VIVERE LA MERAVIGLIA: VERSO L’EDIZIONE 2024 DEL FESTIVAL DEL PENSARE CONTEMPORANEO

Vivere la meraviglia tra stupore e timore. È il tema dell’edizione 2024 del festival del pensare contemporaneo che torna a piacenza, dopo il successo dello scorso anno, dal 19 al 23 settembre prossimi.
Forti delle 20mila presenze, del centinaio di ospiti e degli oltre 50 eventi che hanno caratterizzato la prima edizione, la spinta per organizzare anche quest’anno il festival è stata decisamente ambiziosa; con un richiamo più nazionale, con tanti ospiti internazionali di cui oggi però non si è fatto cenno, e con un format più sostenibile, partecipativo e immersivo.

Tra le novità, una sorta di anteprima al festival: il 7 luglio Piacenza ospiterà gli Italian Podcast Awards.

SEMINARIO DI CRITICA CINEMATOGRAFICA: APERTE LE ISCRIZIONI ALLA QUATTORDICESIMA EDIZIONE

Sono aperte da oggi fino al 26 maggio 2024 le iscrizioni per il seminario residenziale di critica cinematografica che si terrà a Bobbio, in concomitanza al Bobbio Film Festival, dal 27 luglio al 3 agosto.

I partecipanti potranno accedere gratuitamente alle proiezioni dei film e far parte della giuria ufficiale del Festival. Inoltre le recensioni degli studenti saranno pubblicate sulla rivista “Cinecritica” del SNCCI.

L’iscrizione al seminario, curato da Anton Giulio Mancino, è gratuita e a numero chiuso. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza. Tutte le informazioni sul sito www.fondazionefarecinema.it 

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FESTIVAL DEL PENSARE CONTEMPORANEO 2024: SARA’ LA FONDAZIONE TEATRI AD OCCUPARSI DELL’ORGANIZZAZIONE

Sarà la Fondazione Teatri di Piacenza ad occuparsi dell’organizzazione della seconda edizione del Festival del Pensare Contemporaneo. Lo rende noto l’amministrazione in un comunicato che sottolinea che si tratta di “una novità che vede assegnare un ruolo di primo piano, anche in ottica di promozione turistica, alla Fondazione Teatri , ovverosia a quello che per Piacenza è lo strumento per eccellenza deputato a promuovere la cultura, il pensare, la bellezza con il Festival.

L’accordo, che sancirà l’individuazione della Fondazione diretta da Cristina Ferrari quale soggetto organizzatore dell’edizione 2024 del Festival e verrà siglato dal Comune di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, è stato approvato all’unanimità in Giunta nelle scorse ore insieme alle modifiche statutarie del Comitato “Progetto Festival del Pensare contemporaneo” che rimarrà il soggetto promotore dei contenuti scientifici e strategici del Festival e interloquirà con il soggetto organizzatore Fondazione Teatri.

Nella stessa delibera di Giunta si dà atto che il contributo economico del Comune previsto nell’accordo avrà un importo massimo di 30mila euro già previsti nel Bilancio di previsione 2024-2026 al capitolo “Contributi Sistema Cultura Piacenza”.

Dopo il successo straordinario della prima edizione, che in quattro giorni di fine settembre ha trasformato Piacenza in una vera e propria capitale del “pensare contemporaneo” con ospiti di livello internazionale e un pubblico – non solo piacentino – che si è dimostrato entusiasta e partecipe al di là delle più rosee aspettative, si torna dunque a progettare l’edizione numero due.

Un’edizione che si preannuncia ancora più ricca di contenuti e spunti in grado di stimolare il dibattito, la riflessione, la conoscenza e di “ispirare le generazioni più giovani, ritenendole la risorsa fondamentale per la costruzione di un futuro più sostenibile e consapevole”. Queste le parole del vicesindaco Marco Perini e del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano nella lettera con la quale hanno proposto la collaborazione tra Comune, ente di Sant’Eufemia e la Fondazione Teatri. Una missiva inviata alla direttrice Cristina Ferrari nella quale si sottolinea l’intenzione di legare il “nome” della stessa Fondazione Teatri all’organizzazione del Festival come “importante tassello nella promozione turistico-culturale di questa nostra splendida città”.

