PASSA IL PROGETTO BARABASCA-CARECO. “CONSUMO DI SUOLO, PROCESSO IRREVERSIBILE”

Quasi 240 mila metri quadrati di terreno agricolo, tre capannoni dedicati allo stoccaggio e al movimento merci, con una stima di circa 1000 camion in più al giorno in entrata e in uscita dall’area. Sono i numeri della delibera, approvata in consiglio comunale, dell’area denominata Barabarasca-Careco, tra i comuni di Fiorenzuola e Cortemaggiore. All’esterno del palazzo comunale, durate la seduta di pochi giorni fa, il sit in di cittadini e Legambiente per lanciare ancora una volta un grido d’allarme sui rischi del consumo di suolo votato alla logistica, alla qualità del lavoro e alle conseguenze sull’ambiente.

Da sempre fortemente contrari al progetto, che ha visto un’accelerazione dal 2021 con un accordo d programma dai comuni di Fiorenzuola e Cortemaggiore, il gruppo consiliare di minoranza Cambiamo Fiorenzuola: a preoccupare fortemente l’aspetto occupazionale (non si sa chi arriverà e quali tipologie di lavoro) e quello delle compensazioni.

Legambiente non esista a definire quello che si sta verificando da anni sulla nostra provincia un processo irreversibile che nemmeno la legge regionale del 2017 contro il consumo di suolo ha potuto evitare.

CASO VANNACCI: “MAI MI SOGNEREI DI AGGREDIRE UNA PERSONA SE HA IDEALI DIVERSI DAI MIEI”

Intorno al grave e increscioso episodio che si è consumato la settimana scorsa, all’esterno del teatro President, in occasione della presentazione del libro del generale Vannacci (https://fb.watch/pd4YLUH7ZR/), chi era presente sente la necessità di raccontare come è andata e di denunciare, senza se e senza ma, la violenza che si è consumata all’esterno. Quella che pubblichiamo qui sotto è firmata da una ragazza di 16 anni che frequenta il Liceo Artistico di Piacenza, insieme ad alcuni amici era presente alla manifestazione autorizzata organizzata dal Collettivo Contro Tendenza e R-Esisto.

Ecco il testo

Sono una studentessa di 16 anni del Liceo Cassinari. Scrivo questa lettera perché anche io ero presente alla contestazione di Vannacci e voglio raccontare la verità su quello che è successo a me e ai miei compagni durante quella sera dove uno di noi è stato colpito in faccia da una cinghiata.
Sono andata alla contestazione perché ho ritenuto giusto esprimere il mio dissenso all’iniziativa di aprire le porte di Piacenza a un uomo che ha scritto un libro molto controverso, un uomo che dice che “il pianeta è fascista perché si salva da solo”, cosa che in quanto attivista di Fridays For Future a Piacenza e referente nazionale del movimento mi ha colpito molto e non in senso positivo, che dice “cari omosessuali, normali non siete, fatevene una ragione” o ancora dichiara che i femminicidi non andrebbero chiamati così perché se viene ucciso un commerciante non lo chiamiamo commercianticidio.
Io e i miei compagni quella sera ci siamo incontrati in un bar poco distante dal President per mangiare qualcosa prima della manifestazione pacifica (che, ci tengo a specificare, era una manifestazione autorizzata ovviamente) e poi in circa una dozzina ci siamo incamminati verso il luogo della contestazione. Mentre stavamo ancora camminando per raggiungere il posto prestabilito, all’angolo tra la Santissima Trinità e il President, dal nulla sono sbucati sei fascisti, che hanno urlato contro di noi mentre si sfilavano le cinte dai pantaloni. Appena questi soggetti hanno iniziato a colpirci senza badare a niente e nessuno, due miei compagni più grandi mi hanno presa e messa dietro di loro per proteggermi, spostandomi in fondo al gruppo e mostrando grande coraggio, mentre davanti succedeva il pandemonio. Calci, pugni, cinghiate e alcuni ragazzi sono stati anche lanciati contro macchine parcheggiate li di fianco, e nel mentre noi urlavamo per far smettere quegli uomini. Per fortuna, gli aggressori sembravano visibilmente alterati da droghe e alcol e soltanto in quattro contro uno, cifra della loro vigliaccheria, sono riusciti a far del male a un signore, mentre per il resto i nostri compagni più grandi li hanno costretti a una fuga precipitosa quando si sono resi conto che in parità numerica non sarebbero riusciti a cavarsela. Certo, con tutte quelle cinghie che roteavano è un miracolo che nessun altro si sia fatto male!
Dopo poco è uscito il primo articolo online dove non si parlava però di un’aggressione a sangue freddo, ma di una rissa. Sui social poi hanno iniziato ad accusarci di “essercela cercata”, perché evidentemente secondo loro era normale che le persone andate per manifestare venissero aggredite. Persone che, per la precisione, stavano ancora camminando per andare al posto scelto per la contestazione, non avevamo neppure ancora iniziato a manifestare!
Questi uomini che ci hanno aggrediti erano li apposta per farci male, ci hanno teso un agguato bello e buono, noi eravamo indifesi, loro erano armati e hanno fatto del male a molti miei compagni tanto che uno di loro, a causa della cinghiata in faccia, si è ritrovato a concludere la serata in ospedale. In uno stato dove la libertà di pensiero e di opinione dovrebbero essere tra i diritti più importanti, questi uomini che ci hanno aggredito pensavano di farci stare zitti facendoci paura, proprio come ha fatto il fascismo in Italia: teneva le persone sotto controllo intimidendole e incutendo timore tra la gente. Però io non ho paura, so di essere nel giusto, perché una violenza del genere, totalmente ingiustificata, è da punire e noi non abbiamo fatto niente per meritarla se non camminare per strada. Sui social si è parlato anche di una provocazione da parte nostra, ma camminare in un gruppo di amici per strada significa forse provocare? E alle provocazioni, anche se poi effettivamente non ci sono state, è forse giusto rispondere con la violenza?
Ho solo 16 anni ma non mi sognerei mai in tutta la mia vita di aggredire una persona fisicamente, anche se i suoi ideali non corrispondessero ai miei. Il fatto che poi queste persone siano le stesse che da vent’anni vengono riconosciute perché compiono atti di violenza in città e nonostante ciò siano ancora libere di circolare indisturbate forse dovrebbe farci interrogare sul perché questi gesti siano sempre rimasti impuniti.

