclude Barbieri – con un’espressione colorita – ci sentiamo presi per i fondelli”.

“Su Cittadella conviene che amministrazione e alla maggioranza facciano un’operazione trasparenza, necessaria perché anche se l’opera la deve eseguire Piacenza Parcheggi, il Comune ha l’obbligo di vigilare” è la posizione del consigliere Massimo Trespidi. “I cartelli affissi alla parete del cantiere non riportano dati importanti, l’unico cronoprogramma che abbiamo è quello allegato all’addendum in cui la fine lavori è prevista per agosto 2025; ma chi vogliamo prendere in giro?” Trespidi ne ha anche per il nuovo RUP “cosa c’entrano le sue competenze con piazza Cittadella? ha sempre lavorato per il patrimonio, è una scelta molto strana”. E ancora “avevate la possibilità di risolvere il contratto e non lo avete fatto. Sapete quando? – domanda Trespidi rivolgendosi al vice sindaco Bongiorni – quando avete consentito la dilatazione dei tempi al concessionario per presentare la bancabilità che è arrivata un mese dopo la scadenza rispetto al cronoprogramma. Perché glielo avete concesso? Era il nostro coltello dalla parte del manico che non abbiamo utilizzato”.

Rispondere al fuoco di fila di domande è toccato al vice sindaco Matteo Bongiorni “il cronoprogramma aggiornato risale ad ottobre 2024: da qui inizia lo scorrere dei 540 giorni, per cui la fine dei lavori è prevista per aprile 2026. I sopralluoghi con i collaudatori e il RUP sono costanti, così come le interlocuzioni con la ditta esecutrice; i ritardi, fino ad ora, non sono ritenuti tali da determinare una penale. Se dovesse sforare il tempo, le penali sarebbero previste eccome, oltre che la sollecitazione in corso d’opera. Sulla questione sottoservizi c’è stato qualche deficit – ha ammesso Bongiorni – che possono incidere sui tempi”.

“Lavoro da 25 anni in questo settore, non è possibile rifiutare l’incarico” ha risposto Schiaffonati che è apparsa a disagio per gli attacchi ricevuti da alcuni consiglieri di minoranza. In particolare incalzata anche sulla certificazione antimafia e sulla bancabilità ha risposto “della certificazione si occupa l’ufficio gara e sarà mia premura chiederlo nuovamente; a garanzia della bancabilità  non abbiamo delibere perché non ci sono state consegnate”.

“Oggi i dirigenti comunali sono stati presi a pesci in faccia- ha detto il capogruppo PD Andrea Fossati riferendosi alle critiche rivolte alla professionalità del RUP Schiaffonati – andare a spulciare il curriculum vitae e definire la nomina strana (riferendosi al consigliere Trespidi) non è corretto”.

E poi è arrivata anche la spinosa questione interdittiva antimafia sollevata una quindicina di giorni fa dalla capogruppo FdI Soresi al termine del consiglio comunale. “Vorrei evitare di sentirmi dire che é tutto a posto – ha detto Trespidi – sarà a posto quando la Prefettura finirà le verifiche e si capirà se il concessionario può proseguire”. “La prefettura è all’opera per l’espletamento dell’iter dell’indagine – ha risposto l’assessore Bongiorni –  ad oggi non ci è stato detto di stoppare il cantiere e noi andiamo avanti.
Non ci stiamo preparando ad un cambio di soluzione gestionale, ma stiamo proseguendo. Siamo convinti di poter andare avanti. Il futuro del cantiere è un punto di domanda così come lo è anche con altri cantieri”.

“Quello intorno a piazza Cittadella – ha esordito il consigliere Boris Infantino – è un’attenzione che sconfina nel morboso – preparando il campo al suo intervento che ha fatto salire il livello di tensione. “Come faceva a sapere la consigliera Soresi dell’avvio del procedimento di interdittiva? Ho scritto al Prefetto che mi ha risposto che dalla Prefettura non è trapelato alcun documento né indiscrezione. Allora com’è andata? – ha chiesto all’aula Infantino – sarà che la copertura politica di livello superiore consente al gruppo di Fratelli d’Italia di poter avere informazioni riservate”.

Dichiarazioni che hanno gelato l’aula e che in breve hanno scatenato la reazione della consigliera Soresi “non sono tenuta a dirle proprio nulla” e della consigliera Barbieri “si rende conto di cosa ha detto prima come legale che come consigliere?”. E nel generale clima di sbigottimento la seduta è stata sciolta in vista di una nuova puntata; quella su piazza Cittadella sta prendendo sempre più i contorni di una trama di un film, di certo, che lascia l’amaro in bocca.