“Lasciamo perdere di sostituirci a coloro che meritoriamente indagano per fare chiarezza sugli episodi di violenza – non di razzismo – più gravi che si sono susseguiti in questi giorni a Piacenza. E’ un esercizio tanto inutile quanto destinato ad esacerbare ulteriormente gli animi. Dobbiamo invece e per contro chiederci la ragione per la quale episodi di violenza si susseguano con un ritmo che la nostra città non ha mai conosciuto. La guerra per bande, soprattutto all’interno degli extra comunitari, è un dato oramai acquisito, ancorché sottovalutato nella sua evoluzione. Ma proprio perché tale è lo stato delle cose serve un supplemento di prevenzione e di vigilanza per evitare che la violenza imploda con una virulenza che potrebbe farci scappare anche il morto. E analogamente non è pensabile che i cittadini, tutti i cittadini – piacentini e non – abbiano timore di utilizzare gli spazi pubblici a loro destinati, proprio per paura di essere vittime di violenza o coinvolti, loro malgrado, in risse, accoltellamenti e quanto altro di peggio si porta a dietro la delinquenza. Ma proprio perché la situazione è in ebollizione e si rischia che deflagri, un appello al ritorno alla ragione, alla civile convivenza, al rispetto delle leggi e delle regole, appare dovuto. Non è il tempo di incendiari: occorre dare un segnale forte che la Piacenza che ci appartiene – anche con quella tranquillità che alcuni deploravano, ma che piaceva alla stragrande maggioranza dei cittadini – non sia relegata ad un ricordo del passato. E allora ognuno, per la sua parte, si attivi. Perché non è più tempo di sottovalutare, minimizzare, fare finta di non vedere. E per un ritorno alla ragione, in primo luogo, devono impegnarsi le forze politiche e sociali – tutte e senza divisioni dettate dal retaggio ideologico – perché Piacenza non è la riserva indiana di una fazione, ma è dei suoi cittadini, che giustamente reclamano di essere abbandonati a se stessi e che, invece e per contro, devono avvertire che così non è. Ma serve dimostralo con i fatti, non con la retorica delle prediche inutili” lo scrive in una nota il Ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr Tommaso Foti.
FONDAZIONE: CRISTINA DODICI E LEONARDO BRAGALINI ELETTI NEL CONSIGLIO GENERALE
Cristina Dodici e Leonardo Bragalini entrano a far parte del Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’elezione, all’unanimità, è avvenuta ieri sera a Palazzo Rota Pisaroni e completa l’iter di rinnovo degli organi che, dall’aprile scorso, ha portato alla composizione del nuovo “parlamentino” dell’ente, alla conferma del presidente uscente Roberto Reggi e all’annuncio del nuovo Consiglio di Amministrazione fino alla nomina del Collegio sindacale. L’elezione di due consiglieri generali si è resa necessaria proprio in virtù del passaggio al CdA di Enrica De Micheli e Luigi Salice, entrati nella squadra del presidente insieme a Mario Magnelli, Luigi Grechi. Robert Gionelli, Luca Groppi, Giovanna Palladini ed Elena Uber.
«Ho già espresso il mio benvenuto ai nuovi consiglieri e sono certo che grazie alla loro esperienza, professionalità e conoscenza del territorio sapranno fornire un contributo importante in termini di idee e azioni da realizzare a servizio delle comunità di Piacenza e Vigevano – commenta il presidente Roberto Reggi -. Il nostro Consiglio Generale ha una composizione variegata ed esprime competenze trasversali alle diverse aree di intervento della Fondazione. Le sfide attuali e future sui temi strategici ci richiamano a un impegno importante e rendono indispensabile un grande lavoro di squadra, per svolgere al meglio l’attività istituzionale».
