Roberto Reggi è finito sottotiro del giornalista Concetto Vecchio sulle colonne di Repubblica. Domande secche, pochi preamboli che vanno dritte al punto ovvero l’incompatibilità vera o presunta sulla sua nuova nomina a direttore del Demanio da parte del Ministro Padoan. Perchè lascia la scuola, forse per il flop del progetto “Scuole belle”? domanda il giornalista. “sono un uomo di squadra, se mi dicono vai dove sei più utile, io vado e ringrazio” risponde Reggi. Incompatibilità tra le cariche? “Non credo – risponde – l’incompatibilità vale per l’ambito di provenienza: insomma non potrei andare a fare il dirigente scolastico”.
PROVINCIALI, CALZA:”POCA TRASPARENZA SUL METODO”
“Provo una leggera preferenza per chi dice la verità purtroppo devo registrare una leggera prevalenza di chi dice il falso”. E’ la frase che Patrizia Calza ha postato sul suo profilo Facebook al termine della infuocata direzione del PD. In ballo c’era il nome del candidato alla provinciali del 12 ottobre. Da settimane Patrizia Calza aveva dato la disponibilità per una eventuale candidatura, che doveva incontrare il parere favorevole del partito – ci aveva detto lei stessa. Evidentemente non è stato così, perchè alla fine l’ha spuntata Francesco Rolleri sindaco di Vigolzone. Pare però che non sia avvenuta una votazione formale. Nella frase che Calza ha pubblicato sul social network è racchiuso tutto il risentimento e la rabbia per come è stata gestita la situazione. A partire proprio dal capitolo preferenze. “Non si tratta di un problema politico – ci ha detto – anzi Rolleri è una persone stimata e apprezzabile. E’ il metodo utilizzato che è stato poco trasparente. Si sono verificati episodi gestiti non in modo corretto”. Poche parole e poca voglia di commentare che fanno capire che l’amaro in bocca esiste, e anche molto.
PROVINCIALI, C’E’ FERMENTO PER LE CANDIDATURE
Anche se il termine ultimo per le candidature per l’elezione di secondo grado del nuovo consiglio provinciale è fissato per il 22 settembre, centrodestra e centrosinistra sono impegnati in riunioni e tavoli di confronto per arrivare ad una scelta condivisa. Lunedì è stata convocata la direzione del Partito Democratico, nella quale verranno espressa in modo preciso le intenzioni sui nomi che sono circolati nell’ultimo periodo. Francesco Rolleri sindaco di Vigolzone, Giuseppe Sidoli primo cittadini di Vernasca e Patrizia Calza sindaco di Gragnano. “Ho dato la mia disponibilità – conferma Calza – si tratterebbe di tornare in un ente che conosco bene, dove ho lavorato per 5 anni al quale sono molto legata e di cui conosco bene le dinamiche. Il Pd deve trovare la giusta convergenza su una persona che sappia dialogare e che non sia vista con ostilità dalle parte politica avversa – spiega. Una figura insomma che goda di consenso bipartisan.
Il centrodestra ha rinnovato al presidente uscente Massimo Trespidi la richiesta a candidarsi alla luce dell’esperienza maturata in questi anni. La riserva verrà sciolta a giorni vincolata, per ammissione dello stesso Trespidi, a motivazione di carattere familiare che in questo momento hanno la netta priorità. “Ciò a cui punta il centrodestra – ha riferito Jonathan Papamarenghi responsabile provinciale di Forza Italia – è avere una figura di riferimento importante per l’intero territorio. Ci sembrava corretto e doveroso chiedere al Presidente Trespidi di ricandidarsi. Se non accetterà abbiamo un paio di proposte altrettanto autorevoli, sindaci di altrettanti comuni che in questi anni hanno lavorato con impegno e dedizione”.
Il voto provinciale è fossato per il 12 ottobre, potranno votare i sindaci e i consiglieri comunali, mentre presidente ed ex consiglieri provinciali potranno essere eletti ma non avranno il diritto di voto.
PRIMARIE PD, FOTI:” I VECCHI COMUNISTI SI RIVOLTANO NELLA TOMBA”
Nel pieno caos Pd, dove in 24 ore sono finiti nel registro degli indagati i due candidati alle primarie, Matteo Richetti e Stefano Bonaccini, il coordinatore regionale di Fratellio d’Italia-An Tommaso Foti scrive in una nota “lo sanno tutti che da due anni la Procura della Repubblica di Bologna indaga sui rimborsi spese dei consiglieri regionali, nessuno escluso. Forse che Richetti e Bonaccini pensavano, pur essendo stati consiglieri in questa legislatura, di essere al di sopra di ogni sospetto?”