“LE ISTITUZIONI PIACENTINE SI UNISCANO PER VERDI. SU EX ALBERGO SAN MARCO URGE INCONTRO TRA COMUNE E AUSL”

Una lettera rivolta alle istituzioni locali per sollecitare “ad agire in funzione di coerenti iniziative riguardanti gli indiscutibili legami del maestro Giuseppe Verdi con il territorio piacentino”.

Comincia così la nota indirizzata in particolare all’amministrazione comunale, firmata da Stefano Pareti per il Comitato Ex Albergo san Marco, Pietro Chiappelloni per la Sezione piacentina di Italia Nostra, Gian Pietro Bisagni e Franco Sprega per Terre Traverse, Marco Corradi autore del volume Verdi non è di Parma  e Maurizio Sesenna della Galleria Rosso Tiziano.

Ecco il testo:

Pensiamo che Enti Locali, Banche, Camera di Commercio unificata, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia Romagna, unitamente a club di servizio e associazioni quali l’Unione Industriali e Confapi Industria, possano individuare una vocazione aggiuntiva a favore del nostro territorio, per investire sul futuro in campi spesso trascurati ma che possono favorire uno sviluppo che ci compete.
Quello che proponiamo è un passaggio fondamentale perché senza questo coinvolgimento saremo destinati a una sconfitta, e riteniamo che si possano cogliere i vantaggi economici, culturali e sociali che potrebbero derivare al territorio dalla nostra proposta.
L’esempio della vicina Parma è categorico. In quella città e nella sua provincia sono i negozi, gli alberghi, i ristoranti, gli enti locali e le associazioni culturali che “vendono” Verdi e la sua musica. Tutta la comunità ne è consapevole, ed è proprio questo che manca al territorio piacentino. C’è a Parma una mobilitazione generale che a Piacenza deve ancora essere avviata. La nostra comunità si deve organizzare per rispondere alle attese dei turisti, valorizzando i lasciti verdiani finora trascurati o ignorati. Si tratta di operare un imprescindibile salto di qualità.
Il Maestro Giuseppe Verdi può far crescere Piacenza e la sua provincia, perché musica e cultura possono costituire un’opportunità importante quanto i settori tradizionali, spesso in affanno.
L’industria turistica comporta non la trasformazione radicale del territorio, tale da non renderlo più riconoscibile, ma consente invece un suo pieno e permanente riconoscimento e arricchimento. Il “prodotto” verdiano della nostra terra è un bene che, per essere goduto, richiede che la materia prima, che ha concorso a crearlo e a dargli valore, venga attentamente tutelata. Il paesaggio e il territorio non debbono essere sfruttati, ma vanno conservati, migliorati e arricchiti. E ciò vale per Villa Sant’Agata a Villanova sull’Arda, per l’ospedale dello stesso comune voluto e finanziato da Verdi, per le terre che sono state parte delle aziende agricole del Maestro e anche per l’ex Albergo san Marco a Piacenza, destinabile in gran parte a museo dedicato a Giuseppe Verdi, nonché per ogni altro lascito verdiano.
Chiediamo alle istituzioni locali piacentine di aderire tutte assieme a questo progetto che potrà essere occasione di sviluppo e collaborazione, tale da riscoprire aspetti inediti della vita del Maestro e da attirare turisti e visitatori.