Lettera alla quale la direttrice Ferrari ha risposto esprimendo “riconoscenza e soddisfazione”. “Questa futura collaborazione – scrive – ci permette anche di raggiungere alcuni obiettivi suggeriti dal Ministero della Cultura riguardo all’attenzione alle giovani generazioni, al dialogo tra le diverse discipline artistiche e ai linguaggi della contemporaneità, caratteristiche già ampiamente espresse nella prima edizione del Festival”.

CROWE, GALIMBERTI, MANNOIA, DE GREGORI, GALIMBERTI E BRUZZONE: ECCO ALCUNI NOMI DEL PIACENZA SUMMER CULT

Il cartellone non è ancora completo ma i nomi sono già quelli che promettono grandi numeri. Questo, almeno, è l’auspicio dell’amministrazione che su Piacenza Summer Cult ha investito moltissimo soprattutto in termini di visibilità e marketing intorno all’evento clou del Tour de France il primo di luglio.
Già lo stesso Russel Crowe, dal parlo di San Remo, aveva annunciato il suo tour in giro per l’Italia, il 13 luglio sarà a Palazzo Farnese. Si comincia il 18 giugno con Roberta Bruzzone, il 29 il filosofo Umberto Galimberti, Paolo Crepet il 9 luglio, Vincenzo Schettini l’11 luglio, e il 16 Fiorella Mannoia con la sua orchestra. In cartellone anche Francesco De Gregori, resta solo da annunciare la conferma della data che rientrerà nel tour estivo del cantautore romano.
Biglietti on line su www.ticketone.it da oggi.

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“DA OGGI PIACENZA E’ DAVVERO CITTA’ UNIVERSITARIA”

Sottoscritto il protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale, le istituzioni accademiche aventi sede sul territorio – Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Parma – e il Conservatorio Nicolini. A siglare il documento, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, i rettori Franco Anelli, Donatella Sciuto e Paolo Martelli, accanto al presidente dell’istituto musicale Massimo Trespidi.
Grazie a questo accordo sarà possibile realizzare iniziative congiunte, promozionali e divulgative, finalizzate all’orientamento universitario e lavorativo dei giovani, alla continuità accademica e formativa e alle opportunità di civismo attivo e volontariato per gli studenti, per i quali si prevedono agevolazioni nella fruizione di spazi e servizi pubblici, eventi dedicati e interventi specifici di sostegno alla residenzialità per i fuori sede, ad esempio tramite l’istituzione di un fondo di garanzia per gli affitti.

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GIACOMO ROVERO, BALLERINO SOLISTA AL ROYAL BALLET: QUANDO VITA E DANZA SONO LA STESSA COSA

Ha mosso i primi passi di danza da bambino, di lì a poco a poco è stato solo un crescendo. Dal palco del teatro municipale, Giacomo Rovero è arrivato al Royal Ballet di Londra, dove, da febbraio, sarà ballerino solista.

Con l’umiltà dei grandi professionisti Giacomo ci dice che la promozione è stata inaspettata, ma altrettanto desiderata. Per questo giovane 26enne piacentino la decisione di percorrere la strada della danza è arrivata molto presto, prima trasferendosi per qualche anno ad Amburgo, poi in Inghilterra dove vive e lavora tutt’ora .

Costanza e perseveranza hanno portato Giacomo dove è arrivato oggi. Allenamento ogni mattina e poi prove per gli spettacoli serali che proseguono per tutto il giorno. Praticamente ogni sera, da settembre a giugno, a teatro sono in programma gli spettacoli che vedono protagonisti i ballerini del Royal Ballet. E quello che per noi altro non è che grande sacrificio quotidiano per giacomo è una normalità con la quale certamente è molto impegnativo convivere.

ARCELLONI: “A PIACENZA LA CULTURA E’ GESTITA PRO DOMO SUA”

Filippo Arcelloni lavora nella cultura da oltre trent’anni; gli abbiamo chiesto quali sono le aspettative per questo 2024 appena iniziato. La criticità da risolvere sono parecchie, a partire dalla mancanza di spazi di cui soffrono alcune realtà locali. Ma ciò che più affligge chi fa cultura a Piacenza è la difficoltà nel reperire i fondi e fare rete “esistono monoliti intoccabili che lavorano su un proprio binario. La Fondazione Teatri ha, nel suo statuto, l’obbligo di lavorare con tutte le realtà locali, ma questo non avviene”.