Ecco la nota integrale
“Ciò che più stupisce ed indigna nella vicenda che coinvolge Matteo Ricchetti e Stefano Bonaccini è il fatto che prima si sono preoccupati di scendere in campo per governare la Regione e, soltanto all'ultimo momento, hanno fatto verificare dai propri avvocati se erano indagati" lo sostiene Tommaso Foti, del coordinamento regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, che aggiunge "Eppure lo sanno tutti che da due anni la Procura della Repubblica di Bologna indaga sui rimborsi spese dei consiglieri regionali di tutti i gruppi consiliari, nessuno escluso" " Forse che Ricchetti e Bonaccini pensavano, pur essendo stati consiglieri regionali in questa legislatura, di essere al di sopra di ogni sospetto ?" si chiede l'ex parlamentare che aggiunge "In casa PD avevano preparato già tutto: candidati e data delle primarie. I maggiorenti provinciali, anche a Piacenza, avevano già dichiarato con quale dei candidati presidenti della Regione si erano schierati. E poi questo finale di partita tanto farsesco, quanto prevedibile: uno spettacolo così deprimente, da fare rivoltare nella tomba i vecchi comunisti." " Ma ciò che più stupisce è la puerile tesi di una "giustizia ad orologeria" che colpirebbe in questo momento il PD. Quasi - aggiunge Foti - che non tutti sapessero che la Procura di Bologna ha richiesto una proroga delle indagini che scade a fine ottobre. Accertato che la superiorità morale che la sinistra da sempre si attribuisce, finisce una volta per tutte in un bicchiere d'acqua, sarebbe però doveroso che tutti coloro che si trovano nelle posizione di Ricchetti e Bonaccini, ma non lo dicono, facessero un passo indietro." " Senza entrare nel merito di un'indagine, la rilevanza penale della quale - se del caso - dovrà essere accertata nelle sedi deputate, rimane il fatto - continua l'esponente di Fd'I-AN - che si rischia di svolgere una campagna elettorale tra un avviso di garanzia ed un altro ai candidati, la qual cosa finirebbe per ulteriormente scoraggiare la partecipazione al voto da parte di un'opinione pubblica legittimamente schifata da un modo d'interpretare la funzione pubblica quanto meno poco edificante." " Se alla politica si vuole tornare a dare una dignità, anche piccola, allora - conclude Foti - è in primo luogo la politica, e per essa i partiti, che devono evitare che la campagna elettorale, anziché riguardare il futuro della Regione, si incentri tutto sulle vicende giudiziarie di molti dei consiglieri regionali in carica. Ma per farlo, occorre chiedere un passo indietro a questi ultimi. Dopo tutto, anche comportamenti non penalmente rilevanti sono a volte moralmente ripugnanti."
BUFERA NEL PD, INDAGATO ANCHE BONACCINI
Se non si può definire caos, poco ci manca. Quando tutto sembrava pianificato in vista delle primarie, in una sola giornata tutto sembra smontato. Prima il ritiro dalla corsa di Matteo Richetti perche indagato per peculato, poche ore dopo l’iscrizione nel registro degli indagati nella stessa inchiesta anche per il super favorito, il candidato forte Stefano Bonaccini. Lo ha confermato il suo avvocato all’agenzia Ansa. Una situazione che provocherà un forte imbarazzo all’interno del Partito Democratico a poche settimane dalle primarie in vista dell’appuntamento elettorale delle elezioni regionali.
PRIMARIE PD, RICHETTI SI RITIRA. INDAGATO PER PECULATO
In casa Pd sembrava tutto pronto in vista delle primarie quando uno dei due canditati si è ritirato. Matteo Richetti è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta “spese pazze”del consiglio regionale. Sul suo conto era stato aperto un procedimento a parte su esposto del consigliere del M5S Andrea Defranceschi sull’uso delle auto blu da “casa e per casa” nel periodo in cui Richetti fu Presidente del Consiglio regionale. Dapprima la sua decisione di ritirarsi era stata spiegata con forti pressioni da Roma e motivi personali. Poi la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati sui siti nazionali, tra cui Repubblica.it. Il termine entro il quale presentare le firme era fissato per le 12 di oggi, termine rispettato dagli altri due candidati Stefano Bonaccini e Roberto Balzani. Richetti ha anche scritto anche una nota su Facebook dove professa “unità” dentro al partito: “L’unità è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell’interesse dell’Emilia Romagna e del Pd. Ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo”
REGIONALI, FOTI:”IL CENTRODESTRA SI DIA UNA MOSSA”
Se il Pd è pronto a scegliere il candidato alla regionali attraverso le primarie fissate per il 28 settembre, il centrodestra sembra in alto mare. Eppure in ballo c’è la presidenza della regione Emilia Romagna. Tommaso Foti, membro del coordinamento regionale di Fratelli d’Italia-AN e consigliere comunale, non ha lesinato critiche al’intera coalizione di centrodestra. Ci sia dia una mossa – è il senso del suo ragionamento – se non altro per salvare l’onore. Quella di Foti è un’analisi dura e realistica, consapevole che il centrodestra, in regione, siederà ancora una volta all’opposizione perchè incapace di individuare un candidato credibile con una visione amministrativa globale.