Indicata dai sindaci del territorio insieme all’altro candidato Roberto Antenucci, Cristina Dodici è imprenditrice nel settore del co-packing e della logistica agro-industriale. Parallelamente all’attività in azienda, nel corso degli anni ha ricoperto molteplici incarichi istituzionali, in Confindustria Piacenza e in Confindustria regionale e nazionale soprattutto nell’ambito della logistica, e in Camera di Commercio in qualità di consigliera generale. Per dieci anni è stata inoltre presidente della Fondazione Its di Piacenza e consigliera di amministrazione della Fondazione ITL.
L’altro nuovo ingresso, Leonardo Bragalini, è storico dell’arte e imprenditore in ambito editoriale. Dal 2005 al 2020 è stato membro del CdA della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, assumendo la carica di vicepresidente dal 2005 al 2015. Appassionato di pittura del XIX e XX secolo ha condotto numerose ricerche su autori dell’Ottocento e portato avanti collaborazioni con diversi periodici di cultura locale. Bragalini è uno dei due membri cooptati; l’altra candidata era Letizia Anelli.
Ad oggi dunque il nuovo Consiglio Generale risulta composto da sette donne e otto uomini: Daniela Boffino, Leonardo Bragalini, Valter Bulla, Rossella Buratti, Luigi Cavanna, Vincenzo Cerciello, Francesca Colla, Cristina Dodici, Ivano Fortunati, Fabio Leggi, Carlo Marini, Mauro Monti, Anna Muselli, Maria Grazia Sabato e Elena Sisaro.
BARADAI: “PRINCIPI E PROGETTI CONDIVISI CON LA POLITICA PER ARGINARE IL DISAGIO GIOVANILE”
Bene il tavolo in prefettura allargato alle istituzioni civili e religiose, per fare fronte all’emergenza, ma per andare a fondo del disagio evidente ci vuole di più; progetti condivisi in vari ambiti che interessino l’educazione per contrastare il disagio giovanile, per risalire alle cause che scatenano la violenza in particolare tra bande di ragazzi. Yassine Baradai, segretario nazionale UCOII e referente della comunità islamica di Piacenza che ieri ha partecipato al tavolo in comune con l’amministrazione e i capigruppo consiliari, allarga lo sguardo oltre gli ultimi fatti di via IV Novembre.
Intanto capire chi sono i cosiddetti “maranza”, se hanno una famiglia, dove vivono, quanti sono, sarebbe già un banale ma necessario inizio.
Dal canto suo la comunità islamica da anni coinvolge i giovani del centro islamico: sono circa un centinaio quelli che ne seguono le attività. Un migliaio invece i bambini.
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“LA SICUREZZA E’ UNA ESIGENZA DI TUTTI” CHIESTO UN TAVOLO PREFETTO, AMMINISTRAZIONE, VESCOVO E COMUNITA’ ISLAMICA
La richiesta emersa è quella di un tavolo da convocarsi in Prefettura a cui siederanno prefetto, amministrazione con la sindaca Tarasconi, i capigruppo dei gruppi consiliari, il vescovo Cevolotto e la comunità islamica. Perché, ha ribadito la prima cittadina, “la sicurezza è una esigenza di tutti”.
La richiesta che verrà presentata nella prossime ore al prefetto Ponta, è uscita dal tavolo che si svolto a palazzo Mercanti tra la sindaca Tarasconi, i capigruppo di maggioranza e opposizione e Yassine Baradai, segretario nazionale UCOII, l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, che ha chiesto di incontrare l’amministrazione dopo i fatti dell’altra sera in via IV Novembre. Circa un’ora, la durata dell’incontro, che ha ratificato la richiesta di un tavolo con chi ha diretta competenza in materia di sicurezza e ordine pubblico, ovvero il prefetto.
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LOTTA AL MIELOMA: LA FONDAZIONE SOSTIENE LA RICERCA CON IL FRANCESCA CASSINELLI AWARD
Un prestigioso premio internazionale per promuovere la ricerca scientifica e lo sviluppo di approcci diagnostici innovativi nel contrasto al mieloma multiplo. È il Francesca Cassinelli Award 2025, intitolato all’imprenditrice piacentina scomparsa tre anni fa, dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro la malattia devastante che colpisce le plasmacellule del midollo osseo. Negli anni aveva più volte manifestato il desiderio di dedicare una parte del suo patrimonio al progresso della ricerca scientifica sulla patologia: un’idea ora realizzata dai familiari, che hanno proposto alla Fondazione di Piacenza e Vigevano di unire le forze e cofinanziare un premio internazionale.
