A proposito di coraggio negli investimenti, intorno al progetto di rilancio delle Terme di Salsomaggiore c’è anche il nome di Antonio Cerciello. Il presidente della Nordmeccanica, fa parte della cordata che ha rilevato parte della società che fa capo alla gestione delle Terme. Come riporta la Gazzetta di Parma, gli imprenditori piacentini, guidati da Emilio Mondelli di Busseto, hanno affittato un ramo d’azienda che si occuperà delle attività termali. La conferma arriva proprio da Cerciello: “Mi sono trovato a Salsomaggiore per delle cure – ha detto – e ho deciso di accettare questa sfida. Contiamo di riportare il sistema ad un alto livello di qualità come nel passato. La struttura sarà privata – specifica Cerciello – non entreranno nè Comune nè Regione”.
PIACENZA E LA GESTIONE DELLA CULTURA. INTERVISTA AL SINDACO DOSI
Piacenza e la cultura, o meglio come l’amministrazione gestisce il patrimonio culturale e museale della città. Strategie, obiettivi, impegni, risultati. Ne abbiamo parlato con il sindaco Paolo Dosi partendo da tre pezzi unici: il tondo di Botticelli, l’Ecce Homo di Antonello da Messina e il Fegato Etrusco. Tre unici di pregio che la città possiede, e questo è già un grande passo avanti. Lo step successivo è la loro divulgazione, la loro promozione, che in termini pratici si traduce nella loro capitalizzazione, per fare di queste opere d’arte e della cultura, in generale, un volano per l’economia. Certamente non è facile, ne è consapevole anche il primo cittadino che ammette che “oggettivamente non si è mai riusciti a trovare una chiave di volta pur nella consapevolezza che sono eccellenze, ma manca l’omogeneità fra i tre, c’è poca analogia” E allora che fare? Si sono cercate altre modalità per la promozione e la valorizzazione di questi pezzi unici: per la Madonna col Bambino di Botticelli si è puntato sulla trasferta al museo di Tokyo, proprio in queste settimane stanno arrivando a Piacenza i turisti giapponesi che avevano visto il quadro al Bankamura Museum. Per il Fegato Etrusco si è puntato sul nuovo allestimento recentemente inaugurato, per l’Ecce Homo si è avviato il coordinamento con il Collegio Alberoni in concomitanza con l’Expo che, si spera, dia i suoi frutti. Certamente però si tratta di un percorso lungo. Riuscire a capitalizzare il patrimonio culturale significa trarne vantaggi economici e ricadute positive per la città intera. “E’ vero – risponde Dosi – ma non dobbiamo creare l’aspettativa di un rapporto causa effetto tra i costi di gestione e le entrate che arrivano dai biglietti”, riferendosi al grande divario che esiste tra i costi di gestione di Palazzo Farnese e gli ingressi. “L’unico museo in attivo, in rapporto al numero dei visitatori, sono i musei Vaticani. Altra cosa è utilizzare il patrimonio per attirare turisti il cui contributo in termini economici va nella prospettiva di portare, indirettamente, ricchezza al territorio”. Una lunga chiacchierata che ha toccato anche la galleria Ricci Oddi, sulla quale il sindaco ha le idee chiare: modificare lo statuto che risale al 1931 troppo rigido e poco chiaro e rendere la galleria pubblica. “E’ assurdo che il Comune sia l’unico sovventore di una struttura che non è pubblica. Dal 1931 è cambiato il mondo e la galleria è diventato un bene di natura pubblica.”
L’intervista completa nella prossima puntata di A Tutto Tondo
MY TELLING VINCE IL BANDO PROGETTO GIOVANI E SI PRESENTA
“My Telling” è uno dei progetti vincitori che ha partecipato al bando Progetto Giovani promosso dall’assessorato alla Politiche Giovanili del comune di Piacenza. L’esito del progetto verrà presentato da Francesca Derba e Silvia Bersani durante un evento aperto al pubblico il 19 giugno alle 19:00 nelle sale di Spazio 2 di via XXIV Maggio, alla presenza dell’Assessora alle Politiche Giovanili Giulia Piroli, della presidente del centro Tice Francesca Cavallini, della video giornalista Diletta Grella e dei ragazzi di BeWonder, che hanno realizzato il sito Internet ed il video per l’evento finale che sintetizza tutto il progetto. MyTelling è un programma di sostegno realizzato su misura per consentire ai NEET (Not being in Employment, Education or Training), ossia coloro che non lavorano né studiano, di acquisire preziose soft skills e competenze che facilitino la ricerca di lavoro e la motivazione allo studio. L’obiettivo del progetto era quello di migliorare le opportunità di istruzione e formazione professionale per i giovani di Piacenza e provincia attraverso: la riconquista della fiducia e della motivazione, la creazione di opportunità di occupazione e la promozione del concetto di mobilità attraverso attività di volontariato, l’aumento della capacità di attrazione delle opportunità di istruzione e formazione professionale.
