PROVINCIA: PIANO DELLE OPERE PUBBLICHE PER 8,5 MILIONI

A pochi giorni dal termine del mandato il presidente Massimo Trespidi snocciola dati e soprattutto cifre. Cifre importanti per il futuro dell’ente e soprattutto del territorio. “Una Provincia in azione” è lo slogan che ha coniato in occasione della presentazione del piano per le opere pubbliche per il biennio 2015/2016. In tutto ci sono 8milioni 500mila euro per interventi già stanziati, che nulla hanno a che fare con il tesoretto di 7milioni di euro. Questo perchè la giunta ha approvato entro il 15 ottobre il piano delle opere in modo da consentire al nuovo consiglio l’approvazione del bilancio di previsione entro il 31 dicembre 2014. “Chi viene dopo di noi – ha detto Trespidi – è nelle condizioni di approvare il bilancio del 2015 entro quest’anno”. Il piano deve restare a disposizione 60 giorni per modifiche in modo da essere poi allegato al bilancio. Per il 2015 l’amministrazione ha stanziato 3milioni 700mila euro. Tra gli interventi più consistenti c’è la rotatoria sulla strada provinciale 12 nel comune di Alseno per 1 milione di euro, 950mila euro la rotatoria sulla provinciale 28 di Gossolengo e 500mila euro sulla provinciale del Penice nel comune di Bobbio. Per il 2016 sono stati stanziati 4milioni 800 mila euro, di cui 850mila sulla provinciale di Carpaneto, 650mila per la messa in sicurezza dell’incrocio di Polignano nel comune di San Pietro in Cerro, 700mila euro per la realizzazione del ponte ciclopedonale sull’Arda nel comune di Villanova.

Trespidi e Pozzoli

 

 

PD, SPACCATURA IN VISTA DELLE REGIONALI

Iscrizioni a picco, primarie flop, minoranza in subbuglio. Il Partito Democratico, non solo piacentino, a poche settimane dalle elezioni regionali il clima non è propriamente disteso. Alle primarie per la scelta del candidato presidente alla regione, conquistate da Stefano Bonaccini, l’affluenza è stata de record, in senso negativo, mai così bassa negli ultimi anni. Le tessere degli iscritti sono calate paurosamente, tanto che l’ex segretario Bersani ha messo in guardia l’attuale classe dirigente del partito dal rischio di un collasso. A livello locale ha preso ufficialmente il via la campagna elettorale in vista del 23 novembre. Dopo il ritiro dalla competizione di Elisabetta Rapetti, sono rimasti in pista per entrare in consiglio regionale, senza bisogno delle “primariette”, Paola Gazzolo già assessore regionale, Katia Tarasconi, Alessandro Ghisoni e Gianluigi Molinari. Proprio sulle scelte dell’attuale segretario provinciale si sta consumando la frattura interna. Molinari infatti ha deciso di non autosospendersi nel corso della campagna elettorale e neppure di optare per l’ordine alfabetico dei candidati, sarà il segretario a guidare il gruppo dei piacentini. Due decisioni che hanno fatto infuriare la minoranza del partito. Molinari si autosospenderà solo dalle attività pubbliche che riguardano le elezioni regionali e il suo nome sarà a capo della lista. La maggioranza difende le scelte del segretario: è giusto che guidi, anche in questa circostanza, il gruppo piacentino. Accuse pretestuose che riportano a galla vecchi livori e vecchi rancori da parte di chi, fino a poco tempo fa, era la maggioranza del partito? Alla fine il risultato è lo specchio del quadro nazionale: una evidente divisione interna.