L’obiettivo è dare un riconoscimento a coloro il cui lavoro ha consentito di acquisire una migliore comprensione della biologia del mieloma multiplo, accelerare la diagnosi, rendere il trattamento più efficace e facilitare il supporto ai pazienti affetti e alle loro famiglie. Sono previsti due riconoscimenti: ventimila euro a un ricercatore senior (di età superiore ai 40 anni) e cinquemila euro a un ricercatore junior (fino ai 40 anni).
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PD: GOBBI SEGRETARIO CON L’83% SULL’AGGRESSIONE DEL CHEOPE: “NON SOFFIAMO SUL FUOCO DELL’INTOLLERANZA”
Nessuna sorpresa per quell’83% di voti che, certamente lo hanno eletto segretario del partito democratico, ma che a dispetto dell’unitarietà inziale potrebbero sembrare non del tutto convincenti. Massimiliano Gobbi è il nuovo segretario dei Democratici della provincia di Piacenza, l’assemblea convocata a Piacenza Expo, lo ha ratificato stamattina. Accanto a lui, la vicepresidente sarà Virginia Zilli; segretaria del circolo cittadino Michela Cucchetti.
La sua elezione è avvenuta al termine di un percorso votato all’unitarietà ma anche alla democrazia e questo comprende anche le astensioni e i voti contrari.
Ruolo quantomai delicato quello del nuovo segretario che succede a Carlo Berra, commosso nel suo ultimo intervento in assemblea, che dovrà portare il partito alle elezioni del 2027, per confermare il centro sinistra alla guida della città. Sfida non scontata. La ricetta del neo segretario? Pragmatismo all’interno di un perimetro valoriale ben definito.
Poi ci sono le prese di posizione che la quotidianità impone; rispetto all’aggressione di qualche sera in via IV Novembre dal Pd arriva una ferma condanna per quanto accaduto nella consapevolezza che il tema sicurezza è cruciale e che non è il momento di esasperare la situazione accendendo altri fuochi. Il PD non parteciperà alla manifestazione antifascista del 2 luglio organizzata da Si Cobas e Contro Tendenza.
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YOUTHBANK PIACENZA PREMIA I 20 PROGETTI CHE DOVRANNO ESSERE REALIZZATI NEI PROSSIMI MESI
Dalla prevenzione del disagio mentale all’educazione alla finanzia, dalle manifestazioni culturali a quelle sportive, sono trasversali i temi toccati dai venti progetti pensati da altrettanti gruppi di under 26 e selezionati da loro coetanei attraverso il progetto YouthBank 2025, promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano per promuovere il protagonismo giovanile.
Il percorso è iniziato a settembre, con una prima call per selezionare le ragazze e i ragazzi dai 16 ai 25 anni che gestiscono la ‘Banca dei giovani’ per l’anno in corso (gli YouthBanker), loro hanno prima analizzato i bisogni dei giovani dei loro territori di riferimento (Piacenza città, Levante, Ponente e Vigevano), poi definito un bando per intercettare progetti di altri giovani under 26 (YouthPlanner) che potessero dare risposte concrete a questi bisogni e, infine, hanno scelto quali finanziare, con le risorse messe a disposizione dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
La definizione dei progetti che riceveranno un contributo è stata celebrata ieri al “JOY Piacenza Party”, una festa cui hanno preso parte i Banker e i Planner, gli Enti del Terzo settore che li stanno affiancando, il coordinatore del progetto Edoardo Favari con Giulia Guardiani. Sono intervenuto per un saluto anche l’Assessore regionale Giovanni Paglia e Francesco Brianzi, assessore comunale del Comune di Piacenza, che patrocina l’iniziativa.
