
ALTERNATIVA PER PIACENZA: SULLE NOTE DI BELLA CIAO L’OMAGGIO AI PARTIGIANI

“Senza il pensiero della auto, godiamo della città in modo nuovo” Così l’assessore alla mobilità Adriana Fantini ha introdotto il biciplan ai consiglieri comunali, il documento che mette nero su bianco il piano della mobilità ciclistica del comune di Piacenza. Quella mobilità dolce che si deve inserire e adattarsi al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile approvato nel dicembre del 2020.
“La città deve essere dei cittadini – ha detto Fantini – il biciplan è lo strumento che più ci porta a raggiungere questo obiettivo, come se umanizzassimo la strada, lo abbiamo visto con le strade chiuse a ridosso delle scuole. Poi ci sono le criticità che certamente andranno risolte, le osservazioni riportate da enti ed associazioni al documento, approvato all’unanimità, vanno proprio in questa direzione. Prima di tutto percorsi ciclabili più sicuri, implementati nel numero e inseriti con criterio nel piano della mobilita sostenibile”. Ecco le voci del consiglio comunale.
ll consumo di suolo e, più in generale la questione ambientale, sono la sfida più grande che si trovano ad affrontare Piacenza e la sua amministrazione, perché le scelte segneranno il futuro dell’interno territorio. La consigliera Caterina Pagani, di Piacenza Oltre, si è più volte distinta, in questi primi mesi di consiglio, per posizioni precise in tema di ambiente, in vista dell’obiettivo regionale di consumo suolo zero, votando anche in modo non sempre allineato alla maggioranza, “pur sentendomi a mio agio” ci conferma. E sul rapporto con l’opposizione di ApP dice “ha giocato d’anticipo su alcuni temi, non eravamo pronti. Ma la loro attività è mirata non ai risultati ma alla visibilità personale”.
Alternativa per Piacenza, in particolare per mano del presidente Sergio Dagnino, torna sulla recente discussione in consiglio comunale in merito ai nuovi insediamenti commerciali.
E’ in continuità con quanto diciamo da anni. Come essere contro a nuovi insediamenti di logistica. Le nostre idee al riguardo, non nascono da prese di posizioni radicali e/o assolutiste, ma da valutazione e consapevolezza della situazione della nostra città, soffocata da un inquinamento che non accenna a diminuire, da grandi superfici commerciali in sovrannumero, alcune delle quali in abbandono, e altre in grande sofferenza.
Dalla quantità di aree abbandonate e da recuperare. Da un consumo di suolo che senza se e senza ma va fermato, da subito.
E se arrivassero realtà ad alta tecnologia o/e con un attenzione alla sostenibilità ambientale molto elevata, come qualcuno ogni tanto paventa, dovrebbero semplicemente utilizzare una delle tante aree abbandonate, che nella nostra Piacenza non mancano.
Il no a nuovi supermercati non è per difendere i negozi di vicinato che ancora resistono (per quelli ci vorrebbe altro, che non arriva e nemmeno si intravede), ma è un no perché non c è più bisogno di nuove grandi strutture nella nostra città. E chi ha fatto investimenti in tal senso, ha probabilmente sbagliato investimenti, capita.
Quello che non si capisce è la fatica da parte di chi amministra a prendere una posizione chiara sul tema. Se poi ci saranno impedimenti legali o burocratici nel sostenere certe posizioni, ne prenderemo atto e cercheremo, con tutte le armi a disposizione, di combatterli.
Ma questo dire e non dire, questo vorrei ma non posso, questo vedremo, valuteremo, francamente ha stufato.
Quanto sarebbe bella una politica che parlasse chiaro e con il cuore….. Dritta al cuore, mi pare si dicesse.
In merito poi al fatto che Alternativa per Piacenza avrebbe intasato i canali istituzionali con i suoi atti ( mozioni, interrogazioni, emendamenti etc.), ricordiamo che il compito del consigliere comunale, ed in particolare delle forze politiche di minoranza, è quello di controllo e proposta.
Quello dell’amministrazione invece, è di rispondere nei tempi dovuti ( ci sono atti dell’estate scorsa che aspettano di essere portati in consiglio) e possibilmente in maniera approfondita. Quello che è certo finora, è che determinati temi, che a giudicare dalle discussioni sviluppatesi sono quelli che interessano maggiormente i nostri concittadini, sono arrivati in aula grazie ad Alternativa per Piacenza.
Non fosse per noi, temi importantissimi come la perequazione arriverebbero ( ammesso che ci arrivino) in consiglio a cose fatte.