Molinari Pd

TRESPIDI: “LASCIO UNA PROVINCIA SANA. DAL 15 OTTOBRE TORNO AD INSEGNARE”

La Provincia come è stata fino ad oggi ha i giorni contati. Domenica 12 ottobre saranno i sindaci e gli ex consiglieri, non più i cittadini, a votare per il rinnovo. “Vorrei essere ricordato – dice Trespidi – come l’ultimo Presidente eletto dal popolo. Chi verrà dopo di me, potrà contare su un tesoretto di quasi 7 milioni di euro di avanzo ancora disponibile accumulato attraverso scelte coraggiose come, ad esempio, fare causa allo Stato per danaro che ci doveva e che è arrivato”. Suona un pò come un testamento quello che il presidente Trespidi stila con tanto di dati precisi a conferma che l’amministrazione provinciale può contare su un bilancio più che sano. L’occasione per snocciolare i numeri è la ricognizione e lo stato di attuazione dei programmi come prescrive il testo unico degli enti locali. I revisori dei conti hanno dato parere positivo confermando che il bilancio è sano, in equilibrio e lascia a disposizione di chi verrà 6,9 milioni di euro per coprire gli eventuali maggiori tagli del Governo, stanziare il contributo per il sostegno del trasporto pubblico locale,  lasciare un tesoretto per il 2015 oltre a 4 milioni di euro per assicurare l’ente da nuovi tagli. Tutto questo oltre ai 220mila euro per progetto legati ad Expo 2015, 500mila per le politiche del lavoro, 120mila per iniziative culturali e sportive e 260mila ai Comuni per progetti di sostenibilità ambientale.

E nel futuro prossimo di Massimo Trespidi che posto occuperà la politica? “Dal 15 ottobre torno ad insegnare a tempo pieno” risponde. “Torno al mio lavoro – ribadisce – e faccio i conti con una situazione familiare delicata che viene prima di tutto”. Ammette che qualche errore nel centro destra è stato commesso nella fase pre provinciali, e conferma che con “convinzioni più o meno alte all’interno della coalizione mi è stato da subito chiesto ufficialmente di candidarmi alle provinciali, sono stato io a non rispondere subito. Un invito che mi sento di rivolgere a chi verrà dopo – conclude – è che la politica non deve rinunciare a svolgere il suo compito, il rischio, altrimenti, è di una supremazia tecnica”.

 

TRESPIDI ULTIMO

PD, CALANO GLI ISCRITTI. DURA LA REAZIONE DI BERSANI

Il Pd ha fatto flop non solo per le primarie in Emilia Romagna ma anche per la campagna tesseramenti. Dai dati resi noti da Repubblica risultano persi in un anno circa 400 mila iscritti. E se il vice segretario Lorenzo Guerini twitta che “sarebbe bello non diffondere dati a caso”, l’ex numero uno del Pd Pierluigi Bersani ha una reazione ben più dura: “Un partito fatto solo di elettori e non più di iscritti, non è più un partito. Lo statuto dice che il Pd è un partito di iscritti e di elettori. Ovviamente – dice Bersani  – se diventasse solo un partito di elettori diventerebbe un’altra cosa… Uno spazio politico e non un soggetto politico. Ma non siamo a questo e – assicura – non finiremo lì”. Nel Partito Democratico negano che questi siano segnali di crisi: l’obiettivo è superare i 300mila iscritti dicono, stima che comunque sarebbe inferiore a quella dello scorso anno, quando le tessere del Pd erano quasi 540 mila . Per il partito il calo è dovuto all’impegno dei circoli per la campagna elettorale europea che ha messo in secondo piano l’attività ordinaria. Sarà, nel frattempo però i segnali tra l’affluenza flop in Emilia Romagna e il calo degli iscritti sono un dato di fatto che impongono al Pd una riflessione.

 