I PROGETTI. I progetti selezionati sono 7 per la YouthBank di Piacenza città, 7 per il Distretto di Ponente, 5 per quello di Levante e uno per Vigevano; un totale di 20 interventi che saranno finanziati, rispetto ai 39 che erano stati correttamente presentati nella prima fase del Bando di YouthBank Piacenza e Vigevano rivolto a giovani “progettisti sociali” dai 16 ai 25 anni, e si concretizzeranno grazie all’affiancamento di una organizzazione no-profit del territorio, come previsto dal regolamento.
A selezionare i progetti sono stati i “banchieri” under 26: Aicha Moudani, Carlotta Sali, Edoardo Montenet, Teresa Pozzoli, Michele Bersani, Elisabetta Epi, Piero Leonardo Carminati, Elisa Casari, Margherita Lecce, Benedetta Bisi, Stefano Donati, Elena Moreschi, Domenico Buonanno, Giulio Fontanella, Lucrezia Mangiarotti, Noemi Marenghi, Alice Quartuccio, Lorenzo Tramelli, Andrea Pizzi e Alessandro Drovanti.
CGIL SU AGGRESSIONE: “IL MINISTERO DIA RISPOSTE A QUESTI FENOMENI INACCETTABILI”
Secondo quanto emerge da notizie di stampa, testimonianze dirette e dalle prime indagini della polizia giudiziaria, si sarebbe trattato di una violenta aggressione a sfondo razziale al termine di una manifestazione dedicata alla sicurezza che si era svolta poco prima al Pubblico Passeggio. Due ragazzi di 22 e 24 anni, uno studente e un lavoratore, hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere.
In attesa che le indagini facciano piena luce su quanto accaduto è necessario ribadire con forza che Piacenza, decorata con la medaglia d’oro alla Resistenza, è da sempre una comunità capace di includere e integrare, grazie al lavoro, all’associazionismo, al volontariato e alle reti sociali forti e collaborative del territorio.
L’aggressione di mercoledì scorso è un segnale preoccupante che va condannato con determinazione. Come cittadini ci rivolgiamo alle istituzioni, a partire dal Ministero degli Interni, al quale chiediamo risposte in termini di contrasto a episodi di intolleranza razziale inaccettabili.
Episodi come quello avvenuto non sono degni della nostra storia e devono essere respinti e condannati con chiarezza da tutti coloro che rivestono un ruolo pubblico, a partire da movimenti e partiti che fanno della rappresentanza democratica la propria ragion d’essere. Una rappresentanza che, per essere davvero legittima, deve essere incardinata e ispirata ai principi costituzionali: lavoro, antifascismo, inclusione, pari opportunità.
Purtroppo, i fenomeni neofascisti trovano alimento anche nella normalizzazione del linguaggio d’odio.
L’opinione pubblica piacentina, negli ultimi giorni ha assistito a notizie preoccupanti attorno alla presenza di circoli di ispirazione neofascista. Poco dopo, una manifestazione sulla sicurezza pare dimostrarsi la cosa più insicura per una città: sfociare in gravi problemi di ordine pubblico per un’aggressione a sfondo razziale.
Quindi condannare questi episodi è un dovere all’interno di una comunità democratica e costituzionale.
Saremo sempre al fianco dei valori di solidarietà, rispetto, inclusione, partecipazione e antifascismo, che rappresentano le fondamenta della nostra convivenza civile e della nostra Costituzione.
SCUOLA EDILE-COMUNE DI GRAGNANO: IN ARRIVO DIECI RAGAZZI APPRENDISTI FRANCESI PER I CANTIERI SCUOLA
Arriveranno domenica dalla regione della Vandea i dieci apprendisti francesi, accompagnati da una docente che, con la loro professionalità, abbelliranno alcune aree nel comune di Gragnano. Questo grazie alla convenzione tra l’Ente Scuola Edile e il comune di Gragnano, per la realizzazione di cantieri scuola sul territorio comunale. L’Ente Scuola Edile già da diversi anni sul territorio, nell’ambito del progetto Erasmus, accoglie ragazzi stranieri che svolgono in Italia la transnazionalità prevista nel periodo di formazione.