Concludendo, per rispondere a chi si appiglia alla differenza d’esperienza che contraddistingue maggioranza e opposizione all’interno del nostro consiglio, dobbiamo rammentare che anche all’interno delle forze politiche che compongono la maggioranza vi sono persone che occupano o hanno, anche recentemente, rivestito ruoli politici e amministrativi di grande importanza. Forse quello che è mancato fin qui è la volontà di fare quella formazione, che per chi si affaccia per la prima volta in questo mondo ( da assessore o da consigliere comunale) è indispensabile per svolgere al meglio il proprio ruolo. Sarebbe un bene per tutti.
Persone capaci, motivate e sensibili. Oltre che competenti, ovviamente. Il vice sindaco Marco Perini ha messo fortemente l’accetto sull’aspetto motivazionale per presentare i concorsi attualmente banditi dal Comune, per la ricerca di 11 funzionari amministrativi e 22 tra funzionari e istruttori tecnici, il cui bando è in scadenza il 27 aprile. Sedici persone sono già state assunte per graduatoria, il resto è affidato ai concorsi ai bandi appunto che verranno pubblicati da aprile a giugno. In tutto circa un centinaio i nuovi assunti che entreranno a far parte della complessa macchina comunale, per lo più con incarichi a tempo indeterminato.
Già dalla reazione della maggioranza alla richiesta di inversione dell’ordine del giorno c’era da aspettarsi che la discussione sarebbe stata parecchio animata. Se poi si aggiunge che il nodo del discorso rientra appieno nei temi caldi, urbanistica e grande distribuzione, l’innesco è praticamente certo. Così è stato. Ancora una volta la mozione di Alternativa per Piacenza, in cui si chiedeva di inserire nel PUG la moratoria sulla grande distribuzione, ha messo in luce attriti, scricchiolii, e un ancora più preoccupante timore di parlare di certi temi. “Noi non siamo l’alibi della maggioranza – ha detto il capogruppo Cugini – il problema è la coerenza”.
Già dalla reazione alla richiesta di inversione dell’ordine del giorno c’era da aspettarsi che la discussione sarebbe stata parecchio animata. Se poi si aggiunge che al centro del dibattito c’è l’urbanistica con la grande distribuzione, l’innesco è praticamente certo.
E’ stata ancora una volta la mozione di Alternativa per Piacenza a mettere sale alla discussione, tema stop a nuovi insediamenti della grande distribuzione da inserire all’interno del PUG (Piano Urbanistico Generale). Mozione calendarizzata a fine seduta, di fatto poi anticipata su richiesta di ApP, acconsentita dal gruppo di FdI. E’ già su questo la maggioranza si è divisa: ma la richiesta è stata approvata con 14 voti favorevoli.
“Con questa mozione – ha spiegato il consigliere Rabuffi – pensiamo al futuro della città chiedendo di non inserire nuova distribuzione organizzata. Non fissiamo una scadenza, ma chiediamo solo che nella pianificazione non vi sia più grande distribuzione, come ci hanno chiesto le associazioni dei commercianti e le 6mila firme raccolte dal Legambiente. Parliamo di comune volontà. Avete ritenuto il DUP non competente, ci avete suggerito il PUG – ha detto rivolgendosi alla maggioranza – noi vi abbiamo preso in parola. Ora ci aspettiamo che accogliate la proposta e venga declinata come ritenete più opportuno”.
“Il PUG è lo strumento giusto per accogliere questa proposta – ha detto l’assessore Adriana Fantini – anche per accogliere il sentimento della città su questo tema. Siamo concordi, si deve trovare un modo corretto per scrivere questo; ma dire Stop alla gdo ci potrebbe mettere davanti a contenziosi. E’ accoglibile la richiesta di ApP se c’è il modo di precisare meglio alcuni passaggi con l’emendamento proposto”.
“Non si può dire No a priori all’edificazione – ha detto Caterina Pagani di Pc Oltre – così come è posta la mozione non è accoglibile”. “Il dispositivo è alquanto ampio – ha ribattuto la consigliera Zanardi di FdI – per cui è votabile da parte di tutti, si lascia aperta ogni modifica. Quelle che apportate sembrano tutte delle scuse. Un atteggiamento poco responsabile di chi si mangia la parola. Dobbiamo guardare alla linea politica”.
“Eravamo convinti di avere la massima disponibilità da parte dei consiglieri – ha detto il capogruppo Cugini – è nel PUG che bisogna trasferire la linea politica, noi abbiamo chiesto questo. Pensavamo che questa mozione fosse uno scivolo. Questa è la mozione della linea politica, all’interno del PUG si può esprimere chiaramente”.