In proposito, gli scriventi ritengono che per la situazione di stallo in cui versa l’edificio dell’ex albergo San Marco sia urgente un incontro formale tra il comune di Piacenza e l’AUSL di Piacenza, per verificare ogni possibile soluzione anche amministrativa riguardante il fabbricato.
Inoltre, si condivide lo sforzo compiuto dal ministro Sangiuliano per villa Verdi a Sant’Agata di Villanova, e si apprezza l’idea annunciata alla stampa della procedura di esproprio per pubblica utilità, nonché quella di una Fondazione per la gestione del fabbricato e dei preziosi arredi in esso contenuti.
Infine circa l’Ospedale di Villanova ci si augura che, oltre al materiale della cappella interna, venga salvaguardata la Stanza di Verdi in essa contenuta grazie all’impegno delle Verdissime.com che ne furono le generose artefici.

In conclusione, gli scriventi ritengono che il comune di Piacenza possa assumere un ruolo-guida in questa impresa e chiedono alla sindaca Katia Tarasconi un incontro per meglio articolare la portata della proposta cui dare attuazione.

 

EFFETTO VANNACCI: CONTESTAZIONE E UN FERITO ALL’ESTERNO. “CONTENTO DI ESSERE DIVISIVO”

Tensione alle stelle. Mentre il generale Roberto Vannacci fa il suo ingresso al cinema President, fuori è pura contestazione. È il collettivo Contro Tendenza e R-Esisto, in modo del tutto lecito e autorizzato, ad accendere la protesta contro l’arrivo del generale e delle tesi proposte nel libro Il mondo al contrario, 230 mila copie vendute da agosto.

La situazione si fa tesa, ancora di più, quando nei pressi del parcheggio della Santissima Trinità, uno dei contestatori del collettivo, che stava raggiungendo il gruppo è stato aggredito e colpito, pare con una cinghia, da alcuni sostenitori del generale, probabilmente ultras. La polizia è al lavoro per l’identificazione dell’aggressore. Intanto la gente ha continuato a defluire e in pochi minuti ha riempito il teatro.

FEDERICA ANGELI: “NON E’ DETTO CHE VINCANO SEMPRE LORO”. SUGLI ORRORI DELLA LEVANTE SI PRODURRA’ UN FILM

Sono state l’ossessione per il risultato e la spudorata sfrontatezza a creare quella che è stata ribattezza la caserma deli orrori. La caserma Levante di Piacenza. L’autrice Federica Angeli ha presentato il suo ultimo libro alla biblioteca Passerini Landi, davanti ad un platea nella quale sedevano anche alcuni degli avvocati dei militari coinvolti.

L’indagine è partita nel 2020 coordinata dalla procura di Piacenza,  condotta non dall’Arma dei Carabinieri, ma dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Municipale. Tre anni dopo le sentenze per i cinque militari coinvolti. Per quattro di loro occorre attendere un nuovo Appello per gli anni di condanna definitivi.

Ma i fatti sono noti e atroci,. Di quelli che fanno rabbia e tolgono il fiato. I diritti del libri sono già stati acquistati per creare un film.

https://fb.watch/o_m0pdKume/

LAVORATORI LEROY MERLIN: TROVATO L’ACCORDO PER 450

E’ arrivato l’accordo per i 450 lavoratori del magazzino Leroy Merlin di Castel San Giovanni. Ad annuncialo il sindacato S.I.Cobas che ha seguito la vertenza.