“PIACENZA? AH SI’LA CITTA’ DELLA SIGNORA DI KLIMT”. PERCHE’ OGGI QUESTO NON ACCADE?

A Piacenza le salite al Guercino e al Pordenone fanno il boom e il Forte di Bard si crogiola degli oltre 11mila visitatori, in poco più di  un mese, arrivati in val d’Aosta per ammirare il Ritratto di Signora. Ora, non vogliamo fare paragoni, anche se un pò ci stanno. Le salite alle cupole della Cattedrale e di Santa Maria di Campagna, ribattezzate Mirabili prospettive, sono visitabili con un unico biglietto che comprende visite guidate per arrivare ad ammirare da vicino i capolavori del Guercino e del Pordenone, grazie ad un accordo tra Comune, Diocesi e banca di Piacenza. “In quattro giorni – riporta una nota dell’amministrazione – sono arrivati a Piacenza turisti da Roma, Siena, Milano, Modena e altre città italiane”.

“Decine di visitatori al giorno per tutte queste prime quattro giornate di apertura delle salite – prosegue il comunicato – con una concentrazione di turisti provenienti da fuori città il 30 dicembre e il primo dell’anno, mentre il 6 gennaio – giorno dell’Epifania – e il 7 gennaio i visitatori sono stati più che altro piacentini”.

Bene, ci mancherebbe altro! E’ inevitabile però segnalare che, non tanto distante da Piacenza, il Ritratto di Signora che proprio a Piacenza appartiene,  sta facendo registrare migliaia di visitatori, dal primo dicembre al 7 gennaio circa 11mila. L’opera di Klimt è stata prestata dalla Galleria Ricci Oddi al Forte di Bard fino al 10 marzo. Vien da chiedersi perché. Per puntare all’effetto boomerang, ovvero riportare visitatori a Piacenza? Gli stessi che hanno visto il Ritratto torneranno in città per una visita alla galleria o a Palazzo Farnese? Forse sì. Ma la domanda è perché non  puntare di più, o quasi tutto, su quest’opera? Piacenza dovrebbe “parlare la lingua” del Ritratto, essere identificata per quello, per arrivare a dire “Piacenza? ah sì, la città della Signora di Klimt”. Finora, a parte la mostra dopo il ritrovamento, pare non sia accaduto.

L’ex assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, sul profilo Facebook, si lascia andare ad uno sfogo rivolgendo un’aspra critica all’amministrazione. “Mentre a Piacenza si dormono sonni profondi da un anno e mezzo a questa parte, altrove non hanno nessun problema a godere dei benefici che può generare il patrimonio artistico piacentino se adeguatamente valorizzato: per ora, per come sfruttato, non sta dando di certo alcun beneficio alla città di Piacenza”. E ancora “Questa è la certificazione inconfutabile del fatto che le attuali politiche culturali di certo non valorizzano e promuovono Piacenza né tantomeno generano beneficio economico per tutto l’ampio indotto che avevamo saputo coinvolgere nel 2022. Cosa cambierà dopo questo ennesimo schiaffo a Piacenza? Probabilmente nulla”  conclude il post.

Certamente la politica gioca il suo ruolo, ma è altrettanto vero che pare mancare quella spinta ad approfittare di ciò che già esiste. Intorno all’opera di Klimt si potrebbe/dovrebbe giocare l’intera promozione di Piacenza: dalla cultura, al commercio, ai gadget, alla ristorazione, ai tour. La Ricci Oddi dovrebbe avere un ruolo ben diverso in questa città, non potrebbe essere certamente l’unica, ma una delle più importanti. E invece …

“BIANCO SILENZIO”: LA SICUREZZA SUL LAVORO PRESENTATO ALLE SCUOLE CON UNO SPETTACOLO

Bianco silenzio: si chiama così lo spettacolo che i Manicomics teatro proporranno agli studenti delle scuole superiori della città e della provincia.

Uno spettacolo sul diritto a lavorare sicuri; un tema si cui Confindustria Piacenza ha puntato moltissimo in questo mandato, partendo proprio da chi un lavoro non ce l’ha ancora ma sta studiando per formarsi e per averlo.

L’evento, realizzato grazie a Teco srl, si svolgerà dal 18 al 24 gennaio presso l’Open Space 360 di via Scalabrini, il 30 gennaio al teatro Verdi di Castel San Giovanni e il 6 febbraio al Verdi di Fiorenzuola.