“Noto che c’è un certo fastidio a parlare a discutere di certi argomenti, questo è uno di quelli – ha detto il consigliere Massimo Trespidi – si chiede quale è l’indirizzo politico di questa amministrazione all’interno del PUG, è legittimo che si chieda”. “E’ semplicistica e mal posta la domanda” ha ribattuto il capogruppo di Piacenza Coraggiosa Boris Infantino. “Abbiamo capito che il Comune vuole avere la mani libere, ne prendiamo atto e andiamo avanti. Oggi si getta la maschera, va bene così. Non è stata un’operazione politica per spaccare la maggioranza, non l’avremmo presentata – ha ribadito Cugini – eravamo convinti di fare un favore a tutti, invece ci dite quando sarà il momento ne riparleremo”
Alla fine la mozione è stata respinta con il voto contrario di 16 consiglieri, 10 favorevoli, 4 astenuti tra cui Matteo Anelli (Pc Coraggiosa), Costanza De Poli (PD), Claudia Gnocchi (Civica Tarasconi), Filiberto Putzu (Liberali).
“La sindaca chieda scusa per l’intollerabile ingerenza nell’autonomia della capigruppo sulla programmazione dei lavori”. A chiederlo è il capogruppo di ApP Stefano Cugini rivolgendosi alla prima cittadina rispetto alle accuse che ha rivolto alla maggioranza definita “prona alle opposizioni” in sede di conferenza dei capigruppo.
Cugini ringrazia, nel suo iniziale intervento, il capogruppo del PD Andrea Fossati, ma anche Gnocchi e Ceccarelli, “per il la voro di sintesi – stavolta ben sostenuto dalla presidente del Consiglio – rispetto alla nostra richiesta di calendarizzare già per oggi le tre mozioni, come suggerito dall’on. Paola De Micheli, poi ridotta ad una sola, ovvero quella della grande distribuzione organizzata. Hanno dimostrato buon senso, apertura, coerenza alla collaborazione. Ricordo che se non fosse stato per i capigruppo di maggioranza, saremmo stati ancora qui a trattare gli emendamenti al DUP, con buona pace di qualche pasdaran che cura la carriera di partito. Eppure solo a metà marzo la sindaca dichiarò che Nessuno dice a nessuno cosa fare in quest’aula: io non comando nessuno. E qui torna attuale il vostro problema – prosegue Cugini – di coerenza tra parole e fatti, una costante. Ma tornando alla capigruppo, l’arto 7/6 lo riporta chiaramente “le determinazioni assunte dalla conferenza sono comunicate al sindaco” e non viceversa! Questi modi da elefante in cristalleria delle istituzioni nuocciono a tutti, in primis alla città, smentire oggi le sue ingerenze presunte sarebbe un gesto gradito e dovuto”.
Dello stesso tenore anche l’intervento della consigliera Patrizia Barbieri “l’ingerenza e il regime di sudditanza che si respirano nella capigruppo sono da sfinimento – ha detto – non è possibile rivolgersi alla giunta, ogni due minuti. La capigruppo decide e il sindaco si uniforma. Non è la giunta che detta i tempi del consiglio”.
“Vogliamo essere responsabili sia con la maggioranza che con la minoranza – ha detto il capogruppo dem Fossati – ci tengo a dire che rispettiamo il regolamento e mettiamo in atto la volontà di confronto. La nostra riconoscenza c’è sempre”.
Il consigliere Jonathan Papamarenghi della civica Barbieri ha invece posto l’accento sul bando appena pubblicato per la direzione dei Musei Civici che resterà attivo per una quindicina di giorni. Un bando che secondo il consigliere sarebbe mal redatto e mal confezionato, “così mirato – ha detto – che alcuni si sono sentiti esclusi a priori a parteciparvi”. Papamarenghi ha di fatto accusato l’amministrazione di aver scritto il bando pensando a Fabio Obertelli, candidato della lista Piacenza Oltre, rimasto fuori dal consiglio comunale. Una sorta di riconoscimento politico a compensare la mancata elezione.
Forti e decise le parole dell’assessore Fiazza che ha risposto al consigliere Papamarenghi “che senso ha alimentare la cultura del sospetto? in otto mesi avremo certamente sbagliato, ma non ci si può accusare di non essere trasparenti. Ci lasciano l’amaro in bocca parole come vergogna, paura, falsità, gestione torbida da lei utilizzate- riferendosi al consigliere – noi abbiamo la coscienza pulita, trasparente, cristallina. Dire che c’è un “riconoscimento politico” è un’offesa per tutta l’aula soprattutto detto da lei che, nelle vesti di assessore alla Cultura, si è speso tantissimo. Ma non accettiamo la patente di legalità”.