Ecco la nota

Leroy Merlin aveva inizialmente proposto una soluzione esclusivamente economica al massimo ribasso, ma dopo l’incontro fra la multinazionale e la rappresentanza piacentina del S.I.Cobas, nonché il fornitore
di manodopera Iron Log, le cose sono decisamente cambiate in meglio per gli operai.
L’accordo raggiunto prevede infatti la ricollocazione di 80 unità sul nuovo magazzino di Mantova, mentre per la restante parte si è ottenuto il prolungamento del lavoro a Castel San Giovanni fino al 31 maggio 2024, con
opzione di ulteriore allungamento in base all’evoluzione della situazione.
Questo periodo di intermezzo da agli operai respiro economico, garantendo la continuità degli stipendi prima interrotta e la possibilità di avviare la ricerca di un nuovo lavoro qualora dovesse essere confermata la chiusura
al 31 maggio.
Il S.I.Cobas, a fronte dell’arrivo del periodo natalizio, ha richiesto un anticipo immediato di 1.500 euro per ogni lavoratore così da affrontare serenamente le vacanze.
Qualora dovesse in seguito essere confermata la chiusura, il S.I.Cobas ha ottenuto per ciascun lavoratore un incentivo all’esodo del valore netto del valore di 35.000 euro netti, fermo restano la liquidazione dei TFR e di
tutte le spettanze di chiusura. 5.000 euro di questo totale saranno ulteriormente anticipati ai lavoratori nel mese di gennaio 2024.
Leroy Merlin e Iron Log hanno accettato anche di ritirare ogni querela sporta in questi mesi contro le azioni di protesta, riconoscendole come legittimi strumenti di difesa sindacale.
Anche i tempi determinati con contratto in scadenza, prima esclusi da ogni ipotesi di accordo, riceveranno 2.000 euro netti alla chiusura del rapporto, fatto più unico che raro nel mondo del lavoro.
L’accordo ha trovato un entusiasta sostegno da parte dei lavoratori, che hanno aderito al 98% al medesimo. Considerando la disperata situazione di partenza e il risultato finale ottenuto, si dimostra ancora una volta come la lotta portata avanti dal S.I.Cobas possa ottenere risultati capaci di ribaltare situazioni di grave ingiustizia verso i lavoratori, garantendo in ogni contesto il massimo possibile a tutela della dignità dei lavoratori piacentini.

“SOTTO PIAZZA CITTADELLA REPERTI MEDIEVALI E RINASCIMENTALI”. ECCO LE FOTO

Non è solo una questione ambientale; su piazza Cittadella pende anche una seria questione archeologica manifestata congiuntamente da Legambiente, Italia Nostra, FATE fondo ambiente e territorio e Laboratorio Popolare.
Attraverso un accesso agli atti presso la sovrintendenza archeologica, queste associazioni hanno reso pubblico la documentazione fotografica della società Malena snc del 2013 relativi ai lavori effettuati da IREN nella zona di piazza cittadella e nelle aree limitrofe. Dalle foto si rilevano lastricati di strade, muretti, archi, pavimentazioni a mattoni e a spina di pesce. Manufatti ancora ben conservati che riguardano gli scavi eseguiti ad una profondità di 2 metri e mezzo. Tutto questo si va ad aggiungere ai reperti di epoca romana rivenuti nei pressi della piazza tra cui i pavimenti in mosaico e laterizio e cocciopesto del cortile della scuola Mazzini oggi esposti a palazzo Farnese.

https://fb.watch/oU83npW0tw/

 

VALERII, CENSIS: “L’INVERNO DEMOGRAFICO ITALIANO E’ UNA BOMBA PRONTA AD ESPLODERE”

Un occidente sfiduciato che ha riscoperto l’incertezza, segnato dal venir meno di promesse generazionali e un’Italia segnata dall’inverno demografico, una vera e propria «bomba pronta ad esplodere». Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, ospite del consiglio generale di Confindustria Piacenza nella serata di lunedì 11 dicembre, scatta una fotografia allarmante sul futuro della società.