BITUMIFICIO, I CITTADINI CHIEDONO UN PARERE LEGALE
Un sit-in dopo l’altro. La settimana scorsa sotto la sede della Provincia si erano radunati cittadini, comitati e associazione ambientaliste per dire no al progetto del Carbonext. Oggi la Conferenza dei Servizi ha discusso la AUA, Autorizzazione Unica Ambientale relativa al progetto del bitumificio in località Pontenuovo di Gossolengo. I cittadini che si sono opposti al progetto hanno ripetutamente chiesto al sindaco di Gossolengo sia in assemblea pubblica che in forma scritta e attraverso le osservazioni di Legambiente, che si procedesse alla procedura di VIA , Valutazione di Impatto Ambientale. Comune e Provincia hanno sempre affermato che la legge non lo consente. I cittadini però sono di opinione opposta, da qui è scattata la richiesta al Comune per un parere legale, parere che ad oggi non è ancora arrivato.
ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE: NON E’ QUESTIONE DI LEADERSHIP
Quella tra Confcooperative e Lagacoop è una liaison nella quale non c’è leadership; un matrimonio, come si dice, di intenti. Un percorso cominciato 4 anni fa attraverso la costituzione a livello nazionale dell’Alleanza delle Cooperative, iniziato a livello locale anche a Piacenza, qualche mese fa. “Abbiamo iniziato questo percorso Aci a Piacenza – spiega il presidente di Aci Francesco Milza – da anni condividiamo con Legacoop relazioni istituzionali, il nostro è stato un fidanzamento naturale”. Ma non si parli di leadership, piuttosto di operazione esponenziale: “Se ragionassimo in questi termini sarebbe fallimentare – spiega il presidente – mi piace citare Papa Francesco quando dice che in cooperazione 1+1 è uguale a 3, non c’è un rapporto numerico, ma esponenziale”. I numeri che il comparto porta con sè sono certamente importanti, compresa la realtà più piccola, Agci, l’Associazione generale delle cooperative italiane. Partiamo dai soci: 85mila per Legacoop, 11 mila per Confcooperative; 10 mila 500 lavoratori divisi tra 8 mila per Confcooperative e 2500 per Legacoop, per un fatturato comune di 660 milioni di euro. Più svariati i settori di occupazione che vanno dalla grande distribuzione, alle cooperative agricole, dai servizi sociali a quelli alla persona, che in questi anni di crisi si sono distinti per la tenuta occupazionale, fatta eccezione per il settore delle costruzioni. Aci si pone come soggetto di rappresentanza e tutela della associate e dei soci lavoratori. Proprio in relazione a questo è forte e pressante la richiesta di rappresentanza al’interno della giunta camerale. “Non vogliamo fare una prova muscolare – specifica Milza – ma forti della tenuta occupazionale che in questi anni il mondo della cooperazione ha dimostrato di avere, riteniamo sia meritevole essere rappresentati nella giunta camerale”. Tra gli obiettivi più importanti c’è una data, il 2017, data nella quale rendere definitivo il percorso, con la nascita di una unica rappresentanza dei cooperatori italiani. Impossibile non toccare l’attualità e le difficoltà che il mondo cooperativo sta vivendo, ultimo fatto in ordine di tempo, dallo scandalo della Cpl Concordia alla coop 29 Giugno che ha scoperchiato l’affaire di Roma Capitale. Episodi gravi che finiscono per gettare discredito su tutto il mondo cooperativo. “Annualmente le coop vengono revisionate come indica il Ministero – spiega il vicepresidente Maurizio Molinelli – da una punto di vista contabile. Chi commette reati è fuori, ma dobbiamo scindere le azioni del management da quella della base sociale. La battaglia che stiamo poetando avanti con la raccolta firme contro le false cooperative, va proprio in questa direzione”.