I ragazzi in arrivo, hanno tra 17 e 18 anni e sono motivatissimi pittori edili, resteranno in Italia fino all’11 luglio. Due saranno le aree disponibili nel comune di Gragnano: il giardino Carella e piazza Marconi dove si dedicheranno alla riqualificazione delle aree indicate con interventi di ripulitura e decorazione dei manufatti presenti.
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SINDACA TARASCONI: “IL DEGRADO NON SI COMBATTE CON IL DEGRADO. QUANTO ACCADUTO E’ SQUALLORE ALLO STATO PURO”
La prima cittadina interviene sull’aggressione del Cheope: “il degrado non si combatte con il degrado; in attesa di capire come sono andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai”
Il degrado non si combatte con il degrado. E quello a cui la nostra città ha assistito ieri sera è, senza ombra di dubbio, degrado allo stato puro: violenza, botte, facce insanguinate, tavoli ribaltati, danni e paura tra i tanti ragazzi e ragazze che stavano semplicemente bevendo qualcosa o mangiando un gelato in centro. Degrado e squallore allo stato puro, indipendentemente dalle responsabilità penali che senz’altro verranno accertate dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo dei fatti e che ora stanno svolgendo le indagini del caso.
Parlo di degrado che non si combatte con il degrado, perché giusto un paio d’ore prima degli episodi in questione, a poca distanza da dove sono avvenuti, si riuniva un presidio organizzato dalla Curva Nord, gli ultras del Piacenza Calcio, allo scopo – si legge in una nota dei promotori – di “portare all’attenzione un problema che ormai è noto a tutti, quello dell’insicurezza e della criminalità dilagante”.
Ebbene, stando alle prime ricostruzioni – che dovranno essere confermate dall’Autorità giudiziaria, l’unica titolata a ipotizzare collegamenti e formulare accuse – pare che alcuni giovani che poco prima avevano preso parte al presidio anti-degrado siano poi rimasti coinvolti negli episodi di violenza a cui in tanti hanno assistito e di cui vediamo ampi resoconti sui media locali; episodi che si sono conclusi con il ferimento e il ricovero in ospedale di due giovani di origine nordafricana.
Ora, in attesa di capire come siano andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma ciò nonostante ci sono gruppi di persone che si riuniscono e inneggiano – come è avvenuto durante il presidio di cui sopra – a una sorta di ribellione contro un sistema che in qualche modo favorirebbe il dilagare della criminalità, della violenza, del degrado. E lo fanno con toni e concetti che trasudano violenza, durezza, intolleranza in nome di una situazione non meglio definita, tratteggiata in modo generico, superficiale, senza tener conto di ciò che dicono la Prefettura e le forze dell’ordine dati alla mano. Poco dopo il presidio sul Pubblico passeggio – e solo le indagini chiariranno se è stato un caso oppure no – assistiamo ad episodi criminali, violenti, degradati e degradanti. Episodi che hanno visto come protagonisti numerosi giovani prendersela con pochi. Alcuni organi di informazione parlano di “rissa a sfondo razziale”, e anche in questo caso sarà l’Autorità giudiziaria a chiarire se sia vero oppure no.
In ogni caso, promuovere la violenza per affrontare problemi (che si verificano in tutte le città italiane, e che qui a Piacenza sono tutt’altro che sottovalutati) non è il nostro modo di pensare e di agire. Anzi, sono convinta che certi toni, certi messaggi, certi slogan siano parte integrante del problema e ne aumentino la portata come benzina lanciata sul fuoco. E a farne le spese, come è avvenuto ieri sera, sono i cittadini per bene, ovvero quelli che si sono trovati ad assistere a uno spettacolo che oltre ad essere criminale è indecoroso e indegno; a farne le spese sono la sicurezza e l’ordine pubblico, che sono cose serie e complesse, e sono la materia di cui si occupano professionisti seri, preparati e titolati.