Il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri ha tracciato l’andamento dell’economia piacentina: «Nel 2023 abbiamo superato le previsioni, dimostrando una grande resilienza. Guai a dare questo risultato per scontato, Piacenza se l’è guadagnato sul campo affrontando le tante sfide poste dal quadro economico e geopolitico. Davanti a noi abbiamo ora un rallentamento fisiologico in Europa, attutito però dai risultati sopra le attese di Cina e Stati Uniti».

Valerii riprende i dati del 57esimo rapporto Censis: «La popolazione italiana invecchia, la natalità crolla progressivamente e la variazione dei residenti è già negativa dal 2014: non ha più senso parlare di piramide demografica, ormai osserviamo un cono rovesciato. Si è già ridotta la fetta di donne in età fertile: se anche da domani tutte le donne si svegliassero e facessero tre figli ciascuna non si riuscirebbe comunque ad evitare la discesa. Siamo seduti su una bomba pronta ad esplodere».

Valerii parla di un naufragio di tre grandi narrazioni in occidente: «Il sogno di una Europa unita senza frontiere si è schiantato con il fallimento della governance comunitaria rispetto al rallentamento della crescita del Pil e delle grandi migrazioni. Ci siamo scontrati con gli effetti collaterali della globalizzazione, che ci illudevamo avrebbe riservato solo benefici. E poi Internet: invece di diffondere conoscenza abbiamo violazioni della privacy, oligopoli, fake news e censura. Se sommiamo questi elementi comprendiamo lo spettro della sfiducia che aleggia nell’occidente».

Valerii si sofferma sulla rottura della promessa tra generazioni: «Per la prima volta i figli non si trovano in una condizione economica migliore rispetto a quella dei propri genitori. La sensazione di avere dato più di quanto ricevuto porta all’emergere di una “società del rancore” e ci sentiamo minacciati dalle economie emergenti. L’Indonesia ha superato il Pil italiano già nel 2011: cominciamo a realizzare che prima o poi qualcuno ci spodesterà dal centro della storia. L’elettorato va in cerca di protezione, la nascita dei movimenti populisti è legata anche a questo sentimento. Solo capendo questi fenomeni e grandi cambiamenti si potranno affrontare le sfide che ci attendono».

 

 

ZAKI: “SONO UN SEMPLICE ATTIVISTA CHE COMBATTE PER I DIRITTI UMANI”

E’ iniziata con l’abbraccio di cittadini, attivisti e volontari la giornata piacentina di Patrik Zaki che sta girando per l’Italia per la presentazione del suo libro Sogni e Illusioni di libertà, il racconto della sua storia, dalla prigionia alla liberazione.
La Cgil, insieme alla sezione piacentina di Amnesty International, ha organizzato la giornata di Zaki che dopo l’arrivo in stazione ha incontrato la sindaca Tarasconi, un gruppo di lavoratori della logistica e infine i cittadini che hanno assistito alla presentazione del libro alla camera del lavoro. Nel pomeriggio anche uno spazio dedicato ai giornalisti. Il mondo dell’informazione ha fatto da cassa di risonanza alla storia dell’attivista egiziano, dal giorno della prigionia il 7 febbraio 2020 fino alla liberazione l’8 dicembre 2021.

OSSERVATORIO ECONOMIA E LAVORO: PIACENZA PRIMATO IN REGIONE, NEL 2022, PER CONSUMOI DI SUOLO. BUSSACCHINI “DATO SU CUI LA POLITICA DEVE FERMASI E RIFLETTERE”

Non è un quadro incoraggiate quello che esce dal 14esimo Osservatorio Economia e Lavoro della provincia di Piacenza a cura dei ricercatori di Ires, che per la Cgil “rappresenta un momento di analisi e confronto imprescindibile per interpretare le mutazioni del contesto economico e sociale provinciale” spiega Ivo Bussacchini, segretario generale.

La popolazione della provincia di Piacenza continua ad invecchiare, la crescita è pertanto stabile, dal 1/01/2023 è aumentata dello0.1%; a Levante si registra pure un saldo negativo tra nascite e decessi. L’età media della popolazione è 47 anni, al più alta della regione. Le famiglie unipersonali sonio il 42% del totale.

La popolazione straniera è stabile: Piacenza continua ad essere quella con la maggiora incidenza in regione. Il comune di Castel San Giovanni ha un’incidenza del 24,21% sulla popolazione totale, per lo più dovuta alla presenza del settore logistico, dove trovano occupazione molti lavoratori stranieri.