E’ un politico di lungo corso, nella sua esperienza anche la delega all’Urbanistica nella giunta Dosi 2012-2017, oltre che la segretaria del PD. Silvio Bisotti analizza la maratona del primo bilancio che ha affrontato la giunta Tarasconi e si focalizza sulle sfide più importanti che l’amministrazione ha davanti: certamente quella ambientale. “Oggi la giunta è pronta allo start. I consiglieri hanno pagato l’inesperienza della prima volta tra i banchi del consiglio. Occorrono compattezza, consapevolezza, esperienza e umiltà”.
Il Bollone, l’area di 2 milioni di mq di superficie tra Borghetto e Roncaglia, continua a tenere banco. In particolare Alternativa per Piacenza, Europa Verde – Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle criticano la partecipazione della sindaca Tarasconi alla fiera degli immobiliaristi di Cannese e Confindustria che promuove l’area sul sito Invest in Piacenza.
Ecco la nota
Com’è noto Confindustria ha presentato alla fiera degli immobiliaristi di Cannes un sito, “Invest in Piacenza”, per promuovere le aree – in parte dismesse ma in gran parte su terreno agricolo – a favore di investimenti produttivi. Iniziativa lodevole se non fosse che l’ “oggetto del desiderio” più attraente è rappresentato dall’ormai famigerato “bollone”, un’area di quasi 2 milioni di mq, compresa fra Roncaglia e Borghetto, destinata – se i cittadini non manifesteranno la propria netta opposizione – alla logistica.
Piacenza e provincia hanno già dato alla logistica, nonostante le promesse più volte espresse in questi anni, di una sua veste più sostenibile, sia da un punto di vista ambientale che dei rapporti di lavoro. In realtà non è cambiato quasi niente e di questo occorre che le pianificazioni urbanistiche comunali (PUG, Piano Urbanistico Generale della città) e provinciale tengano conto, mediante percorsi partecipati reali e non solo di facciata (vedi PTAV, Piano Territoriale di Area Vasta).
Nel promuovere il “bollone” però, Confindustria è andata un po’ oltre ad una legittima iniziativa imprenditoriale, perché ha messo in vetrina ciò che non è ancora vendibile, tenuto conto che sarà il PUG di Piacenza a definire esattamente l’effettiva destinazione urbanistica di quell’area, che potenzialmente potrebbe rimanere agricola, come noi auspichiamo.
Per questo motivo giudichiamo inelegante e inopportuna la partecipazione della Sindaca all’ammiccante kermesse della Costa Azzurra, non solo per l’implicito messaggio di adesione alle incontenibili pulsioni cementificatorie dell’associazione imprenditoriale ma anche perché il sito “privato” promette ciò che l’amministrazione pubblica deve ancora deliberare. Non è un piccolo dettaglio ma un elemento essenziale e dirimente.
Dispiace ancora di più che, a fronte della condivisibile critica di Legambiente, la Sindaca Tarasconi sostenga che l’Amministrazione a cui compete la decisione urbanistica non avesse titolo a muovere rilievi a privati che “dicono gatto (in casa d’altri) senza averlo nel sacco”.
A dispetto delle sue precisazioni e del suo impegno ad ascoltare i cittadini nel percorso del PUG, gli speculatori già scalpitano e avanzano addirittura pretese di incassare – e presto – il frutto dei propri investimenti immobiliari (vedi articolo di Libertà del 27 marzo scorso). Confindustria condivide la posizione, anzi rilancia: “noi il bollone non lo toglieremo dal sito, perché ci serve per attirare importanti insediamenti” (Libertà 31 marzo).
Viene dunque spontanea la domanda: chi governa Piacenza? Le amministrazioni democraticamente elette o Confindustria?
Ormai la solfa di creare le aree per nuovi insediamenti l’abbiamo già pagata a caro prezzo, in termini di consumo di suolo, di inquinamento dell’aria e di sfruttamento del lavoro. Cerchiamo invece di impegnarci, come comunità, per preservare il terreno agricolo prezioso che abbiamo ad oggi conservato, contrastare i drammatici cambiamenti climatici in corso, migliorare la qualità dell’aria e della vita dei cittadini e dei lavoratori. Tutti siamo favorevoli alla creazione di nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali per il futuro ma non crediamo che la cementificazione e la logistica siano l’oggetto dei sogni dei nostri giovani ma solo il viatico migliore per farli partire lontano da Piacenza con il biglietto di solo andata.
Impegniamoci tutti insieme per prevedere nel PUG e nel PTAV in via di formazione un Parco Agricolo di cintura della città, che favorisca una produzione agricola di qualità e il potenziamento degli scampoli di biodiversità ancora esistenti.