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“LE ISTITUZIONI PIACENTINE SI UNISCANO PER VERDI. SU EX ALBERGO SAN MARCO URGE INCONTRO TRA COMUNE E AUSL”

Una lettera rivolta alle istituzioni locali per sollecitare “ad agire in funzione di coerenti iniziative riguardanti gli indiscutibili legami del maestro Giuseppe Verdi con il territorio piacentino”.

Comincia così la nota indirizzata in particolare all’amministrazione comunale, firmata da Stefano Pareti per il Comitato Ex Albergo san Marco, Pietro Chiappelloni per la Sezione piacentina di Italia Nostra, Gian Pietro Bisagni e Franco Sprega per Terre Traverse, Marco Corradi autore del volume Verdi non è di Parma  e Maurizio Sesenna della Galleria Rosso Tiziano.

Ecco il testo:

Pensiamo che Enti Locali, Banche, Camera di Commercio unificata, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia Romagna, unitamente a club di servizio e associazioni quali l’Unione Industriali e Confapi Industria, possano individuare una vocazione aggiuntiva a favore del nostro territorio, per investire sul futuro in campi spesso trascurati ma che possono favorire uno sviluppo che ci compete.
Quello che proponiamo è un passaggio fondamentale perché senza questo coinvolgimento saremo destinati a una sconfitta, e riteniamo che si possano cogliere i vantaggi economici, culturali e sociali che potrebbero derivare al territorio dalla nostra proposta.
L’esempio della vicina Parma è categorico. In quella città e nella sua provincia sono i negozi, gli alberghi, i ristoranti, gli enti locali e le associazioni culturali che “vendono” Verdi e la sua musica. Tutta la comunità ne è consapevole, ed è proprio questo che manca al territorio piacentino. C’è a Parma una mobilitazione generale che a Piacenza deve ancora essere avviata. La nostra comunità si deve organizzare per rispondere alle attese dei turisti, valorizzando i lasciti verdiani finora trascurati o ignorati. Si tratta di operare un imprescindibile salto di qualità.
Il Maestro Giuseppe Verdi può far crescere Piacenza e la sua provincia, perché musica e cultura possono costituire un’opportunità importante quanto i settori tradizionali, spesso in affanno.
L’industria turistica comporta non la trasformazione radicale del territorio, tale da non renderlo più riconoscibile, ma consente invece un suo pieno e permanente riconoscimento e arricchimento. Il “prodotto” verdiano della nostra terra è un bene che, per essere goduto, richiede che la materia prima, che ha concorso a crearlo e a dargli valore, venga attentamente tutelata. Il paesaggio e il territorio non debbono essere sfruttati, ma vanno conservati, migliorati e arricchiti. E ciò vale per Villa Sant’Agata a Villanova sull’Arda, per l’ospedale dello stesso comune voluto e finanziato da Verdi, per le terre che sono state parte delle aziende agricole del Maestro e anche per l’ex Albergo san Marco a Piacenza, destinabile in gran parte a museo dedicato a Giuseppe Verdi, nonché per ogni altro lascito verdiano.
Chiediamo alle istituzioni locali piacentine di aderire tutte assieme a questo progetto che potrà essere occasione di sviluppo e collaborazione, tale da riscoprire aspetti inediti della vita del Maestro e da attirare turisti e visitatori.

In proposito, gli scriventi ritengono che per la situazione di stallo in cui versa l’edificio dell’ex albergo San Marco sia urgente un incontro formale tra il comune di Piacenza e l’AUSL di Piacenza, per verificare ogni possibile soluzione anche amministrativa riguardante il fabbricato.
Inoltre, si condivide lo sforzo compiuto dal ministro Sangiuliano per villa Verdi a Sant’Agata di Villanova, e si apprezza l’idea annunciata alla stampa della procedura di esproprio per pubblica utilità, nonché quella di una Fondazione per la gestione del fabbricato e dei preziosi arredi in esso contenuti.
Infine circa l’Ospedale di Villanova ci si augura che, oltre al materiale della cappella interna, venga salvaguardata la Stanza di Verdi in essa contenuta grazie all’impegno delle Verdissime.com che ne furono le generose artefici.

In conclusione, gli scriventi ritengono che il comune di Piacenza possa assumere un ruolo-guida in questa impresa e chiedono alla sindaca Katia Tarasconi un incontro per meglio articolare la portata della proposta cui dare attuazione.