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DAL MINISTERO 4 MILIONI DI EURO PER LE SCUOLE PIACENTINE
Sono sette i comuni che beneficeranno dei Decreto Interministeriale Mutui che mette a disposizione contributi a fondo dei perduto per le amministrazioni. Bettola, Ponte dell’Olio, Vernasca Castelvetro e Lugagnano, Gragnano e Piacenza sono i comuni che si divideranno i 4 milioni di euro messi a disposizione dal Decreto. ‘Ringrazio – ha detto il consigliere Paola Galvani – tutti i consiglieri regionali per essere riusciti a ottenere questo risultato, di solito a Piacenza spettava il 7 per cento degli stanziamenti regionali, invece siamo riusciti ad ottenere oltre 4 milioni di euro contro i 2 milioni e mezzo preventivati. E non è escluso che arrivino altre risorse. Questi finanziamenti riguardano il 2015, mentre il decreto mutui ha una durata triennale. Quindi ci aspettiamo che per i prossimi anni arrivino altre risorse di importo analogo. Noi rinunciamo al nostro 40 per cento, e la Provincia ha deciso di provvedere alla riqualificazione degli istituti superiori (competenza dell’ente) con risorse proprie. L’invito quindi va ai Comuni: preparate progetti di riqualificazione per le vostre scuole, è siate pronti ad utilizzarle nel momento giusto’. In particolare il comune di Piacenza potrà portare a termine i lavori all’asilo Vaiarini (550mila euro) e dare così una risposta ai genitori dei piccoli studenti della materna e del nido che si erano anche costituti in comitato per ottenere risposte dall’amministrazione.
AD EXPO AL VIA LA SETTIMANA DEDICATA AL POMODORO
Sette giorni di i iniziative, eventi, incontri culturali e gastronomici incentrati sul pomodoro. Inizia oggi all’Exo la settimana dedicata all’oro rosso che culminerà sabato 20 con la creazione della pizza da record: un chilometro e mezzo di lunghezza, per per oltre 30 tranci, 5 tonnellate di peso, cotta grazie a 5 forni mobili su una gigantesca teglia collocata sul Decumano di Expo. “L’obiettivo è quello di promuovere il pomodoro – ha detto il Sottosegretario Paola De Micheli, presidente dell’associazione “Settimana Mondiale del Pomodoro” – nei confronti dei consumatori e dei visitatori di Expo, ma non solo. Gli eventi sono stati promossi dall’associazione composta dai distretti italiani del pomodoro che raccolgono produttori e trasformatori, di cui fanno parte tutti i pezzi della filiera produttiva. In calendario nel corso della Settimana Mondiale del Pomodoro ci sono esposizioni, convegni e workshop, ma anche percorsi degustativi ed eventi spettacolari rivolti al grande pubblico, in cui il tema del pomodoro sarà trattato sotto ogni aspetto: ecologico, agricolo, industriale, commerciale, ma anche nutrizionale, salutistico, gastronomico e ludico-culturale. La prima parte della settimana sarà riservata prevalentemente agli operatori del settore della produzione e della trasformazione, con conferenze in cui verranno affrontati tutti gli aspetti colturali, industriali ed anche socio-economici della filiera del pomodoro da industria, evidenziandone l’elevata sostenibilità generale, la storia e le innovazioni tecnologiche disponibili, ed infine, le strategie commerciali. L’intento è quello di arricchire il dibattito di spunti di riflessione interessanti per la diffusione della qualità organizzativa e produttiva della filiera del pomodoro “Made in Italy” nel mondo. La seconda parte della settimana sarà dedicata ad iniziative culturali e gastronomiche di maggiore impatto per il grande pubblico dei consumatori, con la realizzazione di eventi enogastronomici: chef di fama internazionale presenteranno piatti a base di pomodoro in un contesto di italianità ma anche di necessaria globalizzazione dei consumi.
BARACCHI: “RIPENSIAMO IL PO E LA CITTA’, GLI ARCHITETTI SCENDONO IN CAMPO”
Gli architetti di Piacenza scendono in campo per un Po più vivibile, diverso, a misura d’uomo. Il convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti Le città di fiume va proprio in questa direzione: “ascoltare dagli esempi di città a noi vicine, come Lodi, Cremona, Pavia, Alessandria, prendere spunto e possibilmente migliorare” spiega il presidente Giuseppe Baracchi. “Scambiarci opinioni con le città confinanti che hanno un rapporto diretto con il fiume e con l’acqua, è una possibilità che ci dobbiamo dare – spiega – noi architetti ci proponiamo con un ruolo collaborativo su come far vivere il paesaggio in senso più ampio. Oggi partiamo dal fiume e dal rapporto che Piacenza ha con il Po, un rapporto che nei decenni è fortemente cambiato. Nonostante questo dobbiamo riappropriarcene, non tanto per la balneabilità, quanto per viverlo, anche solo per il tempo libero e non solo il Po ma anche il Trebbia che oggi è molto vissuto e frequentato.