Un altro capitolo considerato dai ricercatori Giuliano Guietti e Davide Dazzi è ambiente e territorio: sul fronte ambientale, Piacenza ha – tra le province emiliano-romagnole – il primato, nel 2022, per l’aumento del consumo di suolo in valori assoluti: 129 ha, pari ad oltre un quinto dell’aumento totale regionale. Un aumento concentrato in modo particolare nel comune capoluogo, con la percentuale che arriva al 25,3% di suolo consumato, che pone Piacenza al terzo posto dopo Bologna e Rimini. “Questo è un dato su cui la politica deve fare una riflessione – ha detto il segretario Bussacchini – proprio in questi giorni in cui la Provincia ha presentato il PTAV: quali nuovo insediamenti sono necessari? Noi crediamo che sia il caso di investire maggiormente sulla manifattura. Utilizzeremo i dati emersi dalla ricerca per presentare, entro 60 giorni, le nostre osservazioni”.

Per quanto riguarda i settori di economia e produzione si rileva un andamento dissimile: nel 2020 il calo è stato minore rispetto alla regione, ma la ripresa negli anni 2021/22 è stata più lenta. Il settore maggiormente in crescita quello dei servizi, in calo l’industria (-2.4%). Anche le esportazioni hanno un segno per lo più negativo, in particolare elettronica e abbigliamento. Più decisa invece la ripresa nel 2023.

In base agli ultimi dati disponibili di Prometeia (ottobre 2023), alla crescita del numero di occupati (teste) a Piacenza pari all’1% nel 2022 corrisponde una crescita della quantità di lavoro espressa in Ula pari al 2,2%. Dopo la flessione occupazionale del 2020 e 2021, la ripresa del mercato del lavoro ha impattato più in termini di quantità di lavoro, e quindi presumibilmente di saturazione ed intensificazione del lavoro, che di numero di occupati. I dati per i prossimi 3 anni (2023-2025), invece, vedono una dinamica della quantità di lavoro più allineata al numero di occupati evidenziando come l’aumento della quantità di lavoro sarà proporzionalmente accompagnato da una occupazione incrementale.

La crescita occupazionale è principalmente trainata dall’occupazione dipendente (+2,3%), maschile (+2%) e manifatturiera (+6%). La ripresa del sistema economico sembra avere prodotto un aumento importante dell’offerta di lavoro non assorbita, però, totalmente dalla domanda di lavoro. Il tasso di disoccupazione nel 2022 a Piacenza, infatti, continua ad alzarsi arrivando al 6,5%, di cui 8,5% femminile. Inoltre, i dati relativi all’area di disagio occupazionale (17,2% degli occupati) – che raccoglie principalmente contratti a termine e part time involontari – e alla disoccupazione sostanziale (con un tasso dell’8,3%) – un calcolo della disoccupazione che tiene conto anche delle forze lavoro potenziali – dipingono un mercato del lavoro ben più critico di quello disegnato dai dati ufficiali.

A Piacenza nel 2022 si registra una retribuzione media per lavoratore dipendente pari a 23.418 euro all’anno, ossia un livello retributivo più basso delle altre province emiliane e del livello medio regionale (-4,8%). Continua a persistere un differenziale retributivo di genere del -31,9% spiegato sia dal minor numero di giornate retribuite (-6,6%) ma soprattutto dalla minor retribuzione giornaliera (-27%).

In media, la retribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri a Piacenza nel 2022 è pari a 17.358 euro per gli uomini e 13.267 euro per le donne, il -34,5% in meno, ossia un differenziale al di sopra del gender gap per la totalità del lavoro dipendente (-31,9%). In generale, la retribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri è il – 25,2% in meno rispetto alla media della totalità dei lavoratori dipendenti a Piacenza nel 2022.

I dati sulle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2021 mostrano per Piacenza un reddito complessivo medio di 24.114 euro, ovvero un valore al di sotto della media regionale pari a 24.790 euro. Per quanto riguarda le tipologie di reddito dichiarato, nel 2021 a Piacenza, come nel resto dell’Emilia-Romagna, la larga parte del reddito complessivo (83,4% a fronte dell’82,8% della regione) deriva da reddito da lavoro dipendente (53,9%) e dalle pensioni (29,6%).