PROVINCIALI, IL PARADOSSO DI PIACENZA

Il caso Piacenza per l’elezione della nuova provincia sta assumendo contorni quantomai curiosi. Nel senso che dopo le tribolazioni affrontate sia a destra che a sinistra per trovare un candidato la situazione è questa: il centrosinistra ha presentato una lista con Francesco Rolleri candidato presidente dopo una direzione infuocata in cui non sono mancati momenti al alta tensione; il centrodestra è spaccato in due: da una parte la lista di Fratelli d’Italia e Lega Nord senza un candidato alla presidenza, dall’altra la lista di Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Udc a cui il Tar di Parma ha respinto il ricorso contro la ricusazione di Luigi Bertuzzi candidato alla presidenza. Risultato? I 48 sindaci, ex consiglieri ed ex assessori provinciali si troveranno a scegliere tra un solo candidato presidente. La candidatura del sindaco di Coli era stata rifiutata dall’ufficio elettorale della Provincia per vizi formali in quanto non erano state ritenute valide una ventina di sottoscrizioni a causa della mancanza dell’indicazione del luogo. Se il Tar non avesse respinto il ricorso presentato da FI, NCD e Udc, l’amministrazione provinciale aveva già nel cassetto un controricorso per difendere l’operato del suo ufficio. Politicamente questo dato fa riflettere, nel senso che il Presidente Trespidi, portacolori del centrodestra e vicino al Nuovo Centro Destra, si sarebbe opposto ad un’iniziativa proprio dei colleghi di schieramento. Sembra sempre più profonda la frattura all’interno della coalizione, già il sentore si era avuto con la mancata condivisione del candidato presidente da parte di Fratelli d’Italia e Lega, poi erano volate accuse più o meno velate sulla volontà di non  condividere un progetto comune.

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PRIMARIE, VINCE BONACCINI, MA E’ FLOP AFFLUENZA

Questa volta le primarie non hanno fatto il boom, anzi decisamente flop. A dimostrarlo sono i dati dell’affluenza. Stefano Bonaccini ha vinto con il 55.3% delle preferenze, lo sfidante Roberto Balzani si è fermato al 44.7%, un risultato che porta il segretario regionale ad essere il candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna per le elezioni del 23 novembre prossimo. Quello che dovrebbe far riflettere, come dicevamo, è l’affluenza, non solo a Piacenza ma in tutta la regione: 2132 sono stati gli elettori che si sono recati ai seggi, una trentina tra città e provincia, per eleggere il candidato. In città è stato Balzano ad ottenere un numero più alto di preferenze (398), in provincia invece Bonaccini con 867 voti rispetto ai 554 dello sfidante.

Più che una competizione elettorale, i numeri danno l’idea che a partecipare siano stati soprattutto addetti ai lavori, segretari di circoli, amministratori, pochi davvero i cittadini. Che segnale è questo? Disaffezione? Strascichi delle vicende giudiziarie delle ultime settimane che hanno coinvolto prima Richetti (indagato per peculato) poi Bonaccini (indagato per lo stesso motivo anche se ora i pm hanno chiesto l’archiviazione).

A livello regionale hanno votato solo 58 mila elettori, il dato è difficilmente paragonabile con i precedenti perchè era la prima volta che in Emilia si teneva una consultazione solo regionale. Alle precedenti nazionali votarono 151mila persone. Il PD in Emilia Romagna conta 75mila iscritti: almeno uno su tre, fra chi ha in tasca la tessera del partito, ha  scelto di disertare le urne. Un problema che il Pd, in vista delle elezioni, non potrà permettersi di ignorare.

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LANDINI FIOM:”RENZI DA CHE PARTE STAI?”

L’articolo 18 e’ stato al centro del dibattito con Maurizio Landini, segretario nazionale della FIOM, ospite dell’ultima giornata del Festival del Diritto. “In Italia ci sono 46 tipologie di lavoro – ha detto – ne basterebbero 4-5. L’art 18 andrebbe esteso a tutti i lavoratori anche a quelle aziende con meno di 15 dipendenti. Occorre estendere gli ammortizzatori sociali e le tutele a tutti i lavoratori, non abolirli”. Landini, con la sua schiettezza, non ha odianti critiche al Governo:” al premier dico di scegliere da che parte stare, e come vuole fare. Chi scenderà in pazza per l’art 18 non dice solo no”.