“NOI CI SIAMO” CENTRODESTRA UNITO CONTRO L’AMMINISTRAZIONE
E’ con lo slogan “Noi ci siamo” che il centrodestra si è presentato unito contro, pronto a fare squadra contro l’amministrazione del sindaco Dosi. Un unico gruppo che tiene uniti i partiti della minoranza in consiglio comunale (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia – AN, Sveglia e Piacenza Viva) il cui portavoce cambierà a rotazione ogni sei mesi. “Basta divisioni, è ora di fare squadra – ha detto Marco Colosimo Piacenza Viva – gli slogan servono a poco”. Erika Opizzi Fd’I ha posto l’accento sulla comunità d’intenti che lega il centro destra: “sicurezza, viabilità, sono tematiche che ci accomunano, portarle avanti insieme avrà più valore”. “La gente è rassegnata – è la posizione di Polledri Lega Nord – si ripetono continui fallimenti, mancano le risposte adeguate. Sulle cose importanti – è l’affondo di Polledri – decidono i soliti gruppi di potere”. Filiberto Putzu Forza Italia è drastico: “bisogna togliere le sigle per fare gruppo comune contro un sindaco che ha smesso i panni del bravo ragazzo”. Pare di capire che l’opposizione non è più disposta a fare sconti: “su alcuni temi siamo stati più che collaborativi – ha risposto Tommaso Foti Fratelli d’Italia – come il PSC o il nuovo modello di welfare”. Poi l’affondo finale “meglio essere banale che ferale come il nostro sindaco”.
“PIANO EDUCATIVO” DEL GOVERNO, SINDACATI SCETTICI
Il “piano educativo” presentato dal premier Renzi con un messaggio on line, nel consueto stile sobrio ed essenziale, è stato accolto un pò freddamente dai sindacati. Nonostante nel suo messaggio di quasi 4 minuti il premier abbia ripetuto più d’una volta che la scuola deve essere al centro delle priorità del Governo, che non deve essere l’ultima ruota del carro ma che, al contrario, è il cuore di tutto, non è riuscito a trasmettere l’entusiasmo sperato ai rappresentanti delle parti sociali. Non ha convinto neppure la campagna di ascolto sulle linee della scuola dal 15 settembre al 15 novembre. Manuela Calza della Cgil Scuola è molto critica: “speriamo che ci siano anche convocazioni formali non solo comunicazioni on line. Auspico incontri diretti con i rappresentanti dei lavoratori e soprattutto un sostanziale rinnovo contrattuale”. Par di capire che, almeno a livello locale, in pochi risponderanno positivamente all’appello di Renzi di portare idee nuove e suggerimenti nei prossimi due mesi. “Non è il canale che intendiamo utilizzare – specifica Calza – e sui contenuti esprimiamo parecchie criticità per cui non escludiamo di organizzare mobilitazioni anche a livello locale”.
PROFUGHI, FRATELLI D’ITALIA:”QUALI CONTROLLI MEDICI?”
Prende una posizione netta il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in merito all’arrivo di 15 profughi nel comune di Ponte dell’Olio. Nella nota che riportiamo di seguito, si chiede agli enti locali di assumere una posizione chiara sulla capacità o meno di accogliere nuovi profughi nel territorio piacentino.
“In provincia di Piacenza la presenza degli stranieri è largamente superiore alla media nazionale. Le difficoltà di lavoro sono sotto gli occhi di tutti, visto che il nostro è un territorio che economicamente non cresce. Non abbiamo certo bisogno anche dei profughi o di sedicenti tali”, è dura la presa di posizione del coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, dopo l’arrivo dei 15 profughi a Ponte dell’Olio.
“Non vogliamo esacerbare gli animi, né speculare sulle disgrazie altrui, ma così proprio non va. Oltretutto – si legge nella nota – si fa finta di non sapere che tornano a diffondersi malattie che, da anni, risultavano debellate, senza che alle popolazione siano forniti minimali strumenti di profilassi”.
“E’ troppo pretendere che, prima di fare arrivare profughi sui territori, a partire da quello piacentino, si effettuino tutti gli esami idonei ad escludere che tra le persone da ospitare vi siano portatori di malattie infettive? ” chiede il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia-AN, che aggiunge “proprio perché la Val Nure è stata terra di emigranti, ben conosce lei difficoltà che i suoi figli incontravano quando si recavano a lavorare all’estero. Possibile che, oggi, nel nome di una malintesa ospitalità dobbiamo riservare agli stranieri trattamenti di favore?”
“E’ troppo chiedere – conclude il comunicato – agli enti locali piacentini di assumere una posizione chiara e netta sulla indisponibilità degli stessi ad accogliere nuovi profughi sul nostro territorio? O si vuole continuare ad addebitare ai piacentini il costo, economico e sociale, di un buonismo radical chic non più tollerabile?”.