La mission dell’Ordine degli Architetti di Piacenza che conta 545 professionisti è proprio questa: rimettere la figura al centro della progettualità della città del futuro, partendo, nel caso del convegno, sul paesaggio e sul fiume. “Questo – conclude Baracchi – prevede una progettualità a monte, ovvero il rapporto tra la città e il suo fiume”.
“RITORNO ALLE ORIGINI”, IL CORTO DEDICATO AL POMODORO VA ALL’EXPO
Un prodotto narrativo per raccontare il pomodoro. Questo concetto viene espresso in Ritorno alle origini il cortometraggio prodotto da Cravedi Produzione Immagini con la regia di Andrea Canepari e il supporto tecnico di Massimo Albasi. Il corto di 11 minuti e mezzo verrà trasmesso in Piazzetta Piacenza nel corso della settimana del Pomodoro ad Expo dal 14 al 21 giugno. Un vero e proprio film che rientra nel progetto Pomd’oro, promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e da Ats. Pomd’oro si proponeva di sviluppare una narrazione della filiera del pomodoro e del territorio di appartenenza, prevedendo la realizzazione di un video promozionale documentario multimediale. La storia si sviluppa intorno a una giovane ragazza inglese figlia di emigrati che torna a scoprire le proprie origini. Nel suo viaggio in Italia conosce lo zio, i cugini e la sua grande famiglia che riscopre intorno alla tavola, l’occasione per valorizzare e le eccellenze del patrimonio enogastronomico, in primis il pomodoro non un prodotto del terreno ma del territorio. Intorno al film, doppiato anche in lingua inglese grazie al cugino che traduce in simultanea al padre ciò che dice la protagonista, sono ruotate 35 persone tra attori, tecnici e produttori. Anche le location non sono state scelte casualmente ma sono lo specchio di ciò che offre la nostra provincia: la cascina di Gragnanino di proprietà del prof. Domenico Ferrari e gli interni a palazzo Vignola di Fiorenzuola dell’ing. Scarabelli. “Un film nato per evocare un forte impatto emotivo ed emozionale – hanno detto il regista Andrea Canepari e il produttore Gianni Cravedi – realizzato in tempi record, meno di un mese, grazie alla professionalità di tutti coloro che vi hanno collaborato”.
PALAZZO EX ENEL, COMITATO: “RESTANO RISPOSTE INEVASE”
Un passo avanti seppur piccolo c’è stato rispetto al passato, certo forse con un po di ritardo. E’ quanto sostengono i membri del comitato contro il cantiere di Palazzo ex Enel a pochi giorni dall’incontro a Bologna con il sovrintendente Luigi Malnati. Il passo avanti consiste nel piano di valorizzazione che la Sovrintendenza ha proposto all’amministrazione per la tutela del patrimonio archeologico con l’elaborazione di una carta delle potenzialità archeologiche, l’allestimento e apertura al pubblico delle sezioni dedicate all’Età del Ferro e periodo romano della città all’interno del Museo Archeologico, l’analisi non distruttiva, effettuata con georadar e altri strumenti, di altri tratti di mura romane in una o più aree libere da edifici in modo da poter effettuare un intervento mirato in grado di fornire dati aggiornati e attendibili, alla luce delle moderne tecniche di scavo. Questo quanto riporta la nota della sovrintendenza, questo quanto concesso ai cittadini che, comunque non sono pienamente soddisfatti. “Non siamo del tutto soddisfatti – ha riferito l’architetto Manrico Bissi – perchè abbiamo chiesto di vedere il progetto tecnico e ci è stato detto che non è nella disponibilità della Sovrintendenza, allora abbiamo chiesto il verbale del sopralluogo del 2014, ci è stato risposto che non ve n’era copia”.
Il museo non si può fare, è la posizione della Sovrintendenza che apporta una serie di ragioni di conservazione, opportunità e utilità sostenendo che i dati di uno scavo effettuato con le tecniche di 34 anni fa sono scarsamente utilizzabili. “Non si può dire che non ci sono i soldi per portare alla luce questi reperti, quando non si fa neppure una stima di quanto costerebbe questa operazione – spiega Bissi – restano forti dubbi di carattere interpretativo”.
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