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GRASSO:”OCCORRE SUBITO UNA RIFORMA GLOBALE DELLA GIUSTIZIA”

“E’ venuto il momento di una riforma della giustizia globale, che guardi alle nuove tecnologie da offrire ai magistrati” e’ l’auspicio del Presidente del Senato Pietro Grasso a Piacenza per la terza giornata del Festival del Diritto. “Il processo e’ una corsa ad ostacoli – ha detto- che può rallentare da un momento all’altro. Bisogna dire basta ad una giustizia di classe e ridurre la prescrizione . La prima cosa – continua -e’ ridurre la durata dei processi, quelli civili durano tre volte di più rispetto ai paesi europei”. Criminalità organizzata e corruzione pesano gravemente sulla realtà italiana. Come fare a sconfiggerle? “E’ molto difficile – ha risposto il presidente del Senato – oggi la corruzione non è più uno scambio bilaterale, ma si è creata una rete di affari per cui il pubblico amministratore fa un favore e la ricompensa viene da un terzo. Questo crea un corto circuito pericolosissimo”.

PROVINCIALI, BERTUZZI NON AMMESSO. Fd’I:”FIGURA BARBINA”

Sembra che la distanza sia destinata a diventare siderale. A rendere ancora più tesi i gia difficili rapporti nel centrodestra ci si è messa anche l’esclusione della candidatura di Luigi Bertuzzi dalla corsa per le elezioni della nuova Provincia. Lo ha stabilito l’ufficio elettorale della Provincia per vizi di forma. In campo resta quindi solo il candidato di centrosinistra Francesco Rolleri. Fratelli d’Italia e Lega Nord che non hanno sostenuto la candidatura di Bertuzzi né tantomeno il percorso che Forza Italia, NCD e Udc hanno intrapreso per arrivare a scegliere il candidato, non hanno lesinato critiche. Di seguito la nota integrale di Fratelli d’Italia.

” A coprirsi di ridicolo c’è sempre tempo, ma vi è chi vuole primeggiare anche in questo. L’esclusione per vizi formali della candidatura a presidente della Provincia di Luigi Bertuzzi, sostenuta da Forza Italia e NCD, è la conferma che al peggio non c’e’ limite. Eppure sarebbe stato così semplice rendersi conto che nel centro-destra non si riusciva ad esprimere una candidatura unitaria per evitare di andare incontro ad una figura barbina “, lo sostiene in una nota il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.

” Non avremmo votato Bertuzzi e lo abbiamo subito detto chiaramente. Certo e’ che dopo avere presentato la sua candidatura come frutto di una grande operazione politica – continua la nota – non rimane che rilevare come si sia mostrata molto piccola, per non dire nulla, la capacita’ di renderla effettiva da parte dei suoi sostenitori.”

” Una sola domanda sorge spontanea: fino a quando il dilettantismo di pochi continuerà ad arrecare danno all’immagine – e non solo – del centrodestra piacentino? ” conclude polemicamente la nota di Fd’I-AN.

PRP

 

MALOBERTI LEGA:” MAI ALLEATI CON CHI SOSTIENE IL GOVERNO”

“Come si fa a parlare di alternativa alla sinistra, quando ci si va a braccetto?” E’ la domanda che la Lega Nord si sta ponendo in queste ore, in vista del voto per la nuova provincia, dopo la frattura interna alla coalizione di centrodestra  che ha portato alla creazione di due liste differenti una sostenuta da FI, Udc e NCD e l’altra Lega e Fd’I. Il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti è chiaro: “non ci possiamo alleare con Udc e NDC che a Roma sostengono Renzi e tutto ciò che il Governo propone e, quando tornano sul territorio, dicono di esserne un’alternativa”. Il voto provinciale ha scatenato non poche tensioni tra le forze politiche di centrodestra impegnate, per settimane, a trovare una quadra che non si è mai raggiunta. Perchè? “Perchè le differenze sono troppe – ha detto Maloberti – e perchè vogliamo rimanere fuori da questa riforma che ci disgusta. Abbiamo fatto una lista insieme a Fratelli d’Italia perchè, come noi, ritiene corretto eleggere consiglieri che vigilino su quello che accadrà nel nuovo ente”. Un ragionamento che pone la Lega fuori dalla coalizione di centrodestra? Maloberti risponde con una domanda:”come possiamo rientrare in una coalizione che dice di essere di centrodestra e che sostiene il Governo?”

CONS. PROV.LE